MEGLIO TOTÒ CON SCENEGGIATURA O A RUOTA LIBERA?

Arrangiatevi (1959) di Mauro Bolognini, uno dei migliori film interpretati da Totò, contiene numerosi riferimenti alla futura commedia erotica.
Tra gli interpreti ci sono Peppino De Filippo, Laura Adani, Cristina Gajoni, Vittorio Caprioli, Franca Valeri, Achille Majeroni, Adriana Asti e Mimmo Poli.
Bolognini gira una pellicola critica nei confronti del perbenismo piccolo borghese e del matriarcato tipico della famiglia italiana. Il regista fornisce un quadro delle carenze abitative nel dopoguerra, riprende le macerie dei bombardamenti come in un film neorealista e mette in evidenza la fame di alloggi in una grande città, dove si finiva per convivere in più famiglie sotto lo stesso tetto, separati da un sottile muro di compensato.
Il bersaglio è un’Italia legata al passato che deve ancora digerire la legge Merlin e la conseguente chiusura delle case di tolleranza. Il film ha molti problemi con la censura per le situazioni scabrose che vivacizzano la commedia degli equivoci, quando Peppino De Filippo trasferisce la famiglia in una nuova residenza. Soltanto lui e il figlio militare sanno che si tratta di una casa di tolleranza riadattata a uso abitativo, mentre le donne credono che sia un ex istituto di bellezza.
Quando la moglie scopre la verità il matrimonio rischia di andare a rotoli, ma alla fine la donna ci ripensa e affronta le malelingue con grande dignità. “Questa è una casa rispettabile!”, esclama. Indimenticabile il grido di Totò dalla finestra che chiude la pellicola: “Oramai li hanno chiusi. Arrangiatevi!”.
Il lieto fine è assicurato, un sorriso stempera qualche lacrima familiare.
Mauro Bolognini si dimostra capace di gestire il passaggio dal registro comico al drammatico, per diluire tutto in un finale leggero. Si tratta di una commedia ispirata a un lavoro teatrale di De Majo e Gioli (Casa nova… vita nova), sceneggiata per il cinema dai grandi Benvenuti e De Bernardi, un testo che mette in risalto le doti comiche di Totò (in un insolito ruolo da nonno) e di Peppino De Filippo.
Bravi anche Franca Valeri come ex prostituta e Vittorio Caprioli nei panni di un laido imbroglione privo di scrupoli. La recitazione è teatrale, il film girato in interni lo impone, ma i dialoghi sono freschi e divertenti. Il tono passa da commedia a farsa, non mancano parti sentimentali e accenni di commedia rosa che ricordano modi antichi di relazionarsi tra uomo e donna.
Aiuto regista è Mariano Laurenti, futuro autore della commedia sexy. Anche se la pellicola non contiene elementi erotici espliciti, per i tempi che corrono è già trasgressivo imbastire una sceneggiatura basandosi su case di tolleranza e prostituzione.
Il film è la dimostrazione di quanto Totò fosse un grande attore, capace di virare il registro comico da commedia con accenni nostalgici e sentimentali alla farsa più ridanciana e leggera.
Un esempio del secondo tipo di film lo troviamo in Totò contro Maciste (1962) di Fernando Cerchio che non rientra (come Arrangiatevi) nei cento film italiani da salvare, ma che dimostra tutte le doti mimiche dell’attore napoletano.
La storia è narrata con il piglio della farsa, dedicata a un pubblico popolare, soprattutto di ragazzini, partendo da filmati di vecchi peplum inseriti ad arte in una scenografia ricostruita in studio.
Nell’antico Egitto, Totò e Nino Taranto sono due guitti che si esibiscono in numeri di forza (con il trucco), ma il faraone crede davvero che Totò sia fortissimo e lo assolda per sconfiggere Maciste.
Il film vive sulle gag verbali e fisiche dei due comici, con un Nino Taranto formidabile nel ruolo di spalla e un Totò esilarante in una serie di battute che risultano ancora efficaci. Maciste viene reso cattivo e violento dalla perfida moglie del faraone, che trama insieme a un dignitario di corte per liberarsi del consorte. In realtà il forzuto sarebbe buono (un po’ tonto) e innamorato della bella Nefertiti.
Tra gli attori, Luigi Pavese (grande doppiatore) è il gestore del locale dove i guitti si esibiscono, Nerio Bernardi è il pacioso faraone, il culturista canadese Samson Burke un inespressivo Maciste, la bella statunitense Nadine Sanders la moglie fedifraga.
Fernando Cerchio dirige tre parodie del peplum con protagonista Totò, a parte questa farsa su Maciste, ricordiamo Totò e Cleopatra (1963) e Totò contro il pirata nero (1964).
Totò se la cava bene, da grande attore, ma la differenza tra questo prodotto popolare e una storia sceneggiata da Benvenuti e De Bernardi, diretta da Bolognini e tratta da una commedia teatrale, risulta evidente anche allo spettatore meno cinefilo.
SCHEDE TECNICHE: ARRANGIATEVI E TOTÒ CONTRO MACISTE
Arrangiatevi (1959) – Regia: Mauro Bolognini. Durata: 105’. Genere: Commedia. Colore: B/N. Soggetto: Mario De Majo, Vinicio Gioli (commedia Casa nova… vita nova). Sceneggiatura: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi. Montaggio: Roberto Cinquini. Fotografia: Carlo Carlini. Musiche: Carlo Rustichelli. Scenografia: Mario Garbuglia. Costumi: Orietta Nasalli Rocca. Interpreti: Peppino De Filippo (Peppino), Totò (nonno), Laura Adani (Maria). Cristina Gajoni (Maria Berta), Cathia Caro (Bianca), Marcello Paolini (Nicola), Enrico Olivieri (Salvatore), Mario Valdemarin (Luciano), Vittorio Caprioli (Pino), Franca Valeri (Marisa), Achille Majeroni (nonno istriano), Giorgio Ardisson (Romano), Luigi de Filippo (Neri), Franco Balducci (scommettitore), Antoine Nicos (padre rettore), Lola Braccini (sora Gina), Federico Collino (monsignore), Arrigo Peri (Santini), Giusi Raspani Dandolo (madre istriana), Leopoldo Valentini (Bossi), Angelo Zanolli (Felice), Adriana Asti (baby sitter), Vera Drudi (abitante ex casa chiusa), Guido Martufi (postino), Giuliano Gemma (pugile), Mimmo Poli (venditore di polli).
Totò contro Maciste (1962) – Regia: Fernando Cerchio. Durata: 92’. Genere: Farsa (peplum comico). Soggetto: Ottavio Poggi. Sceneggiatura: Ugo Liberatore, Bruno Corbucci, Giovanni Grimaldi, Gastone Da Venezia. Fotografia: Angelo Lotti. Montaggio: Antonietta Zita. Scenografia: Antonio Visone, Francesco De Masi. Costumi: Giancarlo Bartolini. Musiche: Francesco De Masi. Produttore: Nino Battiferri. Case di Produzione: Wangard Film, Liber Film. Interpreti: Totò (Totokamen, Sabakis), Nino Taranto (Tarantenkamen), Samson Burke (Maciste), Nadine Sanders (faraona), Nerio Bernardi (faraone), Gabriella Andreini (Nefertite, figlia del faraone), Luigi Pavese (gestore locale notturno), Nino Marchetti (gran dignitario), Piero Palmerini (Baitan), Carlo Taranto (consigliere assiro).
MAURO BOLOGNINI E FERNANDO CERCHIO IN SINTESI
Mauro Bolognini (Pistoia 1922 – Roma, 2001), diplomato al Centro Sperimentale di Roma dopo aver compiuto studi di architettura, aiuto di Luigi Zampa, Yves Allégret e Jean Delannoy.
Primo lavoro da regista Ci troviamo in galleria (1953), seguono commedie intimiste e sentimentali influenzate dal neorealismo rosa.
Commedie brillanti dallo stile personale: Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo (1956) e Giovani mariti (1958). La notte brava (1959) rielabora I ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini; Il bell’Antonio (1960) è tratto dal romanzo scandalo di Vitaliano Brancati; L’eredità di Mario Pratesi viene ridotta in un omaggio alla Toscana ne La viaccia (1961), dipingendo con cura formale un ritratto di fine secolo della sua regione.
Agostino (1962) è ancora un tema scabroso, da Alberto Moravia, la torbida gelosia di un figlio innamorato della madre che contrasta la sua relazione con un corteggiatore.
Senilità (1962) è ispirato all’omonimo romanzo di Italo Svevo, sceneggiato da Tullio Pinelli e Goffredo Parise. La corruzione (1963) è un buon film sugli anni del boom economico.
Molti film collettivi a episodi come La mia signora (I miei cari e Luciana, 1964), Le bambole (Monsignor Cupido, 1965), La donna è una cosa meravigliosa (La balena bianca e Una donna dolce dolce, 1966), Le fate (Fata Elena, 1967), Le streghe (Senso civico, 1967), L’amore attraverso i secoli (Notti romane, 1967), Capriccio all’italiana (Perché? e La gelosa, 1968). Un bellissimo novembre (1969) è ancora una pellicola letteraria tratta da un romanzo di Ercole Patti. L’assoluto naturale (1969) è erotismo colto, tratto da un testo teatrale di Goffredo Parise. Metello (1970) è il romanzo di Vasco Pratolini portato al cinema senza nessuna interferenza registica.
Altre opere degne di nota con riferimenti letterari: Bubù (1971), Imputazione di omicidio per uno studente (1972), Fatti di gente per bene (1974), Per le antiche scale (1975), Libera, amore mio (1975) e L’eredità Ferramonti (1976). Gran bollito (1977) è una commedia che ricostruisce in chiave horror – grottesca la vicenda di Leonarda Cianciulli, detta la Saponificatrice di Correggio.
Dove vai in vacanza? (1978) mostra Bolognini alle prese con la commedia erotica vera e propria in un film collettivo che ha come filo conduttore le vacanze, firmato con Luciano Salce e Alberto Sordi. L’episodio di Bolognini è intitolato Sarò tutta per te e vede interpreti Ugo Tognazzi e Stefania Sandrelli per dare vita alla più classica delle situazioni da commedia degli equivoci.
Tra gli ultimi film citiamo La vera storia della signora delle camelie (1981), il televisivo La certosa di Parma (1982) e La villa del venerdì (1991), che ribadiscono uno stile colto e raffinato, grande cura per le scenografie e molti riferimenti letterari. Tra le ultime cose nel segno di Moravia ricordiamo la versione televisiva de Gli indifferenti (1987) che va in onda nello stesso anno in cui al cinema viene distribuito il politico – umanitario Mosca addio. Nelle ultime opere troviamo attenzione all’erotismo ne La Venexiana (1986).
Fernando Cerchio (Luserna, 1914 – Mentana, 1974) studente di belle arti, realizza film a passo ridotto e partecipa ai Littoriali della Patria ricevendo premi e riconoscimenti critici. Notturno (1936) segna il suo apprezzato debutto nel cartone animato.
Frequenta il Centro Sperimentale sotto la guida di Alessandro Blasetti, montatore per Istituto Luce (1938), infine regista di documentari (1940): Comacchio (1942) riceve premi a Venezia e a Parigi. Primi lungometraggi al tempo della Repubblica sociale, debutta con La buona fortuna (1944).
Attivo nel dopoguerra come discreto autore di documentari e film a soggetto diretti a un pubblico popolare che frequenta le sale di terza visione. Tra i film migliori: Gente così (1949) e Il bivio (1950), ma anche diversi mitologici, tra questi tre peplum comici interpretati da Totò. La sua carriera termina con Il marchio di Kriminal (1967)

Gordiano Lupi, autore dell’articolo, ha scritto “Sogni e altiforni”, Edizioni A. Car