IL SESSO NEL FUMETTO: DAI COMIC BOOK AI TASCABILI

IL SESSO NEL FUMETTO: DAI COMIC BOOK AI TASCABILI

Sesso e fumetto binomio perfetto: non solo in Italia, dove il fumetto esplicitamente erotico ha una ricca tradizione, ma anche nei puritani comic book americani.

Ne sanno qualcosa gli eroi della Dc Comics della tarda silver age, dato che le scene di “dominazione femminile” sono particolarmente numerose nei suoi albi.


Qui sopra, l’imperiosa Star Sapphire si fa baciare gli stivali dallo “slave” Superman.

Le umiliazioni ai maschi da parte del “femdom” erano comunque all’acqua di rose in confronto con il sadismo riservato alle femmine, come vediamo in questa Wonder Woman dal costume minimalista dei primi anni settanta.

I primi settanta sono gli anni del femminismo contro il “sessismo” degli uomini.
Lois Lane rifiuta di essere nota semplicemente come la “girl friend” di Superman, tanto da stracciare il pezzo della testata del comic book che lo afferma.

Quanto alla cuginetta di Superman, dimostra quello che pensa del “potere fallocratico maschile” schiantando un intero apparato genitale in forma metaforica.

Il sesso dei supereroi può diventare più esplicito quando viene realizzato dagli autori in pensione su pubblicazioni erotiche.
Qui Curt Swan, per decenni disegnatore di Superman, ci mostra a cosa serve realmente la vista a raggi X con un Clark Kent davanti a Lois e Lana. Già lo sapevamo, comunque.

Oggi anche i fumetti mainstream possono essere abbastanza espliciti. Per esempio, Supergirl si serve della vista a raggi X per smascherare le tette finte.

Questa sotto, invece, è di nuovo una illustrazione non ufficiale. Si noti che il più importante superpotere di Power Girl è quello di non far fuoriuscire le grosse tette dall’enorme scollatura (che negli ultimi anni, comunque, è stata scandalosamente ridotta). Stavolta Supergirl ha trovato un davanzale di proprio gusto.

A un certo punto anche le eroine della Marvel si sono svegliate, per esempio con la grande voglia di esibire il lato B da parte della in genere fin troppo seriosa Elektra.

E come dimenticarsi la fase osé della vera Suzi Quatro, la Donna Invisibile dei Fantastici Quattro?

Lascia in pace Sub-Mariner, Susan, ricordati che sei una donna felicemente sposata!

Chiudiamo il capitolo Marvel stendendo un velo pietoso sull’adattamento per i bambini di Alf, l’alieno protagonista dell’omonimo telefilm, rappresentato in una copertina del comic book in maniera più che esplicita.

Gli autori dei fumetti sono in primo luogo dei depravati, si sa (proprio per questo ho smesso di fare lo sceneggiatore). Carl Barks, creatore di Zio Paperone, Archimede Pitagorico e di tanti altri personaggi amati dai piccini, aveva iniziato la carriera come disegnatore erotico.

E, una volta in pensione, è tornato al suo vecchio vizio, aggravato da una evidente zoofilia acquisita in casa Disney.

 

E che dire del suo collega Dan DeCarlo (1919-2001)?

Per anni e anni ha disegnato le avventure del beniamino dei bimbi americani, Archie Andrews, e solo una volta in pensione (pure lui) ci svela il torbido segreto. La mora Veronica Lodge e la bionda Betty Cooper (dette “le veline”) facevano solo finta di corteggiare il buon Archie, mentre in realtà se la facevano tra loro.

Cosa c’è dietro l’affiatato trio di Nick Carter e soci, creato da Guido De Maria e Bonvi per il Corriere dei Piccoli-Corriere dei Ragazzi e poi proposto dalla Rai in “Gulp! I fumetti in tv”? Lo rivela lo stesso Bonvi con uno scarabocchio. Almeno il cinesino è maggiorenne?

A questo punto non stupisce più niente, neanche sapere che l’alter ego femminile dell’Uomo Ragno è tutt’altro che uno stinco di santa.

L’editore italiano di questo innocente personaggio dovette cambiare la testata a causa della diffida della Marvel.

E chi sono più allupati dei fumettofili?

Comunque, il Paese dove il fumetto erotico ha avuto più fortuna è stata l’Italia degli anni sessanta e settanta. Sempre Giappone a parte, naturalmente.

Gli italiani hanno il sesso nel sangue. Come abbiamo visto, tra gli autori per i bimbi si annidano i più pericolosi satiri: prendiamo Sandro Angiolini (1920-1985), un tempo disegnatore specializzato per l’infanzia.

Di lui si serve Renzo Barbieri, quando nel 1966 fonda la prima casa editrice specializzata in fumetti erotici (nella quale poi subentra come socio Giorgio Cavedon), per realizzare i tascabili della spadaccina Isabella.

Quando frequentavo la quinta elementare una supplente, indirizzata da un infamone, scoprì che stavo leggendo Isabella durante la ricreazione. Prese il tascabile, lo sfogliò e me lo rese sospirando: “Magari avessi anch’io un corpo come questo!”. Il bello è che ce l’aveva (salvo per le tette, che erano piccole: ma io le preferisco così).

Angiolini lascia le edizioni Erregi (dalle iniziali dei nomi di battesimo dei due soci) per realizzare Vartan, l’indiana bionda, di Furio Viano (l’abbiamo già visto come editore di Genius nell’articolo su Manara).

Contrariamente a quanto sostenevano le femministe viste prima, l’erotismo, dal settecento francese in poi, è diffuso solo dove le donne si rendono indipendenti. Mentre è perseguitato nei Paesi retrivi e machisti.

Angiolini torna da Barbieri quando questi si è ormai separato da Cavedon fondando la Edifumetto. Per questa casa editrice, nel 1977, Angiolini lancia Belzeba, un essere infernale dotato di pistolino e topina insieme.

Oltre che per Angiolini, il fondatore del genere, ho un debole per uno dei disegnatori meno conosciuti dei tascabili, il caniffiano/robbinsiano Stelio Fenzo (1932).

La sua serie, Jungla, pur essendo molto apprezzata in Francia non ebbe particolare successo in Italia. Uscita per la prima volta nel 1968, ne ricordo ancora la copertina del primo numero esposto in edicola: avendo all’epoca mio fratello solo sette anni, io, dall’alto dei miei otto, sentii la necessità di mettergli una manina sugli occhi per non fargli vedere quel turpe spettacolo. A dieci anni, oltre a seguire la serie regolare mi procuravo gli arretrati.

L’erede di Angiolini però è Leone Frollo (1948). Ma prima inchiniamoci davanti alle copertine del suo primo personaggio erotico, Lucifera, dipinte da Averardo Ciriello (1918-2016), già grande cartellonista cinematografico.

Torniamo a Frollo, con la spietata figlia di Lucifero scritta da Edoardo Morricone e pubblicata dalla Erregi a partire dal 1971. Il suo stile riprende quello di John Buscema, nel senso che, all’inizio, Frollo ne ricalca le vignette.

Trasferitosi anche lui alla Edifumetto di Barbieri, su testi di Giorgio Pederiali, Frollo crea Biancaneve, dell’omonima favola dei fratelli Grimm.

Siamo sempre nel medioevo, ma l’atmosfera è più vivace.

Il fenomeno dei personaggi delle fiabe in versione erotica, lanciato da Biancaneve, fa parlare i giornali.

Naga la Maga è un altro personaggio di Frollo.

E pure Yra la Vampira.

Per pura curiosità, ecco il poco professionale tascabile ispirato a Raffaella Carrà pubblicato da un editore minore.
Nei primi anni settanta, con il suo ombelico scoperto a “Canzonissima”, la Carrà era considerata un sex symbol.

In Francia, Barbieri e Cavedon, anche dopo la separazione, rimasero comproprietari di una casa editrice, la Elvifrance, che pubblicava i tascabili tradotti nella lingua transalpina.

In quel Paese bisognava sottoporre al visto preventivo della censura ogni albo erotico, prima di distribuirlo in edicola: quando l’albo non passava al vaglio, tutta la tiratura finiva al macero.
Per diminuire i danni, la Elvifrance faceva una tiratura ridottissima appositamente per la commissione della censura: così, se non veniva approvata la pubblicazione, finivano al macero solo poche copie (però i costi rimanevano abbastanza alti, dato che bisognava pagare il traduttore, il calligrafo, gli impianti eccetera).

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1 commento

  1. Bello , un po forzato , un riassuntino x chi il francese (maledetti francesi ) non lo legge…☆☆☆

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