ALTER MOEBIUS, ALTRI FUMETTI

Nella seconda metà degli anni sessanta e nei primi dei settanta escono diversi numeri speciali della rivista“Linus”, finché, nel gennaio del 1974, la casa editriceMilano Librilancia il corposo mensile“Alterlinus”(dove Alter sta per “altro”). In questo contenitore finiscono le storie lunghe, soprattutto avventurose, che su “Linus” occuperebbero troppo spazio. Infatti, il personaggio più longevo di “Alterlinus” è lo sbirroDick Tracy, che comunque vive avventure talmente lunghe da dover essere diviso in puntate anche qui. Forse la scelta di metterlo in un’altra testata è anche dovuta al fatto che “Linus” si stava spostando sempre di più a sinistra, e un “fascio” come Tracy non poteva ospitarlo (Jacovittivenne fatto fuori in maniera più radicale). Se inizialmente Alter ospita le serie cominciate su “Linus” e i suoi supplementi, in seguito il direttoreOreste Del Buono(1923-2003) cerca filoni nuovi sempre più sofisticati. Negli anni, Alter diventa così una rivista dai disegni raffinati che presenta le tendenze all’avanguardia dell’illustrazione. I testi diventano sempre meno comprensibili, spesso scritti dagli stessi disegnatori.La lunga agonia si conclude nel 1985, con la chiusura della testata. In questo articolo ci occuperemo solo dei primi numeri di Alter, nel periodo in cui è ancora preminente il fumetto classico con un capo, un corpo centrale e una coda. Anche se già in questi anni comincia la svolta ermetica, simboleggiata dall’arrivo diMoebiuse i suoi amici a volte eccezionali come disegnatori, mai come sceneggiatori. Nella copertina del primo numero di “Alterlinus” compare uno sdoppiamento di Linus, il personaggio deiPeanutsdiCharles Schulz, per rimarcare il collegamento filiale con la “testata madre”, che all’epoca è considerata il top del fumetto anche se non è mai stata letta da moltissimi. All’interno, Charlie Brown e Snoopy occupano comunque solo poche pagine con le loro tavole domenicali. Dopo alcuni anni la testata perderà lo stesso nome di Linus, che obbliga al pagamento diroyaltes, diventando “Alter Alter”. Nei primi redazionali di Alterlinus c’è tutta una menata sui “viaggi e avventure”, concetto ripreso nel decennio successivo dal mensile“Corto Maltese”, un’altra rivista della Milano Libri. Sarebbero stati graditi, invece, degli articoli sul fumetto, se proprio dei redazionali dovevano esserci. Ulyssedi Lob e Pichard è una rivisitazione in chiave fantascientifica dell’Odissea diOmero. DiJacques Lob(1932-1990) abbiamo parlatoQUIper l’incredibile“Delirius”, scritto da lui e disegnato daPhilippe Druillet.Georges Pichard(1920-2003) è un disegnatore specializzato in fumetti erotici. Questo primo episodio è stato realizzato nella seconda metà degli anni sessanta, il periodo migliore di Pichard, che nei settanta è diventato sempre più “sfatto” nel segno (lo vedremo più avanti). Nel 1981 l’idea di questo Ulisse fantascientifico verrà zanzata dalla serie di cartoni animati franco-nipponici “Ulisse 31”. Hugo Pratt(1927-1995) oltreCorto Malteseha creato gli sfigatiScorpioni del deserto. Mentre i personaggi di Corto sono carismatici, quelli più umani degli Scorpioni sono debolucci. Anche l’ambientazione della caserma in una zona semidesertica dell’Africa fa una certa tristezza. Di donne belle e raffinate, poi, neanche l’ombra. Un flop perfetto: se Pratt in Corto è furbo, qui è fesso. Pur essendo l’insuccesso della serie acclarato, Hugo Pratt la porta avanti fino alla morte.Comunque la serie, a parte lo scarsoappealper il grosso pubblico, è piuttosto interessante per la sua credibilità storica. Guido Buzzelli(1927-1992) è stato uno dei più grandi disegnatori italiani e, a differenza di Battaglia, Toppi e Crepax, disegnava dei veri fumetti, non si limitava a mettere delle illustrazioni una accanto all’altra. Ciononostante è poco conosciuto, salvo, forse, per avere realizzato il primo Texone (lui aveva disegnato l’episodio per la serie normale di Tex, ma Sergio Bonelli lo trovò troppo sopra le righe).Sono rimasto impressionato quando, seguendo un fatto di cronaca, ho letto che era avvenuto invia Guido Buzzellia Roma… minchia, l’hanno inserito nella toponomastica! Lo stile di Buzzelli fonde la tradizione americana di Alex Raymond con quella italiana di Walter Molino, dove è il tratto grottesco di quest’ultimo a prevalere e a sovrabbondare. Della storia fantascientifica“I labirinti”, scritta da Buzzelli stesso, si capisce ben poco. Dai numeri speciali di “Linus” approda su “Alterlinus” un personaggio scritto daGeorges Wolinskie disegnato dal più recente Pichard:Paulette, un’eroina sfrontata e quasi sempre nuda che ricorda Brigitte Bardot. A un certo punto, visto che Paulette prende l’abitudine di girare con il sesso ben depilato in bella mostra, la redazione decide di defenestrarla per indecenza dalle pagine di Alter. Un peccato, anche se Wolinski come autore di testi è più bravo nelle vignette che nelle storie lunghe, che tendono a disperdersi. Qui vediamo Paulette confrontarsi nientemeno con Adolf Hitler. Lo sceneggiatore Georges Wolinski, nato nel 1934 in Tunisia da un ebreo francese e una ebrea italiana, è noto soprattutto come vignettista satirico-erotico. Nel 1969 fonda“Charlie Mensuel”, imitando esplicitamente il “Linus” italiano nei contenuti e nell’aspetto generale. Come narrato in questa ricostruzione a fumetti. Oltre alle strisce americane, Charlie pubblica le storie originali di Paulette e i lavori diReiser, presentati poi anch’essi su Alter e Linus. In seguito Wolinski passerà all’edizione settimanale di Charlie,“Charlie Hebdo”.Morirà nel 2015, insieme a molti suoi colleghi, nell’attentato dei fanatici islamici. Arriviamo al numero 2 di “Alterlinus”, che ci dà il pretesto per vedere le prime strisce di una storia del 1965 diJeff Hawke, uno dei più interessanti personaggi del fumetto inglese grazie ai testi geniali diWilliam Pattersone ai disegni fotografici, ma suggestivi, diSydney Jordan. I testi affascinano per due motivi combinati tra loro. L’ironia delle storie, che nasce dalla tradizione di una certa letteratura inglese, e l’aspetto ingegneristico, tipico di chi ha una formazione militare come Patterson, che dà un’impronta realistica alle situazioni fantascientifiche. William Patterson è avvincente sia nelle avventure spaziali sia nelle storie, come questa, ambientate nella placida campagna inglese. Le strisce vengono pubblicate dal“Daily Express”, accanto a quelle diJames Bonde diModesty Blaise. Nel 1969, il direttore del quotidiano chiede di far vedere ogni tanto un paio di tette e un culo femminile: quello stupidotto puritano di Patterson si adonta e se ne va. Almeno così racconta il disegnatore, mentre secondo la versione ufficiale William Patterson si sarebbe dimesso per problemi di salute. In seguito, Sydney Jordan le sceneggiature se le scrive da solo: bellissime tette, per carità, ma storie illeggibili. Facciamo un salto di un anno e arriviamo nel gennaio del 1975. Cercando a tentoni di dare una identità ad Alter, che non ha mai venduto bene (tanto che le sue diffusioni non vengono maicertificate), Del Buono tenta la via politica: se Linus pubblica satira, sia pure senza troppo esagerare (come invece farà la successiva direttrice Fulvia Serra negli anni ottanta), Alter potrebbe presentare fumetti realistici politicizzati. Abbiamo così il più celebre personaggio lanciato da “Alterlinus”:Alack Sinner, realizzato da Sampayo e Munoz. Due autori che si sono fatti le ossa nel fumetto “popolare” argentino, che da lì a poco invaderà l’Italia dalle pagine di “Lanciostory” e “Skorpio”. Carlos Sampayo(1943) è uno sceneggiatore zoppicante ma non privo di un certo fascino, mentreJosé Muñoz(1942) è un artista che propone un stile espressionista mescolando Hugo Pratt (che in Argentina ha lasciato il segno) con tanti altri disegnatori, forse persino Crepax. Io preferisco gli espressionisti tedeschi, ma lo stile di Muñoz ha fatto girare la testa a diversi autori. In Italia, lo sceneggiatore Renato Queirolo ha convinto Anna Brandoli a lasciare il proprio stile per adottare quello di Muñoz nelle storie diRebecca(anch’esse pubblicate da Alter). Lo stesso Queirolo, come supervisore della Bonelli, credo abbia convintoGiampiero Casertanoa fare una scelta analoga: con uno stile vagamente munoziano ha disegnatola mia parodia horrordi Asterix su Martin Mystère. In America, incredibilmente, Keith Giffen, il disegnatore kirbesco per eccellenza, si è muñozianizzato per alcuni anni! Poi la sbornia è finita. Suggestivi disegni a parte, le storie di Alack Sinner, che tanto avevano esaltato i fanzinari dell’epoca, sono degli improbabili apologhi di estrema sinistra appiccicati su un lontano epigono delSam SpadediDashiell Hammett. Lo scrittore Hammett era un dirigente del Partito comunista americano, ma mai si sarebbe sognato di scrivere gialli marxisti-leninisti (quando fu perseguitato dal maccartismo e le biblioteche stavano per ritirare i suoi romanzi, il presidenteIke Eisenhowerfermò tutti dicendo“i romanzi di Hammett non mi sono mai sembrati comunisti”). I fumetti di Alack Sinner sono, invece, talmente ideologici che oggi come oggi fanno ridere. Ma anche ieri come ieri avrebbero dovuto farlo, se è per questo. Poi gli autori perdono del tutto la bussola creando storie sempre più sbalestrate, con il nuovo personaggio semisurreale di Sophie. Roba che piace solo quando è di moda a chi segue la moda. Parli del diavolo e ne spuntano le corna.Guido Crepax(1933-2003) era un grande illustratore: le sue cose migliori, secondo me, sono la lunga serie di enormi poster che ha disegnato per i trotzkisti della Quarta internazionale (li avevo tutti, ma poi li ho buttati come tante altre cose). Il suo segno più incisivo, sempre secondo me, era quello “liquido” per le pubblicità degli anni sessanta. Però Crepax non sapeva fare i fumetti, soprattutto ignorava tutto della scrittura. Leggere le sue storie di Valentina, dalla prima del 1965 dove il suo amico cerca di conquistare il mondo dalla poltrona di casa, è un vero strazio. Nel maggio del 1975 vediamo Valentina (traslocata momentaneamente ad Alter da Linus) che conclude a cazzo di cane la storia di un astronauta caduto nel suo giardino. Storia pubblicata in America da Heavy Metal, fra l’altro. Tante belle illustrazioni, nessun vero racconto a fumetti. Inoltre, diversamente da quelle di Manara, le femmine di Crepax sono troppo algide per arrapare. Nel febbraio del 1976 inizia“Hom”, una suggestiva storia a puntate del bravo ma misconosciutoCarlos Gimenez. Autore spagnolo che avevo ammirato sul fantasioso Dani Futuro nel Corriere dei Piccoli e che poi ho ritrovato negli altalenanti Professionisti pubblicati dall’Eureka di Alfredo Castelli. Intanto in Francia accadono cose nefaste. “Charlie Mensuel” di Wolinski vende sempre meno, mentre Andrea Corno ha dovuto chiudere da un pezzo“Pogo”, la versione francese di“Eureka”. Anche le grandi riviste se la passano male. “Pilote” di René Goscinny (lo sceneggiatore di Asterix), da diffuso settimanale per ragazzi, si trasforma in un mensile per adulti in stile “Mad” (del tutto sconosciuto in Italia, nel senso che di quel materiale non è stato tradotto niente se non qualcosa di Gotlib su “Sorry”). In questa situazione di crisi, nel dicembre del 1974 una banda di disegnatori capitanata daMoebiuspubblica una nuova rivista intitolata“Metal Hurlant”, che ha il merito di iniettare un po’ di stile americano nel fumetto francofono e il demerito di mandare a puttane ogni idea di sceneggiatura. Caso indicativo è quello di Philippe Druillet, che, come abbiamo detto, tanto aveva brillato con i testi di Lob nell’episodio “Delirius” di Lone Sloane.Ancora oggi nei fumetti francofoni la sceneggiatura ha meno importanza dei disegni. Salvo in quelli comici, per fortuna.