LA NUOVA BARBIE CURVY DELLA MATTEL
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La donna più bella del mondo? Una bambola prodotta dalla Mattel che nel 2019 compie 60 anni. Misure perfette, corpo da urlo, occhi da fata, il suo nome è Barbie.
Icona glamour femminile e punto di riferimento transgenerazionale per milioni di bambine, senza trascurare i maschietti che una sbirciatina sotto i vestiti la danno sempre volentieri, è un modello di donna tanto irraggiungibile quanto agognato.
Barbie stregò persino l’algido Andy Wahrol, alfiere della pop art, che le fece un ritratto commissionatogli dalla Mattel nel 1986. Il viso, restituito con un tratto grafico veloce, riprendeva i tratti di Barbie Peaches’n Cream (in Italia conosciuta come Barbie Fior di Pesco), una serie particolarmente fortunata prodotta nel 1984.
Ha rappresentato un cambiamento epocale nel settore dei giochi per l’infanzia: il passaggio definitivo dalla bambola-bambina alla bambola-adulta. La sua età è indefinita: alcune caratteristiche farebbero pensare a una adolescente, altre decisamente a una adulta. Le sue misure sono innaturali, si ispirano a un modello di fantasia che non trova alcun riscontro nella realtà.
Portandola alle dimensioni di una donna in carne e ossa, solo la grandezza della circonferenza della testa è simile (circa 55 cm), e un po’ si avvicinano le misure del busto (89 cm). Invece collo, braccia e gambe tradiscono proporzioni impossibili fino al girovita di una donna reale, che doppia quello della Barbie (80 cm contro 40 cm). Risultato? Se Barbie esistesse davvero avrebbe più di un problema anatomico. Il collo lungo e sottile le impedirebbe persino di alzare la testa. Un girovita più esiguo della circonferenza del cranio non lascerebbe lo spazio necessario a organi come il fegato e l’intestino. I polsi sottili le impedirebbero di sollevare qualsiasi peso. E gambe lunghe il 50% in più delle braccia (di solito la differenza è del 20%) le darebbero non pochi problemi di deambulazione ed equilibrio.
I cinquanta negli Stati Uniti sono stati gli anni in cui una società opulenta ha scoperto l’esercito degli adolescenti del baby boom come potenziali consumatori. Barbie è la creazione di Jack Ryan, un ingegnere con la passione per le feste, le prostitute e la cocaina. L’ha modellata su una bambola tedesca chiamata Lilli che trovava molto sexy e provocante, “simile a una prostituta” disse una volta.
Nei due anni successivi alla sua comparsa il volto si addolcisce, le sopracciglia diventano meno folte. Nel 1963 appaiono le parrucche intercambiabili e nel 1967 Barbie ha un volto più sorridente, lo sguardo diritto e i capelli lunghi. Del tutto rigida all’inizio, Barbie acquista in seguito una certa scioltezza. Nel 1964 riesce a piegare le ginocchia e può aprire e chiudere gli occhi. Nel 1965 ha le gambe articolate. Infine nel 1967 le arriva il busto snodabile. All’inizio degli anni settanta un nuovo perfezionamento tecnico consente di articolare le mani e i pollici.
Nel 1976 la Barbie ballerina solleva la gamba oltre la testa. Nel 1979 manda baci e muove il braccio se viene premuta sul dorso.
Via via sono apparsi il fidanzato Ken (1961), l’amica del cuore Midge (1963), la sorellina Skipper e Allan, l’amico di Ken (1964); Skooter e Ricky, le amiche di Skipper (1965); Francie, la cugina “moderna” di Barbie; Tutti e Todd, la sorellina e il fratellino di Barbie e Skipper (1966). Poi altri nuovi amici: Casey (1967), l’inglese Stacey e Christie, che è afroamericana (1968).
La nascita di Barbie comporta quindi la creazione di un universo popolato da altre bambole e soprattutto da oggetti, accessori, equipaggiamenti di ogni tipo, dai pattini a rotelle al computer passando per l’hula hoop, il cofanetto da trucco, la piscina, gli yacht e le “case di sogno”.
Negli ultimi anni medici e psicologi hanno accusato Barbie di rendere anoressiche le bambine che desiderano assomigliarle.
Un’altra accusa è quella di incitare le bambine a diventare grandi prima del tempo. Le viene imputato di incarnare tutti i fantasmi del consumismo. Il vangelo di Barbie sembra essere una sorta di “consumismo ostentato”: per potersi divertire occorre circondarsi di tutti i segni convenzionali della ricchezza, bisogna curare le apparenze e seguire le mode. Perché soprattutto attraverso i vestiti che si diventa popolarià.
Giocare con questa bambola significherebbe essere iniziate al consumismo e in questa ottica persino le amicizie diventerebbero beni di consumo. Quando la popolarità o l’essere accettati dai propri pari rappresenta lo scopo principale nella vita, le amicizie e le persone stesse verrebbero considerate merci di scambio.
Critiche come queste, amplificate dai mass meda, hanno provocato una grossa contrazione delle vendite, anche per la sempre maggiore diffusione dei videogiochi. La Mattel ne aveva risentito al punto che l’amministratore delegato, Bryan Stockton, aveva dovuto lasciare l’incarico dopo l’ennesimo trimestre deludente.
Poi, nel 2016, la Mattel ha deciso di rinnovare la linea Barbie Fashionistas aggiungendo alla gamma tre nuovi modelli più vicini alle taglie reali delle donne: le nuove Barbie Curvy, Petite e Tall.
Barbie Curvy presenta forme morbide ispirate a icone fashion come Ashley Graham e Kim Kardashian, la versione Petite è un po’ più piccola rispetto al modello classico e la Tall è più alta e longilinea.
Non è solo una questione di taglia: per rendere l’icona sempre più reale, la Mattel ha ampliato anche la gamma di toni della pelle, colore dei capelli e acconciature. Oltre alla classica bionda, troviamo, per esempio, la Barbie con i capelli neri, rossi e lilla.
La nuova Barbie Fashionistas Collection conta in tutto 29 nuovi modelli. Questa strategia ha iniziato a produrre risultati alla fine del 2018, innescando un cambio di rotta. La Mattel pensa che il momento critico sia ormai alle spalle e guarda al futuro con rinnovato ottimismo. La società americana che produce giocattoli ha archiviato gli ultimi tre mesi dell’anno scorso con un utile netto di 14,9 milioni di dollari, contro le perdite secche dei periodi precedenti.
Sessanta anni e non sentirli.
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Segnalo che ad Angera, sul lago Maggiore, precisamente alla Rocca di Angera, in due ale del castello oggi proprietà della della famiglia Borromeo, c’è il Museo della Bambola. Ospita una collezione, la più importante d’Europa, di giocattoli d’epoca originali degli ultimi secoli, fino ad arrivare a oggi. Una sala è dedicata proprio alla Barbie in un percorso che va dalle origini per arrivare agli ultimi modelli.
Chiedo scusa, ma che fine ha fatto il post dedicato a Jack Ryan e Barbie? Non lo trovo più! Accidenti, ogni tanto qui spariscono dei post! Almeno dateci una spiegazione. Grazie.
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