LA DONNA CHE UCCISE MISTER SCARSDALE

LA DONNA CHE UCCISE MISTER SCARSDALE

La sera del 10 marzo 1980, Jean Harris si trova davanti alla villa del suo uomo, Herman Tarnower, il cardiologo famoso in tutto il mondo per aver ideato la “Scarsdale Diet”, la dieta Scarsdale. Tutte le luci sono spente. La porta è aperta, la donna entra. Vede della biancheria intima femminile sparsa a terra e il sangue le va alla testa. I suoi sospetti erano fondati: Herman ha un’altra donna. Non una qualunque, ma la sua bella e giovanissima assistente Lynne. Dalla rabbia, Jean inizia a gettare in aria la biancheria. Il rumore sveglia Herman, che la raggiunge e la colpisce con una sberla. Lei reagisce estraendo una pistola, con la quale gli spara quattro colpi a bruciapelo.

Jean Harris nasce a Chicago nel 1923. Il padre, Albert Stuvren, è un ingegnere molto richiesto per la costruzione di impianti industriali. Un uomo grosso e irascibile, che incute timore. Per questo Jean cerca protezione tra le braccia di mamma Mildred, una donna molto tranquilla, forse troppo. La piccola si appassiona allo studio, tanto da diventare la prima della classe. Da adolescente si distingue dalle coetanee perché non esterna mai i propri sentimenti. Nessuna amicizia, mai un flirt con un ragazzo. Soltanto all’università inizia a frequentare un giovane, timido e riservato come lei: James Harris. Nel 1946, un anno dopo la laurea in Storia ed Economia, lo sposa.

Lui trova impiego come supervisore delle vendite di un’azienda, lei come insegnante delle scuole superiori. Dopo un paio di anni il marito le chiede di smettere di lavorare. Quando nel 1950 nasce il primo figlio, Jean cade in una profonda depressione. Si riprende due anni dopo, con l’arrivo del secondo figlio, e ricomincia a fare l’insegnante, questa volta alle scuole elementari. Il matrimonio, però, ormai è minato. Nel 1965, Jean decide di divorziare e trasferirsi a Filadelfia, dove prende in gestione una scuola privata per ragazzine.

Alle amiche che le chiedono di iniziare a cercare un uomo che faccia veramente per lei, Jean risponde che è difficile trovarlo, perché il suo ideale sarebbe un medico ebreo. Dice che gli ebrei sono persone di grande cultura, mentre i medici curano la gente: avrebbe proprio bisogno di qualcuno con cui parlare di argomenti profondi e che si occupi di lei. Le amiche la prendono alla lettera e la accompagnano a New York dove, durante un party, le presentano Herman Tarnower, “Hy” per gli amici.

Lui ha 13 anni più di lei, fisico sportivo, pelle olivastra, un volto non bello ma dall’espressione intelligente. Jean rimane colpita dalla sua aria autorevole e allo stesso tempo rassicurante. Per la prima volta, si innamora davvero. Quando torna a casa, si informa su di lui. Figlio di immigrati ebrei trasferitisi a New York, Tarnower aveva aperto uno studio medico con i soldi lasciatigli dal padre. Poi è diventato primario di cardiologia in un ospedale, dove si è affermato professionalmente grazie allo scrupolo con il quale seguiva i pazienti.

Scopre anche che, con alcuni soci, ha fondato una clinica privata nella città di Scarsdale, a nord di New York, il “Medical Centre”. Sì, un uomo perfetto secondo i suoi canoni.
 Ma chissà che cosa penserebbe Jean se potesse ascoltare le ex del cardiologo. Le quali, dopo l’iniziale colpo di fulmine, hanno scoperto che Hy non ha alcuna considerazione per le donne. Lui si limita ad ammaliare quelle che gli piacciono (esili, bionde e con gli occhi azzurri) e a portarle a letto. Tutte lo hanno lasciato dopo pochi mesi, accusandolo di essere un uomo arido. Quando Jean comincia a ricevere mazzi di rose rosse dal fascinoso dottore le sembra di vivere in un sogno. Lui la invita nei locali alla moda, dove le parla piacevolmente di cultura, cosa di cui il vecchio marito non era capace. Poi la porta in casa, una reggia costruita in stile giapponese, con un parco al centro del quale c’è un laghetto e, in mezzo, un isolotto dominato dalla statua di Buddha. Nella città di Nagasaki, dove aveva studiato gli effetti della bomba atomica, il dottore era rimasto affascinato dall’architettura locale. All’interno della villa c’è una schiera di teste imbalsamate di animali, che il dottore ha cacciato nei suoi safari in Africa.

Quando Jean scrive ai genitori che si è fidanzata con Tarnower, il padre Albert, razzista convinto, dice alla moglie che non vuole più avere a che fare con “quella puttanella” che si è messa con “uno sporco giudeo”. Ma niente ferma la storia d’amore tra i due. Herman sembra davvero preso da Jean e, all’inizio del 1967, le regala un prezioso anello con un diamante di quattro carati, chiedendole di sposarlo immediatamente. Lei accetta, ma gli propone di spostare il matrimonio in estate, per non costringere i figli a cambiare scuola a metà anno a causa del trasferimento. Lui acconsente e non torna più sull’argomento. Tanto che, a luglio, Jean è costretta a sollecitarlo. Herman le risponde freddamente al telefono: «Non ce la faccio a sposarmi e tu meriti di meglio, addio». Jean, incredula, precipita nello sconforto, ma con il tempo accetta di rimanere una semplice amante.

Herman è contentissimo per la situazione che si è creata e durante le vacanze la porta in giro per il mondo. La relazione continua al ritorno, benché Jean sia consapevole che lui frequenta altre donne, sia pure passeggere. Per stargli accanto, si fa assumere come direttrice di una scuola privata vicino a casa sua. Fino a quando la depressione torna a colpirla. Sembra una malattia ereditaria, dato che ne soffre anche il padre e aveva portato uno zio al suicidio. Per tirarla su, Herman non trova niente di meglio che farle somministrare 5 milligrammi di amfetamine al giorno, poi aumentati a 10, anche se dosi così massicce sarebbero vietate dalla legge.

Essendo l’insonnia uno degli effetti secondari delle amfetamine, per addormentarsi ora Jean deve imbottirsi di sonniferi. A metà anni settanta, quando Jean compie cinquant’anni, nella vita del cardiologo entra un’altra donna importante. È la sua nuova assistente, Lynne Tryforos, di 33 anni più giovane di lui. Lei non lo chiama Hy, come gli altri, ma Superdoc (Superdottore). Un fine settimana, mentre Jean si trova nella villa di Herman, arriva Lynne, che entra e si accomoda come se fosse a casa sua. Jean impazzisce di gelosia. Le urla che non può venire lì quando c’è lei. Lynne la guarda come una pazza e se ne va.

Nel 1978, un articolo del prestigioso New York Times parla della dieta che il dottor Tarnower consiglia ai pazienti della clinica Scarsdale come terapia preventiva, affermando che è una delle poche veramente efficaci. Si tratta di un regime alimentare basato sull’eliminazione dei grassi e dell’alcol, a favore di frutta, verdura e pesce. Spinto da un editore che ha letto l’articolo, il cardiologo scrive un libro sulla sua dieta. O meglio, Tarnower dà l’incarico a uno scrittore professionista, Samm Sinclair Baker. Siccome rimane insoddisfatto dai capitoli che gli manda via via, detta a Jean le molte correzioni da apportare. Il libro vende cinque milioni di copie in un solo anno, un record, e la dieta Scarsdale diventa famosissima in tutto il mondo.

LA DONNA CHE UCCISE MISTER SCARSDALE

Il “best seller” che ha lanciato la dieta Scarsdale

 

Nei mesi successivi, il rapporto tra Herman e Jean si raffredda sempre di più. Il medico, ormai celebre per avere lanciato la dieta Scarsdale, si compiace di mostrarsi in pubblico con l’adorante e bellissima assistente Lynne. 
Nel 1980, agli inizi di marzo, Jean rimane a secco di amfetamine e cerca di ottenere altre dosi da Herman, ma al telefono la governante non vuole passarglielo. La crisi d’astinenza le provoca depressione, agitazione e insicurezza al massimo grado. Il 10 marzo, dopo essere finalmente riuscita a parlargli al telefono, corre da lui.
È la tragica notte degli spari, dell’arresto e delle grida.

Nel novembre del 1980, Jean Harris viene processata per omicidio di secondo grado (non premeditato). L’imputata giura: «Non volevo ucciderlo, è stato un incidente. Ho estratto la pistola con l’intenzione di suicidarmi e lui è morto nel tentativo di fermarmi». Per il pubblico ministero, invece, ha ucciso Tarnower perché le aveva preferito una donna più giovane. Jean viene condannata alla pena minima prevista per questo tipo di delitto: 15 anni di reclusione.

Nel 1992, dopo che la donna ha subito tre infarti, suo figlio Jim raccoglie firme per chiedere al governatore Andrew Cuomo di concederle la grazia. Cuomo approva la richiesta e Jean torna libera. La donna va a vivere in una casetta spersa nei boschi dello stato del Connecticut, per poi trasferirsi in una casa di riposo. Nel 2005 la sua storia viene raccontata nel film per la tv Mrs Harris, con l’attrice Annette Bening che veste i suoi panni e Ben Kingsley in quelli di Herman.

 

Jean Harris si spegne nel 2012, a 89 anni, senza più avere amato altri uomini.

 

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