CORTO MALTESE È UN EROE DI ESTREMA DESTRA?

CORTO MALTESE È UN EROE DI ESTREMA DESTRA?

L’articolo sulle radici letterarie di estrema destra di Corto Maltese pubblicato da Giornale Pop ha provocato vivaci polemiche. L’autore dell’articolo è sicuramente di sinistra a giudicare dal suo profilo di Facebook, eppure da alcuni è stato accusato di essere “fazioso”. Lo stesso era capitato a me per un articolo sulla “fase nazista” di Hergé (vedi “Il filonazismo di Tintin”).
Questi critici pensano che, essendo un personaggio positivo, Corto Maltese debba essere automaticamente di sinistra.

Un estremista di destra immagina che le persone di sinistra siano tutte pronte a fare morire nei gulag coloro che non la pensano come loro, e se nella realtà non si comportano così è solo perché le attuali condizioni storiche glielo impediscono.
Un estremista di sinistra, invece, si rende ben conto delle mille sfumature della sua parte politica, ma della destra in blocco ha la stessa opinione negativa.
Non meraviglia, quindi, che a chi sta a sinistra in maniera radicale sembri assurdo che un personaggio positivo come Corto Maltese sia stato originato da qualche sfumatura della destra, proprio perché quelle sfumature lui non le vede.

CORTO MALTESE È UN EROE DI ESTREMA DESTRA?

Da bambino, nella casa dei miei nonni trovai un libro delle elementari dell’epoca fascista. Sfogliandolo, rimasi colpito da questo racconto che sintetizzo a memoria.
“Marco, un giovane in gamba, mentre si trova in campagna vede correre verso di lui Renato, un suo ex compagno di scuola. Sudato e tremante, Renato prega il vecchio amico di aiutarlo: alcuni squadristi lo stanno inseguendo per punirlo. Così dicendo, si nasconde dietro un cespuglio. Poco dopo arrivano i gagliardi squadristi all’inseguimento di Renato, i quali chiedono a Marco se l’abbia visto passare. Marco domanda perché lo stiano cercando. Il capo degli squadristi spiega che Renato frequenta delle brutte compagnie: insieme agli anarchici ha creato disordini in paese. Ora gli vogliono dare una lezione, più che altro per spaventarlo. A quel punto Marco indica la direzione opposta da quella dove si è nascosto Renato, depistando gli squadristi. Una volta al sicuro, Renato esce dal cespuglio ringraziando calorosamente il vecchio amico. Marco lo guarda con severità e gli dice che se non vuole avere altri guai deve mettere la testa a posto”.

Da questo racconto capii che i fascisti avevano dei valori. Un valore era l’individualismo: Marco, l’eroe della storia, va addirittura contro il Partito fascista rappresentato dagli squadristi. Soprattutto da questo racconto emerge l’importanza del senso dell’onore: non si tradisce un vecchio amico, anche se ha preso una brutta strada (un po’ il rapporto tra Corto Maltese e Rasputin, peraltro).

CORTO MALTESE È UN EROE DI ESTREMA DESTRA?

Erano molto diversi i valori sovietici sotto Stalin. Lì si chiedeva ai bambini di censurare i comportamenti “errati” dei padri: un ragazzino è stato glorificato per avere denunciato i genitori.
Una cosa del genere non è accaduta nella Germania nazista: analizzando i documenti della Gestapo non sono emersi casi simili. Evidentemente i nazisti dicevano ai bambini di rispettare i genitori, non di spiarli. Questo non significa che i nazisti fossero delle brave persone, ovviamente erano degli spietati criminali, ma come tutti gli appartenenti a un movimento politico avevano dei valori. Se il valore supremo dei comunisti sovietici era la collettività, nella quale l’individuo non conta niente anche se è tuo padre, per i nazisti, come per i fascisti, il senso dell’onore individuale era fondamentale.
Che poi questo senso dell’onore fosse solo di facciata è un’altra questione: di certo nella letteratura fascista, come abbiamo visto nel racconto per i bambini delle scuole, veniva esaltato.

Le origini ideologiche del fascismo risalgono all’epoca del pensiero vitalistico di fine ottocento e inizio novecento. Il più noto esponente di questa tendenza è il filosofo Friedrich Nietzsche, il quale, pur essendo personalmente un democratico, ha scritto dei libri che, più per la forma che per i contenuti, hanno incendiato gli animi.
Il suo “superuomo”, che in realtà andrebbe tradotto “oltreuomo”, è un individuo al di là del bene e del male, cioè non schiavo dei valori morali esistenti ma creatore di principi propri.
Nietzsche la intendeva in senso filosofico. Sua sorella, che ne ha manipolato i libri portandoli al successo, l’ha intesa in senso politico. I letterati, in senso artistico.

Questo bagaglio ideologico ha sfornato una serie di eroi romantici sicuramente destinati a finire male, fedeli alla sprezzatura degli aristocratici di un tempo. Eroi solitari del tutto indifferenti alla società in cui vivono, che essendo intrinsecamente mediocre non può essere migliorata con il loro intervento. Come per gli gnostici il mondo è solo spazzatura, mentre gli eletti sono pochi e predestinati.
Questa immagine eroica che si staglia sulla banalità del reale non era solo letteraria, perché molti politici estremisti la fecero propria, soprattutto i fascisti della prima ora.

Corto Maltese accetta la società così com’è, e se è amico dei rivoltosi lo è non della loro causa ma dei loro capi, in quanto esemplari superomistici (cioè al di sopra della mediocrità comune). In questo senso, può diventare benissimo anche amico di Stalin. Non comunista come lui, solo amico.

Vediamo alcuni dettagli significativi.
Le prostituta nelle storie di Corto Maltese sono rappresentate come raffinate professioniste.

CORTO MALTESE È UN EROE DI ESTREMA DESTRA?

La prostituta Esmeralda

 

Nei fumetti dell’eroe di sinistra Ken Parker, invece, la prostituta viene descritta come una donna dannata e priva di qualsiasi possibilità di redenzione da quando è stata violentata da piccola.
Ken Parker, pur avendo anche lui venature romantiche, è un personaggio messianico fondamentalmente catto-comunista: legge Marx agli operai per organizzare uno sciopero. Il contrario di Corto Maltese, che a un operaio è già tanto se rivolge la parola.

Quelli che vogliono “salvare” le persone

 

In ogni caso, niente nei riferimenti letterari e culturali di Corto Maltese (quindi di Hugo Pratt, che vi si identifica) rimanda a qualcosa di sinistra. Tutto rimanda, invece, alla cultura vitalistica che ha espresso il fascismo e ideologie analoghe.

Sul destino opportunamente maledetto di Corto Maltese, l’autore dice che il suo personaggio scomparirà nella Guerra civile spagnola. Immaginiamo dopo avere collaborato con i repubblicani. In Spagna tutti gli eroi romantici hanno combattuto per gli eterogenei e disorganizzati repubblicani, dato che il clerical-reazionario Franco ripugnava perfino a Hitler (e Franco non ricambierà l’aiuto al “pagano” dittatore nazista nel momento del bisogno). Un finale con Corto Maltese fucilato insieme ad alcuni anarchici e ad altri irregolari dai comunisti della Terza internazionale, sopraggiunti per impadronirsi della resistenza spagnola, sarebbe la morte sua.
Se fosse vissuto nel secolo precedente, Corto Maltese sarebbe morto tra i sudisti nella Guerra di secessione, per il semplice motivo che tutti gli eroi delle letteratura e del cinema, da Buster Keaton ai personaggi di “Nascita di una nazione” e di “Via col Vento”, hanno combattuto per i sudisti (cioè a favore del romantico mondo antindustriale e anticentralistico del Sud).
Il fatto che sia i repubblicani spagnoli sia i sudisti americani abbiano perso le loro guerre ha pure la sua importanza, per un eroe predestinato a fine tragica.
Per quanto io non riesca a figurarmi l’ormai maturo, e presumibilmente sempre più cinico, Corto Maltese con la divisa di un qualsiasi esercito. Al massimo posso pensare che l’avventuriero passasse di lì come vago simpatizzante.

Non stupisce che Hugo Pratt abbia questo tipo di cultura, dato che è quella di suo padre fascista (e massone). Lo stesso Hugo ha aderito alla Repubblica sociale, anche se nelle sue rievocazioni ha romanzato la faccenda raccontando cose incredibili come era nella sua natura di affabulatore (i suoi sostenitori le hanno prese sul serio malgrado la mancanza di prove).
La cultura letteraria di Pratt si è formata in quel clima, e non è stata mai rinnegata. Non c’è niente di “socialista” nei suoi riferimenti, e quindi in quelli dell’aristocratico Corto Maltese. A chi dice che in una vignetta Corto dà un calcio nelle palle a un fascista voglio ricordare che pure il fascistissimo Marco della storiella per le scuole elementari l’ha dato ai fascisti, sia pure metaforicamente.

Tutto ciò non toglie e non aggiunge nulla al valore artistico di Corto Maltese. Stiamo solo parlando della cultura che lo ha originato, approfondita per autori nell’articolo precedente di Silvano Zingoni.

Contatto E-mail: info@giornale.pop

26 commenti

  1. Ken Parker non è di sinistra nè di destra. Non ci sono valori di destra nè di sinistra. Non c’è differenza tra destra e sinistra. Il comunismo è la versione aggiornata e rivisitata del fascismo. I regimi comunisti hanno fatto le stesse cose di quelli fascisti. In qualunque manuale di sociologia si legge che le ideologie servono a una minoranza potente per controllare la maggioranza impotente e senza mezzi. Chi crede nelle ideologie è sciocco e illuso.

    • CORTO MALTESE COME HUGO PRATT APPARTIENE ALLA STESSA CORRENTE POLITICA DI PIERO CIAMPI, RINO GAETANO, FERDINANDO NICOLA SACCO, BARTOLOMEO VANZETTI, ECCETERA ECCETERA ECCETERA. NON C’ENTRA NULLA LA DESTRA E LA SINISTRA, CORTO MALTESE È UN ANARCHICO LIBERTARIO. HO FATTO LA TESI SU DI LUI. L’ORECCHINO D’ORO ALL’ORECCHIO SINISTRO ERA IL TRATTO DISTINTIVO DEGLI ANARCHICI. BASTA CON TUTTE STE CAVOLATE, GRAZIE

      • Mah, mi sembra che si confonda quello che ci piace con la realtà e si ignori la componente anarcoide degli avventurieri di estrema destra. Nell’articolo che ho citato sono indicati i riferimenti letterari di estrema destra di Corto Maltese (niente Bakunin e simili).

  2. Corto Maltese era probabilmente e a sua insaputa un anarchico individualista, definirlo fascista è una forzatura a cui i tempi moderni ci hanno abituato, Casa Pound annovera nella destra pure Che Guevara e in Italia (ahimè) abbiamo avuto persino i nazi maoisti….

  3. Pennacchioli ogni tanto scrive cose che non capisco.
    Ma chi se ne frega se gli eroi del fumetto sono di destra o di sinistra.
    Per me, come giustamente dice Samos, forse Corto Maltese era un anarchico individualista e Ken Parker, con la sua adesione alle lotte per i nativi e agli scioperi, certamente un socialista umanitario.
    Spesso le idee degli autori non sono nemmeno le stesse che poi inseriscono nelle storie dei loro personaggi perché, se sono bravi, scrivono naturalmente, senza pregiudizi di sorta.
    Jacovitti era di destra ? Ma, secondo me, gli piaceva soprattutto fare il bastian contrario.
    Bonelli padre era di destra ? Direi di si ma Tex oggi non è di sinistra o di destra ma un difensore della giustizia, soprattutto dalla parte dei deboli e dei pellerossa, e delle idelogie se ne infischia, non sa nemmeno cosa sono.
    Voler ridurre allo stato politichese le personalità dei fumetti è un esercizio inutile e privo di significato.
    A parte che ogni lettore legge con i suoi occhi e col suo cervello, non si facevano questi distinguo negli anni della contestazione quando tutto era politica, a cosa serve farlo adesso che la politica è un caos dove le ideologie sono tradite e confuse tra gli uni e gli altri.
    Vedi appunto Casa Pound che mette Che Guevara tra i suoi eroi senza probabilmente sapere chi sia stato veramente a livello di teoria politica.
    Ma vedi anche la capa dei neonazi tedeschi che è lesbica e vive una doppia vita e da una parte difende i diritti delle donne, anche le straniere, e dall’altra detesta l’immigrazione e vorrebbe gasarli come i suoi antenati gasano gli ebrei, i rom e gli oppositori i genere.
    In tutta questa confusione se c’è una certezza sono l’amore per la giustizia di Corto Maltese, di Tex, di Gordon e di Cocco Bill, Lucky Luke e Blueberry.
    Non chiedamo la tessera o l’appartenza di area anche a loro per favore.

    • Ho solo parlato delle origini culturali di Corto Maltese.

      • Propaganda rossobruna, facile da decostruire

        • Cosa vuol dire questa frase?

          • E’ una provocazione per argomentare. Se ci dedico tempo la pubblichi? (senza offendere nessuno ovviamente, altrimenti e’ giusto non pubblicare)

          • Ok, scrivi pure.

  4. Vorrei aggiungere che Corto Maltese, se proprio vogliamo dare un giudizio serio sull’opera di Pratt, da personaggio avventuroso dichiaratamente ispirato ai classici marinareschi (libri, film ecc), negli anni Ottanta, durante il periodo in cui tutto ritorna al privato, diventa un eroe molto crepuscolare, romantico, lontano dal tipo di storie che lo hanno lanciato e per questo anche più noioso.
    Dalla mia conoscenza personale di Pratt io so che si era montato la testa e credeva di essere diventato una specie di Dalai Lama del fumetto mentre per me come persona era molto inferiore ai suoi personaggi e alle sue storie.
    E’ successo con tanti poteva succedere anche a lui. Basta pensare a Italo Svevo o a Salgari che in casa erano dei mariti succubi delle mogli e dell’ascesa sociale della famiglia e tutta la fantasia la mettevano nello scrivere dal mattino alla sera.
    Così ha iniziato a trasformare Corto Maltese in un eroe con interessi particolari che erano molto lontani dalle idee semplici ma chiare della sua prima ispirazione.
    Ma chi se ne frega.
    Per me Corto resta quello della Ballata del mare salato e del racconto seguente e Pratt quello del sergente Kirk, dell’avventura pura che faceva quando lavorava in Argentina per un pugno di pesos.
    L’intellettualismo e l’ideologia degli anni 80 hanno rovinato Pratt e anche Corto Maltese che nelle sue ultime vicende mi annoiosa moltissimo.
    Inoltre con le donne era diventato ambiguo, represso come se il peso del suo successo (che poi tranne all’inizio non è mai stato sto grande successo popolare ma di nicchia direi) gli impedisse di trombarsi quelle che le piacevano senza ricamarci sopra mille storie intellettualoidi e oniriche che anche nei fumetti rompono le palle al lettore e basta.

  5. Mah, che dire dei personaggi di carta che in tasca avrebbero la tessera di membri di questo o quel movimento politico?
    Hugo Pratt è vissuto in un periodo nel quale i ragazzini diventavano balilla, in “opposizione” esistevano i boy scouts di matrice cattolica, movimento giovanile che invano il partito e lo stato fascista cercarono di eliminare; ma questo di fatto creò uno scontro Azione Cattolica _Fascismo e alla fine il Duce dovette accettare di non essere il solo a poter manipolare lagioventù!
    Quindi in questo quadro da me proposto in sintesi, poteva un ragazzino degli anni trenta proporsi pubblicamente come comunista, socialista o democratico in genere??

  6. Giorgietto, io non ho mai conosciuto Hugo Pratt, quindi su di lui che posso pensare? Del suo personaggio Corto Maltese invece è possibile fare un pensierino sulla metamorfosi del disegno e del senso delle sue ultime storie: piace, non piace?? Ognuno ha il suo set mentale riguardo il senso e il valore delle pagine disegnate o dipinte.”La Ballata del mare salato” ha avuto origini chiare, dovute principalmente al fatto che Ivaldi aveva dato carta bianca a Pratt, che in tale maniera ha disegnato e scritto una storia liberamente.Almeno, da tutto quello che ho letto pare sia andata , la faccenda, in tale maniera.Successivamente , dal 1970 in poi, gli editori che pubblicarono il seguito delle avventure di Corto Maltese, avevano le loro idee e le loro necessità e questo inevitabilmente creò qulache condizionamento al nostro autore. Basti pensare a tutta l’ingarbugliata faccenda che sta alla base della”Giovinezza di Corto”, storia che oltre alle strisce doveva avere un paginone a colori su un noto quotidiano, fatto mai avvenuto e che portò Pratt a far sì che nella giovinezza di Corto è Rasputin che ruba la scena a tutti.
    Insomma, anche su “Linus” qualche contrattempo accadde.Sul mensile omonimo, “Corto Maltese” Hugo Pratt non era più tanto giovane e pimpante, quindi anche questo ebbe peso sul disegno e sui contenuti narrativi: i disegnatori son pur esseri umani, con alti e bassi , problemi di salute e di famiglia ( Si guardi Jacovitti a partire dai primi anni ottanta), a volte economici…

  7. Tutto è politica perchè la politica è il tentativo di risolvere problemi che il vivere insieme porta seco. Rubo un motto a Daniele Luttazzi per ricordare che i problemi possono non essere di destra o sinistra ( penso , per esempio, alle catastrofi naturali imprevedebili e non dovute all’uomo ), ma lo sono le soluzioni. I lettori di comics – e non solo di comics – hanno spesso un moto di fastidio quando si attribuisce a questo o a quel personaggio un orientamento politico perchè probabilment nauseati da chi nella Realtà Prima ha indossato una gabbana per poi voltarla o a comunque agito in contraddizione colle idee di cui si professava servitore per interesse personale o opportunismo. CM non è stato pensato e scodellato in questi gg post -idelologici. Oggi sarebbe diverso. O non sarebbe forse.

  8. Capisco il commento di Crepascolo. Anche i fumetti andrebbero giudicati politicamente benché viviamo in un’epoca in cui la politica ci fa particolarmente schifo, le ideologie persistono solo nelle persone migliori mentre negli interstizi più oscuri ma più diffusi ormai c’è il razzismo e il senso di rabbia e odio verso la democrazia.
    Ma proprio perché viviamo in un momento come questo è naturale che il comune lettore, a qualsiasi idea pensi di appartanere o da qualsiasi ideale pensi di essere stato tradito, cerchi non nel fumetto ma nei personaggi del fumetto avventuroso un poco di luce e di chiarezza, di giustizia e di sincera libertà.
    Poi c’è un fumetto politico come quello che pubblica Alias del Manifesto che non so quanto interessi il grosso pubblico, poco o niente. Poi c’è un fumetto asettico, quasi tutto di origine straniera, che anche lui avrà successo nel suo paese ma in Italia tira poco.
    Ma perchè un paese in declino morale come l’Italia dovrebbe avere un fumetto superiore alla società che lo produce ?
    E’ così per il cinema, che fa pena, e per il teatro, che è in metastesi, e per la televisione che è un bidone della spazzatura, perchè il fumetto no ?
    Il fumetto, pur essendo in crisi di vendite perchè le giovani generazioni sono state educate a farne a meno, no. Il fumetto, almeno quello avventuroso, pur con tutte le sue pecche editoriali e i cambiamenti stupidi (penso a Zagor trasformato da eroe particolare ma raccontato realisticamente a supereroe in un mondo senza tempo le cui regole sono dettate da un curatore di scarsa intelligenza creativa) resiste perché ci fa ricordare che anche noi abbiamo vissuto un tempo in cui le parole giustizia, tolleranza, uguaglianza non erano solo parole ma realtà.
    Gli eroi del fumetto italiano sono tornati ad avere la funzione liberatoria che avevano nel dopoguerra quando ci trasportavano fuori dalle angosce di un paese distrutto da tutti o quasi i punti di vista.
    Anche adesso sono lo specchio, per quanto limitato me ne rendo conto, dell’Italia migliore.
    E, in questo senso, devo riconsiderare quello che ho scritto prima di Pennacchioli che parlandoci delle origini di Corto Maltese ci ha permesso di scoprire questo.
    Per me il primo Corto Maltese è, ancora oggi, un eroe liberatorio come Tex, Zagor, Diabolik (che è un giustiziere alla rovescia, uno specchio rovesciato ma sostanzialmente è un eroe) Mister No, Ken Parker ecc
    Non possiamo però pretendere che stia bene anche come vendite (in calo) e come idee editoriali (quasi tutte storte) perché il mondo dell’editoria del fumetto è nel mondo della crisi peggiore che affronta l’Italia da quando è una repubblica.
    Ma possiamo, almeno noi che continuamo a comprarli e a leggerli questi fumetti, rispecchiarci ancora i nostri migliori ricordi e le nostre migliori speranze.

  9. Volevo solo dire riguardo a Pratt che ciascuno da un giudizio sul personaggio che ha conosciuto o su cui si è documentato. Per come l’ho conosciuto io non erano i problemi che sono stati giustamente ricordati da Turchi a farmelo diventare antipatico alla fine anche come autore per quanto non sono mai riuscito a avere simpatia per l’uomo che ho frequentato per lavoro e per amicizie comuni. Pratt era un insicuro come tutti quelli che si credono arrivati sulla cima e allora si accorgono che hanno paura di cadere e sfogava sugli altri questa sua paura e insicurezza e pur non essendo lui un romantico ha fatto diventare romantico Corto Maltese perché in quel modo si sentiva più in sintonia con i tempi. Corto Maltese nasce come personaggio realistico. Basta leggere i personaggi inventati prima, l’idea che aveva prima Pratt dell’avventura. Anna della Giungla era un personaggio realistico in un’africa realistica ed era anche uno dei pochi racconti a fumetti ambientati in africa dove non c’era la minima traccia di superiorità verso gli indigeni. Tra Anna della Giungla e la giovinezza di Corto c’è un abisso in cui Pratt è precepitato e era ancora dentro quando è morto.
    E’ la mia opinione. Posso sbagliare.

  10. Anche Pratt era massone. Massone praticante.
    Non sono informato su suo padre se non dall’articolo di oggi ma so che allora il fascismo era contro la massoneria come istituzione.
    Erano massoni tutti i più grandi antifascisti laici a cominciare da Matteotti, Rosselli, Amendola ecc.
    Diciamo che, fino a che c’è stato il fascismo, la massoneria era ancora una cosa pulita e si è cominciata a sporcare quando c’è stata la democrazia. Ma non tutti i massoni erano sporchi. Pratt apparteneva alla massoneria tradizionale che aveva come simbolo Garibaldi, Mazzini e anche Allende. Questo è un torto che non mi sento di farlo. Se suo padre teneva il piede in due scarpe lui, da questo punto di vista, direi di no.

  11. A proposito di destra e sinistra, che fine ha fatto Valentina di Crepax?
    E’ morta di AIDS?

  12. Mah, che pensare?? mi riferisco all’opinione di Giorgetto che ama evidentemente molto “La ballata del mare salato” ma evidentemente molto meno il seguito delle avventure di Corto iniziato nel 1970 su “Pif”, storie poi pubblicate in tre albi formato all’italiana l ‘anno dopo, il 1971 quindi, da Joel Laroche ( che io ho avuto come partner immaginario in parecchi episodi romanzati della mia esistenza di viaggiatore non sedentario), avvenimento che colpì molto gli appassionati di fumetti francesi: tanto che l’editore Casterman nel 1973 pubblica le avventure de “Gli scorpioni del deserto” in una serie di albi e “France Soir” presenta , inedito in Francia, “La ballata del mare salato”.
    Nel 1974 anche “Linus” si lancia e inizia a pubblicare ” Corte Sconta detta Arcana”, storia che al sottoscritto piace molto.
    Pratt , come tutti, non faceva quello che voleva e basta, faceva quello che gli era permesso fare, una dimostrazione ne è la storia della “Giovinezza di Corto”, che al sottoscritto non appare un evento catastrofico, ma dovuta ad un insieme di circostanze incontrollabili.
    Però, se a qualcuno piace pensare che Hugo Pratt sia stato causa ed effetto di tutto quanto concerne la qualità delle storie di Corto Maltese, eh, lasciamoglielo pensare!!
    Comunque fra il 1971 e il ’74 si innesca il meccanismo che farà diventare famoso Hugo Pratt!!

  13. In realtà la prima accusa di fascismo a Pratt gli arrivo dall’editore del Pif Gadget già negli anni ’70, insieme a quella di essere infantile, solo perché preferiva a letture impegnate i romanzi di avventura.
    A fine anni ’70 abbiamo invece Pratt in uno strano ruolo quello Rossetti nell’atipico “quando c’era lui… caro lei”, un film con Villaggio, Carotenuto e Cavina dove interpreta uno sfortunato rivoluzionario, che in chiave quasi slapstick darà filo da torcere (poco) al regime e al duce.
    (Salvo poi in vecchiaia essere senatore di una nuova republica, una senza più valori nemmeno quelli errati e ormai rimpianti dei fascisti, una dove contano solo i privilegi personali.)
    Mi sono chiesto sempre perché a carriera avviata e senza problemi economi, sia apparso in un film del genere forse proprio per volerci dire: non sono fascista ma ne condivido alcuni ideali romantici.
    Tornando invece a Colto Maltese non credo sia ne di destra ne di sinistra, ma solo uno disposto a combattere dalla parte dei perdenti (pur spesso ammirando i rivali) perché a stare dalla parte del regime sono buoni tutti.

  14. Sul disastroso film di Giancarlo Santi e Pratt potrebbe dirci qualcosa uno che scrive abitualmente qui (quello che ha recensito la storia di Lupe con Tex) ed ne ha parlato non ricordo in quale sito ma ha raccontato tante cose interessanti che mi sono letto con gusto.
    Io non credo fosse fascista e non credo nemmeno quel film avesse il significato che gli da Giacomelli.
    Non essere rivoluzionari o di sinistra non significava essere fascisti nemmeno nel ’77 quando credo sia stato fatto il film tra mille problemi tra regista e Pratt che forse hanno un video su You Tube.
    Mio padre era massone, non si dovrebbe dire ma ormai è morto da decenni e fa lo stesso, ed era antifascista, socialista e stava con le brigate partigiane dove combattè anche Beppe Fenoglio e chi ha letto i libri di questo grande scrittore sa che non erano comuniste per niente.
    Mi diceva sempre che Mussolini odiava i massoni. E Pratt non avrebbe invece amato la parte massona del padre più che quella che stranamente era succube al regime ?
    Alla fin fine le mie sono idee un pò stanche come me che ho troppi anni sul groppone per capire come mai Hugo è diventato bravo dopo essersi creduto un genio che secondo me gli ha fatto male alla salute e alla penna.
    Con rispetto per tutti

    Ho l’impressione che su questa faccenda invece di fare chiarezza a forza di discuterne stiamo allontandoci da quello che voleva semplicemente dire l’estensore dell’articolo.

  15. L’aericolo e ben impostato ho letto Il desidwrio di essere inutile di Hugo Pratt e della sua giovanile eaperienza in africa con il padre be quello che piu si avvince nei suoi scritti sono l assurdita ideologica della guerra in ogni sua forma e ricorda che molti veneti aiutarono gli ebrei a nascondersi e quando arrivarono gli alleati(non necessariamente di sinistra presumo)molti cambiarono uniforme io francamente non trovo in pratt nessuna ideologia ne fascista ne xomunista penso non lo interessassero molto quello di cui era interessato erano invece le ragioni di interesse economico che facevano muovere la Storia come i suoi libri stanno a testimoniare e soprattutto gli interessi o le motivazioni dei singoli individui che non centra niente con l individualisno fascista

  16. […] il primo Tex è un prodotto dell’irrazionalismo vitalista. Il vitalismo era una corrente di pensiero d’inizio novecento, secondo cui la realtà è tragica e non perfettibile, l’unica cosa che si può fare, seguendo l’istinto, è affermarsi individualmente. È la logica del superuomo di Friedrich Nietzsche, più o meno frainteso. Ed è la logica di movimenti irrazionalisti come il fascismo e il nazismo. Gian Luigi Bonelli certo non leggeva opere filosofiche, ma non ne poteva non avvertire il potente influsso nell’atmosfera dei suoi tempi: in Tex vediamo semplicemente la riproposizione dell’eroe tipico di questa cultura vitalista, che ha un evidente precedente in Dick Fulmine, l’eroe dei fumetti degli anni trenta ispirato a Dick Tracy (come dico in Ecco perché Tex deriva da Dick Tracy). Dato che Gian Luigi Bonelli aveva clonato Dick Fulmine creando il personaggio di Furio Almirante, la somiglianza caratteriale del notissimo eroe degli anni trenta con Tex non è affatto casuale. Molti sottolineano l’irrazionalità di Tex, che picchiava tutti arrivando infallibilmente a scovare il capo dei cattivi. In effetti, Tex era irrazionale in quanto vitalista: credeva solo nell’istinto personale. (La stessa temperie culturale d’inizio novecento ha influito sulla creazione di un personaggio che, dal punto di vista formale, ne rappresenta l’antitesi: Corto Maltese). […]

  17. Secondo me non è un caso se in “Quando c’era LUI caro lei” Pratt ha la parte di Rossetti con un passato da anarchico. Credo che anche Corto di base sia partito anarchico ma magari col tempo ha rivisto qualcuna delle sue posizioni. Come hanno già scritto c’è una differenza enorme tra il Corto (e il Rasputin) di Una ballata del mare salato e quelli di Mū – la città perduta. Quasi persone diverse.

  18. Tutto conferma che non bisognerebbe mai conoscere l’artista che ami. Chi crea non è mai come le sue opere, ma è nelle sue opere. Il fatto di essere delusi dalla persona nulla toglie alla grandezza della sua creazione. Più amiamo un opera è più siamo portati a idealizzare l’artista, che invece è fatto di carne e sangue come noi e quindi semplicemente e apparentemente dozzinale. Ma la creazione non è carne e sangue. La creazione è anima, concentrato ed essenza. Questo può riferirsi a tutti gli artisti e a tutte le forme d’arte, dalla scrittura alla musica, alla pittura e ai nostri cari e amati fumetti. Pratt a mio avviso è stato un vero artista e sono contento di non averlo mai conosciuto, perché ho amato e amo il suo marinaio. Corto parla più con i silenzi che con le parole, e i suoi discorsi sono spesso complessi e non sempre intellegibili. Perché Corto è come uno specchio, che riflette quello che è in noi, e in questo sta la sua grandezza. Se sei di destra e lo ami lo vedi a destra, se sei di sinistra e lo ami lo vedi a sinistra, se sei di destra e lo disprezzi lo vedi a sinistra e se sei di sinistra e lo disprezzi lo vedi a destra, in un complicato gioco di specchi che riflette ciò che tu sei, a volte rimandandoti un’immagine distorta del tuo stesso io. Il tutto grazie anche ai meravigliosi comprimari delle sue incredibili storie, gente comune o grandi eroi, indescrivibili cialtroni o intellettuali che hanno fatto la storia. In questo consiste la grandezza di Pratt. E per questo Corto Maltese non sta ne a destra, ne a sinistra, ma è dove lo mettiamo noi.

  19. Confermo. Richard Wagner era un genio ma umanamente pare fosse un verme. Ma adoro lo stesso certi suoi brani musicali. Sean Connery era un antipatico e pare che trattasse male chiunque volesse intervistarlo e i suoi fans. Ma non è che per questo mi piaccia di meno come 007 o anche in altri film. Pare che Bonvi non fosse proprio facile come carattere. Ricordo ancora che all’epoca lavoravo saltuariamente per la Bonelli e telefonando per lavoro a una certa persona in redazione (non ne faccio il nome perché magari a lui non farebbe piacere) ed era appena morto Bonvi, ebbene lui commento’ “Ha incontrato la sua nemesi… era sempre ubriaco ed è stato investito da un ubriaco”.

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