LA PAZZIA COLLETTIVA DEL CRUCIVERBA

Nel 2013 il cruciverba compiva il suo centesimo anno. Fonte di autentica passione ludica per gente di tutte le età, nel corso del tempo non era stato immune da numerose traversie, cambiamenti, feroci critiche, primati e attestazioni di riconoscimento, rivendicazioni di paternità, lotte tra le accademie enigmistiche e il nuovo pubblico di enigmisti “popolari” del cruciverba. Più sofferte nelle accademie, a dir la verità, che non trovavano il modo di dargli un posto che non fosse quello del parente volgare e negletto. Non era questione da poco: il nuovo gioco sbancava dovunque e raccoglieva sempre più nuovi adepti. Non si trattava nemmeno di una moda passeggera.Che fine avrebbero fatto le eleganti sciarade classiche degli enigmisti puristi, se si fosse continuato di questo passo? Marco De Angelis: L’enigmista Ilcruciverba(il cui nome italiano si deve all’editore e scrittore Valentino Bompiani), oparole incrociate, è anche chiamatoparole crociate, dalla denominazione a marchio registrato del famoso periodico milaneseLa Settimana Enigmistica, fondato dall’ingegnere sardo Giorgio Sisini. La Settimana Enigmistica può tranquillamente essere considerata la madre delle riviste di enigmistica italiane per le mille particolarità che da sempre l’hanno contraddistinta come, per esempio, la catalogazione delle voci e dei quesiti su ogni numero, o il posizionamento fisso dei giochi e delle rubriche; per la collaborazione di firme illustri non solo in ambito enigmistico, ma anche grafico e illustrativo; per la singolare impaginazione grafica dinamica che, pur restando sempre se stessa, ruota secondo schemi definiti nella colorazione dell’inchiostro, nei personaggi della prima pagina, nella foto di prima pagina agli angoli del quadrato cruciverbistico che compie un giro completo nell’arco di quattro uscite. Le variabili che ne hanno fatto un periodico iconico e intramontabile sono molte. Il primo numero di La Settimana Enigmistica è uscito il 23 gennaio 1932.Nell’immagine l’attrice messicana Lupe Vèlez Iconico, non solo perché è entrata in tutte le case, le tasche e le teste del Paese (chi almeno una volta nella vita non ha acquistato, letto, scritto su una Settimana Enigmistica?), ma anche perché è penetrata nell’immaginario cinematografico, letterario e musicale. Totò e i re di Roma,Divorzio all’italianacon Marcello Mastroianni intento a leggere un numero dellaSettimana,Tolgo il disturbocon Vittorio Gassman in pigiama a un ricevimento alla ricerca della suaSettimana, sono solo alcuni esempi di eventi cinematografici in cui fa capolino la rivista di Sisini che, da passatempo e svago, assume connotati simbolici. Come simbolico è l’amaro discorso del protagonista diVenere privata, romanzo nero del bravo scrittore Giorgio Scerbanenco, quando tira le somme sul genere umano e la sua capacità/incapacità di soffrire di fronte al delitto, al crimine, all’aberrazione:“Siamo troppo sensibili, cioè siamo ridicolmente divisi in due categorie nette, le pietre e i sensitivi. Qualcuno con un’accetta fa scempio della propria famiglia, moglie, madre e figli, poi in carcere, tranquillo, chiede di essere abbonato alla Settimana Enigmistica per fare le parole crociate. Qualche altro, invece, deve essere ricoverato al neurodeliri perché ha lasciato la finestra aperta, il suo gattino si è arrampicato sul davanzale ed è caduto dal quinto piano: ha ucciso lui il gatto, pensa, e impazzisce”. Sotto le stelle del jazzdi Paolo Conte, in una interpretazione di Gigliola Cinquetti (live 1993) (…) Duemila enigmi nel jazzah, non si capisce il motivo…nel tempo fatto di attimie settimane enigmistiche…Sotto la luna del jazz……….. L’inizio del Novecento, periodo in cui la modernità si fa strada in tutti i settori, nel lavoro e nel tempo libero, nel costume sociale e nell’arte, nei trasporti e nell’informazione, segna anche l’apparire di giornali popolari rivolti a un pubblico che sta per assimilare tutte queste innovazioni. Innovazioni dalle quali sfocerà la cosiddettacultura di massa, cioè un insieme di comportamenti e valori comuni alle fasce sociali più estese, in contrapposizione alla cosiddettacultura d’élite, soprattutto nel campo della cultura. Il quotidiano statunitenseNew York World, giornale uscito dal 1860 al 1931, tra i suoi supplementi ne aveva uno domenicale di otto pagine,Fun, in cui comparivano fumetti, vignette e giochi vari come rebus, rompicapi, indovinelli, quadrati di parole i quali, presi tutti insieme, in lingua inglese vengono chiamatipuzzledom, mentre in italianoenigmistica. Arthur Wynne (1871 – 1945) Curatore delpuzzledomdiFunera un giornalista originario di Liverpool,Arthur Wynne, che, per il numero natalizio del 1913, aveva pensato di introdurre un nuovo gioco. Mise a punto uno schema di parole incrociate a forma di diamante chiamandoloWord-Cross,incrocio di parole, che comparve nel supplemento il 21 dicembre del 1913. Sotto lo schema venivano date le informazioni per la compilazione e le definizioni e, come si può vedere nell’immagine sotto, ancora non aveva i quadratini neri a bloccare le parole. Qualche settimana più tardi, per un errore di stampa, comparve con il nome diCross-Word, e così rimase. È comunemente ritenuto il primo cruciverba pubblicato. Anche se poi vedremo perché l’invenzione del cruciverba è stata contestata. Il primo cruciverba, pubblicato il 21 dicembre 1913 nell’inserto Fun del quotidiano New York World a opera di Arthur Wynne Le reazioni a questo esordio furono antitetiche: negative quelle degli addetti ai lavori, soprattutto dei tipografi. A detta di Wynne positive quelle dei lettori, tanto che nel numero successivo ne pubblicò un altro.Già a febbraio compariva un avviso in cui si diceva che il curatore della pagina aveva ricevuto nuovi interessanti cruciverba dagli stessi lettori e traspariva il velato invito generale a spedirne altri al giornale. Cominciarono così a piovere cruciverba con la firma dei lettori. Ma, a parte questo isolato evento, sul momento nessuno parve accorgersi della novità, tantomeno gli altri giornali.Furono due le persone chiave a dare al cruciverba quell’impulso che avrebbe mantenuto nel tempo:Margaret Petherbridge, l’assistente di Wynne (che a un certo punto si era trovato la redazione oberata dai cruciverba dei lettori e aveva avuto bisogno di aiuto), e un giornalista carismatico e di punta,Franklin P. Adams, che, in sostituzione di Wynne, nel 1922 sbarcò alNew York World. Già in precedenza dalle pagine di altri giornali per cui scriveva non gli era sfuggita la novità e aveva sottoposto all’attenzione generale il cruciverba, se non altro per sottolinearne con sarcasmo gli errori. Pungolata da Adams, miss Petherbridge sviluppò finalmente un vero interesse per la sua mansione di redattrice e, grazie anche alle proposte e ai suggerimenti di alcuni lettori, mise a punto elementi e regole fondamentali del cruciverba come, per esempio, la definizione identificata da un solo numero. Margaret Petherbridge Farrar (1897 – 1984) Il vero colpo di scena del cruciverba avvenne tra dubbi e mancanza di convinzione.Adams aveva portato nella redazione dell’inserto domenicale due giovani giornalisti decisi a esordire come editori,Richard Simon e Lincoln Schuster, i quali stavano pensando di pubblicare un libro di cruciverba, anche se con marchio editoriale diverso da quello con cui si presentavano nel mondo dell’editoria, cioè laPlaza Publishing, per evitare di ledere l’immagine della loro casa editrice nel caso di insuccesso. Miss Petherbridge, che nei suoi archivi aveva moltissimo materiale inedito, aderì al progetto. Adams restò a guardare, poco convinto degli esiti. Anticipato da una pubblicità sulNew York World, il libro uscì il 10 aprile 1924 con il titoloThe Cross Word Puzzle Book, Un’antologia di cinquanta schemi di parole crociate selezionati come i migliori fra le migliaia che sono state sottoposte al “New York World”, firmata da miss Petherbridge, F. Gregory Hartswick e Prosper Buranelli, questi ultimi due brillanti collaboratori della redazione.Fu questo libro la miccia di accensione per quel fenomeno che in lingua inglese venne chiamatocrossword craze, la mania del cruciverba.Cinque giorni dopo l’esordio gli uffici dell’editore erano straripanti di lettere di ordinazione, e nei mesi successivi furono 9 le ulteriori tirature che dovettero supplire all’esaurimento continuo delle copie in commercio.Il caso era scoppiato. Una raccolta rilegata delle prime edizioni di The Cross Word Puzzle Book. Probabilmente l’inserto manoscritto in allegato vuole essere un riferimento all’ultimo volume, e reca la data del dicembre 1925 La storia immediatamente successiva parla di raduni tra autori e solutori: il primo fu indetto dalNew York Worldper discutere e votare un regolamento su tecnica e norme del cruciverba, in seguito alle proteste dei solutori (dove fu anche istituita una gara di soluzione che sarebbe stata la prima di una lunga tradizione che ancora oggi esiste negli States). Ci furono istituzioni di premi per il migliore solutore e si verificò una concorrenza sempre più massiccia degli altri giornali a pubblicare un proprio cruciverba. Il primo fu il diretto concorrente delNew York World, cioè ilNew York Herald Tribune, che inaugurò un cruciverba quotidiano sulle proprie pagine.La risposta delNew York Worldfu immediata: il suo cruciverba non comparve più nel supplemento domenicaleFune venne spostato sulle pagine del giornale diventando anch’esso quotidiano. Il nuovo gioco trasformava le abitudini della gente, la passione sfociava in bizzarrie, la mania dava luogo all’umorismo d’autore e veniva illustrata in vignette e in tavole. La mania del cruciverba in una tavola dell’illustratore e fumettista Clare Briggs: That Guiltiest Feeling, 1924 (The Celebrities Cross Word Puzzle Book, Simon & Schuster, 1925). Il pianeta si è trasformato in un unico enorme cruciverba. La personificazione del 1924 si dà alla fuga con “sentimento colpevole”, lasciando un 1925 in preda alla pazzia collettiva Il cruciverba, che moda non era perché ancora oggi gode di ottima salute, entrava in molti settori dell’attività umana creativa. A volte con esiti artistici. La sua griglia bianco-nera bene si adattava alla nuova percezione estetica introdotta dalle avanguardie del primo Novecento europee, approdate negli Stati Uniti grazie ad Alfred Stieglitz, il fotografo, mercante d’arte e mecenate che tanto fece per la divulgazione dell’arte moderna europea.La sua storicaArmory Show, laRassegna Internazionale di Arte Modernaorganizzata a New York nel 1913, aveva destabilizzato e sorpreso il pubblico statunitense quando si era trovato di fronte le opere degli impressionisti, dei cubisti, degli espressionisti.Nella selezione operata per lo più da Arthur Davies e Walt Kuhn mancavano i futuristi italiani, ma la fondamentale mancanza venne colmata nella presentazione che se ne diede a San Francisco nel 1915, allaPanama-Pacific International Exhibition.In particolare, a New York, avevano scandalizzato le opere di Henri Matisse e Pablo Picasso e, soprattutto, Marcel Duchamp con il suoNu descendant un escalier. Di fatto, questi due eventi artistici determinarono una svolta fondamentale nella cultura statunitense. Inoltre è di questo periodo la nascita del moderno collezionismo e delle grandi raccolte d’arte.Quindi si verificò una tripla attenzione: artistica (dell’artista), di massa e di élite. Marcel Duchamp, Nudo che scende le scale n. 2 (1912) Perciò, quando la griglia bianco-nera comparve nei giornali popolari una decina d’anni dopo questi due eventi, e cominciò a ottenere il favore del pubblico, la gente stava già cominciando ad ampliare il suo gusto estetico e accolse con entusiasmo il design innovativo applicato anche a oggetti di uso comune sulla falsariga del gioco estetico del cruciverba. Senza contare l’apporto nelle arti visive, letterarie, cinematografiche. Non mancavano i detrattori. Tra le proteste c’erano quelle dei bibliotecari, che si vedevano svuotati gli scaffali dei dizionari. D’altra parte erano sempre più soddisfatti gli editori di opere enciclopediche e vocabolari. Gli statunitensi si stavano istruendo. Una ragazza in cerca della soluzione “Egyptian Sun God – Dio solare egiziano”, fatta sull’edizione del più piccolo vocabolario di cruciverba degli anni Venti Un annuncio sulla presunta pericolosità della mania del cruciverba apparso su un giornale inglese: “Molte piccole biblioteche hanno per il momento rimosso i dizionari dai loro scaffali, per i danni fatti dai solutori di cruciverba. Il British Museum ha proibito l’accesso a questa gente. Un risultato di questa mania è il declino della lettura di romanzi, non ultimo, un declino nelle vendite del 25 per cento” L’attrice statunitense Bebe Daniels (Phyllis Virginia Daniels) in una scena del film Miss Bluebeard, per la regia di Frank Tuttle (1925) Copertina della rivista satirica Judge, 21 marzo 1925, illustrata da Ruth Eastman Una pubblicità della ditta produttrice di strumenti musicali Girard Piano Co., 15 marzo 1925 L’arcano 9 dell’Eremita, the Hermit, in un mazzo di Tarocchi Illustrazione di Ruth Eastman, anni Venti Crossword Lexicon, New card game craze. Un mazzo di carte da gioco per comporre cruciverba Un paio di orecchini della prima metà del Ventesimo secolo Gioco da tavolo degli anni Settanta Abito degli anni Venti Nelle immagini più sotto, alcuni oggetti che in inglese vengono definitivintage, dove la parola spesso ha un utilizzo molto sibillino. Sono oggetti per lo più moderni che riflettono il gusto dell’epoca che li caratterizzò, oppure che divintageconservano solo l’apparenza, come lo stralcio di un autentico cruciverba degli anni Quaranta montato a ciondolo entro un medaglione.Vintage significa “di annata, d’epoca”, e si dovrebbe presupporre che definisca qualcosa di vecchio, antico, autentico, originale. In realtà la parolavintageè molto spesso usata per denominare qualcosa che non è autentico, ma solamente richiama uno stile del passato.La “sottigliezza” che ne comporta la differenza e gli importanti risvolti sembra passare in secondo piano.Con l’utilizzo della sola parolavintage, la lingua inglese risolve molte questioni di ordine storico, culturale e anche economico. Come ci riferisce Stefano Bartezzaghi, figlio del famoso enigmista Piero Bartezzaghi (aliasDuca d’Alba,ZanzibareVittuone), nel suo splendido saggioL’orizzonte verticale, Invenzione e storia del cruciverba, la griglia bianco-nera entrò nel design di gioielli e bigiotteria, nei biglietti di auguri, nella confezione di abiti, nei trasporti (le linee ferroviarie principali della compagnia Baltimore and Ohio Railroad offrivano un dizionario in ogni scompartimento), nei menù, nella pubblicità, nei varietà, negli elementi di arredamento, perfino nella carta igienica. Il frammento di un vecchio cruciverba montato a ciondolo entro un medaglione