LA SCOMMESSA DELL’HORROR MARVEL

Nel 1955, con l’entrata in vigore del Comics Code, l’organo autocensorio degli editori di comic book, i molti fumetti horror presenti nelle edicole sono costretti a chiudere (come abbiamo raccontato QUI).
Dopo un decennio di vuoto editoriale, verso la metà degli anni sessanta la casa editrice Warren pubblica due riviste horror: Creepy (da noi Zio Tibia) e Eerie, alle quali fa seguire Vampirella. Essendo nel grande formato rivista appaiono indirizzate a un pubblico adulto e quindi risultano al di fuori della portata della censura.
Alla fine degli anni sessanta, però, la realtà sociale americana è in profonda trasformazione e anche i colorati comic book, destinati a un pubblico più giovane, vogliono cominciare a raccontarla. Le ferree maglie del Comics Code sembrano più che mai insopportabili e quindi vengono allentate per rendere possibile la pubblicazione di storie più dure, tra le quali quelle horror (sia pure con molti limiti).
Le poche case editrici rimaste dopo le censure del 1955, tra le quali la Marvel, approfittano subito della situazione più permissiva.
1970
Ristampe “quasi” horror
Tra il gennaio e il novembre del 1970 escono tre albi antologici della Marvel: Where Monsters Dwell, Where Creatures Roam e Fear. Ripropongono tutti e tre vecchie storie di mostri disegnate da Jack Kirby e Steve Ditko degli ultimi anni cinquanta e dei primi sessanta, pubblicate in origine da albi come Tales of Suspance e Strange Tales. In realtà sono più fantascientifiche o del “mistero” che dell’orrore, anche perché uscite quando il Comics Code era all’apice della sua politica restrittiva. La loro riproposizione in un periodo storico ormai dominato dai supereroi rappresenta comunque un segnale di novità importante, passibile di rapidi sviluppi (anche se l’intenzione dell’editore della Marvel, Martin Goodman, e del direttore Stan Lee è semplicemente quella di riempire il mercato con le loro testate come avevano fatto con successo nei primi anni cinquanta).
Tra queste vecchie storie ristampate ricordiamo, per esempio, “I Created Sporr! The Thing That Could Not Die!”, disegnata da Jack Kirby.
Uno scienziato si trasferisce nel castello del dottor Frankenstein per impostare il suo raggio di crescita sperimentale. Proprio quando lo sta impiegando su un’ameba, i villici superstiziosi irrompono nel laboratorio e, vedendo l’equipaggiamento, pensano che il dottore intende portare la rovina su di loro. Per questo lo rinchiudono nel carcere della città. Così, senza nessuno presente per spegnere la macchina, l’ameba cresce a dismisura ed esce dal castello attaccando il villaggio.
Di Ditko ricordiamo “Behind My Door Waits… Medusa!”. Un uomo tiene la mitologica Medusa dietro una porta chiusa, finché un ladro lo costringe ad aprire la camera blindata per rubare gli oggetti di valore contenuti. Finisce trasformato in una statua di pietra sotto lo sguardo dell’essere mitologico.
1971
Martin Goodman, oltre ai comic book, pubblica anche riviste per adulti basate su temi avventurosi e leggermente erotici, ricchi di testi, illustrazioni e vignette, ma praticamente prive di fumetti. Stan Lee propone di presentare in questo formato, che del resto è quello di Mad e di Creepy, anche i fumetti dei personaggi Marvel in chiave adulta.
Savage Tales
Il primo tentativo è rappresentato dalla rivista antologica in bianco e nero Savage Tales, dedicata principalmente alle avventure di Conan il barbaro, che stava ottenendo grande successo nella versione comic book. Inoltre presenta storie dell’orrore, seguendo il fortunato esempio della Warren. Particolarmente importante è il primo episodio di Man-Thing, di Roy Thomas e Gray Morrow, una versione anni settanta di The Heap (il personaggio degli anni quaranta pubblicato nell’albo Air-Boy della Hillman Periodicals, che in quello stesso periodo ispira anche la Dc Comics con la creazione di Swamp Thing).
Ecco le origini di Man-Thing come vengono raccontate nell’episodio. Il dottor Theodore “Ted” Sallis è un ricercatore che lavora su una variante del siero del supersoldato (quello che aveva trasformato Steve Rogers in Capitan America) per conto di un appaltatore governativo. Dopo essersi iniettato la formula, Ted finisce con l’auto dentro alla palude.
Il siero del supersoldato che scorre attraverso il suo sangue interagisce con la vegetazione circostante e trasforma Sallis in un mostruoso essere fangoso che verrà chiamato l’Uomo Cosa.
Creatures on the Loose
Continuando dal numero 9 di Tower of Shadows, una precedente serie mystery-horror, Creature on the Loose è un’antologia di ristampe di fumetti con i mostri fantascientifici, ma dal numero 16 presenta a turno personaggi come Gullivar Jones (fantascienza), Thongor (sword and sorcery) e Man-Wolf (horror).
1972
Tomb of Dracula
Nell’aprile del 1972 esce il numero 1 di The Tomb of Dracula con Gerry Conway ai testi e Gene Colan ai disegni. La serie, dopo i primi numeri, viene scritta dal più capace Marv Wolfman.
Wolfman introduce il cacciatore di vampiri Quincy Harker e la figlia Edith, che utilizzano metodi moderni e tecnologici per intrappolare i “non morti”. Lo sceneggiatore si sforza di donare al personaggio profondità emotiva e complessità psicologica, senza riuscirvi fino in fondo. Lo stile di scrittura è molto diverso da quello supereroistico, i toni sono drammatici e il linguaggio non manca di una certa poeticità.
Nel corso della serie viene introdotto Blade, il “vampiro buono” dalla pelle nera che avrà successo soprattutto nelle versioni cinematografiche.
La run di Wolfman e Colan su Dracula viene molto apprezzata dai critici, un po’ meno dai lettori dato che l’albo a un certo punto da mensile diventa bimestrale. In particolare Gene Colan crea un look distintivo per Dracula, pur mantenendo molte delle caratteristiche che i lettori si aspettano (come la mantella ottocentesca), e lo incorpora in un ambiente saturo di atmosfere malsane e inquietanti che vanno molto al di là della media dei fumetti horror del periodo. Lo stile di Colan costruisce un viaggio visivo tra paesaggi immersi in ombre scure, cimiteri dagli alberi rinsecchiti e vecchi edifici vittoriani.
Il disegnatore raggiunge forse in questa saga i livelli qualitativi più alti della sua carriera.
L’apice della collana è rappresentato dai primi 35 numeri, poi inizia un periodo di lenta decadenza dove le idee cominciano a scarseggiare e le situazioni a ripetersi, fino alla conclusione con il numero 70 nell’agosto 1979.
Werewolf by Night
Licantropus (così è stato “tradotto” dalla Corno) è un personaggio creato da Gerry Conway e Mike Ploog nella testata Marvel Spotlight n. 2 di febbraio, per poi ottenere nel settembre dello stesso 1972 un albo proprio.
La serie racconta le vicende di Jack Russel, il quale porta con sé una maledizione che lo trasforma in lupo mannaro nelle notti di luna piena, con una chiara ispirazione ai vecchi film della Universal. La serie è interessante soprattutto per i disegni di Mike Ploog, allievo di Will Eisner, purtroppo non sostenuti da testi altrettanto validi.
Chamber of Chills
Si tratta di un albo antologico che inizialmente ristampa vecchie storie insieme ad alcune nuove.
Per esempio alcuni adattamento dei racconti horror di Robert E. Howard, il creatore di Conan.
Episodi usciti in Italia sulla rivista Eureka e i suoi tascabili.
Supernatural Thrillers
L’albo presenta diversi personaggi a turno. Sul numero 5 appare la Mummia Vivente, di Steve Gerber e Rich Buckler.
Due soldati israeliani, Avram e Davida, siedono sotto la luna del deserto contemplando le devastazioni dalla guerra. Avram sente un rumore alle proprie spalle e quando si gira vede avvicinarsi la mummia. Entrambi i aprono il fuoco, ma i proiettili rimbalzano sul petto della creatura. Il mostro colpisce Avram, però vacilla quando Davida lo guarda inorridito. La mummia si ferma, si volta e se ne va… così inizia la serie.
Ghost Rider
Creato da Roy Thomas, Gary Friedrich, e Mike Ploog, Ghost Rider deriva da un personaggio western-horror precedente di cui abbiamo parlato QUI. La nuova versione esordisce nel comic book Marvel Spotlight n. 5 dell’agosto 1972.
Si tratta dell’alter ego di Johnny Blaze, uno stuntman motociclista che per salvare la vita del padre adottivo accetta di farsi impossessare da una entità demoniaca, trasformandosi in una creatura infernale con un teschio fiammeggiante al posto della testa. In sella alla sua motocicletta è in grado di lanciare palle di fuoco dalle mani.
Dal settembre 1973 ha una testata tutta per sé, pubblicata per 81 numeri fino al 1983. In seguito viene riproposto più volte sino a oggi, senza raggiungere mai un successo duraturo malgrado il concetto originale. Nemmeno al cinema, dove viene interpretato da Nicholas Cage.
Man-Thing
Dalla rivista Savage Tales, Man-Thing arriva ai comic book. Prima su Fear e poi in una testata propria, con i testi di Steve Gerber. Nelle storie di Man-Thing nasce Howard The Duck, un alieno dall’aspetto molto simile a Paperino che per alcuni anni avrà molta fortuna con più serie a lui dedicate e un (brutto) film prodotto da George Lucas.
Con il numero 5 arriva Mike Ploog alle matite e si crea una delle più belle alchimie artista-personaggio di sempre. Non è facile mettere vita e umanità in un un ammasso di fango e di putride erbacce di palude, ma Mike Ploog ci riesce benissimo.
La lunga e interessante serie di Man-Thing è praticamente l’unica a non essere pubblicata in Italia dall’Editoriale Corno nelle sue testate Marvel.
Journey into Mystery
Pubblica brevi storie horror realizzate da alcune delle migliori matite della Marvel di quegli anni, come Gil Kane, Jim Starlin e Gene Colan. Poi, a causa delle scarse vendite (gli unici antologici horror di un certo successo del periodo sono quelli della Dc Comics), continua affiancandoli alle ristampe, fino alla chiusura con il numero 19 dell’ottobre 1975.
Tra le migliori storie pubblicate c’è “Yours Truly, Jack the Ripper!”, scritta da Ron Goulart e disegnata da Gil Kane e Ralph Reese, da noi uscita in un tascabile di Eureka.
Un detective di Scotland Yard cerca di convincere l’amico psicologo alla sua teoria che gli omicidi di Jack lo Squartatore sono in realtà sacrifici a divinità oscure per ottenere il beneficio dell’eterna giovinezza…
1973
Il 1973 è l’anno del vero boom dell’horror Marvel, anche se si tratta più di numerosi tentativi sulla scia della politica di riempimento delle edicole, che di successi veri e propri, dato che quasi tutte le serie durano pochi numeri. In questo anno, comunque, si ha l’impressione (rivelatisi presto erronea) che i fumetti horror soppianteranno i supereroi come già era successo tra gli anni quaranta e cinquanta.
The Monster of Frankenstein
Sulla scia di Dracula e Werewolf, in gennaio esce un altro classico: The Monster of Frankenstein, scritto da Gary Friedrich e disegnato da Mike Ploog. Gary Freidrich realizza storie abbastanza riuscite ambientate nell’Ottocento, mescolando azione e pathos.
Con il numero 7 subentra alle matite il muscolare John Buscema, che pur producendo un lavoro di alto livello non rende l’aura malsana e le atmosfere da incubo che erano la prerogativa di Ploog. La serie, dopo un’ottima partenza, si conclude nel settembre 1975 con il numero 18.
Altre ristampe horror
Weird Wonder Tales, Crypt of Shadows, Vault of Evil, Beware, Dead of Night e Uncanny Tales sono i nomi di altri titoli usciti nel 1973. Tutti si basano sulle ristampe di storie dell’orrore degli anni cinquanta, quando la Marvel si chiamava Atlas.
Se da un lato la Marvel non deve pagare gli autori perché le storie ci sono già (e i diritti non vengono riconosciuti), la continua uscita di fumetti vecchi e di bassa qualità squalificano gli antologici horror della Marvel: dopo questi, infatti, praticamente non ne usciranno altri.
Il più longevo, si fa per dire, di questi albi è Weird Wonder Tales, che esce fino al 1977.
Monster Unleashed
La vera novità della Marvel nel 1973 è il lancio di riviste bimestrali in bianco e nero che, a differenza di Savage Tales, presentano solo storie horror. Serie che in Italia confluiscono tutte nel Corriere della Paura, del quale Giornale POP ha parlato in dettaglio QUI.
Una delle riviste è Monster Unleashed, che presenta storie “per adulti” con personaggi mostruosi come Man-Thing insieme a fumetti autoconclusivi senza personaggio fisso.
Sul numero 1 troviamo una bella storia di Gerry Conway e di Pablo Marcos: “The Man Who Cried Werewolf”. Un uomo mette a punto un piano assieme all’amante per fare impazzire la propria moglie, causandole un crollo mentale di fronte a un lupo mannaro. Lui pensa che l’amante stia usando un lupo addestrato, ma quando andrà da lei durante una notte di luna piena assisterà alla sua trasformazione in licantropo…
Sul numero 2, un’altra bella storia firmata Gary Friedrich e John Buscema: “Frankenstein 1973”, che continua la serie iniziata nei comic book ambientata nell’Ottocento, dove uno studente di neuroscienze del giorno d’oggi e la sua fidanzata incappano nel mostro di Frankenstein in una esibizione circense…
Belle anche le copertine iniziali della rivista, opera di validi artisti come Boris Vallejo.
Tales of the Zombie
Altra rivista in bianco e nero, Tales of the Zombie riporta alla luce il personaggio di Simon Garth lo zombie, originariamente creato da Stan Lee e Bill Everett per una storia autoconclusiva degli anni cinquanta.
La nuova versione (completamente diversa) lanciata da Roy Thomas e John Buscema raggiunge la “perfezione” nelle storie di Steve Gerber e Pablos Marcos, che fanno di Simon Garth il migliore e più riuscito personaggio horror della Marvel.
Vampire Tales
Questa altra rivista presenta la prima storia in solitaria di Morbius, della premiata coppia Steve Gerber e Pablo Marcos, un vampiro dalle origini fantascientifiche (e quindi decisamente più marvelliano dei mostri tradizionali legati alla magia come Dracula e Licantrupus) creato originariamente sulle pagine dell’Uomo Ragno da Roy Thomas e Gil Kane.
Michael Morbius è un brillante scienziato affetto da leucemia a cui restano pochi giorni di vita. Per cercare di salvarlo, il suo amico Emil Nikos gli inietta il sangue di un pipistrello vampiro. Michael entra poi in una macchina di sua invenzione, azionata da Emil, la quale opera una terribile trasformazione sul corpo dello scienziato, trasformandolo in una creatura orripilante e animata da una inesauribile sete di sangue.
Dracula Lives
Rivista in bianco e nero con episodi di Dracula slegati dalla continuity dell’albo a colori The Tomb of Dracula, oltre a storie dell’orrore autoconclusive. Tra i gioielli pubblicati su queste pagine ricordiamo il primo episodio con le origini del vampiro, “That Dracula May Live Again”, scritta da Marv Wolfman e disegnata da un grande Neal Adams.
Nel 1459 la Transilvania è governata da Vlad Tepes, detto Dracula. Dracula guida il proprio esercito contro i turchi invasori. È una battaglia che i transilvani combattono valorosamente, ma alla fine Dracula viene fatto prigioniero e si salva soltanto diventando un vampiro…
1974
The haunt of Horror
In questa rivista fa la sua prima apparizione Gabriel the Devil Hunter, un esorcista nato sull’onda del successo dell’omonimo film e che scomparirà ben presto dalle pagine dei fumetti.
La cattedrale di San Benedetto a Manhattan è stata vandalizzata in modo blasfemo da un prete posseduto dal demonio, per fare fronte alla situazione viene chiamato Gabriel, nel suo ufficio al tredicesimo piano dell’Empire State Building… (peraltro sede, negli anni cinquanta, degli uffici della Atlas/Marvel).
Un altro personaggio della rivista è Satan (in inglese Satana), la figlia di Satana (in inglese Satan). Viene disegnata in maniera molto espressiva dallo spagnolo Romero, che da lì a poco finirà per disegnare la striscia inglese di Modesty Blaise.
1975
Marvel Chillers
Marvel Chillers è un titolo horror piuttosto insipido e di breve durata. Nel primo numero viene introdotto Modred the Mystic.
Modred è un potente stregone dei tempi di re Artù. Troppo temerario, osa lanciare un incantesimo proibito che lo annienta. Il mago Merlino mette il corpo apparentemente senza vita di Modred in una cripta, sapendo che tornerà in vita. Questo avviene al giorno d’oggi, quando due avventurieri entrano nella cripta disturbando il sonno mistico di Modred.
Son of Satan
Ad essere precisi, Daimon Hellstrom, figlio di Satana, ha fatto alcune fugaci apparizioni precedenti, ma viene posto al centro della scena solo in Marvel Spotlight n. 12. Fratello di Satan, ha un rapporto conflittuale con il genitore. Creato da Roy Thomas, le sue storie vengono proseguite dalla coppia Steve Gerber e Sal Buscema. The Son of Satan è il personaggio horror che più, nell’aspetto, ricorda i supereroi. Anni dopo la Marvel decide che in realtà non è figlio di Satana, ma di un demone minore e ogni tanto lo ripresenta semplicemente come Daimon Hellstrom.
Su decisione di Martin Goodman, poi portata avanti da Stan Lee quando il vecchio editore viene esautorato dai nuovi proprietari, nella prima metà degli anni settanta la Marvel lancia svariati supereroi che vanno ad aggiungersi a quelli co-creati da Jack Kirby e Steve Ditko nella prima metà del decennio precedente. Tutti personaggi dalla vita editoriale stentata e destinati alla chiusura più o meno rapida. Sempre in questo periodo, la Marvel punta molto sull’horror sia con personaggi nuovi sia con rivisitazioni dei mostri classici. Anche questi, malgrado il numero (in questo articolo sintetico non li abbiamo presentati nemmeno tutti), subiscono lo stesso triste destino editoriale.
In Italia l’Editoriale Corno ha pubblicato i nuovi supereroi e i personaggi horror nella collana degli Albi dei super-eroi e, per quanto riguarda quelli delle riviste in bianco e nero, nel Corriere della paura. Oltre che in appendice alle serie dedicate ai supereroi classici.