10 FILM HORROR DIRETTI DA DONNE

10 FILM HORROR DIRETTI DA DONNE

Com’è che ti è venuta ‘sta cosa dei film horror diretti da donne? Sostanzialmente perché l’altro giorno stavo leggendo un articolo che riportava alcuni numeri che mi hanno sorpreso: attualmente si stima che oltre il 50% del pubblico di film horror sia composto da donne, il che indica una controtendenza rispetto a un ventennio fa.

 

I film diretti da donne sono pochi, ma ci sono

Nonostante l’ampio pubblico femminile, nell’attuale panorama cinematografico soltanto il 5% delle emissioni di studio hanno una donna dietro la macchina da presa. Non è che ci voglia la scienza per capire il perché: nell’ultima trentina d’anni la filmografia di genere ha avuto connotati prevalentemente maschili. C’è sempre la “mammella contrattuale” che a un certo punto salta fuori. La chiappa a gratis, la scena di sesso prima dell’omicidio… che altro? Ah, sì: gli urletti, i gemiti mentre la vittima femminile di turno si dimenava prima di essere inevitabilmente raggiunta dall’assassino. Quanti film hai visto infarciti di queste sequenze? A ogni buon conto, registe donne di film horror ce ne sono: ecco i loro film più interessanti.

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AMERICAN PSYCHO

(Regia di Mary Harron, 2000)

Ispirato all’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis, “American Psycho” è un film che tutti dovrebbero guardare perché è un “classico moderno”. Una satira calata nell’umorismo più nero, con protagonista un uomo impeccabilmente vestito da yuppie. Un serial killer ossessionato dal proprio aspetto fisico e materialista al massimo nella sempreverde e deliziosa cornice degli ignorantissimi anni ottanta. Il romanzo originale aveva toni estremamente cruenti e una violenza parecchio marcata, che non sarebbe stato possibile portare al cinema senza incorrere in pesanti tagli censori. In ogni caso, la regista Mary Harron, insieme alla sceneggiatrice Guinevere Turner, firmò lo script che venne scelto dallo stesso Ellis. A parte il piccolo stemperamento di toni, risulta comunque un film parecchio violento, nonché elegante e degno di nota.

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IL RISTORANTE ALL’ANGOLO

(Regia di Jackie Kong, 1987)

Che io sappia, Jackie Kong è stata una delle prime donne a dedicarsi al b-movie horror-splatter. Seguito spirituale di “Blood Feast”, film risalente al 1963 diretto da Herschell Gordon Lewis, “Il Ristorante all’Angolo” è uno di quei film che metti e ti rivedi a nastro perché nella loro ignoranza sono fantastici. Tirato su a spicci e preghiere, la storia ruota attorno a ‘sti due tizi che, riesumato il corpo dello zio, tenendone in vita il cervello in un barattolo di vetro, ne seguono ciecamente gli ordini, i quali prevedono di riportare in vita un’antica dea sanguinaria che lo zio venera. Per farlo, devono mettere assieme un nuovo corpo formato da parti di prostitute e una vergine. Cioè, cosa vuoi di più?

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BUFFY L’AMMAZZAVAMPIRI

(Regia di Fran Rubel Kuzui, 1992)

Nel 1992, quando l’influenza degli anni ottanta era ancora feroce e ben prima che il nome Buffy fosse associato a una serie televisiva di (almeno per me inspiegabile) successo, questo nome, dicevo, fu un film scritto da un non tanto conosciuto, allora, Joss Whedon. La cui sceneggiatura venne poi sviluppata dalla regista Fran Kuzui. Successivamente, lo show con protagonista Sarah Michelle Gellar, horror quanto un episodio de “L’Albero Azzurro”, ha messo in ombra il film con Kristy Swanson, ma c’è da dire che quest’ultimo non è che sia privo di fascino, eh. Tanto per dire, il cast comprende Donald Sutherland, Rutger Hauer, Hilary Swank e, dulcis in fundo, un giovane Luke Perry pre-Beverly Hills.

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NIGHTMARE 6 – LA FINE

(Regia di Rachel Talalay, 1991)

Una delle saghe horror più famose di sempre è “Nightmare on Elm Street”. A parte “Lo sconvolgente 3D Megadimensionale”, c’è da dire che a sconvolgere fu l’incasso: a fronte di un budget di poco più superiore agli otto milioni di dollari, ne guadagnò più o meno trentacinque, rendendolo uno dei capitoli della saga di maggior successo. “Nightmare 6” fu il debutto alla regia di Rachel Talalay, la quale non è stata presa a casaccio, avendo già vestito i panni di produttrice dei due precedenti film. Pertanto, una certa dimestichezza con il personaggio l’aveva. Peccato che, a differenza di altri registi dei film della serie “Nightmare”, la Talalay non abbia ottenuto lo stesso successo nella carriera. Mentre lei è rimasta a bocca asciutta, il regista del quarto film di Freddy, Renny Harlin, ha diretto “Die Hard 2″, mentre il suo immediato predecessore, Stephen Hopkins, fu assunto per girare “Predator 2″. Comunque, Rachel Talalay rimane l’unica donna ad avere diretto il film di uno dei franchise più importanti dei film slasher.

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MONSTER – ESSERI IGNOTI DAI PROFONDI ABISSI

(Regia di Barbara Peeters, 1980)

Dicevo poco più su di come Jackie Kong fosse una delle poche donne approcciatesi allo splatter, sì? Beh, prima di lei ci fu Barbara Peeters, che firmò questo assurdissimo quanto fantastico film prodotto dal leggendario Roger Corman, con il quale arrivò ai limiti dello sputarsi in faccia. Il motivo ruota intorno alla trama: stringendo il brodo, la classica azienda genetica farmaceutica si mette a fare esperimenti sui salmoni a cui somministra uno speciale ormone della crescita. Uno di questi “super-salmoni” fugge e, mischiandosi con altre specie marine, dà vita a una specie di uomini-pesce aggressivissimi, brutalissimi ma, sopratutto, affamati di sesso oltre ogni limite. Ora, anche se Corman si è sempre detto in favore della Peeters, elogiandola e sottolineando quanto fosse eccezionale il lavoro svolto, sopratutto nel girare le scene di morte che coinvolgono personaggi maschili, diceva anche di tutte le discussioni nate per le scene di stupro, che venivano solo “suggerite”, oppure al più si ricorreva allo stacco di scena immediatamente dopo l’attacco. Perciò, alla fine che fa Corman? Taglia direttamente la testa al pesce e una volta concluse le riprese, senza dire niente a nessuno assume James Sbardellati per girare tutte le sequenze di stupro e violenza gratuita e di cattivo gusto che voleva. Fu questo che fece incazzare tutti, tanto da far chiedere alla Peeters che il suo nome fosse rimosso dalla pellicola. Cosa che comunque non avvenne.

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JENNIFER’S BODY

(Regia di Karyn Kusama, 2009)

Forse non tutti sanno che la sceneggiatura di questo film è firmata da Diablo Cody, autrice e blogger, nonché ex-spogliarellista statunitense. La stessa che due anni prima di questo “Jennifer’s Body” vinse l’Oscar per il film “Juno”. Tornando a noi, c’è da dire che all’uscita Jennifer’s Body si è tirato appresso tante di quelle pernacchie da far paura. A beccarsene a mani bassissime fu proprio Megan Fox, che venne candidata ai Razzie (i premi per i peggiori film) di quell’anno. Molte critiche sono meritate, però non tutte giustificate. Visto il successo del precedente lavoro della Cody e la grande popolarità che Megan Fox stava vivendo con i film dei Transformers, chissà quali fantasiose aspettative s’erano creati in merito a questo film che all’uscita si rivelò nient’altro che un filmetto horror con qualche difetto di troppo. Magari tra una ventina d’anni, vai a vedere, che ti è diventato un cult.

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IL BUIO SI AVVICINA

(Regia di Kathryn Bigelow, 1987)

Potrei sbagliarmi, ma la Bigelow è stata la prima donna (e finora unica) a vincere l’Oscar per la miglior regia, quando nel 2009 uscì “The Hurt Locker”. Superando anche “Avatar” dell’ex marito James Cameron. Ma nel 1987, anni prima che Kathryn Bigelow girasse “The Hurt Locker, Strange Days” e “Point break”, realizzò “Near Dark”, film in cui recitano un bel po’ di attori che avevano lavorato con Cameron in “Aliens” l’anno precedente. “Il Buio si Avvicina”, come è conosciuto qui da noi, è un film splendidamente violento, forse il miglior “vampire-road movie” mai girato. Tra parentesi, una delle cose forti del film è sicuramente la colonna sonora dei Tangerine Dream.

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CIMITERO VIVENTE

(Regia di Mary Lambert, 1989)

Una delle poche trasposizioni di un romanzo di Stephen King a non essere completamente idiota. Forse perché la sceneggiatura per il film la scrisse King in persona, il quale s’impuntò malamente che fosse seguita alla lettera a differenza di molte altre opere tirate fuori dai suoi libri. Mary Lambert, una tipa che veniva dal mondo dei videoclip dell’epoca d’oro di Mtv (si narra che un tempo Mtv fosse un canale musicale), che aveva lavorato con gente come Madonna e Janet Jackson, alla fine è riuscita a tirare fuori un prodotto non solo decente, ma anche ben fatto. A guardarlo, Pet Sematary non fa rimpiangere il fatto che originariamente a dirigerlo sarebbe dovuto esserci George Romero.

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L’INSAZIABILE

(Regia di Antonia Bird, 1999)

Effettivamente il titolo italiano non è il massimo, ma è probabilmente la traduzione più fedele che si possa utilizzare. Questo è un film che mi piace particolarmente, soprattutto perché  Robert Carlyle è inquietante oltre ogni limite. Se i toni del film non sfociassero di tanto in tanto nella black comedy, sarebbe assolutamente agghiacciante. Per capirci, la storia ruota attorno a un piccolo e strampalato gruppo di soldati, a cui successivamente si unisce il protagonista, il capitano John Boyd. Siamo durante la guerra Messicano-Americana della metà dell’Ottocento, in un forte sperduto tra le montagne della Sierra Nevada. La vita scorre normale finché al forte si presenta ‘sto tizio, che racconta di essere scappato a un assassino che ha ucciso e divorato tutta la compagnia con cui viaggiava. Penso che questo sia uno dei migliori cannibal movies di sempre, anche perché si allontana dalla solita giungla e si rifà: A) A una storia vera; B) Alle leggende dei nativi americani che so’ sempre cospicuamente infognanti.

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THE SLUMBER PARTY MASSACRE

(Regia di Amy Holden Jones, 1982)

Il “Massacro del pigiama party”, oltre a essere un horror slasher, è un film alquanto particolare. Diretto da Amy Holden Jones, la sceneggiatura venne scritta dall’autrice e attivista femminista Rita Mae Brown che, insieme alla regista, voleva mettere in piedi una parodia del genere slasher. Nato come prodotto indipendente, è costato più o meno un paio di aperitivi presi in qualche posto sciccoso. S’interessò il solito Roger Corman, che decise di cacciare altra moneta per il film. Al di là della sceneggiatura palesemente umoristica, venne girato e montato come un film di genere vero e proprio. Risultato? Un horror abbastanza allucinante a metà tra il comico e l’involontariamente comico, che fa assai strano. ‘Sta specie di ibrido fu un discreto successo al botteghino, tanto che vennero addirittura prodotti e girati due seguiti.

Stay tuned horror-trucidi, ma sopratutto trucide!

 

 

1 commento

  1. I didn’t know such a masterpiece like Per Sematary was directed by Mary Lambert.
    Fantastic indeed 🙂

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