I VIAGGI NEL TEMPO DALL’ETERNAUTA AGLI X-MEN

I VIAGGI NEL TEMPO DALL’ETERNAUTA AGLI X-MEN

Chi per un motivo o per l’altro non ha mai sognato di vivere in un’altra epoca?Il primo e più semplice modo per viaggiare nel futuro è quello di addormentarsi profondamente e lasciare che il tempo passi, un po’ come la Bella Addormentata della fiaba. Dorme per vent’anni Rip Van Winkle nell’omonimo racconto scritto da Washington Irving nel 1920, e nella sua versione a fumetti disegnata da Antonio Canale del 1985: “Leggende della Vecchia America”. Dorme per poco più di cent’anni il protagonista del romanzo utopico di Edward Bellamy del 1888 “Looking Forward” (Guardare indietro). Invece dorme per vari secoli l’eroe del romanzo di Herbert George Wells del 1899 “When the Sleeper Wakes” (Il risveglio del dormiente) e dormono altrettanto a lungo alcuni personaggi dei fumetti. Il primo eroe di una striscia di fantascienza èBuck Rogers, personaggio creato dallo scrittore Philip Nowlan e disegnato da Dick Calkins. Buck cade in animazione sospesa nel 1929 per le esalazioni di gas in una miniera e si risveglia cinquecento anni dopo, trovando l’America occupata dai mongoli. Il suo quasi omonimo Steve Rogers, aliasCapitan America, creato da Joe Simon e Jack Kirby nel 1941, viene letteralmente ripescato nel 1964 dopo un’ibernazione di vent’anni tra i ghiacci del circolo polare artico. Anche il giovane eroe spagnoloDany Futuro, nato nel 1969 dalla fantasia di Victor Mora e Carlos Gimenez, resta prigioniero dei ghiacci polari, ma per un tempo dieci volte più lungo, prima di risvegliarsi in pieno XXII secolo. Spagnolo è anche Jordi Bernet, autore dal 1973 diAndrax, un eroe atletico che, posto in animazione sospesa da uno scienziato folle, si risveglia dopo ben duemila anni, in un mondo post-atomico ripiombato nella barbarie e nelle superstizioni del Medioevo. Dopo aver girovagato a lungo, cercando di opporsi alle violente brutalità dei suoi simili, solo nell’ultimo episodio, in cui entra in possesso di un macchina del tempo, Andrax scopre come la catastrofe fosse stata provocata dall’esplosione a catena delle centrali nucleari e torna nel XX secolo per avvertire l’Umanità del pericolo. Ma non è detto che ci si debba addormentare da soli. InI naufraghi del tempo, serie creata nel 1974 dai francesi Jean Claude Forest e Paul Gillon, è una coppia composta da un uomo e una donna a essere posta in ibernazione, per salvaguardare la sopravvivenza della specie umana da un’invasione di mortali spore aliene, e a risvegliarsi dopo mille anni, trovando le colonie del sistema solare popolate da varie specie di strani esseri provenienti da mondi lontani. Vengono invece ibernati per viaggiare nello spazio i protagonisti deIl pianeta delle scimmie, una serie del 1974 della Marvel tratta dall’omonimo film, a sua volta ispirato a un romanzo di Pierre Boulle. Dopo duemila anni alcuni astronauti terrestri arrivano su una Terra dominata da scimmie evolute afflitte dalle stesse ottusità militariste e superstizioni religiose dell’umanità odierna. Mentre gli “ibernauti” del romanzo a fumettiZora, illustrato dallo spagnolo Fernando Fernandez, si risvegliano dopo millenni su un pianeta di sole donne discendenti delle femministe, a cui dovranno nuovamente insegnare i piaceri della sessualità e della procreazione. Un altro modo di viaggiare nel tempo è quello di inciampare per caso in una cosiddettadistorsione spazio-temporale, per cui si cambia epoca senza capire bene perché. È ciò che accade al protagonista del romanzo di Mark Twain del 1889“Un americano alla corte di Re Artù”, di cui esiste almeno una versione a fumetti, uscita nel 1945 sulla collana americana Classic Comics nel 1945. Nel 1947 è ilTopolinodi Bill Walsh e Floyd Gottfredson a incontrare in una caverna un buffo uomo del futuro che sembra essersi smarrito, a cui dà il nome diEta Beta, un personaggio simpatico e originale, anche perché rispetto agli uomini odierni ha subito delle notevoli mutazioni evolutive, sia fisiche che mentali nell’arco di soli cinquecento anni, tanto da essere allergico al denaro e capace di prevedere il futuro. Nel 1969 tocca alla giovane eroina sexyEpoxy, creata in Francia dai belgi Jean Van Hamme e Paul Cuvelier, naufragare misteriosamente nell’antica Grecia delle amazzoni e dei centauri, un’epoca che, benché piuttosto brutale, si rivela per lei sessualmente più eccitante ed appagante della nostra, a cui si rifiuterà di tornare. Un viaggio simile e altrettanto erotico è quello descritto dall’italiano Ugolino Cossu, nella storiaLe ninfe, uscita tra il 1987 e il 1988, in cui, attraverso la solita caverna, il giovane fotografo Dan Morrison si ritrova nell’antica Creta dei satiri e delle ninfe, appunto, da cui è acclamato re per una notte. Si smarrisce invece in un remoto futuro l’astronautaStorm, creato nel 1975 dagli inglesi Steve Dunn e Don Lawrence, a causa di una distorsione temporale sul pianeta Giove, e ritorna su una Terra regredita, dove mutazioni mostruose e costumi arcaici di ogni genere convivono con residui tecnologici. Solo dopo molte avventure, Storm scopre che il nostro mondo era stato devastato da tempeste di radiazioni solari amplificate dalle trasmissioni satellitari e televisive. Anche il più famoso astronauta dei fumetti inglesi,Jeff Hawkedi Sidney Jordan, nel 1977, dopo una carriera ultraventennale ambientata negli anni ottanta del Novecento, attraversa una distorsione temporale e si ritrova a vivere le sue successive avventure nel più remoto 2077, durante una nuova glaciazione provocata da un cataclisma spaziale (sembra che il futuro riservi quasi sempre cattive sorprese). È infine un naufrago del passato anche Dylan Dog, che si ritrova nel Novecento ancora bambino provenendo dalla Londra del Cinquecento, come è narrato un po’ confusamente da Tiziano Sclavi e Angelo Stano, nella storia delle sue origini pubblicata nel 1995 sul centesimo numero della serie. Un modo più controllato e preciso di viaggiare in altre epoche, per di più con qualche garanzia di ritorno, è quello di disporre di un’affidabilemacchina del tempo, come quella concepita per la prima volta da Herbert George Wells nel romanzo del 1895“The Time Machine”. È un romanzo in cui è descritto, tra l’altro, l’inquietante futuro di una specie umana ridotta allo stato di passivo e inerte bestiame e di cui negli Usa sono state tratte quattro diverse versioni a fumetti: una del 1956 nella serie Classic Illustrated, una ispirata alla versione cinematografica del 1960 disegnata da Alex Toth, una del 1976 disegnata da Alex Nino su Marvel Classics Comics e una tratta dalla versione cinematografica del 2002 disegnata da Mike Collins. Nei fumetti la macchina del tempo fa la sua prima apparizione nel 1935, nella serieThe Time Top(letteralmente La trottola del tempo), pubblicata a margine della pagina domenicale dell’avventurieroBrick Bradford, creato da William Ritt e Clarence Gray. Finché, dopo un paio d’anni, gli autori inseriscono la “cronosfera” e il suo inventore, il professor Southern, direttamente nella serie principale, facendo del loro eroe il primo che viaggia in lungo e in largo attraverso le più diverse epoche. Brick Bradford non rimane solo a lungo, poiché già nel 1939 un’altra macchina del tempo, questa volta costruita dal bislacco professor Wonmug, arriva sconvolgere il buffo mondo preistorico del cavernicoloAlley Oopcreato sei anni prima da Vincent T. Hamlin.Alley Oop, dopo il primo scioccante contatto con la nostra epoca, diventa a sua volta un esperto crononauta incaricato di risolvere i più stravaganti quesiti storici. Nel 1959 è la volta dei comic book della Dc Comics diRip Hunter… Time Master, di Jack Miller e Ruben Moreira, in cui il cosiddetto Signore del Tempo e i suoi amici viaggiano a bordo di una“sfera del tempo di sua invenzione”. Non tutti gli scienziati sono brave persone. Non lo è l’inventore Miloch che, nell’episodio La Trappola Diabolica, appartenente al ciclo diBlake e Mortimerscritto disegnato dal belga Edgar P. Jacobs tra il 1960 e il 1961, utilizza il suo “cronoscafo” per tentare di far perdere nel flusso del tempo il buon professor Mortimer. Tanto meno lo è il Dottor Destino, che con la sua “piattaforma del tempo” costringe iFantastici Quattroa tornare nel passato per cercare il tesoro di Barbanera, nel numero 5 di “Fantastic Four” del 1962. Ci sono macchine del tempo dalla forma bizzarra, come l’orologio a pendolo su cui viaggia dal 1964 il grosso nerd ante litteramHerbie, creato da Richard F. Hughes e Ogden Whitney, un comic book dall’umorismo demenziale Ugualmente bizzarra è la fantascientifica cabina telefonica su cui si sposta ilDottor Who, protagonista del serial più longevo della Tv britannica, trasposto a fumetti per la prima volta da Neville Main nel 1965, a soli due anni dalla sua prima messa in onda. C’è quella a forma di Torre Eiffel apparsa in Francia nel secondo volume diBarbarelladi Jean-Claude Forest, una storia piena di anomalie temporali intitolata “Tempo mangia tempo”. La macchina del tempo su cui viaggiano gli agenti spaziotemporaliValériane Laureline, creati nel 1967 dai francesi Pierre Christin e Jean-Claude Mézières, è invece la loro stessa astronave, a bordo della quale intraprendono missioni in qualunque epoca o pianeta per conto di Galaxity, la capitale dell’Impero Galattico della Terra del XXVIII secolo. In quella società, proprio l’invenzione di questo tipo di teletrasporto ha procurato tali risorse da portare all’abolizione del lavoro, ma il potere è ora in mano a una oligarchia di ottusi tecnocrati, che vorrebbero imporre la propria asettica civiltà anche agli altri mondi. I nostri eroi tentano spesso di ribellarsi a questa missione, soprattutto la sensibile e intraprendente Laureline, che provenendo dal Medioevo dà più valore ai sentimenti umani che alle esigenze del progresso scientifico. Ancora più progressiste sono le avventure di un altro crononauta francese,Yann Le Migrateur, un diplomatico del futuro creato nel 1975 da Robert Génin e Claude Lacroix, che spostandosi nello spazio e nel tempo a bordo della sua navicella cerca di svolgere un’opera pacificatrice aiutando a risolvere problemi e conflitti che dividono i diversi popoli. Negli anni ottanta ancheTopolinoe Pippo, in un ciclo di storie italiane disegnate per lo più da Massimo De Vita, viaggiano regolarmente su una macchina del tempo manovrata dai professori Marlin e Zapotec, alla ricerca delle soluzioni ai più svariati enigmi del passato. Neppure una macchina del tempo garantisce che il viaggiatore non possa smarrirsi in altre epoche. Accadeva in una serie di telefilm degli anni sessanta intitolataKronos, che pare abbia ispirato la più recenteQuantum Leap(ribattezzata inItalia In viaggio nel tempo), che tra il 1991 e il 1993 è anche stata adattata in una breve serie di albi a fumetti, in cui il protagonista occupava ogni volta il corpo di una persona vivente in una diversa epoca. Un sistema ancora diverso, e per certi versi più indipendente e disinvolto, di viaggiare nel tempo consiste nello spostarsi in un’altra epoca mentalmente. A volte con il proprio corpo che rimane nel presente, inerte e in balia degli eventi. È quello che fa il protagonista del romanzo di Jack London del 1915“Il vagabondo delle stelle”, rivivendo una dopo l’altra le proprie vite precedenti, per sfuggire almeno in spirito dalla prigione in cui è rinchiuso. Più o meno la stessa cosa accade al misterioso e forzuto eroe delle strisce inglesiGarth, creato nel 1943 da Steve Dowling, quando è sotto l’effetto di una lampada ipnotica manovrata dal suo amico professor Lumière. In seguito questi suoi “transfert” avvengono spontaneamente, a seguito di qualche evento o incontro fortuito, anche con l’assistenza di Astra, una sensuale entità cosmica femminile che non disdegna i piaceri della carne. AncheBatmane Robin, tra il 1944 e il 1964, compiono molti viaggi nel tempo grazie all’ipnosi del professor Nichols. Un’ipnosi che ha il curioso potere di trasferire nel tempo perfino i loro corpi, costumi compresi!