ANTHONY PELLICANO, IL DETECTIVE CHE RICATTAVA HOLLYWOOD

ANTHONY PELLICANO, IL DETECTIVE CHE RICATTAVA HOLLYWOOD

Nel 2002, due giornalisti del Los Angeles Times indagano su presunti legami tra l’attore Steven Seagal e la mafia. Un giorno, i due trovano sul parabrezza della loro macchina un pesce morto con una rosa rossa in bocca, accanto alla scritta “stop”. Grazie alla descrizione di un testimone, ben presto l’Fbi scopre che a confezionare la bizzarra minaccia è stato un certo Alexander Proctor, collaboratore di Anthony Pellicano, il famoso “detective delle stelle”.
Gli agenti ottengono l’autorizzazione per perquisire gli uffici di Pellicano, per cercare prove del suo coinvolgimento. In quelle stanze non trovano niente sul conto di Seagal, quindi non si saprà mai se avesse chiesto lui di spaventare i giornalisti. In compenso, nella grande cassaforte dell’ufficio di Pellicano gli agenti scoprono un autentico arsenale: esplosivo al plastico, bombe a mano e armi da fuoco di tipo bellico.

Ma chi è veramente Anthony Pellicano? Il futuro detective nasce a Chicago nel 1944, in una famiglia di origine siciliana. Da adolescente viene espulso da scuola perché, invece di studiare, preferisce fare a botte. Trova subito lavoro in un’agenzia di recupero crediti, gli riesce facile terrorizzare gli insolventi con i suoi modi minacciosi.
Per lui il colpo di fortuna arriva nel 1979, quando da un cimitero della città scompare il cadavere del produttore Mike Todd, uno degli ex mariti di Liz Taylor. Passa una settimana e della salma trafugata non si sa ancora niente. Finché Pellicano porta i giornalisti in un campo, nel quale, sotto uno strato di foglie, giace il cadavere che tutti cercano. Come abbia fatto a trovarlo, rimane un mistero. Ma il suo nome inizia a girare a Hollywood, tanto da permettergli di iniziare a lavorare come investigatore privato per divi e produttori diventando noto come “l’uomo che risolve i problemi”.

Molte star cercano di sistemare i propri guai senza coinvolgere la polizia, preferiscono pagare Anthony Pellicano 25mila dollari ad appuntamento: i suoi metodi di lavoro sono assolutamente illegali, ma efficaci. Il detective, nei suoi grandi uffici sul Sunset Boulevard, lavora insieme a Kevin Kachikian, un genio del computer che ha allestito un sistema informatico con il quale sono in grado di intercettare qualsiasi telefonata venga fatta a Los Angeles. Inoltre, ha sul suo libro paga alcuni agenti corrotti che gli passano documenti riservati custoditi negli archivi della centrale di polizia.

Oltre a essere efficiente, Pellicano cura molto il look: indossa abiti firmati, occhiali da sole, scarpe di vernice e magliette di seta. Si sposta con una Mercedes nera e ha i modi bruschi dei boss mafiosi, che ha imparato guardando i film sui gangster. Kate, sua moglie, dopo quattro figli e diversi anni di matrimonio, non ne può più e chiede il divorzio: «Lui pensa di essere il Padrino… Ancora un po’ e si farà baciare la mano!», confida alle amiche.
Delle sue stranezze parla tutta Hollywood. Al ristorante riempie di insulti un cameriere che non gli porta la sua acqua minerale preferita, ma prima di andarsene gli lascia una mancia di 50 dollari. Uscendo, all’amico che lo accompagna dice: «È bello essere un re, non trovi?».

La lista dei casi di cui si occupa è lunghissima. Michael Jackson, il cantante di Thriller, si rivolge a lui, nel 1993, perché indaghi sul conto di Jordie Chandler, il ragazzino di 13 anni che lo accusa di abusi sessuali. Probabilmente utilizzando metodi poco ortodossi, il detective riesce a farlo scagionare.
Kirk Kerkorian, uno dei finanzieri più in vista di Hollywood, nel 2001 sta divorziando dalla campionessa di tennis Lisa Bonder, di 48 anni più giovane. Non vuole pagarle i cospicui alimenti che esige, e chiede aiuto a Pellicano il quale, attraverso le intercettazioni, scopre che la donna ha da sempre un amante, il produttore Steve Bing. Fa rovistare nella spazzatura dell’uomo finché i suoi scagnozzi trovano un pezzo di filo interdentale: viene fatto analizzare e, dal Dna, si scopre che la loro bambina è figlia dell’amante. Grazie alla scoperta, Kerkorian impone a Bing di riconoscere la piccola, risparmiando qualche milione sugli alimenti alla ex moglie.
Don Simpson, produttore di Top Gun, viene accusato da una ragazza di avere sfruttato la sua ingenuità per molestarla: attraverso la solita procedura, Pellicano scopre uno spogliarellista gigolò che la giovane ha “noleggiato” per una notte, dimostrando che non si tratta della santarellina che dice di essere.
Robert Pfeifer, presidente della Hollywood Records, una importante casa discografica, vecchio amico di Pellicano, gli chiede di intercettare la fidanzata Erin Finn per scoprire se lo ama davvero o se vuole sposarlo per i suoi soldi. Ascoltando le parole sgradevoli che usa nei suoi confronti al telefono, il discografico decide di annullare il matrimonio.
John McTiernan, regista dei film Predator e Die Hard, vuole invece che il detective intercetti Charles Roven, un produttore con il quale è ai ferri corti.
E l’attore Keith Carradine, interprete di Pretty Baby, fa spiare l’ex moglie Sandra Will, attrice televisiva.
Nel 2001 anche Tom Cruise fa intercettare la moglie Nicole Kidman, dalla quale sta divorziando. La coppia aveva da poco lavorato insieme all’ultimo capolavoro di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut. Il motivo della richiesta è sempre lo stesso: trovare un pretesto per diminuire l’importo dell’assegno degli alimenti.
L’ossessione di Pellicano è però rappresentata da Sylvester Stallone, l’attore di Rocky e Rambo. Vuole che entri a far parte della sua clientela, per questo lo fa spiare cercando di raccogliere le prove di qualche faccenda poco pulita. «Voleva intimidirlo e ricattarlo», confesserà Paul Barresi, uno scagnozzo di Pellicano, ma Stallone gli sbatte la porta in faccia.

Gli agenti dell’Fbi non capiscono cosa volesse fare Anthony Pellicano con le bombe e le armi trovate nel suo ufficio durante la perquisizione dopo la denuncia dei due giornalisti, ma lo fanno comunque processare per possesso di materiale bellico. Il detective, condannato a due anni e mezzo, viene imprigionato nel Metropolitan Detention Center di Los Angeles. Le indagini su di lui sono tutt’altro che finite. Mentre è in carcere, l’Fbi studia il materiale sequestrato nel suo ufficio: alcuni computer, 52 dischetti, 92 Cd e 34 unità di memoria. Tutti i file sono criptati e ci vuole tempo per decodificarli. Ma il lavoro ripaga gli inquirenti, perché saltano fuori 10mila registrazioni di telefonate, equivalenti a migliaia di ore, fatte da un centinaio di persone. Più difficile arrivare al nome dei clienti che hanno commissionato le intercettazioni: ascoltando attentamente le registrazioni degli spiati si arriva, per intuizione, a individuare con certezza solo 14 mandanti. Del resto, molte vittime preferiscono non rispondere alle domande della polizia per evitare che i loro segreti vengano divulgati.

Anthony Pellicano dovrebbe essere scarcerato il 6 febbraio del 2006, ma il giorno stesso apprende che contro di lui ci sono altre gravi accuse: estorsione, associazione per delinquere, intercettazioni illegali, corruzione di testimone, furto d’identità e distruzione di prove. Intervistato da un giornalista in prigione, Pellicano racconta: «Sapeste le cose che ho trovato nelle case dei vip: cocaina, eroina, ecstasy e fiale di narcotici. Ho saputo perfino di un medico che, per 350 dollari, inietta morfina a domicilio». Ma, allo stesso tempo, rassicura: «Non tradirò i clienti che mi hanno dato fiducia. Non testimonierò mai contro di loro: la mia lealtà sarà eterna».

Rinuncia così a una pena più mite, che i magistrati gli hanno promesso in cambio della confessione. Probabilmente spera di essere graziato dal governatore della California Arnold Schwarzenegger, dato che aggiunge: «Per fortuna la polizia non ha trovato le cose che ho su di lui, altrimenti non sarebbe mai stato eletto». L’interprete di Terminator non cede alla velata minaccia del detective di Hollywood, ma il suo segreto viene comunque a galla nel 2011: nel 1997 ha avuto un figlio dalla sua domestica, e la rivelazione causa la separazione dalla moglie Maria Shriver, nipote del presidente John Kennedy, dopo 25 anni di matrimonio.

Al processo del 2008, Anthony Pellicano riceve una condanna a 15 anni. «Ci sono andati pesante solo perché non ho vuotato il sacco», commenta lui.
Alcuni tra i suoi clienti, come il regista John McTiernan e il discografico Robert Pfeifer, hanno invece confessato in cambio di pene ridotte, a poco più di un anno il primo, a quattro mesi il secondo. Altri non sono stati processati perché le loro vittime hanno preferito chiedere risarcimenti extragiudiziari.

Gli strascichi del caso Pellicano non sembrano finire mai. Nel 2012, Tom Cruise viene ufficialmente accusato di avere commissionato le intercettazioni a Nicole Kidman. Nel 2013, sempre grazie ai documenti trovati nei computer del detective, si scopre che Michael Jackson aveva comprato il silenzio dei bambini che si diceva sottoposti a presunti abusi sessuali pagando 35 milioni di dollari. Solo in questo caso Pellicano conferma tutto, forse perché il cantante è scomparso nel 2009: «Ho scagionato Jackson dalle accuse, ma poi non ho voluto più avere a che fare con lui. Aveva fatto cose ben peggiori di quelle per cui mi chiamò ad aiutarlo».

Anthony Pellicano è stato scarcerato il 22 marzo 2019.

 

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