FANTARETRÒ SUL MARE DI CHERBOURG

FANTARETRÒ SUL MARE DI CHERBOURG

Alcune nuotatrici scoprono una specie di cetaceo peloso arenato sulla spiaggia.
Il sindaco del paese vorrebbe rimuoverlo al più presto, per toglierlo alla vista di curiosi e giornalisti.

FANTARETRÒ SUL MARE DI CHERBOURG

 

Poco tempo dopo, un dossier top secret viene trafugato. Delle indagini sui due eventi, che si intersecano tra di loro, vengono incaricati i gemelli Côme e Pacôme Glacère: due agenti del controspionaggio dotati dello straordinario potere di trasformarsi… in pietra.

Le indagini, dai risvolti imprevedibili, potrebbero mettere a repentaglio la sopravvivenza di un pacifico popolo acquatico che segue il precetto di «Vivere felicemente, vivere nella clandestinità».

Aiutati da Gus, un giovane e intraprendente allevatore di uccelli e da sua sorella maggiore Julienne, i due gemelli vengono a capo di un mistero che li porta a indagare tanto sulla terraferma quanto nelle profondità marine.

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Pierre Gabus e Romuald Reutimann avevano già realizzato la bella serie Città 14, vincitrice nel 2012 del premio per la migliore serie al Festival di Angoulême. Della quale sono usciti due albi e si attende il terzo: Cité 14 Saison 1 (Paquet, 2007), unico ad avere avuto una pubblicazione italiana nel 2009 grazie a Planeta De Agostini, e Cité 14 Saison 2 (Les Humanoïdes Associés, 2011). Ai quali ha fatto seguito L’extravagante Croisìre de Lady Rozenbit (Les Humanoïdes Associés, 2013), uno spin-off/prequel ambientato nello stesso mondo.

I due rinnovano il sodalizio con la nuova serie di New Cherbourg Stories, della quale parliamo in questo articolo, ambientata ancora una volta in una città che fa da sfondo alle vicende dei personaggi e allo stesso tempo ne è la vera protagonista.

Nonostante sia situata nel Vecchio Continente, l’estetica di New Cherbourg, una città-stato affacciata sul mare come il Principato di Monaco, è la trasposizione ucronica della reale Cherbourg-en-Cotentin, città della Normandia.

Cherbourg ricorda le città americane degli anni trenta, con palazzi a mattoni scoperti, le cisterne sopra i tetti e i cornicioni prominenti che circondano i palazzi.
Alzando lo sguardo, oltre i tetti, si possono vedere i dirigibili che gremiscono il cielo.
È una città frequentata da gente agiata, un po’ piovosa ma dove la vita, nonostante tutto, è tranquilla.

La scrittura di Pierre Gabus riserva sorprese e colpi di scena, anche se forse è un po’ troppo lineare. Sempre piacevole da seguire, specialmente per i personaggi con caratteri differenti e credibili, che si inseriscono in una trama ben congegnata.

La storia si ispira a una notizia pubblicata dai giornali nel 26 febbraio 1934, che lo sceneggiatore francese ha romanzato aggiungendo elementi fantastici e di spionaggio, rendendola viva e avvincente.

C’è molto ottimismo nei rapporti tra gli abitanti della città di Cherbourg, evidenziato nel modo di convivere con il bizzarro popolo subacqueo. Un modo efficace per veicolare il messaggio che lo straniero, il diverso, “l’altro”, proprio per la sua differenza diventa un’opportunità e non una minaccia.

Quella che Pierre Gabus ci offre è una storia serena e piacevole da leggere, punteggiata di umorismo, sensibilità e la giusta dose di avventura. Il ritmo è sostenuto e i molti personaggi sono accattivanti.

Gli enigmi, le indagini poliziesche e di spionaggio si combinano perfettamente in un mix di generi che funziona, rimanendo sempre coerente e coinvolgente, in sintonia con gli aspetti fantastici e retrofuturistici che la storia e i disegni offrono.

I disegni di Romuald Reutimann, equilibrati e ben strutturati, ricordano Jaques Tardi  di Adèle Blanc-Sec (le cui avventure si svolgono, anche loro, in una Belle Époque “alternativa”).
Il contrasto tra le scenografie particolareggiate, quasi sontuose, e i personaggi ritratti con visi stilizzati non fa che dare maggior risalto alle peculiarità del paesaggio, reale e al tempo stesso da “altra dimensione”.

Il fumettista conosce bene la vera Cherbourg, sua città natale, tanto che gli abitanti del luogo possono trovare numerosi cammei sparsi nelle tavole.
Reutimann riempie le tavole di azione e informazioni, con disegni dalla resa affascinante e “vivi” senza mai essere in contrasto con la storia. L’espressività degli sguardi e le movenze dei vari personaggi danno ancora più energia ai dialoghi.

 

Pierre Gabus e Romuald Reutimann riprendono molti cliché dei B Movie, rendendoli credibili e adeguati a una trama ricca di situazioni concatenate tra di loro, in una sorta di feuilleton “moderno”.

Il volume, edito da Casterman, raccoglie due storie precedentemente pubblicate a puntate sul quotidiano locale La presse de la Manche: Coups de feu au Roule Palace!! (agosto 2018) e Dans le ventre du Lala Bama (agosto 2019), successivamente raccolte in due volumi autopubblicati.

Le Monstre de Querqueville, primo volume della serie New Cherbourg Stories, contiene tutto quello che serve per renderlo scoppiettante. Pierre Gabus e Romuald Reutimann non ci fanno mancare proprio nulla: c’è umorismo, azione, intrigo, fantasia, una fantastica estetica retrò, bei disegni, bei dialoghi e una bella storia. Soprattutto vengono poste le basi per una serie che promette di essere molto interessante.

Nella speranza che qualche editore nostrano decida di pubblicare questa serie e la precedente Città 14, non ci resta che attendere il secondo volume, “Le Silence des Grondins”, in uscita nell’ottobre 2020.

New Cherbourg Stories – Tome 1: Le monstre de Querqueville

Sceneggiatura e testi: Pierre Gabus
disegni e colori: Romuald Reutimann

Casterman
cartonato
colore
pgg. 60
marzo 2020

 

 

1 commento

  1. Sono stato nella vera Cherbourg, cioè Cherbourg-en-Cotentin, nell’estate del 2017 per visitare la bellissima mostra biennale of the 9th Art allora dedicata a Winsor McCay. Ricopio quanto scrissi allora nel mio blog dedicato a Little Nemo:

    «L’ho visitata l’altro ieri la mostra di McCay. Favolosa! Ci sono moltissime tavole originali (tra l’altro ottimamente illuminate, complimenti agli allestitori) in un bianco e nero spettacolare in cui il segno dell’autore è decisamente più bello e lineare e marcato della riproduzione nelle stampe a colori. Ci sono poi anche moltissime pagine tratte dai giornali dell’epoca a colori. E poi una ricchissima presentazione video. E i suoi primi disegni animati. E infine anche molte tavole di “Dream of rarebit fiend” che precede di qualche anno Little Nemo ma che ha la stessa idea di base (un protagonista adulto che sogna e poi si risveglia nel suo letto).
    E poi, nell’ottica della storia dei fumetti di quegli anni, ci sono anche alcune tavole originali di Buster Brown, Katzenjammer Kids (Bibì e Bibo e Capitan Cocoricò) , Happy Hooligan (Fortunello), Mcmanus, etc…

    E poi la mostra si trova nel museo Thomas Henry (a Cherbourg-en-Cotentin) che ha una ricca e internazionale collezione di opere d’arte che vale sicuramente la pena di visitare. Tra le altre mi sono rimaste particolarmente impresse tre italiane e una olandese:
    Beato Angelico: La conversione di Sant’Agostino (1430).
    Filippino Lippi: Deposizione (1473)
    Scuola del Ghirlandaio: La Vierge et l’enfant avec le petit saint Jean-Baptiste et un ange (1450).
    Anonimo (scuola di Brughel il giovane): La boutique du barbier-chirurgien.»

    Insomma un bellissimo paese, con un ottimo Museo e con una ottima mostra biennale sui grandi del fumetto.
    Ma mi sa che in questo 2021 la mostra sia saltata causa COVID.
    Ma se il virus non mi porta via allora sicuramente nel 2023 ci tornerò.

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