IL PRIGIONIERO: CHI È IL NUMERO 6?

Il Prigioniero (The Prisoner) è una serie televisiva di genere thriller psicologico-fantapolitico trasmessa nel Regno Unito dal 1967 al 1968 (in Italia nel 1974), con Patrick McGoohan nei panni del protagonista. Lo stesso McGoohan ha scritto e diretto gran parte dei 17 episodi della serie.
Per la prima volta con Il Prigioniero vengono trattati in una serie tv inglese temi come le droghe, l’ipnosi, il controllo della mente e la manipolazione dei sogni.
La serie è diventata un vero e proprio cult, al punto da essere omaggiata ancora oggi a oltre 50 anni dalla sua prima messa in onda.
La sua influenza nelle produzioni televisive e cinematografiche è enorme, è stata in vari modi omaggiata da Matrix, The Truman Show, Babylon 5, Lost e I Simpson.
Il Prigioniero – La storia
Il Prigioniero racconta di un agente segreto britannico che, dopo aver dato le dimissioni, viene confinato in un misterioso Villaggio e sottoposto a trappole di ogni tipo per scoprire le ragioni dietro il suo abbandono ai servizi.
Grazie alla sua intelligenza e al suo indomabile desiderio di libertà il Numero 6 (come ora viene chiamato l’ex agente) combatte i piani del Numero 2 per controllarlo e asservirlo come è stato fatto agli altri abitanti del Villaggio, e per scoprire la vera identità del capo, il misterioso Numero 1.
La serie tratta in vari modi il tema del controllo di un sistema autoritario e della libertà individuale, l’oppressione del potere ai danni del singolo, l’individualismo contro il collettivismo.
Patrick McGoohan, l’attore protagonista, era già una celebrità per il telefilm Danger Man (Gioco pericoloso in Italia). Venne considerato la prima scelta per interpretare i film di James Bond. Ruolo a cui dovette rinunciare in favore di Sean Connery, perché McGoohan esigeva che il suo personaggio usasse la mente più delle armi e non baciasse mai, richieste incompatibili con il personaggio di Ian Fleming.
Nella sigla iniziale di quasi ogni episodio de Il Prigioniero vediamo il protagonista dare le dimissioni in malo modo dai servizi segreti, e prepararsi per partire per un luogo lontano.
Un individuo a bordo di un carro funebre lo segue e lo stordisce nel suo appartamento con del gas.
Al risveglio il protagonista si trova in una replica della sua casa posta nel Villaggio.
La sigla è muta in originale, ma in qualche episodio in italiano una voce fuori campo spiega cosa sta succedendo.
Subito dopo si sente un dialogo tra il Numero 6 e il Numero 2 che recita:
Dove sono?
Nel Villaggio.
Che cosa volete?
Informazioni.
Per chi lavorate?
Non posso dirlo. Noi vogliamo informazioni. Informazioni! Informazioni!
Non le avrete.
Noi le avremo. Con le buone o con le cattive.
Chi è lei?
Io sono il nuovo Numero 2.
Chi è il Numero 1?
Tu sei il Numero 6.
Io non sono un numero! Io sono un uomo libero!
Ahahahah!
Mentre si sente questo scambio di battute, il Numero 6 cerca di fuggire, osservato dai monitor dal Numero 2, ma infine viene ostacolato dal Rover, un gigantesco pallone bianco che funge da guardiano del Villaggio.
Alla fine di ogni episodio si vede il volto del Numero 6 venire verso lo spettatore, per poi essere bloccato dalle sbarre.
Nei titoli di coda compare un disegno di un biciclo, il simbolo del Villaggio, che si compone poco a poco. Una volta che i titoli sono terminati e il biciclo è completo, si vede una scena in cui il Rover emerge dall’acqua e si allontana rotolando.
Nel primo episodio, il Numero 2 invita il Prigioniero a raggiungerlo nella cupola verde, che è piena di congegni dall’aria fantascientifica.
Gli fa capire che da molto tempo lo stanno osservando, e vogliono comprendere fino in fondo le ragioni che lo hanno portato a dare le dimissioni. Il Prigioniero tuttavia rifiuta di assecondarlo.
Gli viene assegnata una casa e, controvoglia, è costretto a soggiornare nel Villaggio e ad adeguarsi alle sue strane regole, sempre monitorato dagli agenti onnipresenti del Numero 2.
In ospedale il Numero 6 incontra un collega ex agente segreto, il quale dice che anche lui viene pressato anche lui per ottenere informazioni. Poco dopo, scopre che si è gettato da una finestra, o questo gli vogliono fare credere.
Nel corso della serie vengono messi a punto stratagemmi anche fantascientifici per violare le difese del Numero 6: macchine per manipolare i suoi sogni, ricorso a sosia e a cittadini doppiogiochisti…
In ogni episodio i carcerieri mettono a punto piani complessi per portarlo a cedere, al limite dell’inverosimile. In un episodio di ambientazione western lo spettatore solo alla fine capisce che si trattava di un set messo a punto solo per ingannare il protagonista.
Nel penultimo episodio, “Le sette età dell’uomo”, il Numero 2 manipola la mente del protagonista per farlo regredire fino all’infanzia allo scopo di guadagnarne la fiducia in tutte le fasi della crescita umana.
Numero 6 ritorce il piano contro di lui e Numero 2 infine muore dopo essersi avvelenato.
In questo modo Numero 6 diventa automaticamente il Numero 2 e chiede di conoscere il Numero 1.
Il finale discusso de Il Prigioniero
Il finale della serie venne duramente contestato, si disse che Patrick McGoohan lo scrisse in un solo weekend.
L’episodio non risponde chiaramente alle domande poste dalla serie.
Il Prigioniero viene portato al cospetto di una assemblea di uomini mascherati che riconoscono il suo diritto ad avere un nome al posto del numero. Gli uomini mascherati resuscitano con una congegno il Numero 2 precedente, morto avvelenato, e poi processano un giovane, il Numero 48, perché si è rifiutato di seguire le loro regole. L’atmosfera si fa sempre più surreale.
Il Numero 6 viene riconosciuto libero di andarsene dal Villaggio con del denaro, oppure di diventarne la nuova guida. Accetta la leadership e inizia a tenere un discorso, mentre tutti urlano “io!” sovrastandolo.
Fatto scendere per un tubo, Numero 6 giunge in una stanza piena di mappamondi dove lo accoglie un uomo mascherato che gli porge una sfera nella quale si vede la scena di chiusura di ogni episodio.
L’uomo ha il Numero 1 stampato sulla veste.
Numero 6 gli strappa la maschera, e si sente un video nel quale continua a ripetere la parola “io!”.
Sul volto nel Numero 1 compare una maschera da scimmia. Numero 6 gli strappa anche quella, e il Numero 1 rivela un volto identico al suo. Allora Numero 1 comincia a comportarsi in modo folle e fugge.
Numero 6 prende un estintore e assieme al Maggiordomo nano del Numero 2 aggredisce gli uomini mascherati. Scoppia una sparatoria, Numero 6, 2, 48 e il Maggiordomo fuggono, mentre tutti gli abitanti del Villaggio vengono fatti evacuare.
Numero 6 e i suoi alleati tornano a Londra. Il Numero 2 va a Buckingham Palace (lasciando intendere che lavorasse per la regina) e il Numero 48 se ne va per la propria strada.
Numero 6 sale in auto e parte diretto verso la libertà.
Questo finale, di non facile comprensione, deve essere inteso in forma allegorica.
Cos’è il Villaggio
Il Villaggio è una cittadina in stile mediterraneo, abitato da cittadini che indossano colori sgargianti e che portano l’ombrello solo per ripararsi da sole (non piove mai).
Sembra una sorta di oasi costruita presumibilmente in un’isola per tenere prigionieri gli agenti segreti, estorcendo loro informazioni tramite escamotage ed estraniandoli dalla realtà.
Nel corso della serie altri agenti segreti che si sono dimessi vengono inseriti a forza nel Villaggio. Gli agenti che cedono e forniscono le informazioni vengono collocati a qualche titolo in un istituto di cura, mentre quelli che provano a scappare finiscono al cimitero.
Vengono dati diversi indizi fuorvianti sulla locazione del Villaggio, come la Lettonia.
Mentre nell’episodio “Ritorno a casa” la posizione del villaggio è individuata in un’isola vicino “al litorale del Marocco, a sud-ovest del Portogallo e della Spagna”.
Le scene del Villaggio sono state filmate a Portmeirion, una stazione turistica vicino a Penrhyndeudraeth in Galles, mentre le altre negli studi Mgm di Borehamwood, in Inghilterra, come dicono i titoli di testa dell’ultimo episodio.
Il Villaggio è gestito come un piccolo Stato autosufficiente completo di ogni servizio e di attività sociali, con tanto di municipio, ristorante e di giornale che parla ovviamente soltanto delle notizie del luogo. Non viene mostrato nessuno lavorare, ma tutti hanno diritto a ricevere dei “crediti” con i quali pagare beni e servizi.
Alla guida del Villaggio c’è un consiglio di amministrazione eletto democraticamente, anche se di fatto è il Numero 2 a dare gli ordini.
Come afferma appunto il Numero 2, loro sono democratici fino a quando possono permettersi di esserlo.
Vengono eseguiti esperimenti di manipolazione mentale basati sul riflesso di Pavlov: i prigionieri riottosi, per esempio, vengono disidratati e non ricevono acqua fino a quando non sono condizionati a obbedire ciecamente agli ordini.
Gli abitanti sono invitati, ovvero costretti, a comportarsi da bravi cittadini. L’amministrazione si occupa di correggere disturbi comportamentali quando nuocciono alla comunità.
Tra la popolazione ci sono spie e doppiogiochisti che fingono di aiutare il protagonista, ma in realtà cercando di farlo cadere nelle varie trappole.
In questa particolare località si tengono molti eventi caratteristici, come il carnevale e partite a scacchi giocate con le persone al posto delle pedine.
Il Villaggio ha un servizio taxi, che ovviamente non va oltre i confini, e un servizio telefonico che non permette di chiamare fuori confine.
Le abitazioni sono domotizzate.
Gli abitanti si chiamano per numero, non si pongono domande sul perché si trovano lì e su chi li dirige, perché terrorizzati oppure estraniati dalla realtà.
In un episodio Numero 6 viene eletto sindaco e prova a far scappare gli abitanti, ma questi non sembrano avere lo stimolo siccome sono “modellati” per adeguarsi alle regole del luogo.
Il Villaggio è controllato dal Rover, un enorme pallone bianco che insegue, rimbalzando, le proprie vittime. Quando viene attivato si sente un rumore simile a un ruggito e tutte le persone si immobilizzano, come se il tempo per loro si fosse fermato.
(In realtà ciò era dovuto al fatto che il pallone era molto difficile da manovrare, ed era necessario bloccare le riprese per riprendere il congegno in determinate posizioni).
Una volta raggiunto il fuggiasco il Rover lo ingloba, presumibilmente uccidendolo o facendolo svenire, e se ne va. Subito dopo tutti riprendono a muoversi come se non fosse avvenuto nulla.
Chi è il Numero 2
Il Numero 2 è di fatto il capo del Villaggio, o come tale viene riconosciuto dalla popolazione. Sopra di lui c’è soltanto il Numero 1.
Si trova nella Cupola Verde, dove viene servito da un maggiordomo nano e dove riceve spesso il protagonista.
In ogni puntata è interpretato da un attore o un’attrice diverso, segno che il Numero Uno, spazientito, lo ha rimosso dall’incarico e sostituito. In una occasione appaiono due Numeri 2 contemporaneamente, siccome quello precedente cede il ruolo per andare in pensione.
Il Numero 2 vuole sapere a tutti i costi perché il Prigioniero ha dato le dimissioni, e possiede moltissime informazioni su di lui, anche se non tutte.
Forse sospetta che il Prigioniero volesse vendere delle informazioni, da cui il desiderio di scoprire la ragione reale delle sue dimissioni.
Ogni Numero 2 ha un carattere e un modus operandi diversi. Può essere più o meno malvagio e si avvale di collaboratori specializzati in particolari ambiti scientifici.
A seconda dell’interprete del Numero 2 vengono messi a punto piani diversi, dai tranelli ai mezzi di coercizione come la manipolazione dei sogni, allo scopo di piegare Numero 6 o di farlo diventare uno di loro.
Il Numero 2 interpretato da Leo McKern, comparso in tre episodi, afferma di essere stato un uomo influente in grado di destabilizzare gli equilibri politici di vari Paesi, e poi di essere stato obbligato dai capi del Villaggio a unirsi a loro.
Tra il Numero 2 e il Numero 6 c’è un rapporto di formale cortesia: ciò non deve stupire, perché il primo cerca di guadagnare la fiducia del secondo.
Nell’episodio “Passa un giorno, passa l’altro” è il Numero 6 a mettere a punto una serie di tranelli che fanno scivolare il Numero 2 nella paranoia di essere tradito da tutti, al punto da portarlo alle dimissioni.
Viene fatto capire che ha agenti di Londra che vanno e vengono. In un episodio, per esempio, Numero 6 riesce a tornare a Londra, ma viene ingannato dagli agenti locali e riportato al Villaggio.
Chi è il Numero 6
Il prigioniero o Numero 6 è il protagonista della serie, interpretato da Patrick McGoohan, che riveste anche altri ruoli, come il sosia Numero 12 e il Numero 1.
È un uomo alto e magro con gli occhi azzurri, dallo sguardo deciso e penetrante. Indossa una felpa nera e una giacca nera dai bordi bianchi.
Numero 6 è un uomo caparbio che usa tutto il suo acume per prevalere sulle trappole escogitate dal Numero 2. Sappiamo che è nato il 19 marzo 1928 e che odia essere osservato e catalogato, trattato come un numero.
Si dimostra un buon combattente nel corpo a corpo, il suo stile di combattimento, chiamato kosho, un’arte marziale inventata da McGoohan stesso.
Non viene mai rivelato il vero nome del Numero 6. In un episodio dice di chiamarsi Peter Smith, che è un po’ il nostro Mario Rossi. Nella sigla italiana viene chiamato “dimissionario XY” e si accenna al fatto che rivestiva nel Ministero degli Esteri “un ruolo importante nelle relazioni internazionali”.
C’è una teoria in voga tra i fan secondo i qualii Numero 6 sarebbe John Drake, l’altro agente segreto interpretato da McGoohan nella precedente serie televisiva Danger Man, che alla fine si sarebbe stancato di quella vita e si sarebbe dimesso.
A sostegno di questa tesi nell’episodio “Fuga dalla morte” compare un personaggio, Potter, interpretato dallo stesso attore nella serie Danger Man.
McGoohan negava che i protagonisti fossero lo stesso individuo. George Markstein, il co-ideatore della serie, sosteneva invece che Drake e il Numero 6 in effetti fossero lo stesso uomo.
Non viene spiegato perché il Numero 6 abbia lasciato i servizi segreti. Lui accenna solo a una questione morale che maturava da tempo, e in una puntata nega di averlo fatto per vendere le informazioni.
Chi è il Numero 1
Il Numero 1, in teoria, è il capo supremo del Villaggio: i vari Numero 2 ricevono ordini dal telefono, ma non sappiamo né se parlino con lui né se lo conoscano realmente.
Il Prigioniero intende fuggire da quella prigione e al contempo conoscere chi tira le fila.
Nell’episodio finale “Evasione” appare soltanto per pochi secondi. Veste una tunica bianca con su scritto 1. Indossa una maschera, sotto di essa un’altra a forma di scimmia, e poi rivela un volto identico a quello di Numero 6. I due iniziano a comportarsi in maniera folle e speculare. Subito dopo Numero 1 scappa dalla stanza e non viene più visto.
Considerando la natura allegorica del finale, si può trarre l’impressione che il Numero 1 fosse un altro aspetto della mente del protagonista, forse la versione animalesca più repressa.
Da notare che Numero 1 indossa un abito bianco mentre Numero 6 nero, e il primo si comporta da animale mentre il secondo ha sempre dimostrato un enorme autocontrollo.

Negli anni settanta Jack Kirby disegnò un adattamento a fumetti de Il Prigioniero per la Marvel…
Il remake de Il Prigioniero
Infine due parole per il remake della serie, sempre intitolato The Prisoner, prodotto nel 2009.
In questa storia il newyorkese Michael (interpretato da Jim Caviezel), si ritrova confinato nel Villaggio e sorvegliato da un uomo chiamato 2 (interpretato da Ian McKellen). Il suo scopo diventa scoprire dove si trovi il Villaggio e come fuggire.
In questa versione il Villaggio è una sorta di stato di coscienza interiore al quale si può accedere con un supporto chimico, pensato inizialmente per far guarire le persone con dei problemi mentali, mentre il Rover è una enorme entità metafisica che rappresenta il desiderio del Numero 6 di restare nel Villaggio.
Il simbolismo nello one man show di Pat è tale e tanto da far viaggiare in tutte le direzioni ed anche le altre, come direbbe Tiz Sclavi. Numero sei è quasi un anticipo del 666 number of the beast. La ruota enorme della proto bicicletta allude alla circolarità di tutto ed al criceto che gira e gira per fare qualcosa nella sua gabbietta. Considerato che nel Villaggio si vive quasi come in un qualsiasi Villaggio Vacanze di questo Villaggio Globale – se non consideriamo il gioco caffè ed il karaoke – mesmerizzati e torpidi come una insolazione da Risposta Definitiva ed Accecante, forse Numero Sei è morto e non lo sa e cerca di tornare a casa oppure è il diavolo annoiato a morte dalle tante anime pacificate al punto da sdoppiarsi nel Numero Due per poter titillare quella sua parte – Numero Sei – che non ha mai creduto in Milton e quel suo affermare sia meglio regnare all’inferno e non servire in paradiso. Io ho una teoria e mi spiace di non poterlo chiedere oggi a Pat: l’idea deve aver attraversato la sua zucca quando è incappato in una vacanza in un posto ripieno di bimbi che facevano i palloni con le cingomme mentre tutti gli adulti intorno sembravano zombi preoccupati del prossimo temporale o di dove cenare. Forse dalle parti di Dover il che spiegherebbe anche i Rover…
Ho visto il Prigioniero da bambino, e mi sa che ne sono rimasto segnato per sempre, dopo cinquant’anni ricordo ancora le varie scene e la paura che faceva Rover… poi, non so se è stato un caso o se non l’hanno trasmesso, non vidi la puntata finale fino a molti anni dopo, e il mistero su come fosse finita la serie si sommava agli altri…
ilario fa un buon riassunto della puntata finale, ma dimentica un elemento su cui i fan hanno dibattuto molto… quando la porta della casa del Numero 6 si apre, alla fine dell’ultima puntata, si apre da sola, come facevano le porte del Villaggio. (da qui varie interpretazioni, dal fatto che anche quella fuga sia finta come le precedenti e sia ancora nel villaggio, al senso, più in linea con la natura dell’ultimo episodio, che in realtà tutto il mondo sia il Villaggio)