IL SANDOKAN DI KABIR BEDI ENTRA NELLA LEGGENDA

Kabir Bedi in Sandokan

Martedì 6 gennaio 1976, alle 20.40, sul Programma Nazionale (l’attuale Rai Uno) va in onda la prima puntata dello sceneggiato “Sandokan”, il celebre eroe dei libri di avventure esotiche di Emilio Salgari.


Sandokan appare nel Ciclo dei pirati della malesia, una serie di romanzi iniziata a puntate su riviste e poi pubblicati in volumi dal 1883 al 1913, due anni dopo il suicidio dell’autore. Libri per ragazzi continuamente ristampati fino alla serie televisiva e oltre.


Le altre cinque puntate della miniserie sono trasmesse le domeniche successive fino all’8 febbraio. Lo sceneggiato è frutto di una coproduzione tra Italia, Francia, Germania Occidentale e Regno Unito.


A interpretare il pirata della Malesia è l’attore anglo-indiano Kabir Bedi, al suo fianco il francese Philippe Leroy nella parte del portoghese Yanez de Gomera.

A impersonare il loro acerrimo nemico è Adolfo Celi, lo spietato “rajah bianco” di Sarawak, James Brooke.


Ad aiutare James Brooke nella lotta contro i pirati c’è il giovane ufficiale Sir William Fitzgerald, interpretato da Andrea Giordana.


Fitzgerard contende a Sandokan l’amore di Lady Marianna Guillonk, detta la Perla di Labuan, interpretata da Carole Andrè.


Suo padre è Lord Guillonk, interpretato da Hans Caninenberg, il rappresentante della Compagnia delle Indie (l’organizzazione inglese che sfruttava commercialmente le colonie).


Lo sceneggiato è diretto da Sergio Sollima, famoso regista di “spaghetti western”. La storia è ambientata nella Malesia di metà ottocento dominata dall’impero coloniale britannico.

La storia della miniserie di Sandokan

Sandokan è un ex principe la cui famiglia reale è stata sterminata dagli inglesi, pertanto ha giurato vendetta contro gli invasori battendosi e mettendosi alla testa dei suoi “tigrotti”, insieme ai quali depreda le navi con azioni di pirateria.

Tra i suoi fedelissimi spiccano l’agile Giro Batol


… e il gigantesco Sambigliong.


Non tutti i tigrotti sono altrettanto fedeli. Uno di loro, catturato da Brooke, per salvarsi la vita accetta di tradire la Tigre di Mompracem, il soprannome di Sandokan.


Colpito a tradimento mentre tentano di catturarlo, Sandokan finisce ferito su una spiaggia dove viene soccorso dai servitori di casa Guillonk.


La bella Marianna in persona si occupa di lui, e il pirata, non riconosciuto, se ne innamora. Durante una caccia alla tigre la ragazza si trova in pericolo.


Sandokan spicca un grande balzo e uccide la belva lasciandosi scappare il suo tipico grido di battaglia.


Sir William Fitgerald, riconosciuto l’urlo, smaschera Sandokan che però riesce a fuggire aiutato da Tremal Naik (Kumar Ganesh).


Sandokan torna da Marianna, la quale, innamorata pure lei nonostante il bel Fitzgerald l’abbia chiesta in moglie, decide di fuggire con lui. Brooke lo insegue con una nave e lo cattura facilmente, dato che Sandokan si rifiuta di combattere con Marianna a bordo.


Sembra davvero la fine, ma la Tigre beve una sorta di veleno che provoca la morte apparente per farsi buttare in mare. Messosi in salvo, insieme a Yanez escogita un sistema per riprendersi l’innamorata, che nel frattempo sta per essere rispedita in Inghilterra per evitare altri colpi di testa. I tigrotti invece la raggiungono e, nello scontro, Sandokan si trova di fronte Fitzgerald.


L’ufficiale inglese, per orgoglio di uomo innamorato, lo sfida a duello malgrado sappia di essere inferiore a Sandokan, il quale prima cerca di risparmiarlo e poi è costretto a ucciderlo.


Lo stesso James Brooke, intervenuto di gran carriera, cade prigioniero del capo dei pirati.


Sandokan scambia la sua vita con quella di Yanez, che era stato scoperto e arrestato dagli inglesi nonostante fosse travestito.
Alla fine Sandokan e Marianna si sposano a Mompracem.

A causa di un altro tradimento, l’isola di Mompracem viene colpita dal colera. Molti muoiono e anche chi sopravvive alla malattia si ritrova con le forze indebolite.


Naturalmente Brooke ne approfitta per invadere l’isola. Durante la fuga, Marianna viene colpita da una pallottola vagante. Sandokan trasporta la donna ferita tra le braccia.


Inutilmente. Sotto la musica straziante della colonna sonora, la Perla di Labuan muore.


Yanez ha il suo bel da fare per rincuorare l’amico, mentre Giro Batol sacrifica la propria vita per permettergli di fuggire.


James Brooke rende onore al nemico che si allontana con una barca. Anche Yanez rimane ferito e Sandokan si scuote dall’apatia per togliere la pallottola dal petto del compagno.

All’improvviso decine di imbarcazioni appaiono all’orizzonte, sono i malesi che chiedono il ritorno della Tigre. Per l’occasione hanno tessuto una nuova bandiera e Sandokan si rianima: la lotta continua.
Con l’immagine della Tigre più determinata che mai si conclude la miniserie.

Il film “Sandokan alla riscossa”

Dato l’incredibile successo dello sceneggiato, nello stesso 1976 il regista Sergio Sollima gira “Il Corsaro Nero”, basato sull’altro famoso personaggio di Emilio Salgari, anche lui interpretato da Kabir Bedi. E nel 1977, sempre per il cinema, Sollima realizza un film che fa da seguito alla miniserie, “Sandokan alla riscossa”, trasmesso in televisione nel 1979.


Nel film ritroviamo tutti gli attori dello sceneggiato tranne i personaggi deceduti, e alcuni nuovi.


La storia inizia con Jamilah, interpretata da Teresa Ann Savoy, una donna che vuole spingere le tigri della Malesia alla riconquista di Mompracem, ora governata dal crudele sultano Abdullah per conto degli inglesi.


Jamilah viene aiutata dal greco Teotocris (Massimo Foschi).


I due vanno a trovare Yanez, che si è ritirato in India.


Il portoghese le dice che ormai la Tigre ha perso gli artigli: Sandokan non ne vuole più sapere di combattere.
Jamilah insiste e lo convince ad andare da lui facendosi scortare nella giungla da Kammamuri (Salvatore Borgese).
La giovane donna rintraccia Sandokan e, scagliandogli una freccia, ne risveglia lo spirito guerriero.

Intanto il vecchio James Brooke assolda i terribili thugs per rapire Jamilah.


Grazie all’aiuto di Tremal Naik, Sandokan e Kammamuri liberano Jamilah. Sandokan decide di rallentare gli inseguitori inglesi: Teotocris si offre di aiutarlo, ma gli pianta una pallottola nella schiena (un altro traditore). Il pirata ha la pelle dura e si salva, ma viene catturato dai soldati di Brooke. Utilizzando uno dei suoi camuffamenti, Yanez lo libera.

Nel frattempo il traditore Teotocris, raggiunto il sultano Abdullah per il quale in realtà lavora, scopre che la Tigre è ancora viva. Collabora quindi con James Brooke per far fallire i piani dei tigrotti.


Sandokan affronta prima la tribù dei selvaggi dayaki, con Tremal Naik che si offre di parlamentare con il loro capo. Poi attacca i ranger di Brooke, che stanno affamando il villaggio dei figli di Giro Batol.


Infine, grazie al piccolo indigeno Ebu (un mangiatore di formiche), raggiunge il luogo dove ha dato appuntamento ad alcuni tigrotti. Ma il rajah bianco è arrivato prima e li ha già fatti fuori. Sandokan viene catturato di nuovo e Brooke ne ordina subito la fucilazione: gli è scappato troppe volte.


Arrivano appena in tempo nuovi tigrotti, quelli del villaggio di Giro Batol, che mettono in fuga i ranger.


Nel frattempo Yanez si dà da fare per indebolire le difese di Mompracem travestito da generale prussiano. Insieme a Kammamuri fa togliere i cannoni dalla spiaggia, fingendo di applicare una raffinata strategia militare.


Teotocris, però, che ne conosce l’identità per averlo incontrato prima, lo smaschera. Kammamuri riesce a fuggire mentre Yanez rimane in ostaggio: Brooke vuole usarlo per impedire a Sandokan di assalire il palazzo.


La Tigre diventa “volpe”: mandando avanti un suo sosia distrae le forze di Brooke, mentre lui va a liberare Yanez.


Nella battaglia finale Teotocris affronta Sandokan con la sua frusta: peggio per lui, fa una brutta fine.
Il pavido sultano lo segue all’inferno, mentre Brooke riesce a fuggire dando l’addio definitivo all’isola. La bandiera della Tigre della Malesia torna a sventolare su Mompracem.

Il fenomeno Sandokan

Quando la miniserie è stata trasmessa dalla Rai il grande successo di pubblico, anche se la critica dell’epoca non fu altrettanto benevola, diede il via a una bella dose di magliette, pupazzi e giochi vari ispirati alla Tigre di Mompracem.
Anche l’americana Mattel realizzò il suo “Sandokan” nella serie dei pirati del 1978-1979.


Nel prodotto originale americano il nome del pirata, che completa il terzetto con Capitan Drake e Capitan Hook, è Capitan Flint, solo in Italia divenne Sandokan.


In effetti, è praticamente identico.

Molti bambini dell’epoca non persero l’occasione per collezionare le figurine dell’album della Panini.

La colonna sonora della miniserie, molto suggestiva, si deve agli Oliver Onions, il duo musicale formato dai fratelli Guido e Maurizio De Angelis, molto attivo per il cinema di quegli anni.

La sigla iniziale.

E la sigla finale, che divenne un tormentone di quegli anni.

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