UNA SUPEREROINA MARVEL CHIAMATA MISS AMERICA

UNA SUPEREROINA MARVEL CHIAMATA MISS AMERICA

La prima reginetta di bellezza fu una esile ragazza di Washington, Margaret Gorman, la Miss America del 1921. La Miss di cui vorremmo parlarvi non sfilò mai in costume da bagno né alimentò le cronache rosa del suo tempo, ma si dedicò a un mestiere pericoloso e non sempre gratificante: quello della supereroina. C’è da dire subito che, fortunatamente, le affinità tra questo personaggio e le vincitrici del celebre concorso di bellezza solo solo nel nome.

L’anno è il 1943, i ragazzi americani sono quasi tutti impegnati nella Seconda guerra mondiale. Anche molti sceneggiatori e disegnatori di fumetti sono schierati al fronte. Eppure, l’America continua a vivere una quotidiana normalità all’interno del proprio territorio che le altre nazioni in conflitto possono solo sognare.

UNA SUPEREROINA MARVEL CHIAMATA MISS AMERICA
Le eroine sfornate in quegli anni sono indirizzate ai militari al fronte, forti consumatori di comic book. Proprio per ricordare loro come sono fatte le ragazze, la Fox Comics rilancia Phantom Lady, originariamente pubblicata dalla Quality Comics, mentre una costola della Dc Comics punta molto su Wonder Woman, facendola apparire su più albi come Superman e Batman. La Timely (antesignana dell’attuale Marvel) è quella che si impegna di più, anche se non troverà mai un personaggio valido come Wonder Woman. Oltre ai fortunati fumetti umoristici di Millie the Model, la futura Marvel lancia (in un periodo di tempo che va anche al dl là di quello bellico) supereroine come Blonde Phantom, Golden Girl, Namora, Sun Girl, Venus e, appunto, Miss America.

 

LA “GOLDEN AGE” DI MISS AMERICA

Nel novembre del 1943, sulle pagine di “Marvel Mystery Comics” n. 49 il quotato sceneggiatore Otto Binder (1911-1974) e il misterioso disegnatore Al Gabriele (del quale si ignorano nome completo e dati biografici) presentano quella che, nelle loro intenzioni, dovrebbe divenire la controparte femminile di Capitan America e una autentica nemesi per tutti i criminali del mondo.

La storia è molto semplice. Una ragazza di Washington, Madeline Joyce, nipote del miliardario James Bennet (generoso finanziatore degli esperimenti del professor Lawson), viene colpita da un fulmine mentre armeggia con dei macchinari sperimentali. Vedendo la giovane donna apparentemente morta, lo scienziato distrugge il dispositivo e si uccide. Tuttavia, l’avventata ereditiera non solo sopravvive alla scarica, ma ottiene anche tutta una serie di poteri. Presto si rende conto che può volare raggiungendo incredibili altezze. La durata di questa facoltà dura solo due ore, al termine delle quali deve arrendersi alla stanchezza mentale prodotta dallo sforzo. Il suo insolito metabolismo, però, le permette di rallentare l’accumulo delle tossine nel corpo, conferendole una resistenza molto superiore alla norma. Come se non bastasse, l’incidente l’ha dotata di una forza eccezionale (che sparirà progressivamente nelle storie successive) e una sorta di visione a raggi X che attraversa gli oggetti solidi (anche questa facoltà sarebbe stata accantonata dagli autori).

UNA SUPEREROINA MARVEL CHIAMATA MISS AMERICA
Dopo un paio di apparizioni su “Marvel Mystery Comics”, nel 1944 viene creata una testata tutta per lei dal titolo “Miss America Comics”. In breve ci si accorge che il personaggio ha più successo tra il pubblico femminile, che in quello maschile. Siccome le ragazze chiedono serie realistiche con coetanee “normali” che vivano le loro stesse vicissitudini, vengono immediatamente accontentate. Già dal secondo numero, il comic book cambia titolo diventando “Miss America Magazine”, una “rivista” (in realtà mantiene il formato dei comic book) dove i fumetti supereroici sono secondari, mentre la parte del leone è affidata a trame romantiche con protagonisti adolescenti come la rossa e intraprendente Patsy Walker, creata dalla cartoonist Ruth Atkinson, destinata a diventare una vera star umoristica, e i suoi amici Buzz Baxter e Hedy Wolfe. Più articoli di cucina, moda e argomenti vari.

UNA SUPEREROINA MARVEL CHIAMATA MISS AMERICA
A Madeline rimane un ruolo puramente riempitivo e, anche se la “Miss America Magazine” avrà una lunga durata (fino al 1958), man mano Miss America sarà meno presente fino a scomparire del tutto. L’ultima mesta apparizione durante la golden age avviene nell’altro albo, “Marvel Mystery Comics” n. 85 (febbraio 1948). Poi, sulla Joyce scende l’oblio.

Per fortuna di Miss America, anni dopo alla Marvel approda un occhialuto sceneggiatore di nome Roy Thomas, da sempre “innamorato” dei personaggi e delle tematiche di quell’epoca dorata.

 

LA “BRONZE AGE” DI MISS AMERICA

Su “Marvel Premiere” n. 29 dell’aprile 1976, Roy Thomas ci presenta una squadra di supereroi dei tempi della Seconda guerra mondiale, la Legione della Libertà (The Liberty Legion), destinata a difendere la patria da sabotatori, spie e “quinte colonne”, mentre gli altri eroi sono impegnati a combattere all’estero contro i nazisti. La formazione comprende eroi minori ripescati dal vastissimo serbatoio della Timely, come Blue Diamond, Jack Frost, The Patriot, Red Raven (creato da Simon e Kirby), Thin Man (l’uomo elastico che ha preceduto Plastic Man), The Whizzer e… Miss America. La squadra di campioni alleati nota con il nome di Invasori (The Invaders), composta da Capitan America, Sub-Mariner e dalla Torcia Umana, è stata catturata dal Teschio Rosso che ha sottoposto gli eroi a un autentico lavaggio del cervello, modificando le loro personalità e spingendoli ad attaccare un impianto di difesa nazionale.

marvelpremiere30featuringlibertylegion-1

Il ritorno di Miss America in un effimero gruppo ambientato al tempo della guerra, uscito negli anni settanta su testi di Roy Thomas (copertina di Jack Kirby)

 

Bucky Barnes, la giovane spalla di Capitan America è sfuggito alla cattura, e con l’ausilio di una stazione radio di New York trasmette 24 ore su 24 un messaggio con il quale cerca di reclutare nuovi superumani per contrastare la potenza dei suoi ex compagni di gruppo. Il messaggio raggiunge tra gli altri anche Whizzer (La Trottola, una imitazione del veloce Flash) e Miss America, che compiono insieme il viaggio verso New York scoprendosi attratti l’uno dall’altra. Lo sforzo di Bucky viene premiato e ancora una volta la minaccia del Teschio debellata. Da quel momento in poi, la Liberty Legion farà la sua parte ma, grazie a Dio, persino la Guerra più cruenta di tutti i tempi sta volgendo al termine. Quando, finalmente, i mastini della guerra ritornarono nelle loro cucce, la Trottola e Miss America diventano membri della All-Winners Squad che si scioglierà dopo pochi anni.

Dopo aver ripreso le loro identità civili di Robert Frank e Madeline Joyce, i due si sposano e iniziano a lavorare a New York City come agenti di sicurezza, per un progetto nucleare segreto alle dirette dipendenze del governo degli Stati Uniti. Purtroppo Isbisa, un vecchio nemico della All-Winners Squad, fa un sabotaggio nell’impianto causando un incidente nucleare che espone i coniugi Frank a una enorme quantità di radiazioni. Madeline è incinta al momento del fatto e ciò determinerà pesantissime conseguenze. Alcuni mesi dopo dà alla luce il suo primo figlio, Robert Frank Junior. Il bambino emette livelli pericolosi di radiazioni e il governo degli Stati Uniti lo prende in custodia col nome in codice di Nuklo, isolandolo in animazione sospesa in un crono-modulo sperimentale. Dopo aver lasciato il centro di ricerca con un generoso vitalizio, i Frank decidono di viaggiare per il mondo. Madeline rimane incinta di nuovo e, quando la gravidanza giunge a termine, la coppia si trova nella minuscola nazione di Transia. La sorte sembra più propizia perché trovano rifugio e assistenza in cima al monte Wundagore, nell’avveniristica cittadella scientifica dell’Alto Evoluzionario, un genetista che ha sperimentato su se stesso le proprie teorie sull’evoluzione umana fino a diventare una sorta di divinità. Con il prezioso aiuto della più inconsueta delle ostetriche, la mucca evoluta chiamata Bova Ayrshire, Madeline partorisce il secondo figlio. Il dramma esplode immediatamente: la carica radioattiva risulta così elevata che il neonato nasce morto! Qualche ora più tardi, anche la madre va incontro alla stessa sorte per avvelenamento da radiazioni. La levatrice Bova, per consolare Robert Frank gli offre due gemelli da adottare (i futuri Quicksilver e Scarlet), ma questi, sconvolto dalla perdita della moglie, si allontana a tutta velocità da Wundagore. La storia di Quicksilver e Scarlet è solo agli inizi, quella di Miss America si conclude per sempre. È una morte drammatica ma serena, quasi come se la vecchia eroina fosse stanca.
Era una pedina sacrificabile nell’universo Marvel, una quasi sconosciuta per la quale nessuno avrebbe versato una lacrima. Una vita in un cono d’ombra, senza clamori e senza riflettori per una Miss che non è mai diventata una star. Proprio come avvenne per Margaret Gorman, la prima “vera” Miss America, tanti anni prima.

Una seconda Miss America della Marvel viene lanciata sull’albo “Vengance” n. 11 (2011) da Joe Casey e Nick Dragotta, ma questa è un’altra storia.

ec69ebeac108611449dbae727f659575

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati con *

Dichiaro di aver letto l'Informativa Privacy resa ai sensi del D.lgs 196/2003 e del GDPR 679/2016 e acconsento al trattamento dei miei dati personali per le finalità espresse nella stessa e di avere almeno 16 anni. Tutti i dati saranno trattati con riservatezza e non divulgati a terzi. Potrò revocare il mio consenso in qualsiasi momento, integralmente o parzialmente, con effetto futuro, ed esercitare i miei diritti mediante notifica a info@giornalepop.it

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*