IL NUOVO LINUS POETICO E RETRÒ DI IGORT

Oggi ho comprato il primo numero Linus con il nuovo restyling di Igort.
Il nuovo curatore ha accettato una sfida da brividi e forse impossibile. Un po’ come se chiedessero: “Dai, rifacciamo Carosello aggiornato ai nostri tempi”.
Come è andata?
Dal punto di vista grafico, al primo impatto mi è piaciuta molto la costina nera che riporta il mese e l’anno. Nell’interno di copertina c’è una pubblicità elegante in linea con lo spirito della rivista. A pagina 1 ho trovato molto spiritose le motivazioni del prosaico aumento di prezzo a sei euro. Nelle pagine 2 e 3 Igort, che riveste i panni del direttore editoriale, si professa un poco emozionato nell’essere portatore di una rivoluzione soffice, la quale per assonanza riporta alla macchina soffice (the soft machine) di William Burroughs.
Seguono sette pagine con le primissime strisce dei Peanuts uscite in America nel 1950: un po’ acerbe nel tratto, anche se già si avverte la felice vena poetica che ne decreterà la fortuna. Le successive sei pagine sono dedicate a un articolo di Michel Houellebecq, autore di “Le particelle elementari”. Lo scrittore viene ritratto a tutta pagina dal grande Giorgio Carpinteri, il signore degli acrilici.
A pagina 17 ritroviamo le strisce di Calvin & Hobbes come se il tempo non fosse mai passato, naturalmente si tratta anche qui di una ristampa dato che l’autore, Bill Watterson, ha cessato di realizzarle nel lontano 1995. Segue una breve storia di 4 pagine di Seth, che con l’originale tecnica dei timbri confeziona una sorta di haiku.
A seguire un articolo di fantascienza arricchito dalle illustrazioni di Moebius, Crumb e Frederick Peeters. Interessanti le sei pagine di fumetto dell’autrice londinese Gabrielle Bell, una specie di diario in cui racconta il suo quotidiano facendone emergere la magia e al tempo stesso l’insensatezza.
Suggestive anche le successive otto pagine a firma dell’artista “totale” di origine transalpina Fabio Viscogliosi. Il suo Skinny Cat racconta una storia muta di spiazzante fragilità e poesia. Poesia che sembra essere il leit motiv dei fumetti pubblicati su questo nuovo Linus.
A seguire un fumetto del 1972 dell’autore underground Vaughn Bodé, che ci riporta forse troppo brutalmente al movimento progressive dei primi anni settanta.
Molto approfondito l’articolo di Emilio Tadini sul “grande artista tedesco” Lyonel Feininger e il suo impatto epocale sul mondo del fumetto all’inizio del novecento. Interessante l’originale rubrica di critica cinematografica “doppia visione”, che presenta le recensioni di due autori sullo stesso film. Decisamente evitabili le due storie brevi di Sammy Harkham, entrambe senza capo né coda. Non mi hanno entusiasmato nemmeno le due pagine del meranese Marcello Jori, a dimostrazione che la complicata fusione tra arte e fumetto non sempre riesce. Da segnalare la coltissima rubrica di critica musicale “Vynil”.
A pagina 66 troviamo Davide Toffolo, uno dei miei autori italiani preferiti, in una storia a tema musicale: “Il cammino della Cumbia”. Purtroppo l’ispirazione non sembra essere quella dei giorni migliori. Interessante anche la rubrica “Kaleidos” sulle serie tv. Sei sono le pagine dedicate al fumetto muto “Samuel” del finlandese Tommi Musturi, dal segno sottile e colorato.
La storia più lunga pubblicata da questo nuovo Linus è “Nejishiki”, risalente al 1968. L’autore è il giapponese Yoshiharu Tsuge, in patria considerato da alcuni un genio. La storia è una trascrizione di un sogno dell’autore, e del sogno mantiene tutto il mistero e la magia. Forse si tratta di un autentico capolavoro.
Nella rivista c’è anche una rubrica di critica letteraria, intitolata “I paralleli”.
A pagina 103, “Theremapia cimatica” di Ron Regé Jr. Un narratore insolito ma compiuto, il cui lavoro trasuda un appassionato nucleo morale e idealista. La sua opera, incentrata su idee magiche, alchemiche, esoteriche, è in parte sci-fi, in parte filosofia, in parte poesia visiva e in parte manifesto sociale. Un lavoro che trasuda psichedelia, crudezza estrema e vivacità da cartone animato.
Le ultime pagine di Linus sono dedicate alla antologia di fumetti e illustrazione Resist!, un free press realizzato in opposizione all’elezione del presidente Donald Trump e delle sue politiche.
Tra le illustrazioni pubblicate spiccano quelle di Daniel Clowes e della più recente superstar delle graphic novel: Emil Ferris.
Sì va beh ma… Che recensione sarebbe?
C’è unelenco di quello che si trova dentro ma… La parte critica? Un’opinione? Vale la pena o no acquistarlo?
Voleva essere proprio quello un elenco di contenuti, non c’ Un giudizio complessivo sulla rivista ( prematuro secondo me in questa fase ma mi riprometto di tornarci su in futuro. C’è però un giudizio ( a volte esplicito a volte implicito) su ogni singolo contenuto…
ho letto “Linus” dalla fondazione, e ho detestato la sua deriva eco-comunista totalmente estranea allo spirito dei Gandini e in parte di Del Buono; questa copertina e l’obbligatorio menatone su Trump promettono probabili nuove pesantezze e certamente scarso incanto; poi magari sarà una rivista magnifica, tuttavia quasi nessuno negli ultimi deceni sembra aver capito il senso originale di “Linus”, quella sua peculiarità inesprimibile a parole (come ha per esempio dimostrato il saggio a mio parere goffo di Paolo Interdonato) che ha trasformato un giornale di fumetti in una sorta di romanzo di formazione per molti che tuttora temono di ammalarsi di berlucca come il Cetriolo mascherato e che sopportano la pesantezza della vita ispirandosi a Bristow;
Ti ringrazio per l’interessante considerazione, non penso possa più essere una rivista di formazione per adolescenti curiosi, forse nemmeno lo vuole essere, quel senso di magico penso sia irripetibile…
Per me Linus è finito con Gandini: Oreste Del Buono, che pure ho conosciuto bene anche a livello personale, ha rovinato la magia con un eccesso di politica (non parliamo poi di Fulvia Serra).
Non potendo in alcun modo ritornare al Linus del passato, alla Rizzoli che mi chiese una consulenza negli anni novanta risposi: o fate una rivista completamente diversa e inconfrontabile con il passato o, meglio, cedetelo a un piccolo editore (che ha costi minori).
L’idea di Pensarus di ribattezzare il magazine della Curva di Lesmo Ritzoloruzzolo e riempirla delle storie dei conigli porcelli di Enoch e cose come La Fulva Serra ripiena di piante mutanti che avrebbe dovuto disegnare suo fratello era interessante – stiamo parlando degli anni d’oro di Dylan Dog e del magico vento ( non nel senso di sciamano manfredico ndr ) che l’indagatore dell’incubo portava seco – ma nella stanza dei bottoni rizzolica ho visto più di un capoccione ruzzolare dalla sedia al pensiero di quella carta magica che era stata ripiena di Peanuts e krazygatte et avventure prattiane che sarebbe stata contaminata da roditori pornattori e betulle antropofaghe come in una sinfonia allegra di Disney sotto acido. Senza rancore, eh ? Better be luck next time
Erano molto meno romantici e alla fine hanno scelto la mia proposta principale: cedere la rivista.
Quanto ai Peanuts li volevano togliere, ma per contratto non potevano dato il legame con la testata Linus.