IL JOKER DI JOAQUIN PHOENIX È PER CHI NON AMA I FUMETTI

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Joker: più uncinecomicè poco “comic” e più viene incensato. C’è poco da stare allegri… Ok, l’abbiamo saputo tutti.Joker, il film sulle origini della nemesi diBatman, diretto daTodd Phillips(Una Notte da Leoni) e pesantemente supervisionato daMartin Scorsese, ha vinto ilLeone D’Oro a Venezia. Il film è un capolavoro assoluto,Joaquin Phoenixè il più grande attore di tutti i tempi. Todd Phillips e Joaquin Phoenix con il Leone d’oro a Venezia 2019 Che la pellicolanon ha nulla a che spartirecon la genesi del personaggio come narrata nei fumetti, e che gli unici legami con la pagina disegnata sono la presenza di Thomas Wayne (interpretato daBrett Cullen, lo sceriffo Sam Cain deI Ragazzi della Prateria), un piccolo figlio Bruce (che, data ladifferenza d’età, da grande menerà un Joker con dentiera e catetere) e il loro maggiordomo Alfred. Riguardo Joker, scopriamo che si chiama Arthur Fleck. Diventa malvagio perché è troppo attaccato alla madre, come Norman Bates diPsycho, e perché è stato bullato dal mondo intero, come tutti i serial killer di cinema e tv. Insomma, un altro Joker triste comeHeath LedgerneIl Cavaliere Oscuro. E manco quello mi era andato a genio.So che per molti criticare Ledger (e il film di Nolan in generale) è una bestemmia, ma per come la vedo io non puoi inserire un character come il Joker in un contesto da poliziesco noir perfettamente realistico, perché così facendo privi il personaggio di una componente fondamentale senza la quale non è più lui:la buffoneria. Da questo punto di vista, il Joker migliore rimaneJack Nicholson. Non solo perché il vecchio Jack era nato per il ruolo, ma anche per una questione di completezza.IlBatmandiTim Burtonè ancora quello che mostra meglio le sfaccettature dello storico villain. Il Joker è una via di mezzo tra un gangster (Nicholson fa la pelle a Jack Palance e prende il controllo della mala di Gotham), un maniaco con il pallino per l’omicidio di massa (avvelena i prodotti dei supermarket), un teppista anarcoide (fa un’irruzione vandalica al museo) e un comico da strapazzo. Nel Joker di Ledger emergono solo il serial killer e l’anarcoide. Non ambisce a diventare boss poiché ha una visione del mondo così squallida e nichilista da fare di lui uno sbandato senza alcuna ambizione. Men che meno pensa lontanamente a coltivare velleità da cabarettista. Il Joker di Nolan, in realtà, èCarnagedi Spider-Man: un sadico che vuol vedere bruciare il mondo e basta. IlveroJoker si crede uno showman, quindi concepisce il crimine come uno spettacolo che gravita intorno a ciò che più d’ogni altra cosa attira l’attenzione e le emozioni umane: la paura della morte.Joker/Ledger usa armi banali come pistole, coltelli, C4. Joker/Nicholson usa palloni con gas esilarante, anelli elettrici a 10mila volt, fiori all’occhiello che spruzzano acido… Insomma, scherzi da bambini tramutati in armi, il che denota una mente più contorta e perversa (alla faccia di quelli che dicono che Ledger“fa più paura perché è realistico”). Joker/Ledger rapisce cittadini e galeotti costringendoli al gioco delle due navi perché un gruppo elimini l’altro.Joker/Nicholson organizza una parata tipo Carnevale di Rio, getta soldi alla folla, libera il gas Smilex e si gode lo spettacolo dei bravi cittadini di Gotham che si azzannano a vicenda.In entrambi i casi l’intento è il medesimo, dimostrare chehomo homini lupus, ma il metodo di Nicholson ha più ironia e senso dello spettacolo. C’era bisogno di scomodare un villain dei fumetti per un film che è in realtà una summa del cinema di Scorsese, daTaxy DriveraRe Per Una Notte? Qui si è voluto solo sfruttare un personaggio già noto per attirare il pubblico. Certo, il fatto che sia fedele o meno all’opera a cui si ispira non pregiudica la qualità di un’altra opera. QuandoWalter Hillscrisse la sceneggiatura diGetawaydiSam Peckinpahtradì il finale del romanzo diJim Thompson, eppure sia il libro sia il film sono ottimi. Lo stesso dicasi perShiningromanzo diKingeShiningfilm diStanley Kubrick. Eppure, quando penso a pellicole come iSupermanconChristopher Reeve(almeno i primi due) o gliSpider-MandiSam Raimi(almeno i primi due), penso a film che apprezzo perché ben scritti e ben girati, e che in piùamoperché tra storia, costumi, scenografie, colori, inquadrature eccetera, riescono a farti respirare davvero l’aria della pagina disegnata. Insomma, se prendi un romanzo o un fumetto e ne trai un buon film, bene. Se lo fai senza modificare troppo la materia originale, meglio. Invece film comeIl Cavaliere OscurooJokersono film fatti da gente a cui non frega niente dei fumetti (li usa come esca per far abboccare il pubblico e poi dargli altro), per gente a cui non frega niente dei fumetti. Il motivo per cui operazioni simili vengono osannate anche dai lettori è abbastanza semplice. Malgrado icinecomicsiano diventati il genere d’intrattenimento hollywoodiano per eccellenza, il fumetto continua a essere percepito come roba per sempliciotti. Il lettore quindi spera sempre che gli altri media, come il cinema e la tv, possano riuscire a convincere parenti e amici che un fumetto, malgrado maschere, costumi e situazioni inverosimili, può comunque essere un prodotto di qualità, con messaggi non banali e personaggi approfonditi. E, pur di ottenere tutto questo, sono disposti ad accettare qualunque tradimento. O “interpretazione”, come si usa dire oggi. Ecco allora serie tv comeSmallville, dove Superman diventa unDawson’s Creekcon gli alieni, e film comeIl Cavaliere Oscuro, dove Batman diventa un normale action-noir. OJoker, dove il clownesco principe del crimine di Gotham, uno che avvelena i pesci con il gas esilarante per rivendicarne il copyright sul mercato ittico, diventa uno psicodramma da bassifondi con ambizioni di critica alla società. Saranno pure dei buoni prodotti, ma rafforzano l’idea che un fumetto, per essere trasposto in altri media, dev’essere preso come spunto alla lontana per creare qualcos’altro. Poiché un qualcosa di troppo simile alla pagina disegnata sarà ridicolo, dato che ogni fumetto è, per sua natura, tale. Paradossalmente, il successo di operazioni comeJokerè una sconfitta per il fumetto come linguaggio, forma d’arte e mezzo di comunicazione.