INASPETTATE RESURREZIONI MARVEL

INASPETTATE RESURREZIONI MARVEL

In un articolo precedente abbiamo spiegato come negli ultimi decenni nella Marvel le resurrezioni dei personaggi defunti siano diventate una moda, e abbiamo steso una lista di 12 eccezioni.

Quella di far ritornare in vita i defunti ha praticamente tolto ogni pathos, rendendo il lettore cinico dinnanzi alla prematura scomparsa di un qualsivoglia personaggio.

Di seguito, in una sorta di par codicio con il precedente articolo, abbiamo raccolto i personaggi della Marvel che sono resuscitati a distanza di anni sorprendendo il lettore, a volte in positivo, molte altre in negativo.

1. GUARDIAN (Morto nel 1984 – Resuscitato nel 1990)

Il leader e fondatore del supergruppo canadese degli Alpha Flight, James McDonald Hudson alias Guardian, è uno di quei personaggi le cui morte e resurrezione ha suscitato particolare clamore nei lettori.

John Byrne, creatore del personaggio e autore di Alpha Flight, sul numero 12 della serie (1984) sorprende i lettori con un finale sconvolgente: Guardian rimane gravemente ferito al termine di un durissimo scontro con il suo rivale di sempre, Jerry Jaxon, il quale aveva messo in piedi una squadra avversaria chiamata Omega Flight. James era sopravvissuto, ma il suo costume era rimasto gravemente danneggiato.

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Sul punto di esplodere, Guardian, in una celebre sequenza di countdown, stava cercando di ripararlo, ma l’arrivo della moglie lo aveva distratto, facendo esplodere il costume. Una sequenza shock che ha sconvolto il lettore, lasciando gli Alphani senza una guida.

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James Hudson torna apparentemente in Alpha Flight n. 25, rivelando come in realtà fosse stato trasportato in salvo dagli alieni q’wrrlin, che lo avevano reso un cyborg in quanto non distinguevano il suo corpo dal costume meccanico.

Questo ennesimo colpo di scena si rivelerà essere una frottola: in realtà il Guardian tornato dalla tomba era un robot al servizio del defunto Jerry Jaxon, che aveva impersonato il defunto eroe per colpire gli Alphani dall’interno.

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Questo almeno stando a John Byrne. Sei anni più tardi, nel 1990, sulle pagine di Alpha Flight n. 89 lo sceneggiatore Fabian Nicieza ci rivela che la storia degli alieni q’wrrlin era reale: avevano salvato Guardian in quanto speravano che potessero aiutarli ad affrontare l’arrivo del divoratore di mondi Galactus.

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Da quel momento, tra alti e bassi, Guardian è tornato a far parte degli Alpha Flight, compreso il rilancio del team che la Marvel ha realizzato nel 2011.

Alcune osservazioni – La morte di quello che era a tutti gli effetti il protagonista della serie è stato un colpo di scena, vedremo in seguito qualcosa di simile nel Trono di Spade. E la sua falsa resurrezione, dopo aver riacceso le speranze nel lettore, fu pure interessante. Non crediamo che Alpha Flight necessitasse del ritorno del reale James Hudson, visto che tra l’altro il gruppo se la stava cavando bene senza di lui.

2. SHARON CARTER (Morta nel 1979 – Resuscitata nel 1995)

Del curioso caso delle sorelle Peggy e Sharon Carter abbiamo parlato qui. Creata da Stan Lee e Jack Kirby nel 1966 per essere la ragazza di Capitan America, Sharon è un’agguerrita e coraggiosa agente dello Shield, l’agenzia di controspionaggio Marvel.

Poteva dunque accadere che la bella biondina cadesse vittima di qualche agguato. Così, nelle storie del 1979 scritte da Roger McKenzie, Sharon si infiltra nella Forza Nazionale, un gruppo terrorista neo-nazista gestito dal dottor Faustus, uno psichiatra nemico di Cap.

Ipnotizzata dal criminale, Sharon diventa una fanatica violenta, tanto da usare un dispositivo di autodistruzione nella sua uniforme per suicidarsi insieme ad altri membri della squadra.

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La sua morte viene ripresa da una troupe televisiva e mostrata al Capitano, che in lacrime riconosce l’amata tra i kamikaze.

Dopo il lutto, Cap inizia una carriera di disegnatore freelance nei panni di Steve Rogers, cosa che lo porta ad andare a vivere nel quartiere di Brooklyn Heights e a conoscere nuove persone, tra cui Bernie Rosenthal, ragazza che prenderà il posto di Sharon nel cuore dell’eroe a stelle e strisce. La loro relazione durerà ben 6 anni di vita editoriale (dal 1980 al 1986). Cap avrà una nuova fidanzata, l’ex criminale Rachel Leighton alias Diamante, che accompagnerà il bel Capitano fino al 1995. Per sedici anni non si accenna quasi più a Sharon Carter, nemmeno quando viene ripescata la sorella Peggy, tanto che il lettore tende a dimenticarsi dei trascorsi del personaggio.

Ma non Mark Waid, nuovo sceneggiatore, che su Captain America n. 445 (1995) ci rivela che Sharon non è in realtà morta: il video mostrato a Cap era manipolato. La ragazza era andata nel Sudest asiatico in missione per conto di Nick Fury, dove qualcosa andò storto in missione anche se i dettagli non ci vengono rivelati. Sharon viene data per morta e abbandonata oltre le linee nemiche. Per sopravvivere Sharon si è reinventata mercenaria e soldato di ventura, cosa che l’ha indurita nel carattere, rendendola cinica e spietata, fortemente in contrasto con Cap.

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Da quel momento Sharon Carter torna a essere una presenza fissa nella serie di Cap. I contrasti etici e caratteriali con la “nuova” Sharon, così fredda rispetto a quella che amava il Capitano, forniscono alla serie un tocco di umanità.

Alcune osservazioni – Il non aver mostrato il cadavere nel 1979 effettivamente forniva una scappatoia per riportare in vita il personaggio senza escogitare elaborati stratagemmi narrativi, ma nessuno prima del 1995 aveva neppure ipotizzato la cosa, dando a Cap quel senso di tragedia che aveva ormai perso metabolizzando la perdita di Bucky.
La nuova caratterizzazione dell’ex agente 13 però si rivela comunque efficace, tanto che nel corso dei decenni tutti gli sceneggiatori che si sono succeduti dopo Waid hanno mantenuto Sharon come elemento fisso nel cast, e dopo un (bel) po’ di tempo lei e Capitan America hanno visto persino rinnovarsi il loro amore. Sharon Carter è la dimostrazione che, se centellinato e ben fatto, l’espediente narrativo di riportare in vita un personaggio creduto morto può giovare alla serie.

3. ZIA MAY (Morta nel 1995 – Resuscitata nel 1998)

Il caso di zia May è forse il più eclatante espediente della resurrezione usato male, risultando trash.

Durante la famigerata Saga del Clone, l’arco narrativo di fine anni novanta dell’Uomo Ragno, la zia di Peter Parker sembra andare incontro al suo destino.

Lo stato di salute di zia May è stato per anni il filo conduttore delle tematiche legate all’Uomo Ragno, a cominciare dalla celebre saga del Coordinatore (Amazing Spider-Man n. 31/32/33) del 1965, realizzata da Stan Lee e Steve Ditko, in cui il Ragnetto deve trovare una cura per la zia per un avvelenamento da radiazioni.

Nel 1995, in occasione nel numero 400 di Amazing Spider-Man, lo sceneggiatore J.M. De Matteis fa subire alla zia l’infarto che attendeva da oltre 30 anni.

Zia May si spegne nel suo letto accanto alle persone che ama e tra le braccia del nipote Peter, non prima di aver rivelato al ragazzo di essere a conoscenza da anni del suo segreto.

Un addio struggente, reso ancora più triste dal fatto che il clone di Peter, Ben Reilly, non può neppure darle un ultimo saluto, soffrendo in silenzio appollaiato sul tetto.

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Gli autori all’epoca credevano fosse tempo di dare una svolta clamorosa alla serie, sostituendo Peter con il suo clone, creduto l’originale all’epoca, e cambiando totalmente il cast di contorno.

Era probabilmente l’idea peggiore mai avuta dalla Marvel, e infatti corsero rapidamente ai ripari, ripristinando lo status quo, con tanto di ritorno del protagonista nei propri panni, una volta chiarito in modo definito l’autenticità genetica.

Nel 1998 Howard Mackie, con ai disegni il figlio d’arte John Romita Jr, su Peter Parker: Spider-Man n. 97 fa correre l’Uomo Ragno al salvataggio di “May” tenuta in ostaggio da Norman Osborn. Sia Spidey sia il lettore immaginano che si tratti della figlia nata morta di Peter e Mary Jane, in qualche modo sopravvissuta al parto… scopriamo invece che la May da salvare è proprio l’anziana zia!


Con una scusa che definire tirata per i capelli è poco, scopriamo che la May che abbiamo pianto su Amazing Spider-Man n. 400 era un’attrice malata di cancro, geneticamente modificata per essere identica a May.

I lettori non furono molto felici di questa rivelazione: May Parker non è una metaumana, è di salute cagionevole dal 1962 e vederla morire era una cosa naturale. Questo poco ortodosso escamotage per riesumarla è sembrato davvero un’assurdità.

Da allora zia May continua a essere una presenza fissa nel cast di comprimari dell’Uomo Ragno. Da sottolineare l’interpretazione che ne ha dato Jim Straczynsky, rendendola una vecchietta più sveglia e in grado di adeguarsi ai tempi che corrono. Nell’episodio La Confessione, May scopre l’identità segreta di Peter e i due hanno una conversazione a cuore aperto che rende la zia una formidabile alleata nel coprire le assenze di Peter quando sparisce per agire come Uomo Ragno, donandole così un ruolo più attivo nelle storie.


Alcune osservazioni Il ritorno di zia May è la dimostrazione del modo peggiore di riportare in vita un personaggio. D’altra parte Zia May viene tirata in ballo ogni volta che si decide di stravolgere la vita dell’Uomo Ragno, come nel caso della criticata One More Day, in cui per salvarle la vita Peter annulla il proprio matrimonio con Mary Jane.

  

4. MIMO (Morta nel 1994 – Resuscitata nel 2009)

Sebbene la sua prima apparizione sia sulla serie di Ka-Zar, Barbara ”Bobbi” Morse aka l’agente 19 dello Shield, nota come Mimo, si è affermata nell’universo Marvel come spalla e amante di Occhio di Falco, l’arciere dei Vendicatori.

Definita da Mark Gruenwald come il corrispettivo Marvel di Black Canary, la bionda ha sposato Clint Barton e la sua causa, affiancandolo quando è diventato il leader dei Vendicatori della Costa Ovest, seconda testata dedicata agli eroi più potenti della terra con sede a Los Angeles.

Mimo ha legato saldamente il suo nome al team, apparendo in quasi la totalità degli episodi, risultando spesso un elemento determinante nelle storie. In particolare, sotto la gestione di Steve Englearth, Mimo è al centro di un’importante sottotrama in cui, drogata e violentata da Phantom Rider, si vendica uccidendolo. L’omicidio però non è ammissibile per un Vendicatore, cosa che la spinge a litigare con il marito e ad abbandonare il gruppo.

John Byrne la riporterà in squadra, e a poco a poco lei e Clint inizieranno un lento ma inevitabile riavvicinamento, che avverrà proprio verso la chiusura della serie, scritta nel frattempo da Roy Thomas, Coinciderà proprio con la morte della bella Mimo: in una battaglia all’inferno che vede come antagonisti i due principali demoni dell’universo Marvel, ovvero Satanish e Mephisto. Mimo verrà colpita da una palla di fuoco, morendo tra le braccia del marito.


Mimo finisce nella lista dei Vendicatori caduti in battaglia, tanto che su Avengers vol. 3 n. 10 di Kurt Busiek e George Perez appare nella Legione dei Non-Morti, insieme a Capitan Mar-Vell, Thunderstrike e lo Spadaccino.


Mimo, come detto, è stata determinante sulla testata dei Vendicatori Ovest, ma con la chiusura della serie tutti i protagonisti di quell’albo, esclusi i popolari Occhio di Falco e Scarlet, sono stati messi in secondo piano. La bionda ex moglie di Falco viene a poco a poco dimenticata, fino a quando nel 2009, al termine del maxi crossover Secret Invasion, Brian Michael Bendis rivela che la Mimo morta in occasione dell’ultima battaglia dei Vendicatori della Costa Ovest era in realtà una sostituita skrull, mentre la vera Bobbi Morse, prigioniera degli stessi alieni, torna in libertà quando questi vengono sconfitti.


Mimo torna dopo anni di assenza, lei e Occhio di Falco sembrano riavvicinarsi in un primo momento, ma in seguito gli autori decidono che i due prendano strade diverse, rimanendo in buoni rapporti ma non proseguendo la loro storia d’amore. Da allora, nonostante alcune sporadiche apparizioni nell’universo Marvel, Mimo non ha avuto un ruolo rilevante, se escludiamo una breve love story nientemeno che con l’Uomo Ragno.

Alcune osservazioni – Il ritorno di Mimo è qualcosa di cui francamente non sentivamo bisogno. La sua eroica morte dava a Occhio di Falco quel senso di perdita tipica dell’eroe Marvel. Inoltre l’arciere era riuscito dolorosamente ad andare avanti. Infatti, nonostante il ritorno in vita dell’ex moglie, Occho di Falco non è tornato a fare coppia con lei, incrociando più spesso la strada dell’altra sua celebre ex, la famosa Vedova Nera, altra superspia di cui Mimo pare la versione più insipida. Inoltre, Occhio di Falco ha trovato la sua dimensione facendo coppia con Kate Bishop, un duo dinamico e accattivante che ha ottenuto il consenso dei lettori.

5. LO SCIACALLO (Morto nel 1975 – Resuscitato nel 1994)

Lo Sciacallo, al secolo Miles Warren, professore di biologia di Peter Parker e ammiratore segreto di Gwen Stacy, è la mente criminale dietro la prima “saga del clone” del 1975.

Nella saga scritta da Gerry Conway e illustrata da Ross Andru nel 1975, lo Sciacallo clonò Gwen Stacy per vendicarsi di Peter Parker, che sapeva essere l’Uomo Ragno e riteneva responsabile della sua morte.

Dopo tanti colpi di scena, il finale della storia vedeva Ned Leeds, giornalista amico di Peter Parker, legato accanto a una bomba all’interno di uno stadio, e Spidey combattere contro un clone per salvare il reporter.

Tale crudeltà impressionò Gwen (o meglio, il suo clone), che si rivolse contro Lo Scacallo, cosa che spinse il professore Warren a rinsavire all’ultimo momento e a liberare Leeds un attimo prima dello scoppio, rimanendo ucciso ma riabilitando così il proprio nome.


Il clone di Gwen lascia la città, Peter si sbarazza del proprio clone e la storia finisce così. Per circa vent’anni.

Nel 1994 gli sceneggiatori delle serie ragnesche decidono di riprendere in mano i fili rivelando come il clone di Peter fosse sopravvissuto e avesse girovagato per l’America sotto il nome di Ben Reilly. Nello sviluppo della storia viene fuori che anche lo Sciacallo era sopravvissuto, e che quello che abbiamo visto morire era un suo clone.

Lo Sciacallo scatena un esercito di cloni imperfetti contro l’Uomo Ragno e il suo primo clone, iniziando a seminare il dubbio sul fatto che il nostro Peter, il protagonista, possa essere anche lui un clone.


La saga del clone è inizialmente un successo di vendite, lo Sciacallo si rivela un personaggio ben riuscito nella nuova versione ancora più pazza e malvagia. Verso il finale della saga, nel tentativo di uccidere e sostituire milioni di persone con cloni che poteva controllare, lo Sciacallo muore cadendo da un alto edificio nel tentativo di salvare il clone di Gwen. Ancora una volta, la morte di questo villain pare definitiva.

Ma gli autori portarono la storia del clone a una clamorosa svolta, ovvero la rivelazione che Ben Reilly era in realtà il vero Peter Parker, mentre il personaggio di cui abbiamo letto le gesta dal 1975 fino a quel momento il clone.

Mossa sbagliata che fece perdere lettori. Per recuperarli gli autori dovettero fare un passo indietro, rivelando che dietro a tutti questi eventi, incluse le macchinazioni dello Sciacallo, c’era un altro celebre villain tornato in vita, ovvero Norman Osborn, l’originale Goblin.

Lo Sciacallo tornerà in azione nella saga Spider-Island (2011), in cui infetta gli abitanti di Manhattan con un virus che li tramuta in ragni umanoidi, e anche in The Clone Cospiracy, dove però è Ben Reilly ad assumere il ruolo dello Sciacallo e il professor Warren è anch’esso un clone al suo servizio.

Alcune osservazioni – L’abilità di clonare l’essere umano rende virtualmente lo Sciacallo immortale, potendo trasferire la propria coscienza in copie del proprio corpo, dunque in una serie in cui la fantascienza è parte fondamentale ci può anche stare un suo ritorno. Effettivamente la prima parte della saga del clone inizialmente fu davvero intrigante, e l’aver riesumato lo Sciacallo possiamo definirla una buona trovata ma il successivo ritorno dalla tomba di Norman Osborn come vero artefice di tutto, ha tolto valore alla resurrezione di Miles Warren, tant’è che le successive apparizioni si sono rivelate piuttosto scialbe.

6. DOUG RAMSEY (Morto nel 1988 – Resuscitato nel 2009)

Douglas “Doug” Ramsey è un mutante con la capacità di comprendere istantaneamente ogni tipo di linguaggio. Membro dei Nuovi Mutanti, serie Marvel scritta da Chris Claremont su una nuova generazione di mutanti dello Xavier Istitute, non aveva nessuna capacità di combattimento e spesso era relegato “dietro le quinte”.

Le cose cambiarono quando arrivò sulla terra l’alieno tecnomorfo noto come Warlock (da non confondere con Adam Warlock, personaggio differente e completamente slegato alle saghe mutanti) con cui solo Doug riesce a comunicare. I due si fondevano in una creatura ibrida, ma il suo senso di inadeguatezza al combattimento rimaneva una costante nella psicologia del personaggio.

Stando alla sceneggiatrice Louise Simonson, Doug era il più impopolare dei Nuovi Mutanti. Né i disegnatori della serie né i lettori lo potevano soffrire. Era ritenuto fastidioso e insopportabile, motivo per cui sul numero 60 di New Mutants (1988) si decise di ucciderlo.

Durante la liberazione di alcuni mutanti tenuti prigionieri, il folle genetista noto come Ani-Mator punta la pistola contro Rahne Sinclair alias Wolsbane, la ragazza di cui Doug era innamorato. Per salvarle la vita Doug si getta in avanti venendo colpito al posto della ragazza, morendo tra le sue braccia.

Questa morte aveva dato valore a un personaggio mai amato, e aveva trasmesso alla serie quel senso di tragedia tipico della serie mutanti (ma non solo) della Marvel di quel periodo.

Doug è stato protagonista di una storia straziante su New Mutants Annual n. 6, in cui il suo fantasma è nel cimitero dove è stato sepolto. Rahne va a trovare la sua tomba, anche se naturalmente non può vederlo o sentirlo. Lei vorrebbe la sua benedizione per poter iniziare a uscire con un altro ragazzo, cosa che ferisce inizialmente Doug. Quando però alcuni vandali iniziano a imbrattare le lapidi, Rahne si trasforma in lupo e ne assale uno: in questa forma riesce in qualche modo a percepire Doug, che la fa desistere e riesce a darle il consenso per iniziare questa nuova relazione.


In quest’ultima apparizione Doug sembra trovare la pace e uscire definitivamente di scena.

Ma a vent’anni dalla sua morte, nel 2009, nel corso della saga Necrosha, Doug viene resuscitato da Selene, la regina nera del Club Infernale, tramite un misterioso virus tecno-organico, per utilizzarlo come strumento contro i suoi ex compagni, In seguito viene salvato e deprogrammato, tornando nel mondo dei vivi (New Mutants vol. 3 6-9).

Alcune osservazioni Doug Ramsey ottiene prestigio solo dopo essere stato ucciso. Dopo il suo ritorno, nel quale viene riciclato come super hacker, non ha però dato qualcosa in più alle serie mutanti. Per cui riteniamo che Doug sia tra quei personaggi che forse era meglio rimanessero nella tomba.


Per la parte conclusiva dell’articolo con altri personaggi Marvel morti e inaspettatamente risorti, clicca qui.



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