BIOSHOCK: RITORNA LA SAGA COMPLETAMENTE RIMASTERIZZATA

BIOSHOCK: RITORNA LA SAGA COMPLETAMENTE RIMASTERIZZATA

La raccolta dei tre titoli della saga di BioShock nella The BioShock Collection per PC, Xbox One e PS4 offre la possibilità di giocare a chi non l’abbia ancora fatto a questi tre capolavori videoludici o di rigiocarli, per chi l’abbia già fatto, con grafica aggiornata per l’ultima generazione di consolle e con tutti i DLC aggiuntivi realizzati per questi titoli con in più – bonus piccolo, ma gradito – un video con Ken Levine che parla della sua creazione.

Il primo BioShock avrebbe dovuto teoricamente essere il terzo capitolo di System Shock di cui la Irrational Games di Ken Levine si era già con successo occupata per System Shock 2. Ma la direzione presa dal titolo diventò qualcosa di ben più originale e rispondente alle “ossessioni” di Levine, relative alla storia americana ed ai suoi “falsi” miti.
Per BioShock si tratta dell’utopia di una società iperliberista in cui l’individuo sia libero dai vincoli etici, religiosi e politici per sviluppare compiutamente le proprie potenzialità. Levine si ispira alle suggestioni ricavate dalle opere di Ayn Rand e immagina il magnate Andrew Ryan il quale – timoroso che alla minaccia nazista possa seguire l’oppressione comunista – finanzia la costruzione di una città sottomarina – Rapture – sottratta alla potestà dei governi affinché ogni abitante sia libero di dare forma alle proprie capacità.
L’utopia si trasforma in distopia quando è evidente che l’assoluta anarchia diventa terreno fertile per approfittatori, per l’oppressione dei non creativi necessari per tutto il lavoro di fatica da prevedere nella manutenzione di una città (e questa parte in particolare è stata raccontata bene da John Shirley nel suo romanzo prequel BioShock: Rapture, pubblicato in Italia da Multiplayer.it), perché i miracolosi ritrovati della creatività – i plasmidi – utilizzati senza un controllo etico, politico e religioso, trasformano gli esseri umani in potentissimi mostri che si combattono l’un l’altro per accaparrarsi l’Adam, la droga che serve per il potenziamento, distruggendo nel contempo dall’interno la società ideale voluta da Ryan.
Il protagonista del primo BioShock arriva, solo apparentemente per caso – sopravvivendo a stento a un disastro aereo – a Rapture, ed è indimenticabile per qualsiasi giocatore la discesa nella città sommersa con gli spazi acquatici tra i sontuosi palazzi liberty solcati da meravigliose creature marine. E da lì inizia la sua esplorazione delle complesse geografie urbanistiche di Rapture e degli ancora ancora più complessi intrighi tra le varie fazioni che lottano per il controllo della città.

Dal mondo sottomarino di Rapture si passa col terzo episodio (il secondo non è stato sviluppato da Levine e dalla Irrational Games, perciò, per ora, lo lasceremo in stand-by) a Columbia, circa 35 anni prima rispetto agli eventi narrati in BioShock.
Il falso mito americano che percorre potentemente BioShock Infinite è quello del separatismo dal potere centrale – reso paradigmatico dal fatto che tutta la città di Columbia si solleva da terra e dichiarando la secessione dal governo americano percorre misteriose strade celesti nascosta dalle nubi – che scorre tra le comunità più o meno pacifiste (pensiamo ad esempio ai mormoni) del Nuovo Mondo.
Non è un caso che il capo di Columbia sia un autoproclamato leader religioso, Zachary Hale Comstock.
Rispetto a Rapture la situazione al nostro arrivo è apparentemente idilliaca: una società ordinata e felice in cui gli unici disturbatori sono i lavoratori di colore organizzati a fini rivendicativi e rivoluzionari dal partito fuorilegge di Vox Populi. Però a noi, almeno all’inizio, non interessa la situazione dei lavoratori quanto la figlia di Comstock che siamo stati ingaggiati di rapire. Ma Elizabeth, uno dei personaggi più emozionanti e coinvolgenti mai visti in un videogioco, ci aprirà gli occhi sul perché siamo veramente a Columbia e sul rapporto che ci lega a Comsotock, ex agente Pinkerton mandato prima a soffocare le rivolte indiane e poi con Columbia ad annegare nel sangue la ribellione dei Boxer.

Infine ecco BioShock 2, sviluppato non da Irrational Games  ma 2K Marin.
Certamente la trama è meno elaborata e originale rispetto al primo e al terzo episodio, funzionando come sequel per il primo, ma non di meno offre al giocatore degli spunti etici decisamente interessanti.
Rispetto agli eventi narrati in BioShock sono passati oltre 10 anni, e Rapture è sempre più in rovina, con i superstiti esseri umani sempre più consumati dalla dipendenza dall’Adam e la città – senza più nessuno che faccia manutenzione – sempre più al collasso sotto la pressione dell’oceano sovrastante.
Il personaggio che impersoniamo è un investigatore infiltratosi a Rapture per indagare sulla scomparsa nei paesi della costa di bambine “usate” dagli abitanti per la raccolta di Adam, dato che nei soggetti femminili prepuberali viene impiantato un parassita in grado di sintetizzare la droga. Ma, scoperto, viene prima trasformato in prototipo di Big Daddy, enormi cyborg corazzati utilizzati per la scorta e la protezione delle “sorelline”, le bambine nel cui corpo c’è il parassita produttore dell’Adam, e poi costretto al suicidio per il legame empatico troppo forte creato con la “sorellina” da proteggere. Inopinatamente, però, il Big Daddy che impersoniamo non è completamente morto e viene “risvegliato” per liberare le sorelline dalla tirannia a cui la psicologa Sofia Lamb costringe i superstiti di Rapture, dopo la scomparsa (alla fine del primo episodio) del suo fondatore.
Se la trama è certamente derivativa, il gioco ha il pregio di porre al giocatore in maniera più forte rispetto agli altri titoli il problema etico se salvare o meno alcuni personaggi – soprattutto le sorelline, il cui “assorbimento” ci garantirebbe una maggiore scorta di Adam per i potenziamenti – da cui dipende la conclusione del gioco (PS: personalmente ho rigiocato 3 volte a BioShock 2, la seconda e la terza espressamente per vedere i finali “cattivi” senza riuscire però mai ad avere il cuore di assorbire le sorelline…). L’edizione originale di BioShock 2 era dotata anche di una modalità multiplayer che è l’unico aspetto della saga assente dalla collezione.

Ricordiamo le date di uscita originali dei tre giochi: BioShock 2007, BioShock 2 2010 e BioShock Infinite 2013.

Per concludere, è da considerare che, se il recupero di quelli che possono essere considerati 3 capolavori del medium videoludico, in un’edizione “rimasterizzata” con il gameplay riprodotto fedelmente, con l’aggiunta dei contenuti aggiuntivi, il tutto proposto con una grafica aggiornata è sicuramente positivo, porta però a chiedersi quale sia la vitalità del settore che – in particolare con quest’ultima generazione di consolle – tende non a cercare strade nuove, a sperimentare ma, piuttosto, appunto a rimasterizzare, a monetizzare quanto già fatto, a riproporlo ripulito e migliorato fondamentalmente più per i vecchi fan che per quelli nuovi.

Sito ufficiale di BioShock

Trailer in italiano di BioShock (dal canale Youtube di IosonOtakumanForever)

 

Trailer in italiano di BioShock 2 (dal canale Youtube di Budda Gaming)

Trailer di BioShock Infinite (dal canale Youtube di Cidiverte)

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