SENZA ESCLUSIONE DI COLPI: 10 CURIOSITÀ

SENZA ESCLUSIONE DI COLPI: 10 CURIOSITÀ

Senza esclusione di colpi (Bloodsport, 1988) credo sia il più grande film di mazzate di tutti i tempi.
Certamente c’è stata una valanga di film migliori sotto molti punti di vista. Vedi, per esempio, I 3 dell’Operazione Drago e Undisputed 2. Ma sta di fatto che pochi film dove si buttano le mani con violenza ti infognano malamente come Senza esclusione di colpi.

In virtù di questo, andiamo a buttare l’occhio su una decina di curiosità sul film ispirato alla vera / finta storia di un uomo che lotta a rischio della vita in un violento torneo di arti marziali di cui solo lui conosce l’esistenza.

 

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SENZA ESCLUSIONE DI COLPI: 10 CURIOSITÀ

A quanto pare, il film è basato su fatti realmente accaduti a Frank Dux, un tipo che, per quello che dice di aver fatto in vita sua, a confronto James Bond e Rambo sono buoni giusto per aiutare Dodò a spicciare l’Albero Azzurro.

Frank Dux asserisce che nel 1975, ai tempi in cui era un agente sotto copertura, prese parte al “Kumite”, un torneo segreto di arti marziali organizzato nei bassifondi dalla malavita, e di averlo vinto. Questi, in linea di massima, sono i fatti che hanno ispirato il film.

Nel corso del tempo la situazione è diventata paradossale, simile alla Teiera di Russell: nessuno ha mai sentito parlare del Kumite, nessuno si è mai fatto avanti per confermare una qualunque delle affermazioni di Dux che non possono essere dimostrate né confutate.
La convinzione largamente diffusa è che Dux non sia altro che (per usare una definizione tecnica) un pallonaro.

 

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SENZA ESCLUSIONE DI COLPI: 10 CURIOSITÀ

In ogni caso, Frank Dux è stato il fighting coordinator del film. Tra l’altro, quando Jean-Claude Van Damme venne scelto per interpretarlo, nonostante i suoi riconoscimenti nelle arti marziali e nel mondo del bodybuilding, Dux disse che la sua forma fisica non era un granché.

Non ho idea di come fosse Van Damme nel momento in cui si presentò sul set. Però, tenendo presente che il suo ultimo incontro da professionista si tenne nel 1980, e che nei sei anni successivi i primi passi della sua carriera cinematografica l’hanno visto come stuntman, senza contare il ruolo del lottatore russo cattivo, antagonista nel film Kickboxers – Vendetta personale (No Retreat, No Surrender) di Corey Yuen, non penso fosse proprio un rottame.

Comunque sia, Dux lo sottopose a un programma di allenamento speciale della durata di tre mesi. Van Damme disse in seguito che quelli furono i mesi più duri della sua vita.  

 

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SENZA ESCLUSIONE DI COLPI: 10 CURIOSITÀ

Prendiamo un attimo le distanze da Dux, ok? Una domanda: che hanno da spartire La Casa (Evil Dead) di Raimi e Senza esclusione di colpi? Entrambi sono stati vittime dell’assurdo tentativo di serializzazione di titoli ingannevoli della distribuzione italiana.

Da Senza esclusione di colpi del 1988 uscirono tre seguiti ufficiali: Bloodsport II: The Next Kumite nel 1996. Bloodsport III nel 1997 e Bloodsport IV: The Dark Kumite nel 1999. Tutti con protagonista Daniel Bernhardt, noto perlopiù come il Van Damme degli scappati di casa, e per la parte di Siro nella serie tv Mortal Kombat: Conquest.

SENZA ESCLUSIONE DI COLPI: 10 CURIOSITÀ

Inoltre nel 1989 uscì il film No Holds Barred con Hulk Hogan, arrivato da noi anch’esso con il titolo Senza esclusione di colpi
Nel 1990, invece, Van Damme fu protagonista di un insipido prison movie, Death Warrant, da noi adattato col titolo Colpi Proibiti.
Ci siamo? Attenzione perché adesso arriva il bello: nel 1991 uscì il film American Kickboxer che con Van Damme e Bloodsport non aveva nulla a che spartire, ma da noi venne importato con il titolo Senza esclusione di colpi 2. Mentre Bloodsport II e III arrivarono con i titoli Colpi Proibiti II e Colpi Proibiti III. Una cagnara allucinante.

 

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Un fatto divertente riguarda il personaggio di Ray Jackson, nel film interpretato da Donald Gibb. Ray, sulla base di accordi fatti con lo stesso Frank Dux, sarebbe basato su un vero amico di quest’ultimo, ovvero il campione di jujitsu nonché ex motociclista Richard Robinson.

Va be’ che Gibb sia poi diventato noto maggiormente per il ruolo di Orco nel film La rivincita dei nerd ed è risaputo che sia considerato uno che con le arti marziali non abbia niente in comune. Nel film, il suo personaggio, nonostante fosse basato specificatamente su Robinson, non tira manco un calcio per sbaglio. Va avanti giusto un po’ a schiaffi e papagni senza mai, e dico mai, usare un solo colpo di una qualsivoglia arte marziale a caso.

 

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Se il buttare le mani a casaccio poteva magari andare bene per il personaggio di Gibb, di certo non poteva essere così per il “boss finale” del film.
Il malvagio Chong Li, è interpretato dall’artista marziale e bodybuilder cinese Bolo Yeung. Il cui vero nome è Yang Sze.

Praticamente, nel 1973 esce I 3 dell’Operazione Drago, ok? Ecco, in questo film uno dei “mid-boss” è appunto interpretato da Sze, il cui personaggio non solo è simile, se non uguale, al Chong Li di Senza esclusione di colpi, ma era chiamato appunto Bolo. Da qui in poi, Yang Sze decise di adottare il nome d’arte Bolo Yeung.

Nonostante non lo dimostri per niente, Bolo in Senza esclusione di colpi aveva già passato i quaranta. Come attore è attivo dalla fine degli anni sessanta, ma solo grazie al sodalizio con Van Damme, Bolo Yeung è diventato famoso in occidente come “cattivo”.
Da diverse interviste è venuto fuori che in realtà è un tipo pacioccone. Tanto che durante le pause tra le riprese passava il tempo a giocare con il figlio che si tirava appresso.

 

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Senza esclusione di colpi si svolge in location parecchio suggestive. Si tratta, infatti, di uno degli ultimi film le cui riprese si sono svolte a Kowloon Walled City, una enclave autonoma all’interno di Hong Kong, prima che venisse abbattuta.

Anche se Frank Dux afferma che nel 1975 prese parte al Kumite a Nassau, nelle Bahamas, non a Hong Kong, dove  è ambientato il film.

 

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Spesso i personaggi del film sono d’ispirazione per altre opere dal grosso impatto. Tipo Shang Tsung e Raiden di Mortal Kombat, che erano stati presi di peso da Lo Pan e Fulmine, uno delle Tre Bufere.

Qui succede la stessa cosa: il Frank Dux interpretato da Van Damme, anche se in una forma vagamente parodistica, è il modello su cui è basato Johnny Cage, con il quale condivide storia, aspetto e il famoso pugno alle palle in spaccata.

 

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In Senza esclusione di colpi Van Damme è in grado di eseguire un particolare colpo, il Dim Mak, ovvero il famoso Colpo della Morte.
Immagino che chiunque abbia visto il film lo ricordi benissimo, ma a beneficio dei disinformati diciamo che il Dim Mak è una specie di variante della tecnica di Hokuto usata da Ken il guerriero: tramite colpi sferrati in sequenza ai punti di pressione dell’avversario, l’attaccante può provocare fratture ossee, lesioni ai muscoli, paralisi e addirittura la morte.
Il vero Frank Dux asserisce di padroneggiare questa tecnica.

In realtà, il Dim Mak non esiste. O meglio, esiste, ma solo nei miti folkloristici cinesi sulle arti marziali. Sostanzialmente è una specie di deus ex machina presente da millemila anni nei romanzi cinesi di genere wuxia. Si tratta di romanzi d’avventura simili ai nostri di cappa e spada.

Tanto per dire, anche Volpe di Giada nel film La Tigre e il Dragone usa il Dim Mak, eh. A ogni modo, grossa parte del successo in occidente del “colpo della morte” è dovuto a un certo Conte Dante, che fra gli anni sessanta e settanta iniziò a pubblicare a nastro annunci particolari sulla rivista Black Belt e altri magazine del settore.
In sostanza diceva di poter insegnare a chiunque il Dim Mak, previo versamento di una piccola quota d’iscrizione alla “Black dragon fighting society”.

 

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Senza esclusione di colpi fu un enorme successo, nonché il trampolino di lancio per la carriera di un giovane Jean-Claude Van Damme, che, fino a quel momento, non è che avesse concluso poi tanto. Tutto ciò è stato dovuto a una concomitanza di fattori, primo tra i quali la proverbiale botta di culo.

Infatti, il ruolo di Frank Dux originariamente era andato a Jeff Pruitt. Il quale era già da tempo affermato nel settore come stuntman, stunt coordinator e artista marziale. Tra parentesi, era cintura nera di Tang Soo Do.
L’unico motivo per cui si “ripiegò” su Van Damme fu perché Pruitt ebbe un brutto incidente in cui si fratturò la caviglia che lo tenne fermo per un anno.

 

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Frank Dux di qua, Frank Dux di là… ma alla fine della fiera chi è questo Frank Dux? C’è chi lo ritiene un campione e chi un povero mitomane.

All’uscita di Senza esclusione di colpi fece scalpore la notizia che il film fosse basato su fatti realmente accaduti. I problemi nacquero in seguito alle interviste a Dux, che raccontava (e si raccontava in) fatti straordinari. Troppo per non suscitare dubbi.

Cosicché, subito dopo l’uscita del film, il giornalista James Johnson pubblicò un articolo-inchiesta in cui sbugiardava Dux. Tra le varie cose, Johnson, dopo aver svolto alcune indagini, scrisse che il trofeo del Kumite altro non era che un pezzo realizzato su ordinazione in un negozio a North Hollywood, ritirato da Dux stesso.

Nel film Van Damme fa la parte di un militare che partecipa al Kumite nonostante il divieto dei superiori. Nelle sue affermazioni, invece, il vero Dux asserisce che nel 1975 era un agente speciale della Cia, con l’ordine d’infiltrarsi nel giro dei combattimenti clandestini per sgominare la criminalità organizzata.
Di suo già questa cosa suona come una cazzata, va’. Il fatto è che, pur volendo concedere il beneficio del dubbio, nessuno che pratichi arti marziali pare abbia mai sentito anche solo nominare il Kumite.

Come se non bastasse nel 1993 Dux scrisse un libro, The Secret Man, in cui parlava delle sue imprese come soldato scelto in Vietnam e agente speciale della Cia.
Con la modestia di un pavone dalle piume di diamanti, nel libro Dux si descrive “scaltro e agile”, “un professionista delle arti marziali considerato da molti l’uomo più veloce esistente sul pianeta”, “un uomo capace di sfondare un vetro antiproiettile a mani nude” e pure “un grande cacciatore”.

Peccato che dopo la pubblicazione del libro, il ricercatore B.G. Burkett attraverso il Freedom of Information Act, ottenne una copia dello stato di servizio di Dux. Scoprì che aveva  servìto nella Marina come riservista dal 1975 al 1981. Tenendo presente che la guerra in Vietnam terminò il 30 aprile 1975, significa che Dux non era manco entrato nell’esercito.

Ci sarebbero anche altre cose, ma, in linea di massima, questi sono i fatti: direi che è tutto.

 

Stay Tuned, e soprattutto Stay Retro.

 

 

 

1 commento

  1. Ma ci vuole così tanto a capire che Kickboxer-Il nuovo guerriero, Lionheart-Scommessa vincente, La prova, ecc, non sono altro che scopiazzature/remakes non dichiarati di questo primo successo di Van Damme? Sostanzialmente, tutti film su “tornei” di arti marziali. Non amo molto l’attore-marzialista belga, ma questo è uno dei pochi suoi film che ho e che ogni tanto rivedo….

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