THE WALKING DEAD N. 193: L’ADDIO

THE WALKING DEAD N. 193

L’ultimo numero The Walking Dead (ultimo nel senso di conclusivo) è al momento disponibile solo nella edizione originale in inglese della Image. La serie è attualmente edita in Italia da SaldaPress.

Era ottobre del 2003 quando usci il primo numero di The Walking Dead, creato e scritto da Robert Kirkman, disegnato da Tony Moore dal primo al sesto numero, e da Charlie Adlard dal settimo in avanti.
A quasi sedici anni di distanza, la serie è giunta alla conclusione con il numero 193, che mette definitivamente la parola fine alla saga fumettistica che ha avuto un innegabile impatto sull’horror, particolarmente sul genere riguardante gli zombie. In questi anni abbiamo assistito a una vera e propria mania che ha generato un numero spropositato di produzioni a tema morti viventi. Sono stati prodotti film, libri, giochi, serie televisive e ovviamente fumetti, ma anche gadget vari: niente è stato “risparmiato”.

L’idea degli zombie non è certo nuova e Kirkman non ha inventato o rivoluzionario nulla eppure, dopo l’uscita della serie a fumetti, questa creatura del mondo horror ha acquisito una popolarità sempre crescente, specialmente dopo che nel 2010 ha preso il via la serie televisiva omonima. Insomma, quello che era iniziato come un piccolo fumetto in bianco e nero (cosa rara in America) di zombie, poco per volta è diventato un fenomeno globale.
Ma tutte le cose, presto o tardi, giungono a una conclusione.

Probabilmente, il successo di The Walking Dead è da ricercarsi nel fatto che si tratta di una storia che ci fa apprezzare la vita nella sua forma più vera. Lo fa attraverso il suo protagonista, Rick Grimes, dal momento in cui si sveglia dal coma in un mondo diverso da quello che conosceva. Affrontando tutte le difficoltà man mano incontrate per cercare di salvare l’umanità da quello che sembrerebbe essere un punto di non ritorno e cercando di assicurare un mondo migliore a suo figlio Carl, come a tutti quelli che si sono uniti a lui nel corso del tempo. The Walking Dead è anche una storia che parla di quanto si può realizzare tutti insieme, unendo le forze e aiutandosi gli uni con gli altri, ed evidenzia come l’umanità ha la possibilità (e la forza) di sopravvivere, anche quando tutto sembra ormai perduto.

In questa direzione, va la decisione di Kirkman di non fare mai accenni su cosa abbia causato l’epidemia zombie, così come di non parlare degli sforzi che, sicuramente, sono stati compiuti da più parti per trovare una cura o un rimedio a quanto stava accadendo. Cosa che avrebbe forse impedito ai lettori di immedesimarsi con i personaggi, che sono persone normali catapultate in un mondo e in situazioni che richiedono sforzi notevoli per essere affrontate. Del resto, lo scrittore americano non ha mai fatto mistero di non essere particolarmente interessato alle origini della pandemia. Non sono importanti le origini, ma le conseguenze.

La storia di questo centonovantatreesimone ultimo numero di The Walking Dead si svolge parecchi anni dopo i fatti narrati nei numeri precedenti. Con un numero oversize di settanta pagine “tocca” praticamente tutti i suoi personaggi più importanti, cercando di tirarne i fili pendenti riuscendo a far contenta la maggior parte dei lettori della prima.
A differenza del salto temporale di qualche anno avvenuto dopo il ciclo “Guerra totale” (“All Out War”: n. 115-126 della serie regolare, n. 20 e n. 21 della raccolta in volume), qui siamo di fronte a un “passo in avanti” di qualche decina d’anni, che ha come unico scopo quello di dare un taglio netto con il passato e concludere la storia. La grande quantità di tempo che intercorre tra questo ultimo numero e i precedenti è tale da dare l’impressione che quasi tutto sia praticamente nuovo ed “estraneo”, il che non sarebbe neanche un male se non fosse che, purtroppo, la scrittura generale di questo numero non ha quella qualità a cui l’autore ci ha abituato. In particolare, sono i momenti finali ad accusare il colpo maggiore non riuscendo a essere convincenti e non risultando fedeli ai toni della storia raccontata fino a ora.

Anche i disegni di Charlie Adlard sono mediamente buoni senza però raggiungere la qualità a cui l’artista ha abituato i lettori nel corso degli anni. Molti personaggi ricevono un “trattamento” quasi approssimativo, tanto che in alcune vignette a volte si fatica a riconoscerli, lasciando la sensazione di un disegno un po’ affrettato.

The Walking Dead n. 193, nel bene e nel male, è indubbiamente una chiusura. Al di là delle scelte di trama, condivisibili o meno, la sensazione generale è quella di trovarsi alla presenza dello svolgimento di un compito. Si tratta di un compito ben svolto, ma privo di quella forza che ha contraddistinto la serie. Una conclusione che avesse occupato qualche numero in più avrebbe portato a una realizzazione certamente più accurata. The Walking Dead aveva esaurito la sua forza narrativa da un po’ di tempo e, personalmente, avrei gradito una chiusura della serie già da parecchi numeri.

In Italia, The Walking Dead la casa editrice SaldaPress lo propone in quattro edizioni: in libreria con volumi brossurati (la prima edizione italiana), volumi cartonati e “compendium” di grandi dimensioni, in edicola con un albi nel formato bonellide.
Con il numero 32, in distribuzione a dicembre 2019, terminerà la pubblicazione dei volumi brossurati, mentre con il numero 16 termineranno quelli cartonati. La pubblicazione del quarto e ultimo compendium è programmata per i primi mesi del 2020. L’edizione da edicola si concluderà con il numero 70.

 

The Walking Dead n. 193

storia: Robert Kirkman
disegni: Charlie Adlard
colori cover: Cliff Rathburn

Image Comics
pag. 80
(70 + 10 di extra)
spillato
b/n

n. 193
3 luglio 2019
ultimo numero della serie

 

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