JOE SHUSTER, PADRE NON RICONOSCIUTO DEI SUPEREROI

JOE SHUSTER, PADRE NON RICONOSCIUTO DEI SUPEREROI

La Bao ha di recente pubblicato in Italia il volume di Julian Voloy e Thomas Campi, Joe Shuster. La storia degli uomini che crearono Superman, 168 pagine, 21 euro.

Già dopo le prime tavole ho sentito di essere ammaliato da questa graphic novel, forse anche perché in fin dei conti era il primo fumetto che leggevo dopo la nascita della mia bambina, pochi giorni prima. Abbiate pazienza, sono particolarmente soggetto a questo genere di emozioni. Ma ovviamente c‘era molto altro. I lettori del mio blog sanno che ho un particolare legame con Superman, provo una sorta di idealismo nostalgico che mi mette in contatto con il progenitore degli eroi da noi oggi tanto amati.

Chi consideri più da vicino la storia dei personaggi dei fumetti superoici, ne segua le origini e le vite dei loro creatori sotto le splendenti facciate, incontra presto brutture, vacillanti splendori e luci non propriamente eroiche: raramente una cultura pop è stata costruita su una tale mole di ingiustizie, mancati riconoscimenti, e debiti morali e materiali come quella dei fumetti dei supereroi.


Con la loro opera in dimensione autobiografica, l‘autore Julian Voloj e il disegnatore Thomas Campi volgono lo sguardo ai primi passi artistici di uno dei due straordinari creatori di Superman, Joe Shuster. Con il disegnatore Joe Shuster e lo sceneggiatore Jerry Siegel, nella Cleveland degli anni trenta del Novecento andò in scena il primo atto di una saga eroica che continua ai giorni nostri. Dotati di inesauribili dinamismo e immaginazione, i due giovani di origine ebraica volevano raccontare storie e soprattutto pubblicarle.
Erano alla ricerca di un‘idea rivoluzionaria, perché nell‘America in ascesa dopo la grande crisi economica tutto sembrava possibile, se solo ci si fosse ritrovati con la giusta idea al momento giusto e nel posto giusto. Nacque così Superman, il primo supereroe, ed ebbe inizio la via crucis che Shuster e Siegel avrebbero percorso fino alla morte, sessant‘anni più tardi.

Joe Shuster Giornale Pop 6

A metà degli anni settanta fu messo in cantiere un film che avrebbe fruttato un sacco di soldi. Il regista Richard Donner sarebbe entrato nella storia del cinema, Christopher Reeve sarebbe diventato una star mondiale e il già titanico Marlon Brando avrebbe incassato quattro milioni di dollari per poche scene. Nello stesso periodo Joe Shuster, uno degli inventori del personaggio in procinto di diventare un blockbuster planetario, si svegliava sulla panchina di un parco e un poliziotto gentile lo accompagnava in un locale per offrirgli da mangiare e bere, e farsi raccontare la sua storia.
L‘ormai quasi cieco Shuster assieme al suo amico Jerry Siegel aveva inventato il primo supereroe della storia dei fumetti: Superman, forse la cosa migliore della cultura pop americana.

Ma perché uno spirito così visionario dormiva su una panchina e non era diventato ricco? Una buona domanda, seguita da una risposta tormentata e dolorosa, il cui momento chiave è l‘assegno da 130 dollari che i due artisti dagli occhi azzurri accettano cedendo i diritti della loro creazione a una grossa impresa editoriale che avrebbe poi sfruttato in tutti i modi il loro personaggio, omettendo di dichiarare i nomi dei suoi ideatori.
Julian Voloj fa raccontare a Shuster la sua storia sin dall’infanzia, quando la sua famiglia fuggì dai pogrom russi, prima in Europa e poi negli Stati Uniti. A causa dei sempre diversi lavori di suo padre, la famiglia doveva trasferirsi in continuazione da un luogo all‘altro.

Joe era un disegnatore appassionato e cercava artisti suoi pari con i quali poter raccontare storie. Dopo l‘ennesimo trasloco conobbe Jerry Siegel, cugino di un suo compagno di scuola. Si trovarono bene, Siegel scriveva delle storie e Shuster le avrebbe illustrate. Si misero a lavorare insieme per il giornale scolastico “The Torch”, ma scrivevano anche racconti per conto loro, soprattutto ispirati alla fantascienza delle pulp allora in voga.

Un giorno il padre di Jerry fu aggredito nella sua bottega di sartoria e morì di infarto. Il ragazzo ne rimase profondamente turbato e declinò le sue intenzioni narrative verso una direzione che a un certo punto gli avrebbe fatto incontrare l‘eroe Superman. Tuttavia le sue storie non suscitavano particolare interesse. Fino al 1935, quando mise piede alla National Comics Publications, l’editore che anni più tardi avrebbe cambiato il nome in Dc Comics. Shuster vendeva ormai da tre anni storie alla casa editrice, quando questa mostrò interesse per il suo personaggio di Superman. Siegel e Shuster trafficavano già da cinque anni attorno alle strisce sull’uomo d’acciaio, che però era rifiutato da un editore dopo l‘altro. Ora il caporedattore di New York, sia pure senza particolare entusiasmo, comprava il personaggio.
Poco più tardi i due giovani ricevettero per posta un assegno di 412 dollari, 130 per i diritti del personaggio Superman e il resto per storie già completate. Negli Stati Uniti la cessione dei diritti così come la conosciamo oggi fu regolamentata per la prima volta solo nel 1976, con il Copyright Act. Nell‘aprile del 1938 uscì il primo numero di “Action Comics” con Superman in copertina. La prima edizione vendette rapidamente 130mila copie. Era nata una leggenda, e allo stesso tempo i due visionari artisti avevano varcato la soglia della propria sfortuna, all’inizio senza rendersene conto.

Dopo alcuni anni i due lavoravano come impiegati per la casa editrice, mettendo insieme storie di Superman. La popolarità del personaggio cresceva costantemente e raggiungeva altri media come la radio e più tardi la televisione. Soprattutto Jerry Siegel si mostrò presto insoddisfatto della situazione, rendendosi conto che la National Comics Publications li aveva infinocchiati: Shuster e Siegel lavoravano per una miseria a pagina, senza ricevere una parte dei milioni che l’editore guadagnava con la loro invenzione. I tentativi di contrattazione non portarono a niente e una causa contro la casa editrice fu subito archiviata.
Passati quarant‘anni dal primo numero di Action Comics arriviamo all’uscita del film Superman di Richard Donner. Frustrato dal probabile grande successo del film, che avrebbe arricchito gente già ricca lasciando senza un soldo gli inventori del personaggio, l‘ormai anziano Siegel scrisse una disperata denuncia a decine di amici e di appassionati di fumetti, in cui criticava la truffa perpetrata dalla Dc Comics e spiegava come i due autori fossero stati derubati della loro parte di guadagno. La lettera si diffuse velocemente inducendo diversi artisti, come Neal Adams, a garantire il loro appoggio. La critica alla casa editrice e la truffa si trasformarono velocemente in una situazione imbarazzante per la Warner, produttrice del film, a ridosso della prima nelle sale. La Warner (che anni prima anni aveva comprato la Dc Comics – NdR) trovò rapidamente un accomodamento: a Shuster e Siegel sarebbe stata garantita una pensione e i loro nomi sarebbero stati citati nei credits come quelli dei creatori del personaggio. Una goccia nell‘oceano dei quarant‘anni passati, nondimeno un inizio, che tuttavia non impedì che nei primi anni novanta Shuster morisse in povertà.

Con il loro racconto, Julian Voloj e Thomas Campi presentano gli accadimenti in ordine cronologico. A dispetto di disegni raffinati e colori quasi evanescenti, la storia emana una forza perturbante e rivela un lato oscuro della genesi dei supereroi che ancora oggi viene volentieri nascosto. È noto che Shuster e Siegel non sono gli unici artisti ai quali è stata sottratta la gloria dovuta per i loro personaggi. Nel libro si parla del disegnatore Bob Kane, il quale si era preso tutto il merito di avere creato Batman, dimenticando lo sceneggiatore Bill Finger. Per non parlare di Stan Lee, che ha sottratto parte della gloria a Jack Kirby.

La storia di Joe Shuster, Jerry Siegel e del personaggio Superman a cui hanno dato vita è una delle più tristi del mondo editoriale dei supereroi. Due uomini grazie ai quali hanno trovato lavoro così tante persone nel corso di così tanti decenni e grazie ai quali sono nati una intera industria e un folto ramo della cultura pop americana. Due uomini ai quali dopo tutto il dolore e le mortificazioni non si riesce ancora ad attribuire appieno il riconoscimento che meritano. Joe Shuster – Storia degli uomini che crearono Superman, a dispetto della narrazione dettagliata e fedele ai fatti – o forse proprio per questa narrazione analitica – è una graphic novel commovente e emozionante. Il soggetto non è un supereroe, Jullian Voloj e Thomas Campi hanno tuttavia messo insieme la più importante storia di supereroi dell‘anno. Un‘opera notevole.

(Dal blog Bizzaro World – Das Comic Blog, riprodotto con autorizzazione dell’autore, Copyright © 2018 Emanuel Brauer. Traduzione dal tedesco e Copyright © 2018 Andrea Antonini. Tavole riprodotte con autorizzazione della Bao Publishing).

 

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