Ecco come varia la grafica di “copertina” con il numero 45 del 25 aprile 1935.
Pey, che Luca Boschi identifica in Zenobio Baggioli, si ispira forse alla visualizzazione delle metafore di Attilio Mussino (Bilbolbul) per questa simpatica tavola sportiva, stavolta dedicata al ciclismo.
Del resto, la primavera del 1935 è stagione del Giro d’Italia, allora più popolare di oggi.
Benché il calcio abbia più spesso l’onore dell’apertura.
Più convincente è Carlo Cossio in Arlecchino nella Luna, commistione favolistico-sportiva che è forse la prima continuity italiana di Vecchi. La prima puntata è incentrata sul grande calciatore Giuseppe Meazza.
Una canzonetta di allora diceva:
La donzelletta vien dalla campagna
Leggendo la Gazzetta dello sport
E come ogni ragazza lei va pazza per Meazza
Che fa reti a ritmo di fox trot…
Gli altri campioni sono il pugile Primo Carnera, orgoglio del regime. Su Cine Comico appaiono anche Tazio Nuvolari, Achille Varzi e altri assi del volante.
Solo una volta, Milt Gross ha l’onore della prima e dell’ultima pagina, mentre Braccio di Ferro mai.
Non riesco a trovare, per quante ricerche abbia fatto nei miei scaffali, dove è stato pubblicato un articolo di Alfredo Castelli che parlava di una striscia di Carnera disegnata da… Carnera! Che sia quella del numero che segue? Non mi pare che sia attribuibile a Cossio.
Con il n. 53 del 20 giugno 1935, tornano, in prima pagina, le serie inglesi, e ciò benché Boob MacNutt sia sempre in forza a Cine Comico. Perché questa scelta autolesionista? Mistero.
Solo alla fine, quando gli scoraggianti dati di vendita non lasciano scampo, si decide di utilizzare Bob come attrazione principale. Non Popeye, e questo è davvero imperdonabile. Il marinaio di Segar, anzi, appare a singhiozzo e dopo il n. 64, inspiegabilmente, scompare. Lo ritroveremo nel 1938 su Jumbo, prima che tutti i fumetti Kfs della Saev passino in blocco a Mondadori, che li pubblicherà su Paperino e su Topolino.
Con il n. 63, Cine Comico viene ridimensionato, sia nel formato (dimezzato) che nei contenuti. Rimane, fino al n. 84, Boob Mac Nutt; appare anche qualcosa di nuovo, come Laura, topper di Felix The Cat di Pat Sullivan (Otto Messmer), e ancora Billo Billo di Goldberg.
Per le restanti uscite, va sempre peggio, fino a cose veramente tristi, quasi imbarazzanti.
Comunque la mia collezione di Bombolo – Cine Comico corre ininterrotta fino al n. 62; dei fascicoli successivi, in piccolo formato, ho solo una manciata di numeri, compreso il solo “guscio” dell’ultimo, il 102.
La storia finisce qui, con questo malinconico trafiletto:
Considerazioni finali
La collezione di Bombolo – Cine Comico è di straordinaria rarità. D’altronde non è neanche di gran valore collezionistico, visto il mercato di “nicchia nella nicchia” di queste testate. Però è certamente, quanto meno per quanto riguarda Cine Comico, di enorme interesse storico e artistico. Un indice sicuro al 100% è ancora impossibile, perché anche mettendo insieme le fumettoteche di ben tre collezionisti, non si ottiene una collezione veramente completa.
(Potete leggere QUI gli articoli di Giornale POP dedicati ai fumetti pubblicati in Italia negli anni trenta e quaranta).
No, quella pagina di Carnera non è la striscia di cui parla Castelli su Carnera disegnata da Carnera per l’agenzia King Features (scusate la confusione).
Ecco qui una delle strisce che sarebbero state disegnate da Primo Carnera (stile totalmente diverso):
https://www.comicartfans.com/gallerypiece.asp?piece=1447103
La disegnava veramente il pugile?
Boh!?
Così veniva spacciata, ma non si è mai accertato.
Tutte le poche strisce che ho visto io sono incredibilmente opera di un disegnatore esperto (falsamente primitivo), ma, per quanto possa dubitare, la firma somiglia davvero molto a quella autografa del campione vista su altre sue carte.
Be’, la firma doveva essere per forza la sua (imitata o vera), dato che sicuramente era conosciuta attraverso gli autografi ai fan.