IL THRILLER E L’HORROR DI BRIAN DE PALMA

IL THRILLER E L’HORROR DI BRIAN DE PALMA

Brian De Palma, uno dei grandi registi del cinema americano, compie gli anni l’11 settembre.
Nato a Newark (New Jersey) nel 1940, è tornato recentemente sul set per girare un nuovo thriller, intitolato “Domino”. Vogliamo festeggiarlo con sei sequenze capolavoro tratte da alcuni dei suoi film più celebri.

Le due sorelle (Sisters, 1972)
Dopo aver diretto nel 1967 “Murder à la Mod”, mai distribuito nelle sale, De Palma torna alla suspense nel 1972 con “Le due sorelle”. Il film ha per protagoniste due giovani donne. Una è Danielle, che soffre di disturbi della personalità (fu separata alla nascita da una gemella morta nell’intervento) e che, preda di un raptus, uccide un uomo dopo l’avventura di una notte. L’altra è Grace, una giornalista che assiste casualmente all’omicidio e cerca le prove della colpevolezza di Danielle. Le due sorelle si ispira chiaramente a “Psycho” e “La finestra sul cortile”, così che De Palma viene subito definito il nuovo Hitchcock. Anche se nel proseguo della carriera tenderà a prendere le distanze dal maestro, estremizzando temi e soluzioni espressive.

Carrie lo sguardo di Satana (Carrie, 1976)
Nei dieci anni iniziali di carriera De Palma riscuote una certa attenzione da parte della critica, che lo ritiene uno dei giovani emergenti più interessanti grazie a film come “Hi, Mom!”, “Le due sorelle”, “Il fantasma del palcoscenico” e “Complesso di colpa”. Solo nel 1976 ottiene però il primo vero grande successo al box-office con l’horror tratto dal romanzo di Stephen King. Incentrato su un’adolescente traumatizzata dalla madre repressiva, ma dotata di tremendi poteri telecinetici, “Carrie lo sguardo di Satana” si discosta dalle tendenze del cinema dell’orrore di quel periodo per una messinscena visiva estremamente elaborata e un’accentuata costruzione melodrammatica, onirica e quasi fiabesca.

Vestito per uccidere (Dressed to Kill, 1980)
Una donna, dopo una seduta dallo psicanalista durante la quale ha confessato di avere rapporti sessuali poco soddisfacenti con il marito, incontra uno sconosciuto con cui ha un’avventura. Mentre abbandona il luogo dell’incontro, viene uccisa sotto gli occhi di una ragazza squillo. Che, essendo tra i sospettati, comincia a indagare per incastrare l’assassino, aiutata dal figlio della vittima. “Pecca di superbia, specialmente nell’ultimo, Vestito per uccidere. Mi piace De Palma perché lavora veramente con l’immagine, e questo va benissimo, ma non dovrebbe trascurare la storia fino a questo punto”: l’analisi di Jean-Luc Godard (tratta da un dibattito con il critico americano Pauline Kael del 1980 pubblicato in “Due o tre cose che so di me”, Minimum Fax 2007), che può apparire negativa, pone l’accento su un aspetto peculiare del modo di fare cinema di De Palma. Il regista si interessa più alla forma (il Come) che al contenuto (il Cosa). La vicenda raccontata in Vestito per uccidere può apparire banale e, in alcuni momenti, persino prevedibile. Ma, come disse lo stesso De Palma, “il linguaggio dell’immagine è la mia preoccupazione principale. Cerco, prima di tutto, dei soggetti che mi diano grandi possibilità sul piano visivo” (in Roberto Nepoti, “Brian De Palma”, Il Castoro Cinema – La Nuova Italia, 1981).

Blow Out (id., 1982)
La fine degli anni Settanta e i primi anni del decennio successivo sono un periodo di grande fervore creativo per molti cineasti americani. De Palma dirige uno dopo l’altro quattro film di straordinario valore. “Vestito per uccidere”, appunto, e poi “Scarface” e “Omicidio a luci rosse”. In mezzo, “Blow Out”. In questo caso, siamo dalle parti del thriller politico. Una notte, un tecnico degli effetti sonori in cerca di suoni da utilizzare per un film, vede un’auto precipitare nel fiume. Si tuffa per prestare soccorso ma riesce a salvare solo uno dei due occupanti, una ragazza. Viene poi a sapere che l’uomo morto nell’incidente era candidato alle elezioni presidenziali. Convinto che si sia trattato di un omicidio, cerca di dimostrarlo coinvolgendo la ragazza. Lo straripante virtuosismo registico riesce da una parte a coinvolgere lo spettatore con un crescendo di tensione magistrale, dall’altra a interrogarsi sul rapporto realtà/finzione e su come la prima possa essere manipolata.

The Untouchables – Gli intoccabili (The Untouchables, 1987)
Senza dubbio è uno dei titoli più spettacolari di De Palma, costruito su una serie di sequenze cariche di tensione e girate con rara perizia. Protagonista è l’agente federale Elliot Ness che, durante gli anni del Proibizionismo, combatte il re del crimine Al Capone. Potendo contare su un cast d’eccezione, il regista non si limita a confezionare un prodotto di semplice intrattenimento. Filma invece ancora una volta situazioni al limite (della retorica, del già visto), filtrandole attraverso immagini che solo l’occhio di un grande autore poteva concepire.

Carlito’s Way (id., 1993)
Nel 1993 De Palma torna a dirigere Al Pacino, che interpreta ancora una volta un boss della malavita. Mentre però, in Scarface, Tony Montana è un esule cubano di cui vengono raccontati l’arrivo in America, l’ascesa e la caduta finale, qui il protagonista Carlo Brigante è un trafficante portoricano che, uscito di prigione, vorrebbe rifarsi una vita e uscire dal giro, ma viene coinvolto nell’omicidio di un boss. “Carlito’s Way” è un noir moderno, malinconico e vibrante sul destino e su come sia impossibile tentare di sfuggirvi. Non a caso è racchiuso in un’unica sequenza divisa in due: all’inizio, in sostanza, sappiamo già come andrà a finire.

Filmografia completa di Brian De Palma

The Wedding Party (1963-66)
Murder à la Mod (1967)
Ciao America! (Greetings) (1968)
Dionysus in 69 (1969)
Hi, Mom! (1969)
Get to Know Your Rabbit (1970)
Le due sorelle (Sisters) (1972)
Il fantasma del palcoscenico (Phantom of the Paradise) (1974)
Complesso di colpa (Obsession) (1976)
Carrie – Lo sguardo di Satana (Carrie) (1976)
Fury (The Fury) (1978)
Home Movies – Vizietti familiari (Home Movies) (1978-79)
Vestito per uccidere (Dressed to Kill) (1980)
Blow Out (1982)
Scarface (1983)
Omicidio a luci rosse (Body Double) (1985)
Cadaveri e compari (Wise Guys) (1986)
The Untouchables – Gli intoccabili (The Untouchables) (1987)
Vittime di guerra (Casualties of War) (1989)
Il falò delle vanità (The Bonfire of the Vanities) (1990)
Doppia personalità (Raising Cain) (1992)
Carlito’s Way (1993)
Mission: Impossible (1996)
Omicidio in diretta (Snake Eyes) (1998)
Mission to Mars (2000)
Femme Fatale (2002)
Black Dahlia (2006)
Redacted (2007)
Passion (2012)

2 commenti

  1. […] Molte mie storie non hanno l’happy ending, come non hanno una soluzione chiara e prevedibile, perché il peggio che si può proporre allo spettatore di un film è un finale facilmente intuibile fin dalle prime sequenze. Brian De Palma […]

  2. […] che eccitante, spinse alcuni addetti ai lavori a tentare paragoni con un paio di film di Brian De Palma, segnatamente Vestito per uccidere (uscito l’anno precedente) e Le due sorelle. In entrambi i […]

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