IL MIRACOLO IMMAGINARIO DEI FUMETTI IN LIBRERIA
History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Grazie al successo in libreria digraphic novele, più recentementemanga, negli ultimi anni il fumetto è diventato argomento d’improvviso interesse per categorie che se ne erano fin lì disinteressate: editori librari e giornalisti delle pagine letterarie.I primi hanno quasi tutti aperto una sezione di fumetto nei loro programmi editoriali, i secondi hanno cominciato a gridare al miracolo immaginando scenari inverosimili nei quali le Nuvole Parlanti, “genere” letterario fin lì quasi inesistente all’interno del loro orizzonte, di colpo conquistavano le prime posizioni nelle classifiche di vendita. Credo che alla base di tanta meraviglia ci sia appunto l’ignoranza. I fumetti, nuove regine delle librerie generaliste, non sono usciti dal nulla. Arrivano da successi pluridecennali nelle edicole dove, negli anni d’oro, arrivavano a vendere centinaia di migliaia di copie:Texha toccato (con il solo mensile inedito, poi c’erano le varie ristampe) il mezzo milione di copie,Dylan Dogle quattrocentomila,Topolino(con i gadget “a puntate” estivi allegati) ha superato il milione. Altri dati potete trovarli in un articolo diSauro PennacchiolisuGiornale Pop.Mentre nel settore librario (dove i fumetti approdavano raramente e con poca convinzione degli editori) per i romanzibestsellerda cento o duecentomila copie si sparavano i fuochi artificiali, in edicola erano decine e decine le serie a fumetti che superavano quei livelli ogni mese o addirittura ogni settimana. E, quando andava male, vendevano almeno cinquantamila copie a numero. Nella crisi generale della carta stampata dopo l’arrivo di internet e l’esplosione dell’intrattenimento televisivo con canali satellitari e piattaforme varie, anche se tutti i settori editoriali hanno subito crolli drastici delle vendite, il fumetto, potendo attingere a un serbatoio di partenza molto più vasto, anche nel momento in cui si è trasferito in parte nelle librerie ha mantenuto un numero di lettori comunque mediamente superiore a quello di romanzi e saggi. Quando la “trovata”, più che altro dimarketing, di chiamare il fumetto (o almeno un certo tipo di fumetto)graphic novelha aperto al mondo delle nuvolette le porte delle librerie mentre alcuni autori che si erano fatti un seguito in rete (Zerocalcarecon “Ogni maledetto lunedì ogni due” eSioconScottecs) approdavano al cartaceo sfruttando il momento favorevole, l’Arte Sequenziale ha rapidamente guadagnato posizioni nelle rivendite librarie.Nel momento in cui gli editori si sono accorti che il linguaggio (perché questo è il fumetto, non un genere) delle storie a vignette arrivava a fare numeri superiori a quello letterario ci si sono fiondati, dedicando a esso ampie fette dei propri cataloghi. Quanto aimanga, è almeno dalla fine degli anni settanta e inizio ottanta che con l’invasione televisiva deglianimedelle varieHeidi,Lady Oscar,Holly & Benjie robottoni d’ogni genere hanno colonizzato l’immaginario delle nuove generazioni che, in Italia, per colpevoli scelte editoriali nessuno aveva più provveduto a fertilizzare con prodotti autoctoni. Mentre in Francia il settorejeunessedelleBandes Dessinéesè sempre stato fiorentissimo e ancora oggi occupa le primissime posizioni delle classifiche di vendita con il fenomenoMortelle Adèlee altre fortunate serie. Da almeno trent’anni i fumetti giapponesi si sono perciò conquistati il favore delle nuove generazioni in edicola come in fumetteria (Dragon Ball, sostenuto dai continui passaggi in tivù del cartone animato, credo abbia sfondato il livello delle centomila copie a ogni numero).Niente di strano, dunque, che quando anche le librerie generaliste hanno aperto le porte alle decine e decine di collane giapponesi il fenomeno sia esploso portando le vendite dei fumetti, già molto interessanti, a livelli “sorprendenti”… solo per chi non conosceva i numeri abituali sia del fumetto in genere sia dei manga. Ora che succederà? Beh, raggiunto un certo livello, la situazione si stabilizzerà. I fumetti giapponesi, spinti daglianimee dai bassi costi (acquistare i diritti di materiali esteri costa ovviamente molto meno che produrre opere nuove), continueranno a vendere, ma ci sarà senz’altro un assestamento a un livello più basso, probabilmente già iniziato. Quanto aigraphic novel(e a tutto quello che viene spacciato per tale), la “sbornia” iniziale ha prodotto molte cose buone ma anche prodotti non esaltanti, e credo che nel medio termine ci sia da aspettarsi una contrazione delle vendite che premierà alcuni prodotti a discapito di altri più “improvvisati”. Dal punto di vista della professione di fumettista in Italia, temo che ci saranno sempre meno prodotti da edicola (le vendite, ahimè, continuano a calare inarrestabilmente) pagati“a pagina”che oggi consentono ancora a sceneggiatori, disegnatori e coloristi di procurarsi uno “stipendio” e “vivere di fumetto”.Se quel settore dovesse entrare in crisi irreversibile e il fumetto sopravvivere solo in libreria, fare il fumettista diventerà come scrivere romanzi: una manciata di autoribestsellerche se la passano bene, mentre per tutti gli altri sarà solo un secondo lavoro o un hobby come ho già avuto modo di direqui.