GIOCHI STELLARI CHE RENDONO FIGHI

History is littered with hundreds of conflicts over the future of a community, group, location or business that were “resolved” when one of the parties stepped ahead and destroyed what was there. With the original point of contention destroyed, the debates would fall to the wayside. Archive Team believes that by duplicated condemned data, the conversation and debate can continue, as well as the richness and insight gained by keeping the materials. Our projects have ranged in size from a single volunteer downloading the data to a small-but-critical site, to over 100 volunteers stepping forward to acquire terabytes of user-created data to save for future generations. The main site for Archive Team is atarchiveteam.organd contains up to the date information on various projects, manifestos, plans and walkthroughs. This collection contains the output of many Archive Team projects, both ongoing and completed. Thanks to the generous providing of disk space by the Internet Archive, multi-terabyte datasets can be made available, as well as in use by theWayback Machine, providing a path back to lost websites and work. Our collection has grown to the point of having sub-collections for the type of data we acquire. If you are seeking to browse the contents of these collections, the Wayback Machine is the best first stop. Otherwise, you are free to dig into the stacks to see what you may find. The Archive Team Panic Downloadsare full pulldowns of currently extant websites, meant to serve as emergency backups for needed sites that are in danger of closing, or which will be missed dearly if suddenly lost due to hard drive crashes or server failures. Giochi Stellari(The Last Starfighter, 1984) è un film difficile da mettere a fuoco. Si tratta di una storia, come dire, diconfine.Nel senso che con le unghie dei piedi si aggrappa a quella sottile linea che separa l’assurdo dal ridicolo. Paga pegno aTrondellaDisney. E molte sequenze spaziali sono cosìpericolosamente similia quelle diGuerre Stellariche se aGeorge Lucasfosse girata storta avrebbe potuto persino fargli causa. Tuttavia, queste cose hanno un’importanza che va da zero a chi se ne frega. PerchéGiochi Stellariè un film che va molto oltre la sua data di scadenza:“Congratulazioni Starfighter! Sei stato reclutato dalla Lega Stellare per difendere la frontiera contro Xur e l’armata di Ko-dan!”. Tutto parte da questa frase, che oggi, detta così pare una scemenza, certo. Ma non per il protagonista,Alex Rogan(Lance Guest), dato che, a differenza degliExplorerso delNavigator, non vive nella sua bella villetta di periferia medio-borghese. SeMikey,Chunk,Mouth,Datae tutto il resto della banda erano solo dei“poveri Goonies”, che partivano all’avventura per far fronte a uno sfratto, Alex sta messo molto peggio. Perché come Bruce Campbell diMy Name is Bruce, vive in un campo per roulotte. Costretto lì, insieme alla madre vedova e al fratellino minore, Alex spera in un futuro migliore. Molto probabilmente non arriverà mai. È povero e non può permettersi quell’ascensore socialechiamato college. Tra le mille faccende di cui deve occuparsi, di buono ha la fidanzataMaggie(Catherine Mary Stewart). Maggie, del resto, non sembra tanto interessata a venir via da quel campo di baracche su ruote. E i suoiGiochi Stellari. Unica valvola di sfogo, evasione se così vogliamo dire, dalla triste, grigia e patetica realtà che lo circonda. A ogni modo, la fortuna di Alex è quella diviverenel 1984. Non quello di Orwell, bensì l’epoca d’oro dei cabinati arcade. Un periodo in cui i videogame sono sinonimo di tecnologia e dove, per estensione, tecnologia per tantissimi era sinonimo di “magia”. L’essere bravi in un videogame era qualcosa, un attributo in grado di darti un certo prestigio sociale. Insomma, se spaccavi in sala giochi eri un gran figo. Ed è così che Alex viene acclamato. Una sera in cui era particolarmente scazzato, per essersi visto rifiutare il prestito che avrebbe potuto aprirgli le porte del college, distrugge il record aStarfighter. In quel momento lui è l’eroe della bidonville in cui vive. Portato in alto come campione da vicini, fidanzata e amici. I videogiochi, idealizzati in maniera piuttosto fantasiosa, sembravano venire da un altro mondo. Ecco, diciamo che a tal propositoGiochi Stellaridiede uno spunto piuttosto interessante. Suggerì che addirittura venissero dallo spazio. “Congratulazioni Starfighter! Sei stato reclutato dalla Lega Stellare per difendere la frontiera contro Xur e l’armata di Ko-dan!”, non è una frase buttata lì da uno sviluppatore svogliato. Subito dopo che Alex ha battuto il record gli si presenta di fronteCentauri(Robert Preston). Spiega ad Alexlaverità. Quella verità che milioni di ragazzini sognavano, sognano (e molto probabilmente sogneranno), da oltre trent’anni a questa parte: Starfighter non è un gioco. È lo strumento di reclutamento della Lega Stellare, alla ricerca di piloti-combattenti per far fronte alla minaccia delle armate Ko-dan. Perciò, più o meno inconsapevolmente, Alex si trova a vestire i panni dell’eroe. Per davvero. Non più nel retrobottega del bar. Scopre che il gioco è stato progettato come test per trovare quelli“con il dono”, in grado di pilotare la nave spazialeGunstar, e salvare così la Frontiera dall’invasione di Xur il traditore. Non è che ci sia molto altro da dire, dato che la trama in generale non è molto articolata. Perciò credo sia giunto il momento di passare a“La Domanda”: com’èGiochi Stellari? Molto sinceramente, non è facile rispondere. Perché al pari di unoStand by Me, colpisce duro, forse più forte e con precisione chirurgica dritto nella nostalgia.Mi chiedo se il registaNick Castlee lo sceneggiatoreJonathan Betuel, avessero mai immaginato ciò cheThe Last Starfightersarebbe diventato. Perché, come nel caso deIl piccolo grande mago dei videogames, certi film trascendono il loro significato originale. Diventando una sorta dimanifestodi un’epoca passata. Tuttavia quel film avrebbe potuto anche chiamarsiIl piccolo grande mago delle marchette. In fondo, altro non era che un gigantesco, lunghissimo spot pubblicitario di Nintendo.InveceGiochi Stellariè diverso. Molto diverso. Oggi viviamo in un’epoca in cui la stragrande maggioranza degli effetti speciali nei film vengono realizzati in cgi. Dove l’espressione“pare un videogioco”, viene usata perlopiù in spregio. Tuttavia, nel caso diGiochi Stellaripotrebbe addirittura assumere l’aspetto di un complimento. Soprattutto se si tiene in considerazione il fatto che la forma dovrebbe rafforzare e completare il contenuto di un film. Giochi Stellariè stato, dopoTron, il primo film a fare a meno di modellini e miniature. Lo spazio, i pianeti, le navi stellari, la Frontiera… in pratica tutto è realizzato al computer. Mi pare inutile sottolineare l’ovvio, dicendo che oggi tutta questa roba pare, tanto per usare un simpatico eufemismo, primitiva. Perché il punto è un altro. Magari all’epoca lo scopo principale di questo teatrino computerizzato era solo lasciare stupiti gli spettatori. Fargli dire:“Oh, guarda là che figata! Pare vero!”.Probabilmente, sì. Quindi, in linea di massima nulla di diverso da quanto avviene oggi, giusto? Invece, secondo me, no. C’è una cosa che differenziaGiochi Stellarida un qualsiasiAvengers 14di oggi. Ovvero il fatto che volutamente o meno questi effetti interagiscono significativamente con l’essenza del film. Quando Alex si trova a combatteresul serio, se ne esce con“È proprio come nel gioco!”. Questa cosa diventa letterale e quasi metanarrativa. Perché Alex sta vivendo il gioco nella sua realtà. Mentre noi spettatori vediamo una specie di testa di ponte tra la sua e la nostra realtà.In pratica viene a crearsi una connessione. Dove tutto è impostato per sembrare un videogioco. Letteralmente e metaforicamente. In modo tale da spingere il pubblico a pensare, sognare, sperare che un intrattenimento di uso comune come i videogame d’un tratto possa rivelarsi qualcosa di più. Sotto questo punto di vista ciò che rende fantasticoGiochi Stellarinon è tanto il fatto che all’epoca fosse un film all’avanguardia. O il fantasioso modo in cui si immaginava un’ipotetica civiltà spaziale. Oppure ancora il credere che l’intrattenimento del futuro sarebbero stati i videogiochi e gli effetti in Cgi. Quest’ultima tra l’altro, cosa piuttosto vera. Tranne per il fatto che all’epoca del film, i videogame erano una moda. E come tale destinata presto o tardi a tramontare. Piuttosto, ciò che colpisce maggiormente diGiochi Stellariè la storia dietro la storia. O meglio, ciò che intrinsecamente rappresenta. Si dice che ognuno di noi sia il protagonista della propria storia, giusto?Ebbene, il film non fa altro che alimentare questo: il sogno di ogni ragazzino. Ovvero, il non essere più uno dei tanti, una goccia nel mare. Ritrovarsi eroe e partire a razzo, a bordo di una nave spaziale. Destinazione: avventura. Ok, detto questo credo che sia tutto. Stay tuned, e soprattuttoStay Retro. Titolo originale:The Last Starfighter