PIRATESSE ALL’ARREMBAGGIO

PIRATESSE ALL’ARREMBAGGIO

Certe “categorie” storicamente maschili vengono spesso utilizzate in chiave femminile all’interno delle produzioni erotiche. Basti pensare al filone delle “poliziotte” nella cinematografie di genere. Fenomeni di questo tipo accadono anche nel vastissimo mondo delle pin-up, come nel caso che stiamo per trattare, quello delle piratesse. Nonostante la vera pirateria fosse di esclusivo dominio maschile, con l’esclusione di qualche donna che si travestiva da uomo (tra cui le celebri Mary Read e Anne Bonny), da decenni i pin-up artist immortalano prosperose fanciulle in abiti e atteggiamenti da filibustieri. Fin dai tempi delle riviste pulp l’accostamento donna/jolly roger (la bandiera dei pirati) ha prodotto immagini intriganti.

Le riviste pulp, sempre pronte ad attirare i loro lettori con ogni “trucchetto”, sanno rendere i pirati più “piccanti”. È su quelli che vengono definiti Girlie Pulp che cominciano ad apparire copertine con discinte piratesse in pose provocanti.
Magazine dal titolo Pep Stories, Paris Nights, Screen Scandals, mostrano le rotondeggianti grazie di fanciulle dalla pelle candida e ampiamente svelata. A seno scoperto imbracciano spade e pistole, siedono su scrigni del tesoro e indossano ampi cappelli (tra i pochi indumenti utilizzati).
A firmare queste immagini sono Earle K. Bergey, Jack Greiner, Enoch Bolless, Otto Greiner. Nonostante gli artisti siano differenti, le tecniche e i soggetti sono molto simili, tanto che paiono copiarsi l’un l’altro. E poco importa se all’interno dei magazine non vi è alcuna storia di pirati, la fanciulla in copertina basta a spingere all’acquisto.
piratessa-edward-egglestonNegli anni trenta artisti come Gene Pressler e Edward Eggleston (illustrazione in alto), che si aggiungono a molti altri rimasti anonimi, realizzano efebiche creature, ancora completamente vestite, che si pavoneggiano su sfondi tipici: bandiere e scrigni del tesoro.

È anche da tale tipo di pubblicazioni che nascono, nel dopoguerra, i Men’s Adventure Magazine, riviste dirette al pubblico maschile basate su un cocktail di avventura, violenza e sesso. Così come i contenuti si fanno più espliciti, le copertine assumono un taglio più realistico, tendente al fotografico, e le ragazzotte in déshabillé diventano una costante. Tra i tanti soggetti, ovviamente non mancano le piratesse (in questo caso di epoca moderna), che si alternano nei ruoli di assatanate regine dei mari e verginali fanciulle in balia dei cattivi. Alcuni titoli di queste riviste sono True Adventures, Man’s Action, See for Man, Man to Man e Adventure.
pulprageformenIn tempi più recenti illustratori e fumettisti prestati al mondo delle cover hanno continuato a puntare su questo soggetto.
Tra i tanti ecco spuntare il compianto Juan Zanotto, le cui figure femminili vantano forme morbide e sinuose, mai volgari. L’argentino ha firmato moltissime copertine e tra i soggetti prediletti vi sono piratesse dalle labbra carnose e dai seni appariscenti.

Più aggressive le donne corsaro dello spagnolo Esteban Maroto, che in belle immagini a matita le ha rese spavalde e violente, armate fino ai denti oltre che orgogliose di mostrare glutei e capezzoli.
piratessa-esteban-maroto-1 piratessa-esteban-maroto-2Ma gli artisti che si sono cimentati col tema sono centinaia, tanto che esistono interi illustration book dedicati al tema. A prescindere da stili e tecniche, sono sempre due gli elementi che risaltano: un uso costante dei simboli pirateschi (bandane, teschi, spade, bandire, archibugi, tesori) e un’avvenenza femminile prorompente e dominatrice. Come vediamo in questi esempi di Stefano Mazzotti e di Casey Jones.
piratessa-stefano-mazzotti
piratessa-casey-jonesUna sessualità e una sensualità buttate in faccia ai maschi destinati a soccombere, in una sorta di rivincita per essere state escluse dal vero mondo dei pirati.

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