STEVE HACKETT AND DJABE: TEMPESTA ESTIVA E FIUMI ROCCIOSI
Steve Hackett & Djabe: Summer Storms & Rocking Rivers Stephen Richard Hackettè un chitarrista e compositore britannico dirock progressivo. È celebre soprattutto per il suo lavoro neiGenesis, con cui ha inciso otto album dal 1971 al 1977, per poi intraprendere la carriera solista. Il suotour europeoGenesis Revisited with Classic Hackett Songs, attualmente in corso, è all’insegna del tutto esaurito. Con l’applauditissima tappa del primo aprile, all’Auditorium della Conciliazione di Roma, il chitarrista ha concluso lo straordinario tour italiano per andare a esibirsi in Olanda, Germania, Irlanda e più avanti nell’estate, in Gran Bretagna e poi ad agosto in Australia. L’appuntamento con Steve dal vivo si rinnova nel nostro paese, a grande richiesta, il prossimo luglio, come raccontatoin questo articolo. Chi ha avuto la fortuna di godere della musica diSteve Hackettdal vivo non è mai stato deluso dalla qualità del suo stile leggendario e dai musicisti di cui si è circondato negli ultimi anni. Ma il set di musicisti che lo accompagnano in questo cofanetto è diverso:Hackettè superbo eDjabe(un acclamato gruppo fusion ungherese) è a un livello di eccellenza tale da fare sembrare Hackett, in taluni brani, “solo” unavery special guest. I due spettacoli riprodotti in questo cofanetto devono essere state due notti molto speciali per chi c’era. Il set include un Cd e Dvd contenenti pezzi del repertorio solista di Hackett e classici deiGenesis. Dalle prime battute siamo affascinati daCity of Habi, pezzo brillante e ricco di atmosfere, con Tamas Barabas che spicca potente al basso tessendo un profondo background. Un pezzo che cattura l’orecchio fin dalle prime note, mentre Ferenc Kovacs al violino conduce l’ascoltatore dritto fino ai deserti della Mongolia. L’intero pezzo è sinuoso e sempre delicato, fino a quando non esplode l’urlo della chitarra di Hackett e la batteria di Szilard Banai non diventa martellante, portandoci a una struggente quanto composta esecuzione diFirth of Fifth. Questo album è stato registrato al Mmc Club di Bratislava (Slovacchia), il 14 luglio 2011 e all’Ibs Stage di Budapest (Ungheria), il 30 novembre 2012: il sodalizio tra Hackett eDjabe,che va avanti da circa 6 anni, è ormai solidissimo. Possiamo sentirlo chiaramente dalla perfetta fusione degli elementi della band, protagonista e ospiti tutti. Tra i miei brani preferiti,The Steppes: la chitarra di Hackett e la batteria diBanaici trasportano in un freddo deserto, la potenza dell’esecuzione ed il suono di un violino tremolante e tzigano suggeriscono un vento gelido della steppa che sta avvolgendo le nostre gambe.Se la musica ha il potere di suggerire immagini, allora Steve Hackett è un vero paesaggista. AscoltandoButterfly, gli armonici e gli arpeggi della chitarra evocano la farfalla catturata dalla brezza mentre la tromba diFerenc Kovacs, con la purezza di un fraseggio che ricordaMiles, ci conduce inScenes – Above PolandeScenes – Sunset At The Seaside.Iniziamo a comprendere di esserci imbattuti in un solido jazz-fusion e non nel progressive che ci saremmo aspettati da un Hackett qualora non fosse andato oltre i Genesis, lasciandone solo affiorare il profumo o rivisitandoli con intatta freschezza, come è buono e giusto che sia. Forse l’eco dellafusion, regina degli anni ottanta, è ancora troppo presente, ma l’altissima qualità della musica e altri echi più lontani, quelli dei miglioriGenesis, creano una suggestione che riempe di emozioni piacevoli. Questo avviene, ad esempio, quando il materiale dei Genesis beneficia di un trattamento jazz nella deliziosaAce Of Wands, con al pianoforteZoltan Kovacse la tromba di Ferenc, o quando la miticaFirth of Fifthè avvolta dalla tristezza di un violino mai tanto delicato, mentre le tastiere ci trasportano in un lungo viaggio e la chitarra di Hackett ci riporta sani e salvi a casa. Non c’è un momento di debolezza in questo album. Il suono è eccellente e la registrazione anche, ma è la musica che lo rende speciale. Il Dvd dello spettacolo è anch’esso ottimo. Un po’ granulosa la qualità delle immagini, che è comunque molto buona e gli extra sono quasi perfetti. Vorremmo che nel CD ci fosse lo spettacolo completo e non solo i brani salienti, ma va bene anche così. Raccomandato in primis a ogni fan di Steve Hackett. Ma anche a chi, semplicemente, ama la musica. GIORNALE POP cerca articolisti e redattori.Chi fosse interessato scriva a info@giornalepop.it La collaborazione sarà di tipo volontaristico.