I DISEGNATORI DEL RAGNO, DA DITKO A MCFARLANE

I DISEGNATORI DEL RAGNO, DA DITKO A MCFARLANE

L’Uomo Ragno è uno dei più popolari personaggi dei fumetti. Il merito di aver saputo inventare un eroe così affascinante agli occhi del pubblico va senza dubbio in primo luogo ai suoi creatori, Stan Lee e Steve Ditko.
I due, dal 1962 al 1966, costruirono insieme il nucleo centrale dal quale si sviluppò un’epopea che negli anni assunse i contorni di una moderna leggenda urbana.

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L’Uomo Ragno di Steve Ditko

 

Peter Parker è il simbolo più riuscito del concetto di “supereroe con superproblemi” che determinò la fama planetaria della Marvel. D’altra parte anche i numerosi sceneggiatori e disegnatori che si sono avvicendati in seguito hanno aggiunto il loro mattone nell’evoluzione del personaggio.
In questo articolo vogliamo ricordare in particolare tutti i disegnatori di Spider-Man dal n. 1 al n. 300, dai primi anni sessanta alla fine degli ottanta.

 

Steve Ditko

A Steve Ditko va riconosciuta la statura del creatore. L’Uomo Ragno è essenzialmente un prodotto delle sue frustrazioni e delle sue idiosincrasie. C’è sempre qualcosa di “strano”, di non ordinario, nelle pagine di questo grande artista, qualcosa di leggermente fuori posto che porta con sé una inesauribile energia.

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I personaggi di Ditko si piegano in angoli acuti come se la vignetta si stesse deformando e si relazionano l’uno con l’altro nello spazio fisico, in modo che qualcosa risulti sempre leggermente fuori campo. C’è sempre qualcosa di “sbagliato” nei disegni di Ditko che li rende perfetti. Il maestro disegnò i primi 38 numeri, inventando i principali nemici dell’Uomo Ragno. Sua è anche la storia più bella della intera saga, quella che si estende dal n. 31 al n. 33: “Il capitolo finale“.

 

John Romita Sr.

Diciamolo subito che John Romita non è un vero numero uno. Se togliamo l’Uomo Ragno il suo apporto alla storia del fumetto diventa davvero trascurabile. Eppure bisogna riconoscergli il merito della “svolta pop” che caratterizzò le avventure del Ragno sul finire degli anni sessanta. Ridefinendo la figura della bionda Gwen Stacy e dando finalmente un volto all’affascinante Mary Jane, Romita trasformò la vita di Peter Parker in una soap opera.
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I lettori sembravano apprezzare le pagine dedicate alle peripezie sentimentali del nostro non più timido eroe, quasi infastiditi dai combattimenti con il cattivo di turno. Romita disegnò l’Uomo Ragno dal 1966 al 1972, realizzando numeri memorabili. Quello più acclamato è il n. 50, “Spider-Man no more”, un classico che presenta la copertina più iconica dell’intera serie.

 

John Buscema

I numeri dal 76 al 81 vedono il grande John Buscema alle matite. Il suo lavoro su Spider-Man risulta però fiacco e impersonale, assolutamente non all’altezza di altre sue prove, soprattutto se pensiamo che nello stesso periodo disegnava in modo inarrivabile Silver Surfer e i Vendicatori. Tra il disegnatore italoamericano e il tessiragnatele non scattò mai la scintilla.
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“Buscema non amava i supereroi in generale e Spidey in particolare, non capiva il fascino di un tizio che tornava a casa in silenzio per non svegliare la zia e che combatteva un tanghero vestito da folletto che volava su di un pipistrello di latta” (cit. Crepascolo). Le sue storie sono tutte prive di mordente, la migliore è forse quella dove appare Prowler, uno pseudocattivo creato sulla base di uno schizzo del giovanissimo John Romita Jr.

 

Gil Kane

Con il numero 89 fa la sua comparsa sulle pagine dell‘arrampicamuri uno dei protagonisti della Silver age: il grande Gil Kane. Il disegnatore lituano arrivava dalla Dc Comics, dove aveva dato ampia dimostrazione di essere uno dei più grandi anatomisti in circolazione sulle pagine di Lanterna Verde. Le sue figure squadrate e tridimensionali con tutti i muscoli al posto giusto erano un marchio di fabbrica.I DISEGNATORI DEL RAGNO, DA DITKO A MCFARLANE
In numerosi episodi Gil Kane è inchiostrato dallo stesso Romita, all’epoca art director della Marvel, che se da un lato ammorbidiva i volti spigolosi di Gwen e Mary Jane, dall’altro smorzava la carica cinetica intrinseca delle figure. Nel complesso, anche se giustamente apprezzato da alcuni, Kane non riuscì mai a scaldare il cuore dei fan. La sua storia più famosa rimane la memorabile: “La notte in cui morì Gwen Stacy”, vero e proprio spartiacque generazionale.

 

Ross Andru

Con il n. 125 dell’ottobre 1973 le matite passano a Ross Andru. Anche Andru, come Romita e Kane, veniva dalla Dc Comics, per la quale aveva disegnato diversi numeri di Flash. Come mai la Marvel affidò il suo titolo più venduto all’ultimo arrivato è ancora oggi un mistero. Comunque Andru continuerà a disegnarlo per ben cinque anni, fino al 1978, caratterizzando l’immagine del tessiragnatele per la gran parte di quel decennio.

I DISEGNATORI DEL RAGNO, DA DITKO A MCFARLANE Qualcuno definisce il suo stile come una specie di sintesi di Steve Ditko e di John Romita, ma questa francamente sembra una esagerazione. Possiamo definirlo come un bravo professionista incapace di mettere in mostra uno stile veramente originale. Lo si ricorda soprattutto per aver contribuito a mettere a punto il fortunato personaggio di Frank Castle, ovvero il Punitore, che appare per la prima volta nel n. 129.

 

Sal Buscema

Fratello minore del grande John, Sal Buscema realizza in totale sei numeri dell’Uomo Ragno: 154, 155, 198, 199, 266 e 272. Dotato di un talento naturale, riesce a confezionare una versione personale e caratterizzata. In un certo senso il suo lavoro risulta addirittura più di impatto di quello dell’illustre fratello, troppo svogliato sulle tavole del Tessiragnatele.

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Oscurato dalla lunga ombra del fratello noto per la plasticità michelangiolesca dei suoi personaggi, qui Sal si distingue per uno stile più cupo e spigoloso che mette in mostra una buona capacità di sintesi. Il suo numero più interessante è il 154, dove ha modo di cimentarsi con uno dei primi nemici dell’Uomo Ragno. Un brutale Uomo Sabbia, fermamente determinato a schiacciare Spidey come l‘insetto di cui porta il nome.

 

Keith Pollard

Raccoglie il testimone di Ross Andru nel 1978, con il n. 186 di Amazing Spider-Man. In precedenza Keith Pollard aveva lavorato su vari personaggi: sembrava che alla Marvel si divertissero a spostarlo da una testata all‘altra, senza lasciargli il tempo di lasciare il segno da nessuna parte. Poi all’improvviso viene fin troppo valorizzato, e tra il 1978 e il 1979 disegna i Fantastici Quattro, l’Uomo Ragno e Thor, tre fra i titoli Marvel più importanti.

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La sua run sulle pagine dell’arrampicamuri avviene nei numeri 186, 188, 191-195, 197 e 200-205. Il suo stile, come quello di Ross Andru, ricorda un po’ quello di tutti i suoi predecessori e manca completamente di originalità. L’apice lo raggiunge con la creazione del personaggio della Gatta Nera nel n. 194, la quale si presenta subito come una antagonista sexy, anticonvenzionale e carismatica.

 

Jim Starlin

Lo sperimentatore di una ineguagliabile stagione di Warlock, sospesa tra surrealismo e psichedelia, disegnò un solo numero dell’Uomo Ragno, il 187. In questo albo di Jim Starlin il tessiragnatele combatte contro Electro aiutato da Capitan America. Diciamo subito che siamo lontanissimi dalle impaginazioni poderose e dalle scoppiettanti splash page che avevano caratterizzato la sua run di Warlock o di Capitan Marvel.

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Qui non c’è traccia di quelle esplosioni di linee cinetiche e di quelle atmosfere evocative che costituiscono il marchio di fabbrica del creatore di Thanos. Si tratta di uno Starlin assolutamente svogliato, autore di una prova incolore della quale si salvano soltanto un paio di vignette con pose plastiche di Spidey e di Capitan America.

 

John Byrne

Tra il 1979 e il 1980 John Byrne stava diventando una delle stelle più brillanti nell’universo Marvel, uno dei nomi sui quali la Marvel diretta da Jim Shooter stava costruendo il rilancio. Alla fine del 1977, Byrne aveva preso in mano gli X-Men e insieme a Chris Claremont ne stava facendo il titolo Marvel più venduto. In questo periodo disegnò tre numeri dell’Uomo Ragno: il 189, il 190 e il 206.

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La maestria dell’autore inglese è già evidente, ancora non si è liberato del tutto dall’influenza di Neal Adams, ma già si avverte una forza selvaggia sprigionarsi incontenibile. Quello che affascina è la costruzione della pagina e la completa padronanza di tutti gli aspetti legati alla narrazione a fumetti. Mentre sembra poco interessato alla resa plastica delle evoluzioni del Tessiragnatele, che probabilmente considera di secondaria importanza.

 

Al Milgrom

Al Milgrom, che realizzerà diversi numeri dello spin-off mensile The spectacular Spider-Man tra gli anni ottanta e novanta, disegnò soltanto un numero della serie principale The amazing Spider-Man, il 196. Il numero a cui si dedica è un episodio importante, dove Peter è travolto dal dolore della apparente morte della cara zia May.
I DISEGNATORI DEL RAGNO, DA DITKO A MCFARLANELa narrazione è condotta con sapienza, grazie a una originale costruzione della pagina che asseconda lo storytelling con una disposizione delle vignette sempre differente. La sua forza è nella composizione delle scene, più che nel segno abbastanza anonimo. Nella storia Peter Parker vaga alla ricerca dei ricordi della amata zia, l’Uomo Ragno compare solo all’inizio e alla fine in alcune pose plastiche di discreta fattura.

 

Jim Mooney

Dopo essere stato per anni uno dei principali inchiostratori di John Romita, sulla base dei layout del quale aveva anche realizzato le matite in dettaglio di diversi numeri dell’Uomo Ragno, con il n. 207 gli si presenta l’occasione di disegnare in proprio un numero dell‘arrampicamuri. Jim Mooney quando lavorava sugli schizzi di Romita era solito fare un lavoro abbastanza dettagliato che richiedeva parecchio tempo, anche se gli esiti non erano particolarmente brillanti.

I DISEGNATORI DEL RAGNO, DA DITKO A MCFARLANEAnche in questo numero il disegno appare piuttosto ricco di particolari, che nella inchiostrazione del talentuoso Pablo Marcos acquistano una insolita forza descrittiva, la quale finisce per diventare il leit motiv dell‘intera storia. Meno riuscite le pose in movimento del Ragno, che mancano di quella potenza cinetica e di quella valenza prospettica a cui siamo abituati.

 

John Romita Jr.

Arrivato nel 1980 con il n. 208, John Romita Jr. a partire dal n. 224 forma con lo sceneggiatore Roger Stern una coppia che rivoluziona la testata. L’idea principale è quella di inserire nelle storie del tessiragnatele nuovi antagonisti. Il momento più importante della loro collaborazione è probabilmente il debutto di Hobgoblin, in Amazing Spider-Man n. 238.

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La sequenza finale, dove il nuovo misterioso nemico prova le armi e indossa il costume, è da brivido. John Romita Jr. è un figlio d‘arte che con la sua classe cristallina ha marchiato una lunga stagione di storie ragnesche. In seguito modificherà in maniera imprevedibile il suo stile, non sempre con risultati convincenti e forse lasciandosi trascinare un po’ dalla fretta.

 

Alan Weiss

Il n. 209 è realizzato da Alan Weiss. Disegnatore di Chicago, originale ma di scarso successo, aveva iniziato la carriera lavorando per la Warren Publishing sulle pagine di Creepy (Zio Tibia) nei primi anni settanta. In questo numero dell’Uomo Ragno, scritto da Denny O’Neil, le matite di Weiss sono ripassate a turno da ben cinque inchiostratori: Klaus Janson, Bob Mc Leod, Joe Rubinstein, Bob Wiacek e Al Milgrom. Probabilmente un record.I DISEGNATORI DEL RAGNO, DA DITKO A MCFARLANE
Joe Rubinstein lo riteneva il disegnatore più difficile da inchiostrare nella storia dei comics. “Il suo lavoro era cosi intricato che solo a inchiostrazione terminata capivi cosa aveva disegnato”. Nel suo one-shot per Spider-Man, Weiss crea insieme a O’Neil il personaggio di Calypso, sacerdotessa voodoo haitiana, che incita Kraven il cacciatore a vendicarsi del tessiragnatele.

 

Luke McDonnell

Luke McDonnell, che sarebbe diventato il disegnatore ufficiale di Iron Man tra il 1981 e il 1985, disegna nell’agosto 1981 il n. 219 dell’Uomo Ragno. A dirla tutta questo numero è passato alla storia più per la storica copertina realizzata dall’astro nascente Frank Miller che per gli interni disegnati da McDonnell.

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Il disegnatore newyorkese non deve però essere sottovalutato, anche se qui è agli inizi già si intravvedono i germogli di uno stile piuttosto grintoso e suggestivo, sulla falsariga di certe cose di Gene Colan, che gli permetterà di distinguersi. In questo numero il suo stile anticonvenzionale e sinuoso si adatta perfettamente ai toni cupi e minacciosi della storia che vede l’Uomo Ragno opporsi a Gargoyle.

 

Bob McLeod

Jim Shooter, impressionato dall’ottimo lavoro di inchiostrazione che Bob McLeod stava portando avanti su diversi albi della Marvel, decise di dargli una possibilità come matitista commissionandogli una storia scritta dal controverso Micheal Fleisher, che sarebbe apparsa sul n. 220 dell’Uomo Ragno, nel settembre 1981.


Si tratta di una storia dalle tinte noir che vede come antagonista del tessiragnatele l’ombroso Moon Knight, il quale aveva esordito con un albo tutto suo l’anno precedente. McLeod, con il suo tipico stile carico di neri, dimostra di trovarsi a proprio agio sia nella rappresentazione dell’arrampicamuri sia in quella di Moon Knight, dando vita a un episodio dal sapore d’altri tempi. Disegnerà un secondo episodio del Ragno quattro anni dopo: il n. 267.

 

Alan Kupperberg

Approdato in Marvel nel 1974, a 21 anni Alan Kupperberg disegna cinque numeri di Amazing Spider-Man: il 221, il 285, il 286, il 288 e il 289. Il suo apporto si fa notare durante la cosiddetta “gang war saga” dove l’Uomo Ragno, Devil e il Punitore combattono Hobgoblin, Testa di Martello, Kingpin, Silvermane e altri boss del crimine. Il suo stile, anche se poco originale e appesantito da una impostazione ripetitiva del layout delle pagine, propone talvolta alcune trovate di una certa efficacia.


Era molto autocritico verso il suo lavoro: ovviamente ne andava orgoglioso, ma sapeva esattamente quale era la sua posizione nella storia del medium. Quella di un onesto professionista del fumetto, affidabile, in grado di rispettare le scadenze ma lontano dall’estro di un vero artista.

 

Bob Hall

Bob Hall è un disegnatore che per la Marvel e la Dc ha disegnato alcuni dei più famosi supereroi di tutti i tempi, tra cui Batman, l’Uomo Ragno, Thor, Capitan America e i Vendicatori. Oggi racconta di aver lavorato per quarant’anni nell’industria del fumetto divertendosi e senza avere mai guardato all’orologio.

I due numeri di Amazing Spider-Man da lui disegnati, il 222 e il 237, dove l’arrampicamuri affronta rispettivamente Speed Demon e Stilt Man, non sono episodi memorabili, ma sono entrambi ricchi d’azione e di vignette che evidenziano gli aspetti cinetici.

 

Rick Leonardi

Il sottovalutato Rick Leonardi è ricordato soprattutto per avere creato, insieme a Mike Zeck, il costume nero di Spider-Man durante la miniserie di Secret Wars del 1984. I numeri di Amazing Spider-Man da lui disegnati tra il 1982 e il 1986 sono: 228, 253–254, 279 e 282. Storie cupe e ricche di tensione nelle quali Leonardi mette in mostra un segno sofisticato quasi privo di ombre, dove molta cura è riposta nelle anatomie che presentano talvolta certe esasperazioni alla Bernie Wrightson.

Nel numero 253 ci viene presentato un nuovo avversario: “the Rose”. Questo personaggio è raffigurato come un signore del crimine ben vestito, calmo e calcolatore, un gentiluomo che ama le rose e indossa una maschera di pelle color lilla. Lo sceneggiatore Tom DeFalco lo definisce “Un signore del crimine di serie B”.

 

Ron Frenz

Ron Frenz divenne il matitista ufficiale di The Amazing Spider-Man nel 1984. Introdotto nella serie come sostituto a breve termine di John Romita Jr., avrebbe dovuto disegnare una run di sei numeri in attesa del ritorno del titolare temporaneamente spostato sugli X-Men. Fu Danny Fingeroth, l’editor del titolo, a notare come Frenz lavorasse particolarmente bene assieme allo sceneggiatore Tom DeFalco, in breve i due avevano costituito una vera squadra, e decise di farli continuare.

In realtà Frenz disegnò in totale 22 numeri tra il 1984 e il 1986, tra i quali il suo debutto con il botto sul n. 248, “The Kid Who Collects Spider-Man”, che ancora oggi compare in tutte le classifiche sulle migliori storie del Ragno.

 

Bob Layton

Considerato uno degli autori più flessibili del settore dei fumetti, Bob Layton è creatore, sceneggiatore, disegnatore, designer e imprenditore. È suo il merito di avere reinventato Iron Man alla fine degli anni settanta, trasformando una testata sull’orlo della chiusura in una delle serie Marvel più vendute di tutti i tempi e riferimento dei recenti film di Hollywood.

Layton disegna con innegabile maestria soltanto due numeri di Amazing Spider-Man, il 240 e il 262. Il numero 262, uscito nel marzo 1985, è celebre per la copertina fotografica che ritrae lo stuntman Scott Leva nei panni dell’Uomo Ragno. Molti all’epoca credettero che fosse l’annuncio della uscita imminente di un film sul tessiragnatele, mentre era solo uno scherzo di Jim Shooter.

 

Paty Greer

Paty Greer era l’estroversa moglie di Dave Cockrum, il talentuoso disegnatore responsabile del rilancio degli X-Men a metà degli anni settanta. La Greer iniziò a lavorare per la Marvel nel 1973, disegnando il n. 3 di The Cat. Diventò la prima disegnatrice donna a realizzare le matite dell’Arrampicamuri. “Paty, tu mi salverai il culo”, disse prosaicamente l’editor Jim Owlsey, “ho una scadenza dell’Uomo Ragno e tutti i disegnatori malati. Ho bisogno di una storia completa entro una settimana”.

Paty Greer accettò ed entro una settimana consegnò le matite, al che si senti dire: “Ho bisogno anche che me la inchiostri, ne ho bisogno in una settimana”. “Non sono un inchiostratrice”, replicò lei. Ma Jim Owlsey disse che lo poteva fare e lei lo fece. Era il 264 di Amazing Spider-Man, un numero senza lode e senza infamia.

 

Mike Harris

Come quasi tutti i disegnatori americani degli anni ottanta, anche Mike Harris subisce l’influenza di Neal Adams. Le sue figure, eleganti e allungate, si muovono con naturalezza, anche se certo non è innovativo come il suo maestro quando si tratta di punti di inquadrature e scorci prospettici. Su Amazing Spider-Man fa un unica apparizione, disegnando il n. 278 nel 1986.

Nell’episodio, cercando di capire se davvero il suo vecchio amico Flash Thompson sia in realtà Hobgoblin, Peter Parker va alla stazione di polizia. Un’altra persona sta recandosi contemporaneamente nello stesso posto per uccidere Flash Thompson: il Flagello degli inferi. Un personaggio creato dallo sceneggiatore Mark Gruenwald con l’intento di sfoltire la popolazione criminale dell’universo Marvel, eliminando i cattivi minori, ridondanti o mal concepiti.

 

Erik Larsen

Erik Larsen, una delle future colonne della Image, debutta sulle pagine di Amazing Spider-Man n. 287 dell‘aprile 1987. Erik illustra una storia di Jim Owlsey dove l‘arrampicamuri, che indossa il suo nuovo costume nero, si scontra con Devil. Non un gran debutto a dire il vero. Lo stesso Larsen lo definisce “un fumetto terribile sotto ogni punto di vista. Una storia dove non succede niente”.

L‘episodio, pur partendo con una bella pagina iniziale dove l’Uomo Ragno è raffigurato mentre si appresta a entrare in azione sotto le raffiche di una pioggia torrenziale, ci mostra un disegnatore ancora acerbo lontano da quello stile ipercinetico e scintillante che sfoggerà qualche tempo dopo, quando diventerà il disegnatore ufficiale di Amazing Spider-Man prendendo il posto di Todd McFarlane.

 

Alex Saviuk

Alex Saviuk è un disegnatore che ha legato il proprio nome al Tessiragnatele per essere stato il matitista ufficiale di Web of Spider-man per ben sette anni. Ha realizzato soltanto tre numeri di Amazing: il 292, il 296 e il 297. Lo stile di Alex Saviuk è abbastanza indistinguibile da altri disegnatori degli anni ottanta. La maggior parte delle vignette è costituita da una serie di campi lunghi, all’interno dei quali l’atletica figura dell’Arrampicamuri rimbalza da una parte all’altra.

Il tutto alla lunga produce una sensazione di ripetitività che finisce per annoiare. L‘aspetto positivo di questo modo di disegnare è che si tratta di immagini concepite autonomamente senza il minimo utilizzo di quei “riferimenti fotografici”, che da questo periodo cominciano a diventare sempre più numerosi.

 

Mike Zeck

Il talento di Mike Zeck si è incrociato con Amazing Spider-Man solo su un paio di numeri: il 293 e il 294, ma ciò è bastato per rendere questo artista indimenticabile. Zeck ha illustrato nel 1987 la storia in due parti intitolata “L’ultima caccia di Kraven”, scritta da J.M. DeMatteis. Una delle storie del ragno più drammatiche di sempre.


DeMatteis ha osservato: “Poiché Mike è riuscito a legare gli elementi della trama in modo così perfetto alle sue matite, ogni azione, ogni emozione appaiono in tutto il loro significato agli occhi del lettore, così non ho dovuto aggiungere inutili didascalie e ho potuto concentrarmi su quei monologhi interiori che hanno fatto la fortuna di questa storia. Qualsiasi altro artista avesse disegnato L’ultima caccia di Kraven non sarebbe stata la stessa”.

 

Cynthia Martin

Cynthia Martin era una delle poche donne fumettiste a collaborare con la Marvel verso la metà degli anni ottanta, un periodo non facile in cui la Casa delle idee stava per essere venduta alla New World Pictures. Il disegno arioso, fatto di linee pulite e di forte senso del movimento, la distinguevano dalla maggior parte dei suoi colleghi di quel periodo. Il suo lavoro introduceva l’influenza dei manga all’interno del fumetto mainstream americano molto prima che diventasse di moda.


Il contributo della Martin ad Amazing Spider-Man si riduce a un unico numero, il 295 del dicembre 1987. I suoi disegni, nella loro estrema varietà compositiva e nella loro arguta sintesi esecutiva, ci appaiono ancora oggi sorprendentemente moderni. Chintya era parecchio avanti.

 

Todd McFarlane

Todd McFarlane è della stessa sostanza di Steve Ditko. Manca della sapienza anatomica e della fertile immaginazione del creatore del Ragno, ma la strabordante potenza visiva e la impressionante audacia cinetica sono le stesse. L’autore canadese sale sulla corazzata di Amazing Spider-Man con il n. 298, nel marzo del 1988. Insieme allo sceneggiatore David Michelinie dà vita ad una lunga run che porta il tessiragnatele verso un massiccio aumento delle vendite.

McFarlane stravolge e modernizza l’immagine convenzionale dell’Uomo Ragno degli anni ottanta recuperando ed estremizzando alcune caratteristiche dalla primissima versione ditkiana del personaggio, come l’allargamento degli occhi, che tornano delle dimensioni originarie.

Il cerchio, da Ditko a McFarlane, si chiude in bellezza.

 

 

5 commenti

  1. John Romita Junior, Todd McFarlane ed Erik Larsen sono I miei artisti preferiti. Aggiungo anche Mark Bagley che mi piace il suo tocco artistico su Spider Man

  2. Mi permetto di spezzare una lancia a favore di Ross Andru che – a mio modesto e sindacabilissimo modo di vedere – sentiva lo zeitgeist al pari di Gil Kane. Gli anni settanta dello scorso secolo sono stati attraversati dal brusco risveglio dopo la illusione del decennio precedente. Io ero un bimbo al tempo ( classe 1968 ), ma sentivo che Andru ( e Kane ) raccontavano benissimo la nevrosi del Ragno. Pavido Parker si era fatto + affilato e la sua controparte in costume si muoveva tra i tetti come non riusciva con i trainers Ditko e Romita sr mentre la cinepresa zompava intorno indemoniata. Non dico che ho pianto, ma mi spiacque che Andru disegnasse al tempo solo tre numeri dei Fantastic Four. I miei amati Rick Leonardi, Walter Simonson , Jon Bogdanove ed il compianto Norm Breyfogle devono aver visto ed apprezzato anche il lavoro di Andru su Spidey. Kane ci ha dato Morbius in uno splendido distico di storie in cui Spidey con quatttro braccia in più deve vedersela anche con Lizard ed una gita nella Terra Selvaggia con Kraven e Ka-zar e JJJ in tenuta da esploratore senza contare la Gwen Stacy + moderna di sempre. Il suo Frank Castle magro e stempiato e vagamente draculiano era mooolto diverso dalle successive versioni di Texeira, JR JR e Jim Lee, ma inquietante ed ” alieno” ( anche se il premio Norman Bates andava direttamente allo Harry Osborn di Andru).
    Caro Ross, non so dove sei ora, ma spero ti sia permesso di disegnare i Losers di Diggle/ Jock con lo stile con cui disegnavi quelli di Bob Kanigher. Io ho apprezzato anche il tuo Doc Savage ( anche il team up con Spidey ) e persino i tuoi Defenders sotto le chine inadatte di Bill Everett. Mi sono bastati un paio di numeri scarsi in cui hai affiancato al Ragno il solito Punitore e Nightcrawler ( per poche vignette anche Logan e Colosso ) contro Mosaico ( al suo esordio ) per farmi pensare – i bimbi riflettono su cose così – che sarebbe stato bello leggere i tuoi x-men. Sarà per la prossima volta. Ciao ciao

  3. Di Sal Buscema bisognerebbe anche dire che ha disegnato e inchiostrato un centinaio di numeri di Spectacular Spider Man, dal 1988 al 1996, cambiando stile di disegno e realizzando storie molto importanti, tra cui ”Il bambino dentro” di J.M. DeMatteis che è una delle run più belle della serie, e non solo.

  4. bellissimo e documentatissimo articolo. Poiché in alcuni anni non ho seguito Spiderman alcuni non li conoscevo. L’unico appunto è che secondo me Romita Senior merita un po’ di più. Poi per il resto su Dikto e su Mcfarlane siamo d’accordo.

  5. Il miglior Uomo Ragno è quello di John Romita. Ho apprezzato anche Ditko e Romita junior ed in parte anche Kane e Andru.
    Da Mc Farlane (compreso) in poi il disastro con l’eccezione dello spectacular di De Matteis e Sal Buscema

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