SORRY, LA BREVE VITA DI UNA RIVISTA

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Sorry, parlare di riviste a fumetti, oggi, sembra come parlare delle guerre puniche. Qualcuno ricorda gli elefanti di Annibale, qualcun altro ricorda che c’è stata un’epoca in cui si poteva andare in edicola e trovare svariate pubblicazioni, pronte a offrire, dietro una copertina più o meno rutilante, un ventaglio di proposte variegate: strisce umoristiche, storie complete d’autore, redazionali, rubrica della posta. Il momento buono è ormai passato; nonostante qualche periodico tentativo di rinascita, sembra superata alla radice l’idea dell’appuntamento fisso in edicola. Un po’ perché non ci sono più le edicole; un po’ perché non si ha voglia nemmeno dell’appuntamento fisso.Si vuole tutto e subito, si guardano gli episodi delle serie televisive a cinque o sei alla volta, figuriamoci se si è disposti ad aspettare un mese per il prosieguo di un fumetto a puntate, o per leggere un nuovo articolo di questo o quel critico.Meglio il consumo immediato, la graphic novel autoconclusiva, il post appena pubblicato su Facebook, a cui porre un like prima che siano passati dieci minuti e sia già caduto nel dimenticatoio. Panoramica di alcune riviste d’autore italiane, più o meno antiche … e delle loro raccolte, almanacchi, supplementi, allegati… Eppure… eppure… forse il fascino delle riviste non è del tutto morto. Innanzitutto la prima di esse,Linus, continua a uscire in edicola e in libreria, nonostante i cambi di editore, direttore, formato, filosofia editoriale. Poi, l’era delle riviste continua ad affascinare storici e critici, tanto che esiste un filone di testi monografici dedicati alle riviste in genere (il più noto, ormai un classico, è “Persone di nuvola” di Giuseppe Peruzzo) o ad alcune di esse (volumi monografici vi sono suLinus, Eureka, Il Grifo, Il Mago…). Alcuni volumi di saggistica sulle riviste a fumetti Infine, le fiere del fumetto e i siti di venditaon linecontinuano a proporre ampia disponibilità di singoli numeri, o collezioni complete, di queste riviste.In qualunque momento, chi abbia spazio e disponibilità economiche può buttarsi alla ricerca del pezzo mancante per completare una vecchia collezione, o anche intraprendere una raccolta ex novo, alla ricerca della prima edizione di storie magari poi raccolte in volume con modifiche e censure editoriali. O di singoli fumetti d’autore che non hanno mai incrociato la gloriosa strada delle ristampe, sicché il tal numero della tal rivista risulta l’unico modo per riscoprire quella “chicca”. Questa operazione, naturalmente, non è facile. Un po’ perché in Italia scarseggiano le biblioteche dove consultare collezioni di riviste a fumetti, un po’ perché spesso mancano anche le schedature del materiale. Alcuni dei volumi di critica sopra citati contengono effettivamente un elenco di tutti i fumetti pubblicati numero per numero, ma altri si limitano a raccontare a grandi linee la storia della rivista. Lo stesso accade a molti siti Internet. In attesa che qualcuno si lanci nella impresa matta e disperatissima di schedare tutti i numeri di tutte le riviste e rendere disponibile in rete un simile ben di Dio, si potrebbe cominciare con un’impresa-bonsai: parlare di una rivista della quale sono usciti solo una manciata di numeri. La rivistaSorry, dell’editoreEnnio Ciscato. Se ci fosse una Spoon River degli editori di fumetti, Ciscato potrebbe essere definito “il sognatore”. Solo chi vive nelle nuvole può pensare di lanciare, quasi tutte insieme, una serie di collane, avere successo, stare sul mercato, e prosperare.Purtroppo è molto più facile fare un buco nell’acqua, specie quando si deve affrontare la concorrenza dei colossi. Quando uscì il primo numero diSorry, nel settembre del 1972, erano già in edicolaLinus,Eureka, eIl Mago. Insomma, non era facile ritagliarsi uno spazio originale. Infatti l’operazione non riuscì, con dispiacere di lettori ed editore, che forse per cautelarsi aveva chiamato la rivista“Mi dispiace”(Sorry)… Il giudizio che ne dà Peruzzo, nel testo sopra citato, è complessivamente negativo, sia sulla forma (“mai la grafica di copertina di Linus aveva trovato un’imitazione così smaccata”), sia sui contenuti (“La rivista non segue una distinta linea editoriale”), sia sui problemi produttivi e distributivi (“scompare dopo dieci uscite, succedutesi in quindici mesi”). Tuttavia proviamo a togliere la naftalina dalle pagine, e vediamo cosa c’era di interessante e, soprattutto, cosa potrebbe ancora oggi incuriosire il lettore, nei dieci numeri usciti in edicola, escludendo lo sperimentale n. 0, su cui ancora oggi qualcuno prova a speculare su Ebay. Il parterre dei nomi illustri è di tutto rispetto. Direttore responsabile,Inisero Cremaschi. Direttore editoriale,Alfredo Castelli, futuro creatore diMartin Mystere. Redattore,Mario Gamboli, futuro deus ex machina di Diabolik.Rubriche e redazionali di Ernesto G. Laura, Gianni Bono, Piero Zanotto, Claudio Bertieri, Rinaldo Traini. Tutti nomi che avevano animato e animeranno molteplici iniziative culturali, dal Salone del fumetto di Lucca a varie altre riviste di prestigio. I fumetti? Un affarone.Diabolik, di Giussani – Coretti e Facciolo.O’Hara, di Hugo Pratt.Anita, di Guido Crepax, che firma anche la copertina.I classici sono assicurati con una avventura delRip Kirbydi Prentice e Dickenson (strisce del 1964).La mano di Castelli si vede tra l’altro nelle strisce diZio Boris, apparse anche sulla rivistaHorror; e nel proporreLa striscia di Samdi Mort Walker e Jerry Dumas, che sarà rilanciata anni dopo da Castelli stesso quale direttore (insieme a Silver) diEureka.C’è anche un racconto breve disegnato da Bonvi su testi di Castelli e Gomboli. Tralasciamo, per questo come per i prossimi numeri, alcune strip minori, ma ricordiamo una bella illustrazione di Dino Battaglia. Direttore editoriale diventa lo stesso Ennio Ciscato, di Castelli e Gomboli si perdono le tracce (un minuscolo trafiletto li ringrazia per il loro lavoro) e così di tutti gli altri autori dei redazionali, tranne Bertieri.Spunta un buffo testo di Pier Carpi dedicato a Orietta Berti, e due “liberi” a fumetti scritti da Gilda Musa e Inisero Cremaschi, nomi grossi della fantascienza letteraria italiana.Questo numero, però, può interessante i fan più sfegatati diBerardi & Milazzo. Mancano ancora alcuni anni alla creazione di Ken Parker, e la striscia umoristicaIl palafitanon appare irresistibile. Ma i due sono sicuramente un buon team (si firmano Giavo, una crasi tra Giancarlo e Ivo) e poi, insomma, da qualche parte si deve pur cominciare.ContinuanoAnitaeRip Kirby(che però salta d’un colpo al 1970), mentre viene riproposto un fumetto italiano dell’anteguerra,Zorro della metropoli, che non si capisce cosa c’entri con tutto il resto. La prima strisce della serie “Il palafita”, di Berardi & Milazzo Dietro una copertina del francese Gotlib, le cui storie non hanno mai suscitato soverchi entusiasmi in Italia, un editoriale sembra ammettere che la rivista è ancora alla ricerca di una sua personalità.La continuità è assicurata daAnitaeRip Kirby, mentre spunta una storia diBrick Bradforddel 1971 (disegni di Norris). Un nome grosso al debutto:Dino Buzzaticon “I maghi d’autunno”, una intera pagina composta da una illustrazione e un breve testo del grande giornalista-scrittore (e disegnatore).Nella rubrica Cosmic News, dedicata alle notizie dal mondo del fumetto, si annuncia che l’editore La Terza di Milano (nulla a che fare con i Laterza di Bari, storici editori di Benedetto Croce) pubblicaRacconti di fantasmieRacconti d’amorecon materiale della Marvel: due serie oggi quasi introvabili. MancaRip Kirby, sostituito, in rappresentanza della striscia sindacata d’avventura, daBig Ben Boltdi John Cullen Murphy in una avventura del 1969. Gli umoristi francesi cedono il posto a coetanei più vigorosi come Jean Claude Forest, creatore di Barbarella, che qui proponeHypocrite(anche in copertina), e Gigi, conUgaki il Samurai, introdotto da Claude Moliterni. ContinuaAnitadi Crepax, che resta l’unico fumetto ininterrottamente presente dal primo numero. Compare una striscia umoristica che si è vista praticamente ovunque (Miss Peach,di Mell Lazarus), e tra gli articolisti c’è un altro nome illustre, Gianni Brunoro.Dimostrando solidarietà verso una rivista morta da poco, o forse presagendo la stessa fine, viene pubblicato un ricordo diOff-Sidecon una schedatura di tutto il materiale pubblicato, tra cui ilDantedi Marcello Toninelli, che tanti successi mieterà in futuro. La prima strisce di Hypocrite, come apparsa su Sorry (sopra), al confronto con l’originale (sotto) La rivista sembra consapevole della necessità di confrontarsi con le sue omologhe. Nella prefazione l’anonimo estensore assicura che non si vuole copiare néLinus, néil Mago, néEureka, che viene definita“decadente ma pur sempre valida”. Nelle pagine interne si celebra il funerale perHorrordi Gino Sansoni. Quanto al materiale, la presenza diAnitasi riduce a due misere pagine: come si può seguire una storia a puntate con due pagine al mese? In compenso c’è un articolo su Crepax di Ennio Cavalli, con riprodotta una vecchia storia di due pagine (“4 uomini in automobile”) che si dice fosse stata censurata dalla rivista di automobilismo per la quale era stata prodotta. ContinuaHypocrite, riappareRip Kirby, mentre Gotlib propone una parodia diPrince Valiantche fa da preludio ad una breve storia di quest’ultimo, disegnata da John Cullen Murphy (tavole domenicali del 1972). Ritorna Dino Buzzati con una immagine e un breve testo intitolato “I camini”. Una mini cronologia deIl giorno dei ragazziintroduce la ristampa di una storia diCocco Billdi Jacovitti. Comincia anche la presentazione delle nuove iniziative di Ennio Ciscato, tra cui un albo a colori di grande formato del medesimo autore. Il Re Artù di Gotlib, nella parodia del Principe Valiant Non viene espressamente affermato che il numero sei non sia mai uscito, ma lo si comprende, perché le storie a puntate sono in diretta prosecuzione dal n. 5. È così perAnita, Rip Kirby, Cocco Bill.