I TROPPI PERSONAGGI MARVEL DEGLI ANNI SETTANTA

Gli anni settanta sono stati per la Marvel un periodo difficile. In questo decennio la Casa delle Idee moltiplica i propri albi inflazionando il mercato, come aveva fatto nei primi anni cinquanta con il marchio Atlas.
Dalla fine degli anni cinquanta a gran parte degli anni sessanta la Dc Comics aveva cercato di limitare questa propensione della Marvel distribuendo anche i suoi albi, a patto che fossero pochi. Da aumentare solo con l’espandersi del mercato.
Ma alla fine degli anni sessanta la Marvel, ormai tornata potente, aveva deciso di affrancarsi dalla distribuzione della Dc riprendendo a moltiplicare le testate come se non ci fosse un domani.
La grande maggioranza dei nuovi albi ebbe vita breve peggiorando la situazione economica della Marvel fino a portarla sull’orlo del fallimento. Lo stesso accade alla Dc, costretta a imitare la concorrente per non essere sommersa nelle edicole.
Soltanto tre nuove serie supereranno i 100 numeri (Conan il barbaro supererà anche i 200). Solo un terzo dei titoli raggiungerà i 50 numeri, mentre cinque serie chiuderanno prima di arrivare al decimo.
Parecchie serie sono mediocri, ma alcune non sono male e diventeranno dei cult. Molti dei personaggi, comunque, sopravviveranno all’interno dell’universo Marvel, in stato più o meno dormiente, per essere utilizzati in seguito fino a oggi.
Le serie proposte sono diversissime tra loro, il comune denominatore è forse quel pizzico di lucida follia che caratterizza l’intero decennio.
Riviviamo quel decennio dove tutto sembra possibile scegliendo 30 titoli.
Conan il barbaro: 275 numeri
Nell’ottobre 1970 esce Conan il barbaro, serie basata sul personaggio creato nel 1932 dallo scrittore Robert E. Howard, che aveva avuto un moderato successo nella rivista pulp Weird Tales. L’autore dei testi è Roy Thomas, il braccio destro di di Stan Lee.
Ai disegni troviamo un giovane dal sicuro avvenire: Barry Smith (che in seguito si firmerà Barry Windsor Smith). A un certo punto sostituito dal muscolare John Buscema. La serie risulta un successo clamoroso, concludendosi con il n. 275 nel 1993.
I Difensori: 152 numeri
Un supergruppo in pieno stile anni settanta, anche se con personaggi degli anni sessanta (e trenta, considerando Sub-Mariner). Il gruppo riunisce i reietti, gli incompresi i drop out. Una cosa simile era stata fatta nel decennio precedente con il secondo ciclo dei Vendicatori, quello con gli ex criminali Occhio di Falco, Scarlet, Quicksilver e Vedova Nera.
Fanno parte dei Difensori Sub-Mariner, il principe acquatico creato da Bill Everett, il mostruoso Hulk di Stan Lee e Jack Kirby e lo psichedelico Dottor Strange, signore delle arti mistiche creato da Lee e Steve Ditko. Per quanto emarginati, sono tra gli eroi Marvel più potenti.
Nasce così nel 1971 un improbabile ensamble scritto prima da Roy Thomas, poi da Steve Englehart, Steve Gerber e altri, illustrato da diversi disegnatori, tra i quali un Sal Buscema particolarmente in forma. Dei Difensori escono 152 numeri, l’ultimo dei quali nel febbraio 1986.
Luke Cage: 125 numeri (16+33+76)
Figlio della blaxploitation, Luke Cage è uno Shaft con superpoteri: entrambi si muovono in una Harlem corrotta e degradata dove droga, dove violenza e sesso la fanno da padroni.
Creato nel 1972 da Archie Goodwin e George Tuska (su uno sketch di John Romita Sr), Luke Cage è il primo eroe nero della Marvel a ottenere una testata tutta sua. Hero for Hire dura 16 numeri, poi continua senza interruzioni come Power Man (nuovo nome di battaglia del personaggio) fino al n. 49, infine la testata si trasforma in Power Man and Iron Fist, per concludersi nel 1986 con il n. 125.
Iron Fist: 91 numeri (15+76)
Albo nato sull’onda della moda dei film di kung-fu, comunque già in fase calante quando usci il primo numero scritto da Roy Thomas e disegnato da Gil Kane nel novembre del 1975. Proseguito dall’acclamata coppia formata da Chris Claremont e John Byrne, Iron Fist cerca inutilmente di smarcarsi dalle sue origini marziali provando a battere piste legate al supereroismo più classico senza riuscirci fino in fondo.
La serie dura solo 15 numeri terminando nel settembre 1977, poi il personaggio confluisce insieme a Luke Cage sul nuovo albo che li vede lavorare in coppia: Power Man and Iron Fist.
Ghost Rider: 81 numeri
Horror moderno e originale, inizialmente scritto da Gary Friedrich e illustrato da Mike Ploog, Ghost Rider è Johnny Blaze, uno stunt-man che ha stretto un patto con il diavolo.
Nel 1972 Friedrich mette assieme le suggestioni provenienti da Evel Knievel, autore di spettacolari e pericolosi salti con la moto, una icona motociclistica di quegli anni, con il clima di profonda inquietudine verso le tematiche sataniste che fece seguito al processo alla banda di Charles Manson. La serie continua per 81 numeri, concludendosi nel 1983.
Dr. Strange: 81 numeri
Personaggio della Marvel classica degli anni sessanta, Stan Lee e Barry Smith lo rilanciano dandogli una connotazione diversa da quella di Steve Ditko. La nuova versione viene spinta alle estreme conseguenze nella run di Steve Englehart e Frank Brunner, che a metà degli anni settanta portano lo stregone supremo a nuovi caleidoscopici fasti psichedelici.
Lo splendido lavoro di Englehart e Brunner è riuscito a imprimere alla pubblicazione un inerzia di lunga durata, che ha permesso alla serie di raggiungere il n. 81 nel febbraio 1987.
Rom: 75 numeri
La Parker Brothers è famosa in tutto il mondo per il gioco da tavolo Monopoli. Verso la fine degli anni settanta decide di entrare nel campo delle action figure producendo Rom (Read Only Memory).
La Parker Brothers dà la licenza del personaggio alla Marvel Comics per realizzare una serie a fumetti. Bill Mantlo e Sal Buscema raccontano le avventure del cyborg Rom dandogli delle origini, una personalità, degli antagonisti e dei personaggi di contorno. Il giocattolo tuttavia ha scarso successo: dopo aver venduto meno di 300mila esemplari negli Stati Uniti, la Parker Brothers abbandona la linea. Il fumetto ha invece una vita più lunga, durando 75 numeri dal dicembre 1979 al febbraio 1986.
Dracula: 70 numeri
Dracula, il famoso vampiro creato dallo scrittore Bram Stoker, trova forse nella versione dello sceneggiatore Marv Wolfman (preceduto nei primi numeri da Gerry Conway) e dal disegnatore Gene Colan la migliore trasposizione a fumetti.
Questo Dracula è molto apprezzato dai critici dal fumetto, un po’ meno dai lettori dato che l’albo a un certo punto da mensile diventa bimestrale. La serie, iniziata nel 1972, dopo i primi 35 numeri comincia a diventare un po’ ripetitiva, trascinandosi stancamente fino al n. 70 dell’agosto 1979.
Micronauts: 59 numeri
I Micronauti prendono vita come personaggi dei fumetti quando il figlio dello sceneggiatore Bill Mantlo, Adam, come regalo di Natale riceve da alcuni parenti una linea di action figure della Mego Corporation. Vedendo i giocattoli, Bill Mantlo viene immediatamente ispirato a scrivere le loro avventure.
Convince facilmente l’allora direttore della Marvel Jim Shooter a ottenere la licenza per produrre fumetti con questi personaggi. La serie viene quindi realizzata da Bill Mantlo per quanto riguarda i testi e dall’innovativo Michael Golden i disegni. Iniziata nel 1979, continua fino al 1984 con il n. 59.
Spider Woman: 50 numeri
Forse la più riuscita tra le supereroine Marvel degli anni settanta, Jessica Drew alias Spider-Woman è anche la meno femminista del mazzo, mostrandosi volentieri in tutta la sua bellezza fisica.
Creata nel 1977 da Archie Goodwin e Sal Buscema, a un certo punto passa alla coppia formata da Marv Wolfman e Carmine Infantino, ex direttore generale della Dc Comics. Spider-Woman deve parte del suo (moderato) successo al fatto di essere collegata, attraverso il riferimento del ragno, all’asso pigliatutto Spidey. Tra alti e bassi l’albo viene pubblicato fino al n. 50 del giugno 1983.
Licantropus: 43 numeri
Altro omaggio a un mostro classico del genere horror: il lupo mannaro. Werewolf by Night, in Italia Licantropus, viene creato nel 1972 da Gerry Conway e Mike Ploog. Il personaggio vagamente ispirato ai vecchi film della Universal è interessante soprattutto per i disegni di Ploog, allievo di Will Eisner, purtroppo non accompagnati da testi altrettanto validi.
La serie piace abbastanza ai lettori, che la sostengono fino alla chiusura avvenuta dopo 43 numeri nel marzo 1977.
Gli Invasori: 41 numeri
L’appassionato di fumetti Roy Thomas si rituffa in piena Golden Age nell’agosto 1975 con un fumetto che ripropone le gesta dei tre supereroi che fecero la fortuna della Timely Comics nei primi anni quaranta: Capitan America, Sub-Mariner e la Torcia Umana.
Le matite sono affidate al dinamico Frank Robbins, il cui segno estroso e impressionista è qui penalizzato dalle chine del peggior Vince Colletta. L’idea vintage solletica la curiosità dei lettori che consentono la pubblicazione di raggiungere il n. 41, quando chiude nel settembre del 1979.
Kull il Conquistatore: 29 numeri (10+19)
Sull’onda del successo di Conan il barbaro l’anno successivo esce Kull il conquistatore, personaggio analogo creato dalla fertile mente di Robert E. Howard. Il bis però non riesce.
I testi sono sempre di Roy Thomas, mentre i disegni vengono inizialmente affidati a Ross Andru, che non ha il tocco immaginifico di Barry Smith. La serie bimestrale, iniziata nel 1971, si conclude con il n 10 nel 1973. Il personaggio continua sulle pagine di un nuovo albo: Kull il distruttore che riprende la numerazione dal n. 11, continuandola per altri 19 fino al 1978.
Nova: 25 numeri
Nova è un personaggio in cui la Marvel all’inizio crede molto. Concepito come un omaggio alle prime storie dell’Uomo Ragno di Lee e Ditko, è una via di mezzo tra il Tessiragnatele e Lanterna Verde.
Viene creato da Marv Wolfman per i testi e “Big” John Buscema per i disegni, ma il ragazzino dai poteri spaziali non riesce a fare breccia nel cuore dei fan. Dura solo 25 numeri, dal settembre 1976 fino al maggio 1979.
Ms. Marvel: 23 numeri
Questa altezzosa supereroina viene lanciata nel 1977 da Gerry Conway e John Buscema come controparte femminile di Capitan Marvel, e alter ego di Carol Danvers, personaggio creato in precedenza proprio sulle pagine di Capitan Marvel. Se Capitan Marvel non ha avuto fortuna nella versione maschile figuriamoci se può averne la sua controparte femminile.
Nonostante sia uno delle più potenti supereroine della Marvel e una donna superemancipata perfettamente al passo coi tempi, la serie di Ms. Marvel, iniziata nel marzo 1977 si conclude con il numero 23 nell’aprile del 1979.
Battlestar Galactica: 23 numeri
Dopo l’enorme successo della trasposizione a fumetti del primo film di Star Wars, la Marvel tenta di ripetere l’operazione con un altra saga di fantascienza: Battlestar Galactica, apparsa sugli schermi televisivi americani nel 1978. Il primo numero è realizzato dalla coppia Roger McKenzie ai testi ed Ernie Colon alle matite.
La licenza della Marvel prevede che i primi cinque numeri riprendano gli episodi televisivi lasciando libera di lì in poi la casa editrice di creare la propria interpretazione della serie. L’operazione iniziata nel marzo 1979 non ha successo terminando con il n. 23 nel gennaio 1981.
Man-Thing: 22 numeri
Man-Thing è uscito in contemporanea con Swamp Thing della Dc Comics, entrambi ispirati a un personaggio della Golden Age: The Heap, pubblicato negli anni quaranta nell’albo antologico Air-Boy della Hillman Periodicals.
Dopo essere stato lanciato dalla rivista Savage Tales e poi pubblicato nell’albo Adventure into Fear, il n. 1 di Swamp-Thing esce nel gennaio 1974 con Steve Gerber ai testi e, dal n. 5, Mike Ploog alle matite. I due sono autori di un’epica run di 7 numeri. Con il numero 11 Mike Ploog se ne va e l’albo comincia a perdere colpi. Chiude con il n. 22 dell’ottobre 1975.
Gli Eterni: 19 numeri
Gli Eternals di Jack Kirby assomigliano ai Nuovi Dèi realizzati dallo stesso autore per la Dc Comics, ma senza avere la stessa forza creativa. Ed entrambi derivano da Thor, che Kirby ha creato con Lee negli anni sessanta. La saga degli Eterni inizia lentamente e si dilunga in una sorta di storytelling decompresso che dispiega i concetti al rallentatore pur in mezzo a scene d’azione e conflitti.
La serie, che pure emana fascino negli episodi iniziali influenzati dalla cosiddetta fantarcheologia, man mano che procede perde coerenza. Anche i disegni iniziano a farsi meno elaborati, forse perché l’autore crede sempre meno nell’opera. La serie, iniziata nel luglio 1976, si conclude con il n. 19 nel gennaio del 1978.
Machine Man: 19 numeri
Gli uomini artificiali con un’anima che faranno la fortuna del Blade Runner di Ridley Scott sono stati anticipati da vari autori, tra i quali Jack Kirby nella serie di Machine Man. Lo stile del disegno è totalmente Kirby anni settanta: una estremizzazione di quello degli anni sessanta. Le facce sono più tondeggianti e rigide, mentre i corpi sono fermi in pose epiche che ne sottolineano la monumentalità, o in continuo movimento.
Machien Man è una specie di regalo finale all’universo Marvel. Kirby con il n. 10 passa il testimone a Steve Ditko, che lo mantiene sino alla fine.
Machine Man, dopo essere apparso nel 1977 negli ultimi numeri di 2001: A Space Odyssey (la rielaborazione kirbyana del famoso film di Kubrick), ottiene una propria testata nel 1978, che dura fino al febbraio 1981.
Il mostro di Frankenstein: 18 numeri
Dopo i lanci e i riscontri tiepidamente positivi di Dracula e di Licantropus, la Marvel non può tralasciare il mostro di Frankenstein. Lo sceneggiatore Mike Friedrich adatta nei primi quattro numeri il romanzo originale di Mary Shelley, per poi continuare con nuove storie dal punto dove si conclude.
L’adattamento del romanzo della Shelley, anche per merito dei disegni di un Mike Ploog in stato di grazia, incontra la reazione entusiastica dei lettori che però abbandonano la testata quando arrivano le storie nuove. La serie, iniziata nel gennaio 1973, chiude con il n. 18 nel settembre 1975.
Red Sonja: 15 numeri
Red Sonja appare per la prima volta in Conan the Barbarian n. 23 del febbraio 1973. Il personaggio è vagamente basato su Red Sonya (con la ipsilon), protagonista di un breve racconto di Robert E. Howard intitolato The Shadow of the Vulture, che Roy Thomas ha riscritto a fumetti inserendoci Conan il barbaro.
In seguito all’eroina viene dedicato un albo tutto suo, ma, nonostante l’ottimo lavoro alle matite di Frank Thorne, di lei ci si ricorda soprattutto per l’armatura-bikini, costituita da una maglia di scaglie che le copre solo la vita e il seno. La serie, iniziata nel 1975 su Marvel Feature e poi continuata sulla testata dedicata all’eroina, si interrompe con il n. 15 del maggio 1979.
Pantera Nera: 15 numeri
Quando Jack Kirby torna alla Marvel nel 1975 gli dicono che può occuparsi di ciò che vuole. Il re sorprendentemente snobba i cavalli di battaglia da lui creati, come I Fantastici Quattro e Thor, per concentrarsi su Capitan America (la sua prima creazione di successo) e Black Panther. Il primo supereroe nero, un personaggio che Kirby era orgoglioso di aver creato a metà degli anni sessanta sulle pagine dei Fantastici Quattro.
La serie, ben disegnata e tutta basata sull’azione, non viene accolta bene per lo scasso spessore dei dialoghi, un problema che affligge tutta la produzione di Kirby dopo la separazione creativa da Stan Lee. Iniziata nel gennaio 1977, chiude con il n. 15 del maggio 1979.
Warlock: 15 numeri (8+7)
Roy Thomas mescola Silver Surfer con il musical in stile hippy-mistico del momento, Jesus Christ Superstar, ottenendo Warlock, un dorato semidio che si propone al mondo come nuovo messia. Alle matite c’è il “cubista” Gil Kane, in gran spolvero sul n. 1 ma troppo distratto nei successivi.
La serie del 1973 non ottenne successo e dura soltanto 8 numeri. Alla Marvel pensano però che il personaggio meriti una seconda chance e nell’ottobre del 1975 prende il via una nuova serie realizzata interamente da Jim Starlin, molto apprezzata dai critici ma ignorata dal pubblico, che la costringe alla chiusura dopo 7 numeri.
Gli Inumani: 12 numeri
Ennesimo tentativo di sfruttare dei personaggi di secondo piano creati negli anni sessanta sulle pagine dei Fantastici Quattro da Stan Lee e Jack Kirby. Tra l’altro già tentato nel 1970, in un albo diviso in due tra gli Inumani e Vedova Nera, con esiti infelici.
Dopo Jack Kirby, sono Doug Moench e George Perez a prendersi la responsabilità di un prodotto agli antipodi con la sensibilità degli anni settanta. Scommessa persa e serie chiusa dopo 12 numeri usciti tra il 1975 e il 1977.
2001 A Space Odyssey: 10 numeri
Dopo il grande successo dello one-shot di Jack Kirby con la trasposizione a fumetti del capolavoro fantascientifico di Stanley Kubrick, 2001 Odissea nello spazio, la Marvel vuole cavalcare l’onda commissionando a Kirby un’intera serie.
Kirby non pensa sia una buona idea, ma suo malgrado si mette all’opera realizzando nuove storie con i temi del film. Non ne esce nulla di buono, data la ripetitività delle situazioni, se escludiamo il fatto che su queste pagine prende forma il personaggio di Machine Man.
La serie non va oltre i dieci numeri usciti tra il 1976 e il 1977.
Devil Dinosaur: 9 numeri
Stan Lee, dopo aver saputo che Kamandi, una serie creata da Kirby durante il suo periodo presso la Dc Comics, sta per diventare un cartone animato per la televisione, suggerisce a Jack Kirby di utilizzare un’idea simile per una nuova serie.
Il cartone animato non viene realizzato, ma Jack Kirby si impegna a realizzare dei fumetti mettendo poco credibilmente insieme un giovane preistorico e un tirannosauro rosso. La serie non va oltre nove numeri, usciti tra aprile e dicembre 1978.
Il Figlio di Satana: 8 numeri
L’ultimo parto della moda del new horror appare da subito un personaggio senza mordente. Creato all’accoppiata Gary Friedrich per i testi ed Herb Trimpe per i disegni, risulta davvero una creatura mal riuscita.
Non è un mostro e non è un supereroe, ma una via di mezzo senza personalità. Inoltre le storie non portano da nessuna parte. I lettori lo rifiutano e la serie chiude dopo otto numeri, usciti tra il 1976 e il 1977.
Shanna the She-Devil: 5 numeri
Ennesimo tentativo andato a vuoto di attirare il pubblico femminile affidato ai testi di Carole Seuling (Stan Lee mette però Steve Gerber ai dialoghi) e ai disegni di George Tuska. Si tratta della forzosa riedizione di una tipologia di un personaggio, la tarzanide scollacciata, che ha ormai detto tutto negli anni cinquanta.
Shanna si ricorda solo per le bellissime copertine: le prime due disegnate da Jim Steranko, la terza da John Buscema e le ultime due da John Romita Sr. I cinque numeri sono pubblicati tra il 1972 e il 1973.
Black Goliath: 5 numeri
Se Giant-Man non era un personaggio riuscitissimo da bianco, non lo poteva diventare nemmeno da nero. Il biochimico di colore Bill Foster si impadronisce del segreto dei sieri che modificano le dimensioni di Hank Pym, alias Ant-Man e Giant-Man, e li sperimenta su stesso diventando Black Goliath.
Realizzato nel 1976 dal tandem Tony Isabella e George Tuska la serie ha vita brevissima, non durando nemmeno un anno e chiudendo con il numero 5.
The Cat: 4 numeri
Nel tentativo di agganciare il movimento femminista Stan Lee dà il benestare alla pubblicazione di questa testata dedicata alla supereroina creata da Linda Fite ai testi e la veterana Mary Severin alle matite. Ma è soprattutto lo splendido lavoro di Wally Wood alle chine a rendere The Cat un prodotto interessante.
La serie non riesce nell’intento di attirare lettrici femmine verso i fumetti e non incontra neppure il favore del pubblico maschile, ha quindi una durata brevissima terminando dopo soli 4 numeri tra il 1972 e il 1973. Successivamente il personaggio viene riciclato con il nome Tigra, come componente dei Vendicatori.
Complimenti per l’articolo.
Delle collane di cui si parla, all’epoca mi piacquero moltissimo o molto:
I Difensori; Dracula; Licantropus; Conan; Luke Cage; Warlock; tutti pubblicati sui mitici Albi dei Super eroi della Corno e Dr Strange; Nova, Kull il conquistatore, Ghost Rider apparsi in appendice su varie testate sempre Corno.
Mi piacquero parecchio, abbastanza: Gli Eterni, 2001, Machine man, IL figlio di Satana, Pantera nera;
Mi piacquero poco: Miss Marvel, Gli Invasori, Iron Fist, The Cat; Black Goliath;
All’epoca ( e per parecchie serie ancora oggi ) non conoscevo ( perchè credo non furono mai pubblicati dalla Corno: Rom, Micronauts; Battlestar galactica; Devil Dinosaur, Man Thing; Il Mostro di Frankestein, Shanna the she-devil, Red Sonja.
Poichè i miei ricordi sono abbastanza sbiaditi per quanto riguarda parecchie delle serie citate ( nel senso che non so se vennero mai pubblicate dalla Corno) penso sarebbe interessante un articolo in cui si dica da chi, su quale testata e fino a che punto le serie sopra indicate sono state pubblicate in Italia. Sarebbe un lavoraccio, ma verrebbe fuori, a mio parere un altro bellissimo articolo.