IL MONDO PERDUTO DI FRAZETTA

Se siete stanchi dei fumetti di oggi perché sembrano la brutta copia dei telefilm e volete spaziare con la fantasia, dovete tornare a Frank Frazetta.
Nato a New York nel 1928 e morto in Florida nel 2010, con le sue illustrazioni Frazetta vi parlerà di un mondo fantasioso ormai irrimediabilmente perduto.
Il mondo perduto degli autori degli albi a fumetti della golden age (dalla fine degli anni trenta alla prima metà degli anni cinquanta), anche se Frank Frazetta, come Alex Toth o Fred Guardineer, non ha avuto la fortuna di realizzare un personaggio famoso o di disegnare per un bravo sceneggiatore. Il suo immaginario nasce dalle pulp, riviste avventurose molto vendute dagli anni dieci agli anni quaranta, che furono soppiantate proprio dai loro continuatori, i comic book (albi a fumetti).
Le pulp dalle sgargianti copertine adoravano i mondi perduti. L’autore che più contribuì a forgiarli fu Edgar Rice Burroughs. Oggi si ha in mente il pedestre Tarzan dei film, ma quello dei romanzi (e dei fumetti) aveva a che fare con popoli sconosciuti e situazioni fantastiche, anche fantascientifiche. C’erano i ruderi di Atlantide, città abitate da antichi romani, castelli frequentati da ebrei sperduti, scimmie ibridate con esseri umani… più che un personaggio ambientalista, Tarzan (il vero Tarzan) era essenzialmente fantastorico.
Oltre ai numerosi romanzi di Tarzan, Burroughs scrisse libri di altro genere. Come il ciclo di Pellucidar, su un mondo nel centro della Terra pieno di animali mostruosi e umanoidi. Poi c’erano i suoi cicli fantascientifici, come quello di John Carter di Marte, poi plagiato dai fumetti di Buck Rogers e Flash Gordon, con tante regine sadomaso vogliose di diventare amiche intime dell’eroe (lo stesso valeva per Tarzan, con La di Opar e compagnia bella).
Dopo aver lavorato per i comic book, Frazetta trova un’occupazione stabile facendo le matite delle tavole domenicali del celebre Li’l Abner di Al Capp. Tra parentesi, credo che in Italia siano state pubblicate solo le strisce: quando qualcuno presenterà le grandi tavole a colori di Li’l Abner?
Non bisogna sorprendersi troppo se Al Capp si faceva disegnare le storie che firmava dopo averle solo inchiostrate, era abbastanza normale per gli autori dei quotidiani. Con poche eccezioni, come Charles Schulz, l’autore di Charlie Brown e Snoopy. Ma il disegno di Schulz era minimalista, che si poteva fare in fretta (se si era bravi come lui). Una volta Schulz disse, mi sembra a Lietta Tornabuoni che lo intervistava per Linus, che le strisce di Li’l Abner avevano perso la loro “purezza”. L’intervistatrice, sapendo poco di fumetti, lo prese come un giudizio un po’ metafisico, ma Schulz intendeva dire: “Li’l Abner ha perso la coerenza stilistica che poteva dargli solo il suo autore originale”.
Tornando a Frazetta, negli anni sessanta inizia l’attività per la quale diverrà famoso: illustratore di copertine.
Tra l’altro, secondo me, Frank Frazetta ha studiato proprio un illustratore delle pulp: Frank Schoonover (1877-1972).
In questa illustrazione del 1918 di Schoonover c’è la pennellata corposa e molte altre caratteristiche di Frazetta.
Frank Frazetta comincia a fare le illustrazioni per le copertine delle riviste di fumetti in bianco e nero della Warren, la casa editrice di Zio Tibia e Vampirella: quest’ultima creata graficamente da lui.
Siamo nell’horror classico proposto al cinema da attori come Boris Karloff e Bela Lugosi, più che dalle pulp (Weird Tales pubblicava il ben più sofisticato H.P. Lovecraft). Ma sempre negli anni trenta siamo.
Sono gli editori dei tascabili a fare la fortuna di Frank Frazetta, chiedendogli di illustrare le copertine dei libri che negli anni sessanta ristampano i personaggi più famosi delle pulp. Nello stesso decennio, anche la Marvel, con Jack Kirby e Steve Ditko, ripropone per l’ultima volta l’immaginario delle pulp nei fumetti.
Naturalmente Tarzan, il personaggio alla base della fantasia sfrenata delle pulp, non può mancare tra le illustrazioni di Frazetta.
Il mondo di Tarzan si presta a essere rielaborato con altri personaggi e situazioni, ma sempre con molte regine o dee bianche a capo di popoli misteriosi.
I pochi che hanno letto i racconti di Solomon Kane, l’avventuriero puritano creato da Robert Howard, sanno che Conan è strettamente imparentato con Tarzan.
Nelle sue ultime avventure, Solomon Kane si ritrova in un’Africa abitata da popoli misteriosi discendenti da quelli mediterranei, sia pure declinati in chiave horror come voleva la rivista pulp per la quale Howard lavorava, sempre Weird Tales. A quel punto, Howard deve aver fatto questo ragionamento: se Burroughs ha messo i popoli antichi nel presente delle avventure di Tarzan, io potrei portarli in un lontanissimo passato. Conan, infatti, presenta un mondo perduto della preistoria, dove già esistono popoli che precedono ricalcandoli quello greco, egizio eccetera.
I tascabili di Conan con le copertine di Frank Frazetta vengono letti da Roy Thomas, che nei primi anni settanta rilancerà il personaggio nei fumetti Marvel con i disegni del geniale Barry Smith. Questi fumetti, a loro volta, apriranno la strada ai film interpretati da Arnold Schwarzenegger negli anni ottanta.
In mondi perduti, o “sperduti” in qualche regione dell’epoca moderna, vivono uomini e animali preistorici. Potevano essere accettati dal lettore solo prima dell’invenzione dei satelliti artificiali, in un’epoca in cui gli aeroplani erano ancora pochi.
Il primo a postularli fu Arthur Conan Doyle, l’autore di Sherlock Holmes, con un romanzo del 1912 intitolato “Il mondo perduto”, appunto (che ispirò Pellucidar di Burroughs).
Frank Frazetta rappresenta anche il mondo fantasy di Tolkien, illustrando “Il Signore degli anelli”.
La fantascienza di Frazetta, come abbiamo detto, parte da John Carter di Burroughs.
Dopo la giungla misteriosa, i mondi selvaggi sopravvissuti sulla Terra e quelli nello spazio, le pulp presentavano pre-supereroi metropolitani come Doc Savage e The Shadow. I quali, attraverso anche alla rielaborazione delle strisce per i quotidiani di Phantom (l’Uomo Mascherato), hanno portato alla creazione di Superman e degli altri supereroi dei comic book.
Mi sarebbe piaciuto vedere Frazetta illustrare le copertine delle ristampe di Doc Savage: l’illustratore James Bama ha conferito l’aspetto definitivo al personaggio, ma non è riuscito a rappresentare gli elementi fantastici dell’ambientazione in cui agiva.
Frank Frazetta ha portato il suo punto di vista in molti altri generi: mitologico, western, storico, parodistico, bellico, erotico, hard boiled…
Nel 1983, viene prodotto Fire and ice, un lungometraggio basato sui disegni di Frank Frazetta.
Il film, oggi dimenticato, non è malaccio, tenuto conto che è stato realizzato da Ralph Bakshi con pochi soldi.
Alcune pagine degli episodi del primo numero di Thun’da, il tarzanide della Magazine Enterprises scritto da Gardner Fox e disegnato da Frank Frazetta nel 1952.
Il tratto di Frazetta è già maturo, anche se qua e là il disegnatore si ispira ancora agli autori del fumetto sindacato.
Ecco altri assaggi dei fumetti che Frazetta ha realizzato prima di diventare illustratore a tempo pieno: una copertina del comic book di Buck Rogers, le dinamiche matite delle strisce di Flash Gordon (poi inchiostrate da Dan Barry) e una tavola domenicale di Johnny Comet, effimera serie sindacata su presunti testi del pilota automobilistico Peter De Paolo.
Concludiamo con il Frazetta di Li’l Abner: le tipiche ragazze alla Al Capp e una parodia di Marlon Brando nel Selvaggio; più due intere tavole domenicali, con le parodie di Superman e di Marilyn Monroe.
Nel televisivo fumetto di oggi, il “mondo perduto” di Frank Frazetta e degli autori della sua generazione è veramente perduto per sempre…
Bellissimo articolo, come sempre.
[…] immaginario, assolutamente moderno, non ha niente a che fare con il mondo trasognato delle pulp di Frank Frazetta. Neppure quando ne rivisita esplicitamente i […]
Iconico come pochi altri nell’illustrazione. Che si tratti di locandine di film ,fumetti , vinili o romanzi frazetta ha codificato graficamente interi generi. Bellissimo articolo .
[…] mi rimane che consigliarvi di leggere il mio articolo su Russ Manning e quello su Frank Frazetta, con le sue spettacolari illustrazioni del mondo burroughsiano e i vari […]
[…] chi volesse ammirare numerose illustrazioni di Frank Frazetta segnaliamo questo articolo di Giornale […]
Ballissimo articolo ben illustrato !
Il Frazetta al tratto di Thunda ricorda un po’ Hogarth.
Vero.
Adoro Frazetta e il suo mondo “bigger than life”. Probabilmente sono uno dei pochissimi che ama il film d’animazione “Fire and Ice”, generalmente considerato deludente e/o mediocre.
Fire and Ice è uno dei miei film preferiti insieme allo splendido “Il Signore degli Anelli” dello stesso Ralph Bakshi, opere se vogliamo imperfette ma piene di un fascino che ii film d’animazione liofilizzati e acritici di oggi si sognano, Una sapienza artigianale del fare, come quella di Frazetta, che non può lasciare indifferenti, almeno i palati più raffinati!
Un artista magistrale, abile tanto nella pittura quanto nel disegno.