UNA GUIDA AL COMPLESSO MONDO DELLE CRIPTOVALUTE

UNA GUIDA AL COMPLESSO MONDO DELLE CRIPTOVALUTE

Le criptovalute continuano ad attrarre grande curiosità da parte di un vasto pubblico, anche in Italia, malgrado il periodo poco felice che stanno attraversando. Il motivo di tale interesse deriva non soltanto dagli appetiti destati da un mercato comunque molto liquido e volatile, ma anche dalla discussione che esse continuano ad alimentare, spaccando l’opinione pubblica in due partiti contrapposti: coloro che le bollano come una truffa e chi invece le reputa una effettiva opportunità per democratizzare le attività valutarie.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza andando a vedere cosa sono le criptovalute e come funzionano.

Cosa sono le criptovalute
Per criptovalute si intendono quelle divise dematerializzate e digitali che basano il loro funzionamento sulla crittografia. La dematerializzazione deriva dal fatto che non vengono prodotte utilizzando leghe metalliche, bensì tramite il lavoro di computer in grado di risolvere complessi problemi matematici. L’attività di calcolo che sfocia infine nel varo del corrispondente token si chiama mining e prevede, appunto, l’aggiunta di un blocco alla catena formata ogni volta che i calcoli in questione siano terminati.
Proprio questo particolare processo di creazione della moneta virtuale le assicura una caratteristica fondamentale, ovvero la decentralizzazione. In pratica non esiste una banca centrale chiamata a regolare lo scambio di moneta e proprio per questo si parla di democratizzazione dei processi valutari.

A cosa servono le criptovalute
Le criptovalute possono essere utilizzate all’interno dei tanti scambi che avvengono online, per esempio nelle transazioni commerciali. Molte delle monete create hanno in effetti attirato presto le attenzioni di enti finanziari di primaria importanza, proprio perché possono diventare il carburante del commercio online. In particolare si guarda alle divise digitali come possibile alternativa al sistema SWIFT, la rete di messaggistica che caratterizza l’attuale scambio di informazioni e istruzioni, le quali rendono possibili i trasferimenti internazionali di denaro, in uso dalla prima metà degli anni settanta.

Perché le criptovalute sono contestate dalla finanza tradizionale
Nel corso degli anni le criptovalute sono più volte finite nel mirino della finanza tradizionale. In particolare sono state accusate di essere una sorta di ‘lavanderia’ per capitali illegali: accusa che è stata rispedita al mittente dai sostenitori delle divise digitali, i quali hanno avuto buon gioco nel dimostrare come tutte le transazioni che avvengono sulla blockchain, la tecnologia su cui si basano, sono rintracciabili all’interno del registro delle attività, che è pubblico.
Va però anche ricordato come le monete virtuali siano state largamente utilizzate nel corso degli anni all’interno del cosiddetto Dark Web, ovvero la parte “oscura” della rete in cui si svolgono molte attività criminali. In particolare, dopo un primo periodo in cui era stato utilizzato il Bitcoin, le organizzazioni che praticano il traffico di droga o il commercio illegale di armi si sarebbero orientate verso divise meno difettose da un punto di vista tecnico.
La graduatoria delle criptovalute più usate in questo particolare comparto, redatta da Recorded Future, sarebbe capeggiata attualmente da Monero, Dash, Ether e Litecoin, con il Bitcoin confinato al quinto posto.

 

 

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati con *

Dichiaro di aver letto l'Informativa Privacy resa ai sensi del D.lgs 196/2003 e del GDPR 679/2016 e acconsento al trattamento dei miei dati personali per le finalità espresse nella stessa e di avere almeno 16 anni. Tutti i dati saranno trattati con riservatezza e non divulgati a terzi. Potrò revocare il mio consenso in qualsiasi momento, integralmente o parzialmente, con effetto futuro, ed esercitare i miei diritti mediante notifica a info@giornalepop.it

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*