L’EDITORE VECCHI E LA CULLA DEL FUMETTO ITALIANO

L’EDITORE VECCHI E LA CULLA DEL FUMETTO ITALIANO

Jumbo è anche la culla del fumetto italiano “moderno”. È vero che autori comeAntonio RubinoeAttilio Mussinosono attivi sul Corriere dei Piccoli fin dal 1908, e che nel 1933 personaggi comeIl signor BonaventuradiSergio Tofanohanno quasi vent’anni di “carriera” alle spalle. Ma Jumbo, come si è visto è un crocevia fondamentale, un momento di svolta: il giornalino esce proprio quando, soprattutto negli Stati Uniti, le cose cambiano drammaticamente e le novità si susseguono in modo parossistico, pronte a invadere il nostro mercato. Su Jumbo, fra il 1933 e il 1936, alcuni giovani autori italiani colgono questo poderoso vento di novità e sperimentano nuovi linguaggi, nuove forme grafiche e nuovi contenuti, un po’ imitando le strisce d’Oltreoceano, un po’ creando cose originali. Gli inizi non sembrano granché promettenti. Fra i primissimi italiani, c’è un non meglio identificatoAmadio, dallo stile simile a quello del celebreYambo(Enrico Novelli), con una storiella dal sapore quasi ottocentesco. Nello stesso 1933 appare un nome chepochi anni dopo, in casaMondadori, farà faville. Si tratta nientemeno che del capostipite degli sceneggiatori italiani di fumetti “avventurosi”, ovvero il grandissimoFederico Pedrocchi. LeVisioni romanediPedrocchisono quanto meno imbarazzanti, dal lato dei testi, e graficamente e strutturalmente sono solo approssimative imitazioni dei fumetti inglesi. Non lascerebbero presagire nulla di buono. Pedrocchi è un mediocre disegnatore, abbandonerà presto matita e pennello per dedicarsi alla macchina da scrivere. Va un pochino meglio con la serie deI Fratellini, celebri clown dei primi del Novecento. SuI Fratelliniin carne ed ossa, trovate notizie interessantiqui. Gli artisti sono rammentati con struggente malinconia anche nel film diFederico FelliniI clowns. Federico Pedrocchi, ormai passato stabilmente alla sceneggiatura, nel 1935 favorirà la pubblicazione, suI tre Porcellini, di un altro fumetto su quella famiglia circense. Altro grande autore, presente sulle pagine di Jumbo fin dal 1933, èPier Lorenzo De Vita. Conosciuto oggi quasi esclusivamente per i suoifumetti disneyani, è stato attivo con serie umoristiche sul Corriere dei Piccoli (Martin Muma) e altrove.Su Jumbo, nel 1934, pubblicaLe gaie prodezze di Tic e Tac. In seguito, Pier Lorenzo De Vita sarà tra i primissimi a “convertirsi” al fumettoavventurosodi ispirazione statunitense, con esiti notevolissimi e quasi sperimentali, specie sulle testate Mondadori, su soggetti giustappunto di Pedrocchi (La Primula Rossa del Risorgimento,Saturnino Farandolaeccetera). Ma chi è l’editoreLotario Vecchi? Chi sono i suoi primi collaboratori? Vecchi, con il marchioSaev, distribuisce le sue pubblicazioni in Europa e in America latina.Ezio Ferraro, nella sua monografiaLotario Vecchi editore, pubblicata come supplemento alla rivistaComics(in realtà è il n. 14 dell’anno X, dicembre 1974), racconta nei particolari l’avventurosa storia di Lotario, nato nel 1888 a Parma, trasferitosi giovanissimo in Spagna, dove inizia l’attività di editore di “dispense” (i fascicoli settimanali con romanzi d’appendice). Lotario Vecchi si circonda di familiari e connazionali, e ne spedisce alcuni in vari Paesi, non solo di lingua spagnola, consolidando un vero e proprio impero: Portogallo, Brasile, Argentina, Cile, Cuba, Uruguay, Messico…La storia del fratelloArturo, fondatore di un altro impero con centro a Rio de Janeiro, è degna di un romanzo. Lotario Vecchi, nel primo dopoguerra fa base in Germania, aLipsia, città dalla quale spedisce un’enorme quantità di pubblicazioni in lingua spagnola, via Monaco e Amburgo, fino in Sud America. La Saev èla culla del fumetto italiano: è una storia fatta di persone e di sigle editoriali oggi celebri, che in un modo o nell’altro fanno capo a Lotario Vecchi. Quando questi rientra in Italia, nel 1923, a Torino assume come semplici piazzisti i fratelliPacifico (Cino), Domenico (Mimo) e Alceo Del Duca, futuri editori in proprio dellaUniverso(L’Intrepido,Il Monello). Nel 1929 cerca di lanciare un clone del Corriere di Piccoli in Brasile, Mundo Infantil, senza successo. Nel 1932, per il lancio in Italia di Jumbo, acquista i diritti dei fumetti inglesi dell’Amalgamated Press, rappresentata in Italia dall’agenzia Helicon, diretta da Umberto Mauri e controllata da Mondadori: è così che il colosso milanese, indirettamente, si avvicina al fumetto. Tra i primi collaboratori di Jumbo, abbiamo visto, ci sonoFederico Pedrocchie il misteriosoEnwer Bongrani, possibile autore dei “falsi fascisti” di Lucio l’avanguardista. Ma tra impiegati e tipografi incontriamo i nomi diAgostino Della CasaeGino Casarotti(futuro editore con il marchioDardo), che nell’anteguerra lanciano la casa editriceJuventuse il personaggio diDick Fulmine, che rifluirà anche sull’Audace Saev e Mondadori. E poiTino Arcaini, fondatore dell’Editrice Cenisio, fino aGian Luigi Bonelli, creatore del leggendarioTex… (Gli altri articoli di Giornale POP dello stesso autore, dedicati ai fumetti pubblicati in Italia negli anni trenta e oltre, li trovate cliccandoQUI).