I 10 DISEGNATORI MARVEL PIÙ PROLIFICI

Per iniziare devo necessariamente ricordare un altro articolo scritto da me sui 10 sceneggiatori Marvel più prolifici. Quello che state per leggere è l’articolo gemello, che ha come oggetto i disegnatori.
I disegnatori storici che hanno fatto grande la Marvel ci sono tutti, a cominciare dal Re che se ne sta irraggiungibile al primo posto nonostante le scappatelle alla Dc Comics.
La classifica riserva meno sorprese di quella degli sceneggiatori: per durare a lungo in questo business ci vuole stoffa, e i nostri dieci ne hanno da vendere.
1) Jack Kirby: 929 storie
Famoso per la sua rapidità esecutiva, Jack Kirby era in grado di disegnare due pagine al giorno per un totale di circa tre albi al mese. Se moltiplichiamo tutto ciò per una carriera lunga oltre 50 anni, arriviamo all’incredibile numero di 929 storie disegnate per la Casa delle idee (senza contare gli albi disegnati per la Dc e di altri editori).
Quando Kirby puntò i piedi esigendo che la Marvel gli rendesse i suoi originali, tutto quello che saltò fuori furono circa 2000 tavole inumidite ritrovate in un garage. Ben poca cosa rispetto alla enorme mole di lavoro eseguita.
La testata per cui Kirby ha lavorato di più è Journey into Mistery (108 episodi), un albo antologico nato nel 1952 che per tutti gli anni cinquanta ha pubblicato soprattutto racconti di mostri.
Nel 1962 ha esordito su queste pagine Thor. Nel 1965 Journey into Mistery, ormai dedicata al solo Thor, era uno dei tre albi Marvel più venduti.
Al secondo posto come numero di storie realizzate viene Fantastic Four (105 episodi), il titolo a cui Kirby diede il meglio di se stesso, creando una saga immaginifica e irripetibile. Vengono poi Mighty Thor (80 episodi), Tales to astonish (73) e Strange Tales (69).
2) John Buscema: 807 storie
John Buscema, conosciuto come “Big John”, è uno dei più grandi disegnatori della storia del fumetto. Si dedicò soprattutto al personaggio di Conan, disegnando ben 137 episodi del comic book Conan the Barbarian e 106 della rivista in bianco e nero Savage Sword of Conan.
A lui piaceva molto l’eroe di Robert E. Howard, anche perché non era uno dei supereroi mascherati con i quali si era sempre sentito a disagio. Il disegnatore di origini siciliane preferiva i corpi seminudi della tradizione artistica classico-rinascimentale. Ha lasciato il segno anche la lunga run di 85 episodi su The Avengers, dove, assieme allo sceneggiatore Roy Thomas, ha creato la Visione.
Visione è un androide ispirato, anche nel costume, all’omonimo personaggio di Joe Simon e Jack Kirby degli anni quaranta.
Il nome di John Buscema però rimarrà per sempre legato a Silver Surfer, un personaggio ideato da Jack Kirby all’insaputa di Stan Lee come araldo del “mangiapianeti” Galactus, per il quale disegnò 17 episodi, alcuni di una qualità inarrivabile.
Buscema era il classico disegnatore aziendale che non si tirava mai indietro, per questo disegnò anche decine di titoli meno fondamentali come Nova (3 episodi), Ms. Marvel (6), Captain Britain (7) e Red Sonja (3).
3) Sal Buscema: 673 storie
Il nome del fratello minore di Big John è rimasto legato alla serie Peter Parker the Spectacular Spider-Man, uno spin off dell’albo principale Amazing Spider-Man, per il quale Sal Buscema disegnò 124 episodi su un totale di 264, usciti tra il 1976 e il 1998.
“Quando disegnavo Spectacular Spider-Man c’erano quattro titoli dedicati al tessiragnatele. Il mio era al terzo posto e vendeva da 220mila a 230mila copie al mese. Insieme, i quattro titoli vendevano oltre un milione di copie al mese. Ora si eccitano se superano le 50mila”.
Altra testata principale della sua carriera è stata The Incredible Hulk, per la quale ha disegnato 111 episodi. “Hulk è il mio personaggio preferito, ci ho lavorato per quasi 10 anni. Il mio amico Herb Trimpe lo ha fatto per 7 anni. Ebbene, alcuni anni fa è uscita una pubblicazione antologica celebrativa con le migliori storie del gigante verde. Beh, né io né Herb siamo dentro. Da morire dal ridere”.
Di questo discusso disegnatore i lettori ricordano anche la sua run sui Defenders (50 episodi) e quella sui Avengers (28).
4) Gene Colan: 579 storie
Il nome del “Decano” rimane legato a due albi che esaltavano il suo stile particolare ricco di ombre. Daredevil, per il quale ha realizzato 89 episodi, e Tomb of Dracula, 70 episodi.
Due serie dove ha dato il suo meglio e per le quali ancora oggi molti lo ricordano.
Su Devil fece coppia con Stan Lee in persona, che gli spiegò come rendere più seducente la segretaria Karen Page. “Stan non sapeva disegnare, ma sapeva dare consigli a qualunque disegnatore”.
“Io lottavo da anni per riuscire a disegnare belle ragazze come si deve e non ci riuscivo, poi arriva lui e mi dice: Avvicina un po’ gli occhi e falli a forma di lacrima, accorcia un po’ il naso e non fare le labbra troppo vicine al naso. Ed è veramente cosi, funziona!”.
Su Dracula, Colan collaborò con Tom Palmer, il suo inchiostratore preferito. “Tom riesce a catturare con il pennello tutto quello che faccio con la matita. Non sono delle matite facili le mie. Sono complesse, ci sono un sacco di mezzi toni lì dentro”.
Ricordiamo anche i suoi contributi a Captain America (23 episodi) e a Dr. Strange (11 per l‘edizione del 1968 e 24 per l‘edizione del 1974).
5) Mark Bagley: 522 storie
Mark Bagley ha lavorato soprattutto sull’Uomo Ragno, tra Ultimate Spider-Man (111 episodi), Amazing Spider-Man (58) e numeri extra vari ha totalizzato un totale di 202 albi solo dedicati al Tessiragnatele. Soprattutto, Mark Bagley è conosciuto come disegnatore di Ultimate Spider-Man, e con buone ragioni.
La linea Ultimate è stata un colpo di coda per un personaggio che a metà degli anni novanta era decisamente in fase calante, invischiato in una storia troppo lunga e senza una vera direzione: la Saga del clone.
Non bisogna però dimenticare il contributo di Bagley alla serie principale, per la quale ha creato Carnage, uno dei cattivi più famosi del decennio. Da non sottovalutare neppure le prove su New Warriors (24 episodi) e All New X-Men (17).
6) Steve Ditko: 473 storie
Il disegnatore della Pennsylvania fu uno dei pilastri della Marvel degli anni d‘oro. Realizzò ben 82 episodi di Strange Tales, una rivista antologica pubblicata dal giugno 1951 al novembre 1976. Che ha ospitato anche le storie del Dr. Strange, il signore delle arti mistiche, creato da Steve Ditko nel 1963 insieme a Stan Lee.
Lavorò molto anche su altre riviste antologiche della Marvel: Tales to Astonish (57 episodi), Tales of Suspance (50), Journey into Mistery (49), Amazing Fantasy (44). Solo al sesto posto (40 episodi), viene la sua fondamentale run iniziale di Amazing Spider-Man.
Forse mai prima di allora un autore di fumetti aveva infuso talmente un personaggio del proprio codice morale e della sua filosofia di vita, come Steve Ditko con l’Uomo Ragno.
Quando Steve Ditko lasciò la Marvel lo fece senza fare rumore. “Io so perché ho lasciato la Marvel, ma nessun altro al mondo sa o sapeva perché. Ritengo sia di scarso interesse capire perché Stan Lee scelse di non sapere perché me ne andai”.
Lasciò all‘apice della propria creatività, tornò quando era ormai sfiduciato dell’ambiente fumettistico.
7) John Romita Jr.: 444 storie
Strano ma vero, per la Marvel ha realizzato più storie il figlio del padre. Su Amazing Spider-Man John Romita Senior vince per un pelo (63 albi contro 62). Se però teniamo conto che John Romita Junior ha realizzato anche 33 albi della serie di Spider-Man (quella senza la parola Amazing), 35 di Amazing Spider-Man 1999 e altri 21 vari con protagonista il Ragno, la bilancia torna a pendere decisamente dalla sua parte.
Questo talentuoso figlio d’arte si rivelò già nel 1978 sulle pagine di Invincible Iron Man, per il quale realizzò 37 episodi, tra i quali il fondamentale arco narrativo di “Demon in a bottle” sull’alcolismo di Tony Stark.
Nel 1983 arrivò forse prematuramente a Uncanny X-Men, il titolo Marvel più venduto, realizzando con il suo tratto ancora acerbo 43 episodi.
La critica Heidi McDonald sulla rivista specializzata Comics Journal n. 99 non ebbe pietà: “Da quando è arrivato John Romita Jr. le cose sono peggiorate a un ritmo forsennato. Romita è un disegnatore di supereroi più bravo della media, ma i suoi pregi finiscono qui. Racconta le cose in modo pedestre, ha un repertorio di facce ed espressioni limitato. Le sue donne, in particolare, sono tutte uguali. Perfino le sue copertine sono brutte, di solito. I disegni privi di immaginazione di Romita non aggiungono niente alle storie, anzi, a volte le rendono più confusionarie”.
Romita Jr. comincia a evolvere sulle pagine di Daredevil, per il quale realizza 30 episodi dando forma agli incubi della sceneggiatrice Ann Nocenti. Grazie a questo personaggio raggiunse il suo apice come disegnatore, realizzando nel 1993 le matite di “L’uomo senza paura” la miniserie di cinque episodi su Devil scritta da Frank Miller.
8) John Byrne: 441 storie
Il nome di John Byrne è talmente legato al rilancio di Uncanny X-Men e alla sua esplosione con la saga di Fenice Nera che riesce difficile pensare che in realtà ne disegnò soltanto 33 numeri.
Realizzò molti più episodi di Fantastic Four (67), per questi albo si occupava anche dei testi. Il suo arco narrativo durò cinque anni (n. 232-295, luglio 1981-ottobre 1986), ed è generalmente considerata una “seconda età dell’oro” per il titolo dopo quella di Lee e Kirby.
Byrne disse che il suo obiettivo era “tornare indietro nel tempo… tornare indietro per scoprire cosa aveva reso grande quell’albo all’inizio”.
Nel 1983, mentre era ancora al timone di Fantastic Four, Byrne iniziò a scrivere e disegnare Alpha Flight, con protagonista una squadra di supereroi canadesi. Alla fine ne realizzò 37 numeri. Sebbene la serie all’inizio abbia generato entusiasmo con il primo numero che vendette 500mila copie, Byrne ha affermato che Alpha Flight “non è mai stato veramente interessante” e che considera i personaggi bidimensionali.
9) Dick Ayers: 421 storie
Il veterano Dick Ayers è noto soprattutto per avere disegnato un sacco di storie western, genere oggi praticamente estinto ma che vendeva abbastanza bene negli anni cinquanta.
Realizzò in quegli anni 12 episodi di Kid Colt Outlaw, 30 di Two Gun Kid, 10 di Wyatt Earp, 13 di Gun Smoke Western e ben 46 di Rawhide Kid. Quest’ultimo è senz‘altro il “cowboy” più famoso in casa Marvel: nel 1963 con Stan Lee ai testi e Dick Ayers ai disegni, con 194mila copie vendute a numero fu la pubblicazione Marvel di maggior successo.
Il personaggio che lo impegnò maggiormente fu però Nick Fury, del quale disegnò 91 numeri della testata Sgt. Fury and his Howling Commandos.
Pare che il lunghissimo titolo della testata era il risultato di una scommessa tra il direttore Stan Lee e l‘editore Martin Goodman. Lee sosteneva che lo stile Lee-Kirby poteva far vendere anche il fumetto con il peggior titolo che si potesse inventare. L’albo, che vide la luce nel 1963, raccontava le storie di Nick Fury ambientate nella Seconda guerra mondiale.
I primi 7 numeri furono disegnati da Jack Kirby, poi Dick Ayers continuò sino al n. 120 del 1974. Al suo meglio, i disegni di Ayers nel sergente Fury hanno mostrato un narratore chiaro e schietto, eccellente nelle inquadrature medio-ravvicinate con uno sfondo leggermente sfocato.
10) Salvador Larroca: 384 storie
Dopo diversi anni di lavoro come cartografo, lo spagnolo Larroca iniziò a lavorare come fumettista per la filiale inglese della Marvel. Successivamente, nel 1994, passò alla sede centrale americana della Marvel realizzando 31 episodi di Ghost Rider.
Nel 1998 disegna i Fantastic Quattro, dei quali produce 31 episodi mettendo in mostra uno stile moderno fornito di una certa originalità. Approda sugli X-Men nel 2004 al posto di Marc Silvestri, disegnando 29 episodi che rivelano, invece, una certa involuzione stilistica. Nel 2011 passa a Invincible Iron Man per 33 episodi, con uno stile sempre più fotografico.
Tra il 2017 e il 2018 disegna 30 episodi di Star Wars.
Il critico James Whitbrook, parlando dell’episodio “Ashes of Jedha” (Star Wars 2015 n. 38), sottolinea la forte dipendenza di Larroca dai fotogrammi dei film di Star Wars, che lo ha portato a realizzare i volti con un “imbarazzante iperrealismo”.
In molti primi piani dei personaggi principali di Jedha i disegni rispecchiano troppo da vicino le immagini dei film, spesso di scene in cui le espressioni facciali degli attori non corrispondono al tono o al dialogo dei personaggi del fumetto.
La deriva fotografica riesce a spegnere così anche la creatività dei migliori disegnatori.
Non è fondamentale, ma JRJR comincia la rincorsa per diventare il disegnatore oggi in forza alla DC con i primi episodi dello Starbrand di Shooter dove comincia ad essere inchiostrato da Al Williamson come in seguito sul citato DD della Nocenti. Forse perché al lavoro su un personaggio nuovo…in un New Universe, JRJR sperimenta e diventa + grafico e cinetico, ma è roba che avrebbe potuto e forse aveva cominciato a fare inchiostrato da Dan Green negli X-Men di Claremont. Una curiosità: molto pragmaticamente, in una intervista, JRJR ha dichiarato che ha elaborato il suo stile perché può produrre più tavole e quindi guadagnare di più.
Io sono un grandissimo fan del King, ma i suoi record sono anche dovuti al fatto che fino al 1965/6 disegnava trantissimi lay out con matite abbozzate che poi erano terminate dai vari Geo Tuska, Dick Ayers, Geo Roussos etc. Era talmente bravo ed aveva un tale occhio per lo spettacolo che anche le sue tracce stilizzatissime portavano ad un buon risultato. Anche Big John Buscema ha schizzato tantissime tavole poi rifinite da altri, su tutti Tom Palmer, ma non sempre ha prodotto tavole memorabili, probabilmente per il fatto che proprio non amava i picchiatelli in costume. Non sono un granché, a mio avviso, le sue storie, tante, della seconda metà degli anni ottanta, per gli Avengers di Stern. Molto meglio le sue tavole degli Avengers della seconda metà degli anni sessanta e primi anni ottanta. Io ero un fan del Bagley di Spider-man anche più di quello ultimizzato: le chine spigolose di Larry Mahlstedt servivano molto meglio il suo Ragnetto che zompava di qua e di là , come direbbe Er Piotta, a differenza di quello Ultimate che passa per i campi e controcampi di Bendis che hanno funzionato di più con cartoonists come Ash Wood ( Hellspawn ) i Luna Bros ( Spider-Woman ) e naturalmente Maleev ( DD , Moon Knight ). E’ comunque un disegnatore rapido. Peccato che non sia rimasto sui New Warriors più a lungo perché lì le storie di Nicieza gli hanno permesso di sperimentare ( multiverso, parecchie guest stars ).
“Our Pal Sal” Buscema è un biscottino proustiano che mi ricorda il bimbo che sono stato: negli anni settanta le sue matite erano sinonimo di Marvel Style. Trovo che sia davvero bravo con personaggi come Hulk e Cap e Spidey e Rom e Nova. Meno nelle sue rare incursioni in personaggi + dark come Daredevil. Purtroppo non sempre Sal – che ha iniziato come inker per esempio del fratello e dell’implume Barry Smith – è stato inchiostrato da chi ne capisse il tratto. Non ha cioè trovato un Mike Royer e così abbiamo molte sue tavole inchiostrate dal farinoso Vince Colletta ( Marvel Team up ), ma anche i Defenders con Dan Green e Cap con Frank Giacoia. Mi pare che il titolo di una monografia a lui dedicata sia Fast and Furious. Adeguato.
Come al solito l’articolo è interessantissimo e piacevole. Sarebbe divertente, forse, farne.un altro in cui si parli di disegnatori o sceneggiatori marvel che hanno realizzato il numero minore di storie.