I MOSTRI MARINI IN 10 FILM DA VEDERE

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. No, sul serio, a chi non piacciono imostri marini? C’è un’infinità di storie e leggende di ogni tipo al riguardo: daTiamataJormungandr, passando daScilla e Cariddifino alLeviatano. Da millenni si parla e si racconta di mostri marini pressoché in ogni cultura del mondo. A pensarci un attimo, il sentimento più forte e più antico dell’animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell’ignoto, dicevaH.P. Lovecraft, no? Pure per questo la città diR’lyeh, dove il mortoCthulhuattende sognando, è andato a sbatterla nel Pacifico. Tra parentesi, Lovecraft non l’aveva buttata manco a casaccio la posizione. Collocava R’lyeh nelpolo dell’inaccessibilità: il punto dell’oceano più lontano da qualsiasi terra emersa. Il fatto, però, non riguarda e non si limita a una semplice questione di distanza. Il punto è che gli oceani costituiscono circa il 70% della superficie terrestre. Metti che solo il 5% degli oceani del pianeta è stato mappato, questo significa che il 65% del pianeta su cui viviamo è ancora inesplorato e sconosciuto. A questo punto, se lo spazio è l’ultima frontiera, diceva il capitano Kirk, allora l’oceano dev’essere per forza la prima. Il lato positivo è che c’è ancora parecchio spazio per l’immaginazione. Parlando di film sui mostri marini uno dovrebbe, quasi necessariamente, partire daLo squalodi Steven Spielberg. Dovrebbe. Però no, perché il film di Steven Spielberg rappresenta il modello di ciò che in seguito è stato definitoblockbuster. Insieme aGuerre Stellari,Apocalypse Now,L’esorcistae via dicendo,Lo squaloè contemporaneamente l’apogeo di un’era, definita New Hollywood, e il punto di partenza per un’altra. Cioè, l’epoca deiblockbuster, appunto. Non che sia sbagliato, eh, ma di ‘sto film si parla ovunque in lungo e in largo. Perciò meglio partire dall’alternativa relativamente meno conosciuta:PiranhadiJoe Dante. Ecco, Piranha è interessante, non tanto per la storia in sé. Tipo i piranha modificati geneticamente dall’esercito per usarli come arma biologica. Come al solito, succede l’incidente, i piranha scappano e si riversano nel lago dove la gente va a villeggiare. No, casomai il fatto interessante è che all’epoca, dopo l’uscita deLo squalo, film del genere te li tiravano appresso pochi cent la tonnellata. Ce n’erano talmente tanti che questo manco volevano farlo uscire. Alla fine, lo stesso Spielberg disse di aver visto Piranha e di averlo trovato un film bello e divertente, ispirato ma non copiato. Comunque, uno dei pochi film dell’epoca diventato un classico. The Raftnon è propriamente un film sui mostri marini. Si tratta della seconda storia, su tre, diCreepshow 2. Tutto il baracchino, cioè Creepshow progetto, nasce dalla voglia diStephen KingeGeorge A. Romerodi fare qualcosa insieme. Tutto molto bello, certo. Il problema, anzi, i problemi di questo seguito sono che, punto primo: a differenza del film originale uscito nel 1982, King qua non appare manco da lontano. Punto secondo: Michael Gornick viene messo alla regia e Romero passa alla sceneggiatura. Ancora ancora ci può stare. Il grave sta nel punto numero tre: un clamoroso taglio al budget che ha portato le storie, adattate dalla raccolta Scheletri (Skeleton Crew), dalle cinque previste come nel primoCreepshowa tre soltanto. A ogni modo, la storia di quattro ragazzi bloccati in mezzo a un lago sperduto nel niente a un tiro di sputo dalla riva, che non possono raggiungere a causa di una mostruosità, specie di blob informe in agguato nell’acqua, consente di accumulare una grande tensione. Il punto è che in una mezz’oretta concentra tutti i tropi, tutti gli archetipi dell’horror anni ottanta, e per quantoCreepshow 2sia in generale una roba così così,The Raftnon solo è il più solido dei tre episodi, ma pure una storia valida ancora oggi a trentacinque anni di distanza. Sì,Lo squaloha dato il via a una moda. Di film a tema acquatico/mostri marini, che cercavano di capitalizzare sulla scia del film di Spielberg, nell’arco di una decina d’anni sono usciti a fottiliardi. La maggior parte non valeva la pellicola che avevano usato per girarli e dall’acqua sono finiti direttamente all’aceto.Deep Star Six, nonostante sia l’ennesimo film ispirato aLo Squalo, ma anche adAlien, è riuscito a ritagliarsi un suo spazio. Perché fondamentalmente è divertente. L’obiettivo principale era scimmiottare Ridley Scott e James Cameron, e ci riesce pure. Certamente è scontato e pieno di difetti, ma ha i suoi momenti. Alcuni, pure abbastanza alti. Punti bonus: il design del mostro, talmente sopra le righe da essere originale, e le morti dei vari personaggi. No, perché sono tra le più assurde e stupide di sempre. Per dire, ne ammazza più l’incompetenza che il mostro in sé: vedere per credere. Il punto d’esacerbazione, prima che i film sui mostri marini venissero definitivamente a noia, si è raggiunto più o meno verso la seconda metà degli anni ottanta.Abissi profondi,Lords of the Deep,The Abyss,Deep Star Sixe compagnia cantante, sono usciti tutti nel 1989. Che te lo dico a fare:The Abyssdi Cameron è stato l’unico del teatrino subacqueo ad aver avuto successo. Però, giusto un pelino sotto a livello qualitativo c’èLeviathan, anche se andò male al botteghino. In sintesi, non era altro che l’ennesimo film a tema mostri marini. Ciò non toglie che inLeviathanl’insieme è più della somma delle singole parti: metti che la sceneggiatura sia diDavid Webb PeopleseJeb Stuart. Cioè quelli che hanno scritto, rispettivamente,Blade RunnereDie Hard. Il regista eraGeorge P. Cosmatos, che aveva direttoRambo IIeCobracon Stallone. Nel cast, poi, c’eranoPeter “RoboCop” Weller,Richard Crenna,Hernie Hudsone pureDaniel Stern. Degli effetti speciali e della creatura se n’è occupatoStan Winston. Alla fine che vuoi di più da un film? Si puntava in alto, forse troppo, con questo film. Il problema è cheAlien, La Cosa, Lo squalo, Il ritorno dei morti viventi… sì, avevano provato a ficcarci dentro veramente troppa roba. Troppa per una storia semplice e pure troppo abusata. Tuttavia, trent’anni dopo rimane il fatto cheLeviathanè uno dei b-movie migliori di sempre. AncheDeep Risingall’uscita l’hanno devastato. Perché questi film sono più o meno tutti uguali, tanto più cheDeep Risingè praticamenteAlien. Solo ambientato su una nave da crociera in mezzo al mare, anziché su un’astronave nello spazio. La cosa buffa è cheStephen Sommers, sceneggiatore e regista diDeep Rising, non si è limitato a copiareAlien. Anzi. Si nota che ha fatto un certo sforzo per buttarci dentro gli assets diPredatore pure una certa dose d’umorismo. Certo, uno potrebbe pure chiedersi a che pro tutto questo. Nel senso di quanto tempo, soldi e sforzi ci vogliono per tirar su un film del genere, per poi fare cosa di preciso? Messa così il dubbio è lecito. Però, a guardare la situazione nel suo insieme… Se ti piacciono i film sui mostri marini,Deep Risingè sicuramente il più esilarante e allegro di tutti: un trionfo di battute sceme, momenti di purocringe, volgarità, morti fantasiosamente orribili e, in generale, un senso delgoredi tanto così sopra le righe. Tra parentesi,Deep Risingè stato sviluppato per essere un prequel diKing Kong. AnzichéLa mummia, con cui è diventato poi famoso come regista, Sommers avrebbe dovuto occuparsi di unreboot, sempre scritto e diretto da lui, di King Kong mai andato in porto. Infatti, nella scena finale diDeep Rising, i protagonisti naufragano proprio nella famosaSkull Islanddel gorillone. Questo non è proprio un film sui mostri marini nel senso stretto del termine. Magari, sarebbe più corretto definirlo un thriller ambientato negli abissi.Sferanon sarà in assoluto il miglior romanzo diMichael Crichton, ma di sicuro è uno dei più intriganti. Una squadra di specialisti messa insieme dal governo, composta da uno psicologo, un matematico, un biochimico e un astrofisico, viene portata in gran segreto in un punto sperduto dell’Oceano Pacifico. All’inizio gli dicono che c’è stato un disastro aereo e, ovviamente, nessuno di loro ci crede. Ci mettono di più, però, a credere al vero motivo per cui li hanno portati lì: sul fondo dell’oceano hanno trovato una gigantesca astronave aliena. Si trova lì da circa trecento anni, secondo i rilevamenti, ma è ancora intatta e apparentemente funzionante. Una volta dentro all’astronave scoprono un’enorme sfera, specie di manufatto alieno. Senza girarci intorno più di tanto, il film diBarry Levinsonnon arriva manco a spicciargli casa al romanzo originale di Crichton. Il film si disintegra in scene piatte e monotone, in cui i personaggi si perdono in un bla bla continuo. Ciò non toglie che la prima parte tiene discretamente banco e, in generale, gli interrogativi intrinseci della storia riescono a tenere in piedi un film altrimenti disastroso. Come nel caso diSfera,Virusnon è strettamente un film di mostri marini, visto che tratta di alieni. Per sommi capi, diciamo cheJamie Lee Curtis, protagonista del film, consideraViruscome il punto più basso della sua carriera. Effettivamente all’epoca questo film è stato preso a sputi e pernacchie in ogni modo possibile e immaginabile. Andate pure a vedere su Rotten Tomatoes levecchie recensioni di Virus.