I SERIAL KILLER NEI FILM DEGLI ANNI NOVANTA

L’espressioneserial killerè entrata a far parte del linguaggio comune. Si parla in continuazione di serial killer in televisione, al cinema e nei romanzi, ovviamente soprattutto nei gialli. In realtà questa figura criminologica è relativamente recente: i primi studi risalgono agli ultimi decenni del Novecento, quando negli Stati Uniti si registrarono diversi casi riconducibili a questo fenomeno. Scoppiò così la mania mediatica dei serial killer, che godono di una popolarità e di un interesse sempre maggiori da parte del pubblico. Il delitto seriale rappresenta una delle espressioni più inquietanti e misteriose della criminologia: sono soprattutto l’efferatezza dei crimini e la mancanza di un movente a suscitare angoscia e interrogativi. Il termine serial killer venne coniato negli Stati Uniti dall’Fbi, dopo molti studi sul fenomeno: riguarda una persona che uccide almeno due volte in luoghi diversi e intervallati da un periodo di “raffreddamento emozionale”.Sulla scia di questi studi e dibattiti, gli anni novanta videro la figura del serial killer conquistare la cinematografia mondiale. Film diJonathan Demmedenso di archetipi junghiani che, accanto alla figura di un indimenticabile eroina, ci presenta uno dei più affascinanti assassini seriali della cinematografia mondiale. La protagonista è una aspirante agente del Fbi di nome Clarice (Jodie Foster). Le esercitazioni di Clarice nella scuola d’addestramento rappresentano il suo mondo ordinario, che viene sconvolto da una chiamata esterna. I ritagli dei fogli di giornale sul caso di un pluriomicida rivelano all’investigatrice l’esistenza di un mondo straordinario in cui presto viene catapultata, quello dove si muore appena qualcosa va storto. Clarice può accettare o rifiutare la chiamata dell’avventura, lei accetta e si trova ad affrontare nemici veri e falsi amici, fino allo scontro finale conHannibal Lecter(Anthony Hopkins). Il cineasta e attore britannicoBruce Robinson, alla sua prima trasferta registica in America, si riallaccia al folto sottofilone dei thriller con le “eroine cieche”, il quale annovera film interessanti comeGli occhi della notte(Terence Young, 1967) eTerrore cieco(Richard Fleischer, 1971). La cecità sembra rappresentare lo stato di chi vive nell’errore. Chi è cieco vive nell’oscurità, e solo la Luce può guarire questa infermità spirituale. Uno dei miracoli più ricorrenti dei Vangeli è, appunto, la guarigione della cecità. Ma Gesù non risana una semplice patologia della vista: la sua azione ha una portata molto più profonda. Anche negli Atti degli Apostoli la cecità gioca un ruolo importante: Saulo di Tarso perde la vista sulla strada di Damasco, e solo dopo essersi convertito riacquisterà la luce degli occhi, cambiando nome in Paolo. Essere ciechi significherebbe, insomma, essere lontani dalla grazia da Dio, e quindi immersi nel peccato. Nel film diDominic Sena, un criminologo e la sua fidanzata organizzano un viaggio nei luoghi dove sono avvenuti efferati delitti. Per dividere le spese imbarcano un’altra coppia: i due compagni di viaggio rivelano presto la loro vera natura… Il fenomeno della morte rimane talmente lontano dalla capacità di comprensione umana che, oltre a suscitare un sentimento di paura, in alcuni casi determina una vera e propria ossessione per cui viene indagata a fondo allo scopo di trovare una soluzione all’incertezza dell’esistenza. In questa dimensione è inquadrabile anche il fenomeno, dovuto ai mass media, del turismo macabro nei luoghi in cui si sono verificati eventi delittuosi. Questo “turista” è guidato dalla volontà di approfondire il significato del delitto, di rendere omaggio alle vittime o da una curiosità ossessiva. Alcuni studiosi individuano in tale fenomeno il desiderio di incontrare una morte simbolica o reale, non necessariamente associata alla violenza Il film diretto daOliver Stonemette in scena una coppia di assassini. Tra le tipologie di serial killer esiste quella delle coppie criminali, che costituisce il 9% dei casi. Non è necessario che siano stati entrambi i complici a uccidere: si parla di omicidio seriale in coppia anche quando è solo un membro a commettere l’atto e l’altro a volte assiste in silenzio o si limita ad aiutare a nascondere il cadavere. Nella coppia assassina uno costituisce il soggetto attivo, l’individuo più forte e più intelligente, mentre l’altro rappresenta il membro debole (il succube), meno intelligente e facilmente suggestionabile del primo. Questo film tivu diChris Gerolmoracconta la storia del mostro di Rostov, l’Hannibal Lecter russo, all’anagrafeAndrei Romanovich Chikatilo, nato il 16 ottobre 1936 in un villaggio sperduto dell’Ucraina.