“La tomba delle lucciole” è uno dei veri capolavori di animazione che tutti dovrebbero vedere almeno una volta

La tomba delle lucciole - fonte_web - Giornalepop.it
Ci sono alcuni film che sono dei veri capolavori e che molto ci possono insegnare, “La tomba delle lucciole” è proprio uno di questi.
A ognuno di noi è successo di guardare un film e dimenticarlo subito dopo i titoli di coda, poi ci sono quelli che restano quasi indelebili nella mente, come una fotografia che non sbiadisce proprio mai. Ecco, “La tomba delle lucciole” di Isao Takahata appartiene a questa seconda categoria, ovvero un’opera che va oltre l’animazione, diventando una profonda esperienza umana.
La sua uscita risale al 1988 e solo di recente è stato riproposto nei cinema. Un capolavoro nato dallo Studio Ghibli, che continua a commuovere e scuotere gli spettatori di qualsiasi età.
Si tratta di una storia che è lontana dalla modernità, anche se molto vicina agli eventi a cui il mondo moderno ci mette di fronte, si parla di guerra, ma anche di amore, innocenza e speranza.
Un racconto che ci invita a guardare la realtà con occhi nuovi, ricordandoci che, persino nei momenti più oscuri, la luce può ancora brillare.
Un viaggio tra dolore e poesia
La trama del film segue due fratelli, Seita e Setsuko, due bambini costretti a sopravvivere in un Giappone devastato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Fin dalle prime scene, Takahata ci trasporta in un mondo in cui la bellezza e la tragedia convivono, intrecciandosi come in un delicato equilibrio. La qualità delle animazioni sembra essere in grado di lasciare senza fiato, emozione pura che prende vita grazie a disegni eleganti e con molti dettagli che riescono a rendere i protagonisti quasi reali.
Le animazioni scorrono come una sinfonia: gesti semplici, sguardi, movimenti del vento o riflessi di luce sulle superfici d’acqua diventano poesia visiva. Sembra proprio che ogni singolo elemento sia orchestrato con estrema maestria, ma a giocare un ruolo centrale sono gli effetti sonori, con il fruscio delle foglie, il canto degli uccelli, il rumore della pioggia, che rendono l’atmosfera malinconica e armoniosa allo stesso tempo.

Un messaggio che non smette di parlare
Solo alla fine si comprende la vera essenza de “La tomba delle lucciole”: non è solo un film di guerra, ma un ritratto dell’umanità perduta, raccontato attraverso lo sguardo innocente di due bambini.Isao Takahata non mostra la guerra con armi o battaglie, ma con il silenzio della fame, la solitudine, la perdita. In ogni momento di gioia di Seita e Setsuko c’è un piccolo miracolo in mezzo alla distruzione, una scintilla di luce che resiste al buio.
Insomma, si regala al pubblico una riflessione molto potente, la guerra non è solo tragedia storica, ma una ferita ancora aperta che rende fragile chi l’ha vissuta da vicino, i bambini ne diventano il simbolo di tutte le vittime innocenti, coloro che pagano il prezzo più alto delle decisioni degli adulti.