LA PIÙ GRANDE STORIA DELL’UOMO RAGNO

Ci sono fumetti, come l’Uomo Ragno, che a un certo punto hanno raggiunto la perfezione. È una cosa rara. Ad alcuni può non succedere mai.
Per rendercene conto vediamo la storia in tre parti pubblicata nei numeri 31, 32 e 33 di The Amazing Spider-Man. Il capolavoro della coppia formata da Stan Lee e Steve Ditko.
Se è scritto nel destino
La prima parte della storia, in italiano “Se è scritto nel destino”, inizia alla grande. Una squadra di uomini con strane tute ruba del materiale radioattivo e fugge in elicottero. Spidey è presente alla scena e ingaggia una fantastica battaglia all’interno dell’elicottero. Apprendiamo che questi uomini obbediscono agli ordini di un misterioso personaggio chiamato Coordinatore, il quale risiede in una base sottomarina.

Le immagini dell’Uomo Ragno che proponiamo sono tratte dalla prima edizione dell’Editoriale Corno (numeri 25, 26 e 27 dell’aprile 1971), quando le pagine erano ancora colorate due sì e due no
L’Uomo Ragno riesce a far precipitare l’elicottero in mare, ma gli uomini del Coordinatore gli sfuggono. Poco dopo zia May ha un malore e viene ricoverata in ospedale.
Peter, preoccupato per le sorti della zia, inizia a frequentare l’università, dove incontriamo Gwen Stacy e Harry Osborne, due personaggi che diventeranno fondamentali nel prosieguo della saga.
L’Uomo Ragno ha quindi un secondo incontro con gli uomini del Coordinatore, che riescono di nuovo a sfuggirgli. L’albo termina dandoci l’informazione che il misterioso Coordinatore ha già incontrato l’Uomo Ragno in passato. Si tratta di un numero introduttivo che posiziona le pedine e la scacchiera sulla quale dovranno muoversi di li a poco.
Un uomo scatenato
La puntata seguente, in italiano “Urto violento” o (nell’edizione più recente) “Un uomo scatenato”, ha tutto un altro piglio. Già dalle prime pagine ci viene rivelata l’identità del misterioso Coordinatore: altri non è che il Dottor Octopus, nemico storico del tessiragnatele.
Peter, nervoso per il pensiero della zia malata, litiga un po’ con tutti. A pagina 5 c’è una vignetta fenomenale di Ditko dove, al culmine della rabbia, sfascia una scrivania.
Per creare un siero capace di curare la zia, Spidey si rivolge al dottor Connors, che però, per metterlo a punto, ha bisogno di un raro composto chimico chiamato Iso 36. Ma l’unico carico di Iso 36 viene rubato dagli uomini con le strane tute, poiché l’elemento è indispensabile anche al Coordinatore/Dottor Octopus per i propri esperimenti.
L’uomo scatenato del titolo a questo punto prende davvero corpo. L’Uomo Ragno setaccia i bassifondi della città, in un crescendo di rabbia alla ricerca degli uomini del Coordinatore. Alla fine li trova, li affronta e riesce a penetrare nel covo dello stesso Coordinatore. Qui combatte una breve ma intensa battaglia con Octopus, che provoca danni ingenti alle strutture del covo sottomarino.
L’episodio si conclude con Peter intrappolato sotto un pesante macchinario a pochi passi dall’agognato elemento Iso 36, mentre dall’alto cadono gocce d’acqua che si sta infiltrando attraverso la cupola sottomarina della struttura danneggiata dal combattimento. In questo numero l’azione e la tensione crescono sapientemente fino ad arrivare al momento di stasi finale.
Il capitolo finale
L’ultima puntata, in italiano “L’ultimo capitolo” o “Il capitolo finale”, è davvero epico. Nelle prime cinque pagine, in uno sbalorditivo crescendo, Steve Ditko orchestra una delle più drammatiche sequenze della storia dei fumetti.
La prima pagina si apre con quattro piccole vignette che riassumono gli episodi precedenti. La quinta vignetta ci mostra in un colpo solo l’Uomo Ragno intrappolato, il contenitore ermetico dell’Iso 36 e l’acqua che continua a scendere.
La seconda pagina mostra l’Uomo Ragno consapevole del fatto che sperare di spostare quel pesante macchinario a mani nude è un’impresa impossibile anche per lui. Il nostro eroe, però, tra visioni allucinate di zio Ben (ucciso da un malvivente a causa di una sua leggerezza) e zia May, trova comunque la forza di volontà per provarci. La determinazione a non mollare mai, a tentare comunque.
Nella terza pagina, in sei vignette che costituiscono una lenta zoomata, accade quello che sembrava impossibile. L’arrampicamuri tende i muscoli allo spasimo e nell’ultima vignetta il pesante macchinario, incredibilmente, inizia a spostarsi.
Nella quarta pagina l’Uomo Ragno continua il suo sforzo disperato, ma efficace, iniziando a sollevare un ginocchio dal pavimento.
La quinta pagina è un’apoteosi: con uno slancio ormai irrefrenabile, Peter si toglie l’immane peso dalle spalle. Una splash page con pochi rivali nella storia del fumetto.
Peter riesce a recuperare l’Iso 36 e a fuggire dal covo invaso dalle acque. Affronta gli uomini del Coordinatore in una concitata battaglia finale e riesce a portare l’Iso 36 al dottor Connors in tempo per salvare zia May.
“Capitolo finale” rappresenta un rito di passaggio: nel covo del Coordinatore è entrato un ragazzo e ne è uscito un uomo. È un Peter profondamente diverso da quello che nelle ultime pagine dell’episodio, con la faccia tumefatta per i colpi subiti, dice a una sconvolta Betty Brant: “Non mi lamento, né intendo rinunciare a questo lavoro!”. E dopo la dura trattativa per la vendita delle foto, J. J. Jameson non può fare a meno di pensare: “Che gli ha preso a Parker? Era uno zuccherino! Chi l’ha svegliato un po’?”.
(Per saperne di più, clicca QUI per andare all’approfondito e illustratissimo articolo: “Il vero Uomo Ragno è l’inattuale Steve Ditko” – NdR)
Vorrei sottolineare: storia e disegni Steve Ditko, solo dialoghi Stan Lee !
Una storia che continua ad ispirarmi, ora come allora, nei momenti difficili.
UN CAPOLAVORO!