I RACCONTI ORIGINALI DI CONAN IL BARBARO

I RACCONTI ORIGINALI DI CONAN IL BARBARO

Caposaldo del genere sword & sorcery, Conan di Robert E. Howard è il modello di barbaro per antonomasia. Individuo brutale ma fiero, capace di abbattere con la spada mostri inconcepibili e stregonerie diaboliche.

Conan compare per la prima volta nel racconto La fenice sulla lama (1932) sulla rivista pulp Weird Tales. Sostanzialmente è una evoluzione del precedente personaggio di Howard, Kull di Valusia.

Il personaggio, dopo la prematura dipartita di Robert E. Howard, è stato portato avanti da diversi altri autori e con il passare dei decenni è diventato una vera e propria icona pop. Dall’inizio degli anni settanta la Marvel pubblicò per anni storie a fumetti di Conan il barbaro, che riscossero grande successo. Sono stati realizzati tre film (1982, 1984 e 2011), tre serie televisive e svariati videogiochi e giochi di ruolo.

Addirittura Howard Phillips Lovecraft, amico Howard, integrò nelle proprie storie rimandi a territori delle vicende di Conan come Atlantide, Iperborea, e gli Uomini Serpente delle storie di Re Kull di Valusia.

Possiamo dire che il Ciclo di Conan e il Ciclo di Cthulhu, per alcuni elementi, costituiscono degli sviluppi differenti a partire dalle stesse idee, come nel caso del dio rettile Yig che ha molte caratteristiche in comune con il dio stigiano Set (vedi il mio video a riguardo).

 

Il mondo di Conan

Tutto ha inizio nella cosiddetta era pre-cataclisma, circa ventimila anni prima di Cristo. Il continente Thuriano era dominato dai regni di Kamelia, Valusia, Verulia, Grondar, Thule e Commoria. Le isole occidentali erano abitate da barbari, le altre dagli atlantidei e dai lemuriani, ed esistevano anche vaste regioni inesplorate. Valusia, il regno più a occidente, rappresentava il picco della civilizzazione del tempo, mentre le regioni orientali contenevano i popoli meno progrediti. Esisteva a oriente anche un’altra razza umana misteriosa, che i lemuriani conoscevano poco, proveniente da un altro continente sconosciuto. All’estremo sud esisteva una civiltà sconosciuta di origine pre-umana.

I regni di Valusia e Commoria si davano la guerra, fino a quando un cataclisma inabissò i continenti di Atlantide e di Lemuria. Le isole dei selvaggi pitti si alzarono formando un nuovo continente. Rimasero i regni atlantidei sul continente thuriano ad accogliere i loro profughi, mentre quelli dei lemuriani vennero schiavizzati dalla popolazione della costa orientale.

Gli atlantidei, costretti a combattere per sopravvivere, si imbarbarirono pur mantenendo alcune vestigia della loro civiltà.

Duemila anni dopo il cataclisma i regni erano ormai ben definiti.

I regni hyboriani Aquilonia, Nemedia, Brythunia, Hyperborea, Koth, Ophir, Argos, Corinthia e il regno di confine dominavano l’Occidente. Zamora si trovava a est, Zingara a sud-ovest, a sud si trovava Stygia, il cui popolo aveva raggiunto le sponde del Nilo.

A nord vivevano nel Nordheim i vanir, dai capelli rossi, e gli aesir, dai capelli biondi.

Nell’ambientazione di Conan esistono diverse divinità tra le quali le più famose sono Mitra, dio degli hyboriani, Ishtar, Bel, dio dei ladri, Asura, Crom per i cimmeri, e Set per gli Stygiani.

Set è un enorme serpente nero con occhi gialli, descritto come dominatore di città affondate tra le acque e degli spazi tra le stelle. Benché Set abbia il nome del dio del caos, la sua figura ricorda il gigantesco serpente Apophis che lotta contro il dio egizio Ra.

Si crede che Set dimori nelle caverne stigiane (nell’odierno Egitto) e che il suo culto risalga alla remota era Hyboriana pre-cataclisma. In epoca storica esso divenne popolare presso gli invasori Hyksos, anche se gli egiziani finirono poi per demonizzarlo.

I suoi cultisti più elevati costituivano l’Anello Nero, ed erano dotati di grandi poteri magici: possedevano anche un artefatto detto lo Specchio Nero che sarebbe dovuto servire a richiamare Set in questo mondo.

Il più grande sacerdote di Padre Set è lo stregone della Stigia Thoth-Amon. Viene menzionato nel racconto Il dio nell’urna, dove invia un’urna con all’interno un figlio di Set (un serpente con testa umana) per assassinare il suo nemico Caranthes. L’urna viene trafugata dal disonesto collezionista Publio Kalliano, che viene ucciso dal suo contenuto. Conan viene erroneamente accusato di questa morte trovandosi da un lato tra le spire della legge e dall’altro tra quelle del serpente.

 

L’aspetto e la personalità di Conan

Conan è un imponente giovane cimmero dagli occhi azzurri, i capelli neri e la pelle bruna. Un barbaro, inteso come un appartenente a un popolo non civile per gli standard dell’epoca.

La sua arma è un possente spadone, anche se nel corso delle sue avventure si serve anche di archi e pugnali. Il suo abbigliamento varia negli episodi, anche se è spesso seminudo con il perizoma alla cintola.

Conan viene descritto come un uomo muscoloso, quasi un gigante, tremendamente forte e molto agile. Un prodigio forgiato dalla guerra e dai pericoli continui a cui è sottoposta la sua esistenza, l’esempio di uomo più fulgido che la natura possa forgiare.

In una lettera, Howard afferma che a quattordici anni Conan era all’incirca alto 1 metro e ottanta e pesante 82 kg.
Nella saga sono pochissimi gli individui che possono superarlo sul piano fisico, per esempio il gigantesco strangolatore Baal-Pteor in Ombre a Zamboula.

I RACCONTI ORIGINALI DI CONAN IL BARBARO

Oltre a un corpo poderoso, Conan possiede sensi finissimi che rivaleggiano con quelli delle belve, e una mente acuta e sottile che lo rende uno stratega bellico di prim’ordine. A dispetto della sua mole è rapido è silenzioso, tant’è che neanche i selvaggi Pitti riescono a superarlo in destrezza.

La sua resistenza fisica è qualcosa di incredibile: in Nascerà una strega la regina Taramis viene sostituita dalla sorella gemella Salomé che era stata esiliata da piccola, in quanto nata con il marchio della strega.

Divenuta una strega sul serio prende il potere con il suo amante Costanzio, un fuorilegge nemico di Conan che lo fa letteralmente crocifiggere in mezzo al deserto per farlo morire di stenti.

Grazie alla sua tempra prodigiosa, Conan riesce a resistere molto più a lungo di un uomo normale fino a quando alcuni predoni lo liberano permettendogli di pianificare la sua vendetta.

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Oltre a essere un uomo eccezionale dal punto di vista fisico è dotato di carisma: in molti racconti è a capo di bande di mercenari, predoni, se non di vere e proprie legioni militari di quello o di quell’altro regno.

Dal punto di vista etico non lo si può definire un eroe, siccome uccide e depreda senza farsi problemi. Ma nemmeno un criminale: in innumerevoli occasioni agisce per salvare giovani donne in difficoltà o per punire individui spregevoli senza essere pagato per farlo.

In certi casi agisce anche come un vero e proprio eroe volto a salvare la vita dei civili. In Oltre il fiume nero rischia la vita con il suo compagno per avvertire alcuni coloni della minaccia dei selvaggi pitti che intendono massacrarli.

Per quanto viva costantemente in un’ottica di battaglie e violenza, Conan ha comunque un codice etico che gli proibisce di uccidere le donne e di agire contro un altro uomo attraverso complotti. Uccide soltanto spada contro spada. In certi casi, comunque, cospira contro i suoi alleati o datori di lavoro particolarmente infidi.

Può considerarsi quindi un antieroe archetipico, che è l’unico genere di eroe che possa esistere nell’ambiente spietato dell’era hyboriana.

Conan è figlio di un fabbro e di una donna che lo dà alla luce proprio su un campo di battaglia contro i vanir del nord. A quindici anni ha già una statura colossale per la sua età e lascia la sua terra in cerca di avventure nelle selvagge regioni limitrofe, poiché già si era fatto un nome come guerriero temibile dopo la distruzione della fortezza di Venarium.

E di avventure ne trovò a valanghe, tra duelli di spade e malefici, con donne avvenenti e sui campi di battaglia. Dai boschi di Cimmeria giunse infine ad Aquilonia, il regno più potente delle terre hyboriane, di cui divenne re attorno ai quarantacinque anni, dopo avere spodestato il precedente monarca.

I cimmeri sono una popolazione del nord discendente dagli atlantidei, che ricordano i nostri celti. Un popolo che vive in un ambiente montano inospitale, che a differenza di Conan non beve e ha solitamente un atteggiamento lugubre. Al contrario dei popoli civilizzati, i cimmeri non praticano la schiavitù. Sappiamo che i cimmeri hanno una lunga ostilità con i pitti, così barbarici che a loro confronto persino Conan appare quasi un individuo civilizzato.

Nonostante siano barbari e selvaggi, i cimmeri hanno un forte codice di onore, al punto che Conan salva parecchie volte delle donne in pericolo senza chiedere favori sessuali in cambio, considerando spregevole anche lo stupro.

Nonostante i cimmeri bevano solo acqua, Conan non disdegna il vino, al punto che talvolta viene catturato soltanto perché in precedenza è caduto ubriaco.

Caratterialmente è un uomo molto volubile, intelligentissimo seppure ingenuo in fatto di convenzioni civili. Ama festeggiare e fare baldoria in compagnia, ma è facilissimo all’ira se sente di essere stato offeso.

In La regina della Costa Nera si capisce bene come per lui la lealtà nei confronti degli amici venga prima di ogni cosa, anche perché non riesce genuinamente a capire le convenzioni sociali e i meccanismi della legge, che lo lasciano interdetto.

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Benché viva spesso tra i civilizzati non si sente mai uno di loro, ciò nonostante si comporta in maniera civile. In Lo straniero nero, mentre si trova su un’isola per rintracciare un tesoro custodito da un demone, potrebbe lasciare morire per mano dei pitti tre malfattori con cui si era alleato e che volevano tradirlo, ma decide di salvarli: essendo uomini bianchi come lui non vuole vengano ammazzati dai selvaggi, sebbene lui stesso avesse programmato di ucciderli poco prima.

Il capo delle divinità dei cimmeri e quindi di Conan è Crom, un dio feroce che vive in cima a una montagna. Egli odia i deboli e non viene pregato dai cimmeri siccome non aiuta nessuno. Se non altro fornisce ai cimmeri al momento della nascita il desiderio di sopravvivere a ogni costo, dote non comune ai deboli individui “civili”.

Conan è un sostenitore della libertà di culto, al punto che quando diventa re di Aquilonia proibisce le persecuzioni religiose, salvo con chi pratichi la magia nera, che lui odia.

Più o meno in ogni avventura Conan si trova a stringere tra le braccia un’avvenente ragazza che ha rapito o che è caduta preda del suo fascino. Generalmente si tratta delle classiche damigelle in pericolo, ma talvolta appaiono anche soggetti particolarmente fieri e battaglieri, come Valeria della Fratellanza Rossa in Chiodi rossi, la quale si fa punto di orgoglio il comportarsi come un uomo.

I RACCONTI ORIGINALI DI CONAN IL BARBARO

In La regina della costa nera abbiamo Belit, una feroce piratessa shemita che mette le mani sulla nave dei commercianti in cui Conan si era rifugiato.

Belit, appena lo vede, cade preda del fascino barbaro del nostro cimmero. La piratessa si dimostra la compagna ideale per la sua vita di avventure violente. Ma questo amore è destinato a terminare nel sangue quando il gruppo si addentra in una città di Antichi, dove finiscono preda del mostro che vi abita.

Nel primo racconto nel quale viene presentato, La Fenice sulla spada, Conan è diventato re di Aquilonia dopo avere spodestato il tiranno Numedide.

Conan ha quindi preso il potere con la violenza a danni del re che lo aveva fatto imprigionare perché temeva che egli avrebbe potuto complottare contro di lui.
Nonostante sia un usurpatore ritiene di avere un debito verso i propri sudditi e di doverli difendere dai pericoli.

In questa storia il fuorilegge Ascalante organizza una congiura con l’apporto di Thoth-Amon, ridotto a suo schiavo poiché privato dell’anello del serpente che gli dona i poteri. Grazie a un caso fortuito lo stigiano torna in possesso dell’amuleto con il quale evoca un mostro scimmiesco e lo manda a uccidere Ascalante, intento a sua volta a uccidere Conan. Conan, che è stato visitato in sogno dal saggio Epimureo, riesce a uccidere il mostro con la sua spada benedetta da una fenice.

In La rocca scarlatta Conan viene tradito e fatto prigioniero da Tsotha-lanti, un potente stregone, in una cittadella rossastra scavata sotto una montagna in un regno adiacente al suo, da cui riesce a fuggire alleandosi a un mago prigioniero.

In L’ora del drago, che costituisce l’ultima avventura cronologica del personaggio nel ciclo di Howard, alcuni cospiratori vogliono deporre Conan a favore di Valerio, erede di Numide, resuscitano con la negromanzia Xaltotun, uno stregone di tremila anni prima dell’impero scomparso di Acheron. Con il suo aiuto il regno nemico di Nemedia sconfigge Aquilonia e Conan, catturato, viene condannato a morte.

La schiava Zenobia tuttavia lo libera. Conan parte alla ricerca del cuore di Ahriman con cui può sconfiggere il mago.
Alla fine Conan torna a regnare al fianco di Zenobia per molti decenni ancora.

Non si conoscono di preciso le circostanze della morte di Conan. Si sa che ha avuto molti figli, ma nessuno di essi ha raggiunto la gloria del padre.

Questo è l’unico romanzo scritto da Howard e generalmente ritenuto uno dei suoi migliori lavori. Il film Kull il conquistatore si basa su premesse simili, ma ha per protagonista, appunto, l’altro personaggio di Howard.

 

Le avventure del Barbaro

Conan è un uomo vissuto fin dalla nascita in un clima di violenza e che parla soltanto il linguaggio delle battaglie e della brutalità.

Ai tempi di Conan il mondo è diviso in alcuni regni: la Stigia nei territori dove sorgerà l’Egitto, Aquilonia al posto dell’Impero Romano (in un territorio molto più ridotto), Kush nel centro Africa, Kithai in Cina. E in una marea di staterelli in lotta tra loro.

Dal punto di vista di Conan, e da quello di Howard, la società civile è un coacervo di vizi e di depravazione: gli uomini che abitano le città appaiono tutti molli, pavidi, degenerati e inclini al tradimento.

Come viene espressamente detto in Oltre il fiume nero la civiltà è solo un capriccio del caso, mentre la barbarie l’ordine naturale delle cose.

Nella maggior parte delle storie Conan si trova a combattere per la propria vita o per quella di qualche donna che difende contro uomini civili corrotti, stregoni degenerati o mostri infernali.

Nel corso della sua vita il cimmero viaggia da un paese all’altro in cerca di fortuna, compiendo qualche malefatta come ladro o predone, nel migliore dei casi come mercenario al servizio del regnante del luogo.

Nei suoi due primi racconti ci viene presentato come Re di Aquilonia, e sebbene abbia usurpato il trono con la forza e venga disprezzato in quanto barbaro, riesce a tenere unito il proprio regno in un clima di relativa pace interna, sempre minacciato da regnanti e stregoni stranieri.

Nei racconti successivi vengono narrate le sue gesta della giovinezza, prima che diventasse re, quando era stato un ladro, un predone, un mercenario, un pirata, un comandante militare al servizio di quello o di quell’altro regno.

Saltuariamente viene assoldato come sicario per eliminare qualche maestro delle arti mistiche oppure diventa l’amante o il consigliere di qualche principessa o regina che aiuta a difendersi dallo stregone o dal conquistatore di turno.

Prima o poi viene messo alla prova e giunge a sfoderare la spada contro nobili ipocriti, spietati predoni, pirati, folli adoratori strani culti, stregoni assetati di potere e veri e propri mostri soprannaturali.

Conan non teme la morte e non si interroga sull’aldilà: a lui basta sapere di essere vivo e di dover godere appieno di tutto ciò che la vita ha da offrirgli fino a quando potrà farlo.

L’unica cosa che teme sono la stregoneria e i fenomeni soprannaturali che non comprende, contro i quali in più di un’occasione la sua furia barbara riesce comunque a fargli avere la meglio, là dove un uomo civile sarebbe sicuramente spacciato.

Nonostante questo timore è abbastanza scettico, tanto da interrogarsi sull’effettiva portata soprannaturale di ciò che ha davanti, come in I gioielli di Gwahlur, dove grazie al suo notevole intelletto capisce i trucchi dietro la comparsa di una finta dea.

Nell’ambientazione di Howard, comunque, tutto ciò che è materiale può essere ucciso dalla spada, ed è appunto quello che l’erculeo cimmero fa ogni volta che si trova di fronte a un mostro raccapricciante.

In molte avventure gli avversari sono stregoni malvagi, oppure costoro sono al servizio dell’avversario principale della vicenda. In Gli intrusi a palazzo Conan viene assoldato per uccidere Naboniums il Prete Rosso, ma il vero pericolo è Tak, uno scimmiesco essere preumano raccolto dallo stregone, che uccide senza pietà i prigionieri incarcerati nel labirinto sotto il suo palazzo.

Esseri appartenenti a mondi mitici fanno spesso capolino nelle avventure del Cimmero. Nel racconto La figlia dei giganti dei ghiacci Conan affronta una donna soprannaturale e i suoi congiunti che appartengono a una stirpe di giganti delle terre gelide.

In altre storie l’orrore e il mistero prendono la forma di esseri blasfemi provenienti da mondi remoti o da passati troppo antichi per potere essere ricordati.

In Colosso nero Thugra Kothan, un antico stregone rinato come Natohk, minaccia con il suo esercito i regni degli hyboriani. La principessa Yasmela di Khoraja su indicazione di un oracolo mette Conan a capo delle proprie forze militari.

Il Cimmero difende la principessa e quando questa viene rapita dallo stregone, lo insegue nel deserto fino a quando riesce a raggiungerlo. Conan trinfa con la propria spada sulle sue magie.

Abbiamo una variante del tema nel racconto Il popolo della tenebra dove Conan, un bretone e la sua donna, finiti nella tremenda di Dagon, devono sopravvivere ai ripugnanti esseri appartenenti al Popolo Oscuro.

Nell’altra parte della storia seguiamo John O’Brian, evidentemente una reincarnazione di Conan, che proprio come il barbaro intende uccidere il proprio rivale in amore, ma finisce per aiutarlo a salvarsi sempre da un membro del popolo inumano.

In L’ombra che scivola Conan e la sua donna del momento giungono a Xuthal, una città in mezzo al deserto i cui abitanti, tutti drogati e degenerati, vivono in attesa che un mostro dal volto di rospo di nome Thog li faccia sparire uno a uno. Conan ha qualcosa da dire a riguardo e con grande fatica massacra il mostro, per poi scappare dalla città con la sua bella.

In Il diavolo di ferro un antico demone metallico, Khosathral Kel, è risvegliato nell’antica isola di Xapur a causa delle azioni di un avido pescatore. L’essere materializza la sua antica fortezza che dominava l’isola con tanto di mura ciclopiche, pitoni e cittadini non morti.

In Il popolo del Cerchio Nero Conan rapisce la principessa Devi Yasmina, salita al trono dopo che suo fratello è stato ucciso dai Profeti Neri di Yimsha, allo scopo di scambiarla con sette dei suoi predoni afghuli prigionieri. I Profeti hanno poteri magici con i quali possono cambiare la materia stessa, e il loro covo è protetto da malefici di ogni genere.

I quattro profeti però non sanno con chi hanno a che fare, e il cimmero, grazie all’aiuto di uno degli adepti rinnegati, riesce a distruggere la fonte del loro potere e a portare in salvo la donna.

In La torre dell’elefante, mentre si trova ad Arenjun nel regno di Zamora, Conan sente parlare della Torre dell’elefante e del gioiello che in essa custodisce lo stregone Yara: il cuore dell’elefante, un gioiello che gli fornisce proprietà magiche e un’innaturale longevità. Tale gemma non è mai stata rubata da alcun ladro, e Conan (che all’epoca sopravviveva come malfattore) decide di cimentarsi nell’impresa.

Yara è uno stregone dalla tremenda fama che terrorizza Zamora con i suoi vasti poteri magici, tutti temono di cadere vittime dei suoi sortilegi.

La torre è circondata da un ampio giardino, protetta da leoni feroci, ragni velenosi giganteschi e da soldati. Alta 50 metri presenta pareti lisce e argentee, costellate di pietre preziose. La torre, priva di finestre, è circondata da un ampio muro che cinge il giardino al cui interno si trovano animali mostruosi al servizio di Yara.

Dopo aver superato le bestie pericolose, Conan trova nella torre una creatura, apparentemente un idolo, che a un tratto inizia a muoversi e a parlare.

Non si tratta di una statua bensì di Yag-Kosha, un essere umanoide verdastro sormontato da una testa di elefante.

Yag-Kosha appartiene agli abitatori di Yag, un pianeta verde ai margini dell’universo, da cui è stato esiliato nel corso di una guerra contro i re del suo mondo. Millenni fa (come i Grandi Antichi di Lovecraft) giunse con i suoi simili sul nostro pianeta. Dove in seguito vennero adorati come déi nei templi perduti nella giungla, pur senza influire direttamente sull’evoluzione umana.

Yara, un tempo seguace di Yag-Kosha, torturò per trecento anni quell’essere, siccome non era disposto a insegnargli la magia nera.

Lo stregone lo schiavizzò, lo rese cieco e storpio per cercare di accedere ai suoi segreti magici, quindi lo trasportò a Zamora dal suo tempio originale nel Khitai (la Cina), ove costruì per suo conto la Torre dell’elefante in una sola notte con la magia.

Su indicazione di Yag-Kosha, Conan lo uccide, poi provvede a spargere il sangue dell’essere sopra la gemma scarlatta chiamata “il cuore dell’elefante” davanti allo stregone. Yara diventa così piccolissimo e viene inglobato nella sfera, dove l’anima di Yag-Kosha reincarnata infine lo uccide. Una volta fatta giustizia il gioiello va in pezzi, sorte che tocca anche alla Torre dalla quale Conan si salva per un pelo.

E con questo credo di avere riepilogato tutto quello che c’è da sapere sull’erculeo cimmero per come è descritto nei racconti originali di Robert E. Howard.

 

 

5 commenti

  1. Ottimo articolo, era ora che si valorizzasse il prototipo di tutti i fantasy!

  2. Bisognerebbe riscoprire le storie originali di Howard, e per fortuna lo si sta facendo. Quando ho letto la prima volta le storie di Conan, era nelle edizioni della Nord che erano l’edizione italiana dei volumi americani dove erano mischiate le storie di Howard (spesso modificate) con quelle di De Camp e altri, di livello nettamente inferiore. All’epoca c’erano solo quelle. Molte cose “che tutti sanno” delle vecchie storie di Conan sono totalmente false, derivate da autori successivi o persino dai film o dai videogiochi.

    Da alcuni anni, finalmente, sono state pubblicate edizioni ben curate e corrette delle storie originali di Howard, senza aggiunte e modifiche, e invito a leggerle e riscoprirle. Howard era un narratore eccezionale, e l’abilità con cui tiene l’attenzione del lettore rende palese il fatto che i veri “ingenui” sono i narratori moderni che non sono più capaci…

  3. Ho conosciuto R.E.Howard e il suo Conan neila serie Arcano della casa editrice Nord, e mi ha sibitp conquistato. Ero appena adolescente e leggere quelle meravigliose avventure mi fece innamorate della lettura. Lo stile di Howard lo paragono a quello di E.R.Burroughs. Il loro modo di raccontare, apparentemente semplice, diretto e mai artefatto, ti conquista dalle prime pagine. Vivi l’avventura e sei protagonista delle vicende narrate. Amche Wells e Verne erano grandi natratori di storie fantastiche, ma con Howard e Burroughs tu SEI il protagonista della storia. Non leggi le gesta dell’eroe, SEI l’eroe. Questo avviene solo con i grandi romanzieri, e Howard é uno dei piu grandi.

  4. Leggendo l’ultimo Dampyr ho scoperto che anche li si parla di Robert E. Howard (metà dell’albo è presa, con una certa libertà narrativa, dai diari di Novalyne Price, e l’avventura si basa su altri suoi diari mai resi pubblici). Coincidenza, o lo spirito di Howard sta preannunciando il prossimo trionfo della barbarie? 🙂

  5. E infatti è arrivata la notizia che Netflix ha annunciato una nuova serie TV su Conan…

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