PIÙ 50%: L’ESPLOSIONE DELLE GRAPHIC NOVEL

PIÙ 50%: L’ESPLOSIONE DELLE GRAPHIC NOVEL

Mentre le edicole chiudono e il fumetto popolare entra in una crisi apparentemente senza fine, le graphic novel tentano la conquista delle librerie. Se in Italia nel 2012 il comparto delle graphic novel valeva 8,7 milioni di euro all’anno, nel 2017 è arrivato a 13,6 milioni registrando così un incremento netto di quasi il 50%.
Ma non sono tutte rose e fiori, dato che sono ancora pochi gli autori italiani che riescono a guadagnare decentemente: le graphic novel sono tante e i dividenti pochi.

Lo sviluppo delle graphic novel

Il nuovo millennio si era aperto registrando la crisi di vendite del fumetto seriale, iniziata nel decennio precedente e al contempo l’affermazione di un nuovo modo di fare fumetto: la graphic novel.
La graphic novel è stata definita in molti modi, generalmente con questo nome si intende un racconto a fumetti di una certa lunghezza slegato dalla serialità, un’opera unica tanto per intenderci, anche se esistono delle eccezioni.
W
Spesso, nella graphic novel dal personaggio fittizio classico il focus si sposta sull’autore, sulle emozioni e sulle atmosfere che egli riesce a costruire. Insomma, si tratta di una sorta di romanzo (novel in inglese) per immagini (graphic).

La nascita della graphic novel risale ad alcuni decenni. Il primo esempio in questo senso è considerato dai più il fumetto “Un contratto con Dio” di Will Eisner, del 1978.
Maus
Fino agli anni duemila il numero delle graphic novel rimane limitato, anche se alcune di esse sono delle pietre miliari come Maus di Art Spiegelman, Palestina di Joe Sacco o Ghost World di Daniel Clowes.

2000

“Persepolis” di Marjane Satrapi

La vicenda autobiografica di una ragazza nata in Iran, cresciuta in una famiglia che la educa ai valori occidentali come il femminismo finché la politica fondamentalista degli ayatollah, saliti al potere nel 1979, introduce forti restrizioni alla libertà individuale. I genitori spingono Marjane a partire per l’Europa, ma nulla sarà facile neppure nel vecchio e libero continente.
P
Il romanzo a fumetti, intenso ed emozionante, è realizzato con un segno grafico elementare ed efficace proprio per la sua immediatezza.
Sa
La Satrapi realizza un impasto lirico di vicende tragiche affrontate con lievità e umorismo, mettendoci di fronte a una serie di momenti che, uniti tra loro, permettono di cogliere il senso intero di una vita attraverso gli anni cruciali della formazione.

“Goradze area protetta” di Joe Sacco

Pubblicato anch’esso nel 2000, è considerato l’apice del lavoro di “giornalismo grafico” di Joe Sacco. Racconta il tempo trascorso dall’autore di origine maltese nella enclave musulmana di Goražde durante la guerra in Bosnia.
Sa
È un racconto che, attraverso diverse narrazioni, cerca di spiegare la complessità della guerra e della variegata struttura etnico-sociale della Bosnia, ex provincia della Iugoslavia.
Sa
Sacco guida il lettore attraverso la vita quotidiana degli abitanti, dai momenti più leggeri a quelli più impegnativi, dai dettagli politici e militari del conflitto, alle storie personali di coloro che vivono la guerra fino all’atroce abominio della pulizia etnica. Ne nasce un’opera allo stesso tempo informativa e intima.

2002

“5 è il numero perfetto” di Igort

Omaggio alla Guapparia dei “bei tempi andati”, piuttosto che precursore del romanzo “Gomorra” di Saviano come qualcuno lo ha definito, il capolavoro di Igort è un noir sui generis, impregnato di un’atmosfera languida e meditativa dove tutto trascolora.
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Un fumetto dove si spara molto, ma più per sentirsi vivi che per uccidere. Le scene d’azione, che pure ci sono, rimangono sempre in secondo piano rispetto alle sequenze introspettive, prive di parole, che costituiscono i picchi lirici del racconto.
5Racconta la storia della vendetta di un padre che vive l’omicidio del figlio come la fine di tutto quel sistema di valori nei quali è cresciuto e che fino a quel momento ha dato un senso alla sua vita.

2003

“Blankets” di Craig Thompson

Una delle storie d’amore più belle della letteratura disegnata. Descrive l’avventura sublime dell’affrontare la vita in due, uniti e rafforzati da un sentimento che tutto invade e trasforma.
B
L’autore racconta la storia del suo primo amore ai tempi delle scuole superiori con una partecipazione che non sfocia mai nella nostalgia. Il passato è passato ed è servito a costruire il presente, e il presente permette di raccontare ciò che è avvenuto con matura partecipazione, senza rimpianto.
B
Dalle pagine del romanzo prende forma anche una polemica nei confronti del fondamentalismo cristiano alla base dell’educazione dell’autore e di quella della ragazza di cui al tempo era innamorato. La religione, secondo il punto di vista di Thompson, limita la libertà di vivere le emozioni più forti, cercando di dare un ordine e una ragione a ciò che è naturalmente caotico e irrazionale.

2003

“Pyongyang” di Guy Delisle

Disegnato con tratto molto schematico, impreziosito da una colorazione in toni di grigio che rende il tutto particolarmente smorto e incolore, Pyongyang è la cronaca del viaggio realmente compiuto dall’autore in Corea del Nord per coordinare il lavoro su di una serie animata per ragazzi.
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Delisle realizza il ritratto di un Paese che sembra l’incarnazione degli incubi che George Orwell ha descritto nel romanzo “1984”, dove si descrive una società dittatoriale sotto il controllo del Grande Fratello, che non a caso il protagonista si porta in valigia.
P
Il periodo di due mesi di lavoro viene trascorso visitando i luoghi simbolo del regime, perennemente accompagnato dalle guide senza mai riuscire a entrare realmente in contatto con qualcuno. La critica politica dell’autore è totale e non salva nulla.

2004

“Appunti per una storia di guerra” di Gipi

Racconto di formazione di un gruppo di giovani allo sbaraglio in una guerra che è più dentro di loro che nell’ambiente esterno.
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Nell’età in cui stare con la compagnia può essere tutto, questa storia mescola epoche diverse accomunate dall’importanza di stare insieme a qualunque costo. Gipi racconta in modo estremamente fluido e naturale l’avvicendarsi di fatti che non costituiscono però la spina dorsale del racconto, che poggia piuttosto sull’oscillare degli stati d’animo dei ragazzi: dalla paura alla rabbia all’euforia.
G
Ne nasce un racconto moderno, provinciale e universale assieme, popolato da personaggi indimenticabili e che riesce a trasmettere emozioni intense.

2005

“Black Hole” di Charles Burns

Opera costata all’autore dieci anni di lavoro: iniziata nel 1995, vede la luce soltanto nel 2005. Ancora una storia che esplora i confini del mondo adolescenziale.
Bh
L’autore si concentra sulle trasformazioni corporee che provocano momenti di ansia e depressione negli adolescenti. Burns confeziona un’allegoria oscura che riassume in modo splendido le paure e le angosce di chi si trova ad attraversare quell’età complicata.

Nel fumetto le trasformazioni del corpo assumono connotati malsani e orrifici. Una specie di virus sembra essersi diffuso tra i giovani, che si trovano emarginati a causa delle loro trasmutazioni. Sarà la solidarietà che scaturirà dalla comune condizione di emarginazione ad aprire nuove prospettive di crescita e di sviluppo.

2008

“Il gusto del cloro” di Bastien Vives

Storia d’amore moderna dal finale dolceamaro, disegnata con un tratto sottile e una colorazione ipnotica. Rimangono impressi il verde dell’acqua e le tante pagine prive di dialogo che accompagnano le lente bracciate dei due protagonisti.
Bv
Il disegno diventa quasi surreale quando cede alle prospettive subacquee, deformate dalla visione attraverso i liquidi. Chiazze di colore vagante sembrano trascinarsi dietro le anime acerbe dei due giovani. La storia si svolge interamente in una piscina dove ogni mercoledì un ragazzo e una ragazza si incontrano.
Bv
Lui nuota perché ha bisogno di fare fisioterapia, lei perché è il suo sport preferito e per mantenersi in forma. Tra i due prende forma una strana relazione enigmatica e sfuggente, quasi liquida e inafferrabile come l’acqua della piscina.

2009

“Stitches” di David Small

La storia di una malattia, insieme fisica e mentale, che si sviluppa all’interno di una struttura familiare malata. Vi si narra della perdita della voce come tragica realtà e come metafora del non essere ascoltati.

Della inquietante e lenta crescita di una massa solida all’interno della gola di un bambino. Un bambino che finisce per fuggire dalla propria famiglia, luogo di disimpegno e disamore, sorretto solo dalla fiducia cieca nella sua arte e nel domani. Stiches è una storia disturbante, raccapricciante per certi versi.
S
Racconta la difficoltà di crescere a stretto contatto con la malattia mentale e l’anaffettività. La cosa più sorprendente è che calati in questo mondo di pazzi, man mano che la storia procede arriviamo a considerarlo normale. Qui sta la bravura dell’autore, che riesce a farci vivere le sue stesse emozioni.

2009

“Asterios polyp” di David Mazzucchelli

Dopo gli episodi, comunque non canonici, di Devil e Batman su testi di Frank Miller, Mazzucchelli si dà all’avanguardia. Per disegnare una storia dalle implicazioni filosofiche, l’autore prende in prestito il vocabolario visivo delle avanguardie artistiche di inizio novecento.
Ap
Ogni capitolo si apre con un piccolo tableau senza parole che introduce il tema e serve come aggancio per la narrazione. In un capitolo, quell’immagine introduttiva è una griglia di 16 disegni nella linea di una mela. La cosa interessante di quelle mele è che sono rese in 16 stili visivi distinti.
Ap
Il segno e il significato si rincorrono all’interno di quest’opera in sottile equilibrio. Il gioco di Mazzucchelli è palese: anche mentre sta raccontando una storia attraverso disegni funzionali alla narrazione, ogni linea tracciata porta con sé significati simbolici e spesso il valore iconico supera il significato testuale.

 

 

5 commenti

  1. noia noia noia non salvo neanche gli ultimi giorni di pompeo di pazienza, io stò con Guido Martina che diceva: per me il fumetto è solo intrattenimento e il mio lavoro è far divertire i lettori, al massimo cerco di incuriosirli parlando di storia e geografia, se volete una predica andate da un prete.

    • Prendendo spunto dal fatto che per te il fumetto è solo intrattenimento si potrebbe dire lo stesso, allora, del cinema, del teatro, della politica, delle donne, del lavoro, della letteratura… un fiume di inconsistenza in attesa dell’unico tuo vero momento… che noia.

  2. lavoro e politica intrattenimento???

  3. In realtà il graphic novel è nato molto prima di Eisner sia come locuzione sia come opera: è Richard Kyle ad usare le due parole in uno scritto degli anni sessanta e cose come, tanto per fare un esempio, le storie di Guido Buzzelli come La Rivolta dei Racchi sono graphic novels. Tante teste tante sentenze, ma io infilerei tra i gn anche cose come il Tex Revolver di Jacovitti o la Dinastia dei Miller di Bovarini ( raccolto in volume dopo il Contratto tra Dio ed Eisner, sebbene il primo episodio sia precedente).
    E’ anche vero che gn è un concetto elastico perché sono considerati parte del fenomeno anche Maus e Watchmen ed il Dark Knight di Miller che sono raccolte di episodi e non sono state pubblicate come un unicum al loro esordio nelle edicole e librerie.
    Il fenomeno delle vendite in crescita è interessante. Si tratta naturalmente di volumi costosi – io ho appena preso nice price occasione a metà prezzo il nuovo lavoro di Small e ho lasciato Sabrina di Nick Drnaso sullo scaffale, malgrado lo sconto ed il fatto che Nick da Beverly in poi sia paragonato a Ray Carver – ed io mi auguro che questi autori riescano a vendere sì tanto da abbassare il prezzo medio. Nel Crepascolaverso, si possono trovare in edicola tascabili formato Diabolik in b/n a due euro scritti e/o disegnati da Seth, Ratigher, Baronciani, Palloni, Igort , Sammy Harkham, Maramotti, Loustal, Marti etc.

  4. Per gn si intende un formato non un genere o piu generi. Indica solo un formato. Poi siccome negli usa si dice “comics” che evoca l’umorismo anche quando non trattasi di quello, si cercava di usare un termine diverso. Cioè si vergognavano di un loro termine. Ma sempre “comics” è. Che poi se fa veramente riflettere è tutto da vedere.

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