ALEX SCHOMBURG ALLA MARVEL E NON SOLO
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Il copertinista dei comic book più famoso dei primi anni quaranta era senza dubbio l’ebreo portoricano Alex Schomburg (1905-1998).
Ecco una sua illustrazione interna per una rivista pulp di Martin Goodman, l’editore della Marvel. In questi anni, dopo che è uscito il Capitan Marvel della Fawcett, per evitare confusioni preferisce chiamare la propria casa editrice Timely.
La copertina di “Marvel Comics”, il primo albo della Marvel: la Torcia Umana stronca una invasione di crucchi a New York!
Le copertine di Schomburg dei primi anni della guerra sono più elaborate delle successive. E lo sono solo quelle che realizza per la Marvel… sì, la Timely. Forse gliele schizza l’art director della casa editrice o magari, semplicemente, gliele pagano di più.
Questa sotto è una “ricreazione” di molti anni dopo, con la Torcia Umana sopra il cielo di New York. I musi gialli cercano di colpire la metropoli con il raggio della morte.
Come dicevo, per la casa editrice Nedor non lavora così di fino, ma questa copertina di “Thrilling Comics” fa eccezione.
Mettendo Mussolini sotto il letto di Hitler, Schomburg vuole fare intendere che tra i due ci sia un rapporto omosessuale…
Accidenti, un sacrificio umano! I nazi sono proprio assetati di sangue.
Dopo il 1945 quasi tutti gli editori cancellano le serie dei supereroi perché il pubblico ormai li identifica con la guerra (e quale supercriminale potrebbe reggere il confronto con Hitler?).
Ora Schomburg, firmandosi Xela, adotta uno stile più semplice: in compenso colora con l’aerografo.
Ecco un paio delle tante tarzanelle che uscirono all’epoca… Judy non è certamente un nome esotico come quello della capostipite, Sheena.
Si punta anche sulla fantascienza: questo robot ha ispirato ufficialmente Bender, il simpatico robot di “Futurama”, la serie di cartoni animati realizzata da Matt Groening.
Con la crisi dei comic book, il povero Schomburg è messo così male che si “abbassa” a disegnare alcuni fumetti.
Eccone uno tratto dal primo numero di “Amazing Adventures”, pubblicato nel 1950 dalla Ziff-Davis. Un albo molto ben confezionato, che ospita anche i primi lavori di Wally Wood.
Ormai l’impoverito mondo del fumetto non fa più per lui (anche se Stan Lee lo cerca senza successo per commissionargli del nuovo lavoro) e Alex Schomburg realizza altri tipi di illustrazioni.
Vediamo un paio di copertine per libri tascabili scollacciati.
Soprattutto lavora per riviste e libri di fantascienza, stavolta firmandosi con il suo vero nome.
Con questo è tutto, il nostro viaggio indietro nel tempo alla scoperta di Alex Schomburg è finito.
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