LUCIANO SALCE, IL REGISTA DI FANTOZZI, IN 24 SEQUENZE

LUCIANO SALCE, IL REGISTA DI FANTOZZI, IN 24 SEQUENZE

Luciano Salceè stato un esempio di regista intelligente e più ambizioso (sia dal punto di vista contenutistico che da quello espressivo) di quanto possa apparire se si affronta in maniera superficiale la sua filmografia. Influenzato a inizio carriera dalle nuove tendenze del cinema europeo, non è poi riuscito a limitare le concessioni al gusto popolare, finendo per rientrare nei ranghi della commedia italiana, a volte grossolana e stereotipata, ma sempre onesta e partecipe. La sua opera vista oggi risulta significativa e di particolare interesse, perché vi si può trovare traccia dei più disparati stimoli creativi. Forse poco rigoroso e coerente, Salce è stato però un autore ricettivo e moderno, capace di rielaborare in un corpus filmico eterogeneo spunti tematici e narrativi provenienti dalla letteratura “alta”, piuttosto che dalla tradizione della commedia dell’arte; oppure dalla cultura di estrazione bassa (l’avanspettacolo, per esempio) e dal gusto esotico tipico degli anni sessanta. L’omaggio a Luciano Salce, oggi poco ricordato se non per i due film ormai leggendari con protagonista Fantozzi, vuole quindi tentare di evidenziarne la personalità multiforme (non solo registica) attraverso 24 sequenze tratte dai film e da alcuni programmi televisivi. Luciano Salce (1922-1989) Nato a Roma nel 1922 e scomparso nel 1989, dopo aver frequentato l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, Luciano Salce esordisce dietro la macchina da presa in Brasile negli anni cinquanta. La carriera italiana comincia con una farsa degli equivoci,Le pillole di Ercole(1960), tratto da una pochade dei primi del Novecento. Ma è con il film successivo,Il federale, del 1961, che ottiene il primo, grande successo e anche l’attenzione della critica. Nel 1944, durante l’occupazione tedesca, il fascista Primo Arcovazzi viene incaricato di condurre dall’Abruzzo a Roma un intellettuale poco gradito al regime. Il film rappresentò oltretutto l’occasione per il protagonista Ugo Tognazzi di interpretare il suo primo ruolo “serio”. Ancora con Tognazzi nel ruolo principale, nel 1962 Salce giraLa voglia matta, il primo film italiano in cui si comincia a rappresentare la figura maliziosa della “lolita” (termine coniato nel romanzo di Vladimir Nabokov da cui è stato tratto l’omonimo film di Stanley Kubrick dello stesso anno del film di Salce). Qui il quarantenne Antonio s’invaghisce di una ragazzina, la giovanissima e sensuale Catherine Spaak. Sempre del 1962 è il sottovalutatoLa cuccagna, un film sulle peripezie e le disillusioni di una ragazza che cerca lavoro. Salce anticipa per certi versi il più conosciutoIo la conoscevo bene(1965), di Antonio Pietrangeli. Protagonista è un’attrice bellissima dalla carriera breve, Donatella Turri. Al suo fianco il cantautore Luigi Tenco. Terzo film con Ugo Tognazzi,Le ore dell’amore(1963) è probabilmente uno dei migliori di Salce, in cui il regista cerca una via alternativa all’interno della commedia italiana, guardando anche al modello dellanouvelle vague. La vicenda narra i tentativi messi in atto da un uomo sposato, Gianni, per evadere dalla noia del matrimonio con una serie di avventure extraconiugali. Nel 1965 dirige l’episodio del filmOggi, domani, dopodomaniintitolatoLa moglie bionda, in cui un uomo (Marcello Mastroianni) cerca di vendere la moglie (Pamela Tiffin) a uno sceicco, ma alla fine è la moglie a vendere lui. Oltre che regista, Salce è stato anche un ottimo attore in alcuni suoi film e in quelli di altri registi. Sempre in Oggi, domani, dopodomani affianca Mastroianni e Virna Lisi nell’episodioL’ora di punta, nel quale le liti di coppia vengono risolte a colpi di pistola. Tra i tanti film che negli anni sessanta si rifacevano in chiave più o meno brillante alle gesta diJames Bonde dei vari agenti segreti,Slalom, diretto da Salce nel 1965 con protagonista l’amico Vittorio Gassman, è uno dei migliori. Anche perché non occhieggia tanto alle pellicole tratte dai libri di Ian Fleming (da007 dalla Russia con amorepreleva comunque la Bond girl Daniela Bianchi), quanto al capolavoro di Alfred HitchcockIntrigo internazionale, che non a caso viene indicato da vari studiosi come il vero ispiratore di 007. In vacanza al Sestriere con moglie e amici, Lucio perde la testa per una bellissima bionda, Helen (Beba Loncar), che lo coinvolge in un’intricata e pericolosa vicenda spionistica. Nel 1966 dirige una curiosa co-produzione italo-tedesca tutta incentrata sulle avventure erotiche (ma candide) di un ingenuo amatore:Come imparai ad amare le donne. Del 1969 èProf. Dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue, seguito del film di Luigi ZampaIl medico della mutua(1968). Tersilli è il primario di una clinica di lusso e quando comincia a perdere i pazienti decide di trasformarla in un centro per il ringiovanimento. Alberto Sordi è il mattatore di un film girato con la solita attenzione da Salce, e il risultato è notevole sia sotto il profilo visivo sia per la caratterizzazione dei personaggi. A tal proposito, va sottolineato che presenta una delle prime figure di infermiera sexy della storia del cinema italiano (interpretata da Ira Fürstenberg), archetipo delle tante dottoresse e affini che poi animeranno il cinema scollacciato. Un’affettuosa ma salace rievocazione del mondo dell’avanspettacolo èBasta guardarla, uscito nel 1970. La contadina Enrichetta (Maria Grazia Buccella, che sarà poi anche nel successivoIl provinciale) entra in una compagnia di guitti attratta dal cantante e capocomico Silver Boy (Carlo Giuffré), e finendo per rivaleggiare con la primadonna Marisa do Sol (Mariangela Melato). Il film, oltre a essere particolarmente riuscito, anticipa anche in questo caso e fin dal titolo la stagione dellacommedia sexy. Non a caso tre degli attori principali (Giuffré, Pippo Franco e Umberto D’Orsi) saranno presenti in molti dei primi successi del genere. Luciano Salce sostiene uno dei pochi ruoli da protagonista nel filmOh dolci baci e languide carezze, diretto da Mino Guerrini nel 1970, che collabora alla sceneggiatura. Come inLa voglia matta, il protagonista, un uomo maturo, si invaghisce di una adolescente. Il 1974 segna l’inizio della collaborazione conPaolo Villaggio, che diventerà il protagonista di quasi tutti i film girati da Salce nella seconda metà degli anni settanta. Il primo èAlla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno, scritto dal regista insieme a Massimo Franciosa eSergio Corbucci(tratto da un soggetto di Rafael Azcona, sceneggiatore di fiducia di Marco Ferreri). Si tratta di un film grottesco più che di una commedia sexy, con un finale decisamente tragico. Ma ci sono anche vari momenti divertenti ed erotici, con al centro la giovanissima Eleonora Giorgi. Nel cast, oltre al protagonista Paolo Villaggio, ci sono Lila Kedrova,Orchidea De Santis, Jimmy il Fenomeno (presente in molti film di Salce) e il caratterista dalla voce baritonale Antonino Faà di Bruno. Dopo aver pubblicato con grande successo, nel 1971, il libroFantozzi, l’editore e produttore Angelo Rizzoli convince l’autore Paolo Villaggio a portare il personaggio sul grande schermo. La regia viene affidata a Salce. Come ha scritto Valentina Pattavina nel suo libroL’epopea di una maschera(Einaudi Stile Libero, 2009):“Insieme agli sceneggiatori Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, Salce spariglia le carte: prende i racconti originali di Villaggio e sposta qualche personaggio, qualche situazione (…) Fa anche un lavoro straordinario nella scelta degli attori, i cui volti sono ormai marchiati a fuoco nel nostro immaginario”. Le disastrose, catastrofiche disavventure del ragioniere Ugo Fantozzi raccontano una società alienata e disumana, filtrata attraverso lo sguardo deformato di un pover’uomo che però ha in sé gli stessi istinti del mondo che lo opprime. Paolo Mereghetti (inCronache di fine millennio, Nocturno Cinema anno IV, n. 9) ha osservato che Fantozzi è“non solo un personaggio geniale ma, almeno nei primissimi film, un esempio di adesione attoriale (da parte di Villaggio) e di rispetto registico (da parte di Salce) al personaggio”. Va sottolineato che anche un maestro come Dino Risi, in un’intervista (contenuta nel libro di Aldo TassoneParla il cinema italiano, Vol. 1, Edizioni il Formichiere, 1979) nella quale gli chiedevano un elenco dei migliori titoli della commedia italiana, rispondeva:“Aggiungerei un film comico, secondo me riuscitissimo, che è il primo Fantozzi, di Salce-Villaggio”. L’anno seguente Salce dirige il secondo film di quella che diventerà una lunga serie, intitolato appuntoIl secondo tragico Fantozzi. Il povero ragioniere deve affrontare nuove umilianti e tragicomiche situazioni: da una cena in cui gliene capitano di tutti i colori al cineforum aziendale che gli impedisce di vedere la partita Italia-Inghilterra. Questa è una delle sequenze più celebri dell’intera saga fantozziana, e meriterebbe forse una lettura diversa da quella che viene fatta comunemente. Il professor Kranz è un altro memorabile personaggio creato da Villaggio per la trasmissione televisivaQuelli della Domenica, alla fine degli anni sessanta. Nel piacevoleProfessor Kranz tedesco di Germania, diretto da Salce nel 1976, però è piuttosto diverso dall’originale, che era antipatico e aggressivo. La cattiveria del Kranz televisivo viene sfumata in una cialtroneria pavida. Il professor Kranz vive in Brasile e tira avanti miseramente esibendosi come mago, ma con scarso successo. Stanco della propria condizione, ruba a un boss l’idea di rapire un principe arabo e mette insieme una banda scalcinata per attuarlo. Tra i più assidui sceneggiatori di Salce figurano Castellano (Franco Castellano) e Pipolo (Giuseppe Moccia), autori di ben sette film, l’ultimo dei quali èIl… Belpaese, del 1977. Tornato in Italia dopo anni di lavoro all’estero, Guido (Paolo Villaggio) si trova a dover affrontare una situazione sociale non proprio idilliaca. L’ironico pessimismo di Salce non risparmia nessuno, anche se il film, pur divertente e ben fatto, evidenzia i limiti che spesso ha la commedia nostrana quando vuole raccontare la stretta attualità. Da notare cheIl… Belpaese“uscito nei cinema per le feste natalizie del ’77, fu anche un grande successo in sala, superando i 2 miliardi e 700 milioni d’incasso (5° incasso della stagione)”, Matteo Norcini, Cine 70 e dintorni, n. 3 primavera 2003. La vicenda diSì buana, uno degli episodi del filmDove vai in vacanza?, del 1978, ha come protagonista Arturo, che si spaccia per una esperta guida africana trovandosi coinvolto nell’omicidio di un ricco imprenditore lombardo. L’episodio, liberamente ispirato al racconto “La breve vita felice di Francis Macomber” di Ernest Hemingway, è molto spiritoso e vari sono i momenti spassosi, grazie agli ottimi dialoghi e all’abile regia di Salce. Il cast comprende la conturbanteAnna Maria Rizzoliche seduce Arturo e uno strepitoso Gigi Reder organizzatore di safari, mentre il bravo caratterista Daniele Vargas interpreta il ruolo del marito da eliminare. Riavanti… Marsch!, del 1979, è un film comico amarognolo su cinque uomini di mezza età (Stefano Satta Flores, Aldo Maccione, Renzo Montagnani, Alberto Lionello, Carlo Giuffré) richiamati alle armi, che rivivono il clima goliardico della giovinezza. In parte si tratta di una riuscita variante diAmici miei, di Mario Monicelli, con cui tra l’altro condivide ben due attrici, Silvia Dionisio e Olga Karlatos. Tra i tanti film a cui partecipa come attore, spiccaBelli e brutti ridono tutti, diretto nel 1979 dal veterano Domenico Paolella e diviso in quattro episodi. Salce interpreta il secondo, intitolatoIl pane sicuro, nel quale è un ricco industriale che finisce per essere ricattato dai parenti della cameriera con cui ha avuto un’avventura. Nel 1980 torna a dirigere Paolo Villaggio inRag. Arturo De Fanti, bancario precario. Una coppia di coniugi, Arturo ed Elena (Villaggio e Catherine Spaak), con qualche problema economico, risolve la situazione dividendo la casa prima con l’amante di lui, poi con quello di lei, finché la situazione degenera. Anna Maria Rizzoli, Vanna nel film, che diretta da Salce ha recitato in altri due film (Sì buanaeRiavanti… Marsch!), nell’intervista pubblicata su Nocturno (L’ultima diva, di Manlio Gomarasca, Nocturno Cinema anno III, n. 5/6) ha detto:“Salce era un personaggio straordinario, avrei messo la firma per fare tutti i suoi film. Vedi, lui era anche un attore e quindi capiva le nostre esigenze”. Salce ha avuto anche una esperienza come presentatore televisivo, nel 1979 e nel 1980, quando ha condotto lo storico programmaIeri e oggi, in cui di volta in volta due ospiti del mondo dello spettacolo raccontano la loro carriera. Nel 1982 partecipa al varietà televisivoDue di tutto, trasmesso da Rai Due con la direzione di Enzo Trapani. In una delle sei puntate interpreta se stesso e recita insieme a una delle sue muse, la già citata Anna Maria Rizzoli. Salce mette in scena ancora un omaggio agli sketch tipici dell’avanspettacolo e del teatro di rivista inVieni avanti cretino, del 1982. Il protagonista è Pasquale Baudaffi (Lino Banfi), in cerca di lavoro dopo essere uscito di galera. Attorno a Banfi ruota un cast composto daMichela Miti, Franco Bracardi, Dino Cassio, Jimmy il Fenomeno, Adriana Russo e da due volti fantozziani: Gigi Reder e Paolo Paoloni.Vieni avanti cretinoè considerato un titolo minore della filmografia di Salce, eppure, insieme aSlalom, dimostra come Salce girasse con cura e intelligenza anche una storia apparentemente futile. Il penultimo film di Salce,Vediamoci chiaro, del 1984, è una commedia acida e malinconica, ennesima conferma dello sguardo disincantato che ha sempre contraddistinto l’opera del regista. Dopo aver perso la vista a causa di un incidente, Alberto (Johnny Dorelli), la riacquista ma finge di essere ancora cieco per rendersi conto di come sono realmente le persone che lo circondano. Il critico Giovanni Grazzini nella sua recensione scrisse:“Luciano Salce firma un film-piuma un po’ stanco e insidiato da qualche lentezza, afflitto da capocciate, ruzzoloni e pubblicità di sigarette, ma che dice la sua moraletta con lieta amarezza”.