WARHOL E NOTO, IL BAROCCO IMMAGINARIO

Lo scorso agosto all’ex convitto Ragusa di Noto si è inaugurata la mostra “Warhol è Noto, il Barocco immaginario”, mostra che è giunta agli sgoccioli, considerato che chiuderà i battenti il 31 ottobre prossimo.
L’ottimo percorso espositivo curato da Giuseppe Stagnitta e realizzata da Fenice Company Ideas e Associazione Culturale Studio Soligo in collaborazione con il Comune di Noto, comprende circa 120 opere provenienti dalla famosa Collezione Rosini-Gutman. L’idea della mostra è nata dall’esigenza di raccontare e far conoscere al grande pubblico la potente forza comunicativa della grande personalità eclettica tra le più importanti dell’arte del novecento.
La mostra inizia con venti disegni degli anni cinquanta che descrivono l’inizio della sua carriera per passare alla nota Campbell’s Soup e Brillo e dalla celebre Marilyn Monroe a Ingrid Bergman, da Man Ray a John Gotti poi Liz Taylor fino al famosissimo pezzo unico che rappresenta Mao.
Si possono godere le famose foto stampate su rulli di carta kodak dal titolo Tacchi a Spillo e molti altri celebri pezzi unici che resero noto l’artista nel panorama internazionale. Sono esposte anche delle rarità su tela quali Liza Minnelli e Assassinio a Dallas oltre a numerose opere che rappresentano ottimamente la sua cospicua produzione come ad esempio Flowers, Cow e Fish.
La mostra spazia anche in direzione della “business art” come “cose”, “persone” e “simboli” che resero Wharol artista unico nel suo genere. Infatti manifesti dei suoi film, le copertine dei dischi tra cui quelle dei Rolling Stones, Velvet Underground, Graces Jones, alcuni abiti da lui disegnati e autoritratti video, sono come opere rappresentative di una “non scelta” estetica, ma neppure alcuna intenzione polemica nei confronti della società di massa: unicamente esse ci documentano quale è divenuto l’universo visivo in cui si muove quella che noi definiamo la «società dell’immagine» odierna.
Questa mostra è testimonianza di un’artista che a più di vent’anni dalla sua morte rimane una delle figure più influenti dell’arte e della cultura contemporanea. La vita e l’opera di Warhol ispira ancora oggi, pensatori creativi di tutto il mondo per il suo immaginario duraturo, poiché l’impatto artistico è molto più profondo è più grande di un’osservazione preveggente che ci conduce ad una verità semplice del “tutti e tutte le cose saranno famosi nel mondo almeno per quindici minuti”.
In mostra anche la proiezione di una rarissima intervista realizzata dal giornalista Vanni Ronsisvalle nel 1977 a Roma, in cui l’artista viene ripreso nel suo vagabondare per la città, mentre incontra personaggi del tessuto sociale romano di quel periodo, come Federico Fellini, e si sofferma a contemplare le architetture barocche della città.