NEMBO KID ERA IL NOME DI CAPITAN MARVEL?

NEMBO KID ERA IL NOME DI CAPITAN MARVEL?

L’illustrazione di Capitan Marvel qui sotto realizzata da Alex Toth sembra pensata apposta per questo articolo, dato che svela la vera identità di Nembo Kid grazie alla presenza della nube (=nembo).

NEMBO KID ERA IL NOME DI CAPITAN MARVEL?Superman viene pubblicato per la prima volta in Italia un anno dopo l’esordio del suo comic book in America, nel 1939 (quindi in epoca fascista), con il nome di Ciclone.
Dopo qualche timido tentativo alla fine della guerra, i supereroi americani vengono definitivamente introdotti solo nel 1954 dalla Mondadori, attraverso il settimanale Albi del Falco / Nembo Kid (alias Superman senza la “esse” sul petto).

Secondo i ricordi dei redattori della Dc Comics, la Mondadori temeva che il nome Superman potesse essere collegato all’Übermensch del filosofo Friedrich Nietzsche, tradotto a quei tempi in “superuomo” (mentre oggi si preferisce “oltreuomo”).
Anche se Adolf Hitler non aveva una particolare venerazione per Nietzsche, altri dirigenti nazisti lo consideravano un precursore e per questo usarono la definizione di superuomo per indicare l’ideale “ariano”.

NEMBO KID ERA IL NOME DI CAPITAN MARVEL?
Lo sceneggiatore Jerry Siegel e il disegnatore Joe Shuster, creatori di Superman, erano ebrei: perché avevano scelto proprio quel nome per il loro personaggio proprio negli anni trenta, quando Hitler era al potere con i suoi “superuomini”?
Probabilmente non ci avevano neppure pensato quando avevano rubato il soprannome di Doc Savage, il più importante eroe delle pulp (riviste di narrativa popolare) in voga in quegli anni.
Superman ha copiato tanti di quegli elementi a Doc Savage, come la “fortezza della solitudine” nell’Artide, che sarà il caso di parlarne un giorno a parte.

NEMBO KID ERA IL NOME DI CAPITAN MARVEL?
Rimane il fatto che il nome Nembo Kid non c’entra niente con Superman. Tutti noi, una volta nella vita, abbiamo fatto questa ovvia constatazione. Perché “nembo”, cioè nuvola? Perché “kid”, cioè ragazzino? Superman è un uomo maturo (man non kid) ben poco interessato al vapore acqueo.

Cerchiamo allora di entrare nella mente dei dirigenti della Mondadori dell’epoca che, dopo Topolino, volevano proporre i fumetti di un altro famoso personaggio americano. La scelta doveva sicuramente cadere sul fumetto più venduto in America. Superman?… no, Capitan Marvel!

Superman era nato nel 1938 e aveva portato al successo gli appena nati comic book (albi a fumetti), grazie alle decine di imitazioni che seguirono. Anche Capitan Marvel, uscito nel 1940, era nell’intenzione dell’editore una semplice imitazione di Superman. Lo sceneggiatore Bill Parker e il disegnatore C.C. Beck, però, ne fecero un personaggio del tutto originale.

Uno dei punti di forza di Capitan Marvel è il fatto di essere, nella sua identità segreta… un bambino. Il piccolo Billy Batson, gridando la parola magica “Shazam!”, si trasforma in un adulto muscoloso e superpotente.
Molti giovani lettori ne furono impressionati e iniziarono a seguire le sue avventure, forse più topolinesche che supereroiche. Tra di loro c’era la futura leggenda del rock Elvis Presley, che a Capitan Marvel è finito pure per somigliare, ciuffo compreso.

Capitan Marvel vendeva così bene che uscirono diverse serie di albi con le sue avventure, la principale divenne persino quattordicinale: fatto unico nel mercato dei comic book, i quali avevano e hanno tutti periodicità mensile (o bimestrale).

A un certo punto la Dc Comics, casa editrice di Superman, denunciò per plagio la Fawcett, editrice di Capitan Marvel, e la causa andò avanti per anni.

NEMBO KID ERA IL NOME DI CAPITAN MARVEL?

Per la Mondadori era quindi ovvio puntare su Capitan Marvel, il personaggio a fumetti più venduto d’America. Il nome Capitan Marvel non suona bene in italiano, anche perché da noi la parola “capitano” viene intesa quasi unicamente come grado militare: non ha le sfumature più generiche ancora presenti nell’inglese (però anche nella nostra lingua il leader di una squadra di calcio viene chiamato capitano).

La scelta di chiamarlo Nembo Kid appare scontata: la nuvoletta (il “nembo”) è ricorrente negli albi di Capitan Marvelm perché da essa scaturisce il fulmine che trasforma il bambino in supereroe. Così come “kid”, cioè bambino, è il giovanissimo Billy.

NEMBO KID ERA IL NOME DI CAPITAN MARVEL?
Agli inizi degli anni cinquanta i fumetti americani erano un po’ in crisi, in particolare quelli con i supereroi avevano chiuso quasi tutti.
Facciamo un po’ di storia.

I primi comic book degli anni trenta avevano 64 pagine e costavano 10 centesimi. Nella seconda metà degli anni quaranta, per mantenere il prezzo psicologico di 10 centesimi, gli albi scesero a 48 pagine a causa dell’inflazione. All’inizio degli anni cinquanta, sempre per venderli a 10 centesimi, le pagine si ridussero a 32.
Gli episodi di Capitan Marvel, già brevi nelle loro 12 pagine iniziali, vennero accorciati a 8 per poter presentare sempre molto storie in ogni albo.

Avendo io sceneggiato diversi episodi dei Masters of the Universe di 8 pagine mi rendo conto che in uno spazio così esiguo è quasi impossibile realizzare un fumetto avventuroso. Si può benissimo fare un fumetto comico anche con meno pagine, ma uno avventuroso mica tanto. L’avventura ha bisogno di tempi più lunghi (si vedano i fumetti della Bonelli). Così Capitan Marvel, Batman e tutti gli altri eroi avventurosi ridotti a 8 pagine declinarono vistosamente.

Si affermò, invece, il genere delle storie brevi autoconclusive con il colpo di scena finale, come quelle della Ec Comics, e le storie avventurose lunghe una ventina di pagine, come quelle dei paperi di Carl Barks.
A questo punto, con le vendite in discesa, la casa editrice Fawcett decise di chiudere Capitan Marvel anche perché l’ultima sentenza era stata a favore della Dc: non valeva la pena trascinare ancora la causa nei tribunali.

Gli albi di Capitan Marvek cessano le pubblicazioni nel 1953. In Inghilterra, dove aveva molto successo, lo sostituirono con un clone locale, Marvelman (diventato Miracleman quando recentemente l’hanno reimportato in America). La Mondadori, per potere uscire l’anno successivo con un supereroe, dovette quindi orientarsi su Superman, dandogli il nome pensato in origine per Capitan Marvel.

Senza saperlo, la Mondandori pubblicò comunque una sorta di Capitan Marvel, perché lo sceneggiatore principale di questo personaggio, Otto Binder, ne portò la verve fantastica negli albi di Superman. Il serioso eroe della Dc Comics, in breve, fu circondato da una Supergirl, dalla kriptonite rossa e oro, e da tante altre allegre trovate alla Capitan Marvel.
L’operazione editoriale in Italia fu un successo: sfogliando i certificati diffusionali dell’epoca, ho visto che il settimanale di Nembo Kid vendeva più di 100mila copie.

Per verificare l’ipotesi di Capitan Marvel-Nembo Kid-Superman avevo chiesto alla Mondadori di poter dare un’occhiata alla corrispondenza estera della casa editrice dei primi anni cinquanta, ma manco mi hanno risposto.
Quelle vecchie carte probabilmente non si trovano più alla Mondadori: saranno conservate in qualche centro culturale, sempre che non siano andate disperse in un trasloco.

 

Era il nome di Capitan Marvel?… forse no!

L’amico Roberto Giovanni, dopo aver letto questo articolo, ha espresso la propria opinione.
“L’episodio del primo numero degli Albi del Falco è ntitolato “La meteora di fuoco”, mentre quello originale della versione americana (su Action Comics n. 158) è “The kid from Krypton”: “Il ragazzino di Krypton”, ovvero lo stesso Superman arrivato bambino sul nostro pianeta. E nell’ultima pagina dello stesso episodio Superman lancia un ultimo pezzo di meteora nello spazio, oltre una grande nuvola che fa da sfondo. Secondo me hanno preso da lì il nome di Nembo Kid”.

Potrebbe anche essere.

 

 

Contatto E-mail: info@giornale.pop

12 commenti

  1. Riguardo alle carte della Mondadori, temo che l’articolo su Guido Martina pubblicato questo 4 maggio sul blog “Cartoonist Globale” di Luca Boschi risponda alla domanda.

    • Lo sapevo, ma magari qualcosa si è salvato.

      • Noto che come sempre gli analfabeti funzionali si sprecano. Blissimo articolo comunque, è peccato che la storia non sia andata diversamente. Certo la Mondadori poteva acquistare solo i diritti delle storie pubblicate, e produrne di sue, magari con questo introito extra la Fawcett avrebbe resistito, invece di essere poi fagocitata dalla DC.

  2. Complimenti per l’articolo.

  3. da piccolo leggevo Nembo KID e se non sbaglio si nascondeva come giornalista sotto il nome di Clark Kent, nei film attuali Superman si nasconde anche lui sotto il nome di Clark Kent giornalista, mi sapete dire dov’è la differenza?.

  4. E oltretutto i suoi amici e collaboratori erano lì stessi

  5. Articolo sbagliatissimo. Basta leggere gli albi del falco. Nembo Kid era Superman, le storie erano le stesse, a volte censurate.
    Il giornalista o chi ha scritto questo articolo è un vero incompetente.

    • Se leggessi bene capiresti che il tuo commento non ha senso di esistere. L’autore dell’articolo spiega come il nome Nembo Kid fosse originariamente da attribuire a Capitan Marvel (l’attuale Shazam!, quello del film con Zachary Levi) ma che, avendo la testata chiuso nei primi anni 50, Mondadori dovette virare su Superman, riciclando il nome già pensato. Probabilmente per evitare collegamenti al superuomo di Nietzsche.

  6. Antonio e Michele Gandolfi: basterebbe leggere l’articolo per capire, invece di fare la figura del kid

  7. Da che anno in Italia Superman si chiama Superman?

    • Sul quotidiano Il Giorno, che pubblicava le sue strisce, credo già dalla fine degli anni cinquanta. Negli albi a fumetti della Mondadori dalla metà degli anni sessanta (fu una cosa graduale).

  8. Tanti discorsi inutili. Io da ragazzino leggevo Nembo kid, poi diventato Superman. Punto. Il resto sono cazzate giornalistiche.

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