LA POSTA – RASPUTIN È HUGO PRATT

L’altra metà di Corto Maltese
Buongiorno direttore:
1) Che ne pensa del Rasputin di Corto Maltese?
2) I giornalisti non stanno danneggiando Zerocalcare con tutti questi elogi pompati? L’erede di Andrea Pazienza, l’ultimo intellettuale, un raggio di luce nelle coscienze… Gli stanno tirando addosso un odio che la metà basta.
Marco
Gentile Marco,
in “Una ballata del mare salato” (1967) Hugo Pratt mette come protagonisti due ragazzini abbastanza convenzionali dai nomi inutilmente inquietanti, Cain e Pandora, e due personaggi secondari inizialmente pensati per rimanere tali: Corto Maltese e Rasputin. Questi ultimi sono entrambi ispirati allo stesso Pratt: dove Corto Maltese è la sua parte solare, idealizzata, e Rasputin la parte lunare da disprezzare. Naturalmente entrambi i personaggi hanno forti assonanze conradiane. Negli episodi successivi il carismatico, e in un certo senso banalmente romantico, Corto Maltese prende il sopravvento emarginando i due ragazzini. Ma Corto non ha mai dimenticato di essere solo una parte di un insieme, continuando così ad avere rapporti ambigui con il malvagio Rasputin. Insomma, Rasputin è l’animo oscuro, animalesco, di Hugo Pratt e di tutti noi lettori.
Riguardo Zerocalcare, credo esista un accordo tra La Repubblica e gli editori dell’area di sinistra per garantire massima visibilità ai loro libri. In questo quadro La Repubblica e il suo settimanale L’Espresso parlano spesso di Zerocalcare. Credo però che nella foga si sia caduti nel ridicolo, definendolo per scherzo o sul serio “l’ultimo intellettuale”. Ma non credo che Zerocalcare debba preoccuparsi di questo. Piuttosto, curi di più i disegni, che continuano a peggiorare, e rinunci alla “furbata” di pubblicare libri con poche pagine di fumetti. Non dissipi la propria arte come Tiziano Sclavi, schiacciato sotto le montagne di denaro arrivategli con Dylan Dog.
I film Marvel “politicamente corretti”
Gentile Direttore,
cosa ne pensa del film Marvel in preparazione dedicato agli Eterni di Jack Kirby? Molti personaggi sono stati cambiati di sesso e di etnia, e alcuni sono stati fatti rientrare in “minoranze sociali” con problemi fisici come la sordità….
Melissa
Gentile Melissa,
fare un film con Tex Willer afroamericano, Kit Carson donna e Tiger Jack cieco non avrebbe senso. Puoi benissimo fare un ottimo film western con protagonisti un nero, una donna e un cieco, ma se fai Tex no.
Non è la sensibilità sociale a guidare questi produttori americani, è solo crassa ignoranza condita da opportunismo.
Alfredo Castelli for President
Signor Direttore,
mi tolga una curiosità: lei che ha conosciuto Alfredo Castelli, l’autore di Martin Mystère, mi sa dire di quale orientamento politico sia? Forse ne ha già parlato, non ricordo dove.
Vittoria
Gentile Vittoria,
ho l’impressione che Alfredo Castelli abbia ricevuto una rigida educazione cattolica. Penso che i suoi iniziali principi ispiratori fossero piuttosto “reazionari”. Però alla fine degli anni sessanta, sotto la spinta della Contestazione e del suo politicizzato amico Mario Gomboli (l’attuale editore di Diabolik), è passato all’estrema sinistra.
Credo che oggi viva il contrasto tra queste due impostazioni opposte e in conclusione lo definirei un moderato, più in senso socio-psicologico che politico.
La coerenza di Diabolik
Buongiorno direttore,
in una vecchia intervista, Berardi ha confessato di essere stato rimproverato dalle Giussani per aver… “berardizzato” Diabolik. Forse intendevano “troppo”, aggiungo io: perché, come fa un autore a non mettere del suo in quel che scrive? Le storie sarebbero tutte uguali!
Come si può pensare che Tex, per esempio, sia scritto con gli stessi canoni degli anni quaranta? Gli autori dell’epoca avevano una formazione e un vissuto che oggi è cambiato.
Saluti e complimenti per la bella rivista.
Francesco
Gentile Francesco,
lo stile letterario di Diabolik era piuttosto anonimo. Le sorelle Giussani chiedevano disegni fotografici come quelli di Big Ben Bolt, il fumetto americano che avevano pubblicato con scarso successo all’inizio della loro carriera, e scrivevano testi convenzionali. La forza di Diabolik è altrove, negli efficaci meccanismi delle storie.
In ogni caso, i personaggi vanno sempre rispettati dagli autori successivi, anche perché l’idea di rivoluzionarli indispettisce i lettori. Soprattutto i lettori “generici”, che sono la maggioranza.

Sauro Pennacchioli
Scrivete le vostre lettere come “commenti” in fondo alla pagina: saranno rese visibili e riceveranno risposta nel prossimo appuntamento con la posta.