GIALLO A ROMA BORDATO DI ROSSO

GIALLO A ROMA BORDATO DI ROSSO

Ad aprile 2018 è uscito “Colorato di giallo, bordato di rosso“, il nuovo libro di Alessandro Orofino e Giuseppe Delle Vergini edito da Augh Edizioni, con prefazione di Salvatore Basile.
L’intera vicenda è ambientata a Roma, dove il ritrovamento di un cadavere all’interno di un’autovettura riunisce tre amici di lunga data: il commissario Giovanni Brancacci, l’oste Antonio Jovine e il giornalista precario Sandro Argenti.
I nodi principali dell’indagine si intrecceranno rapidamente, a partire dall’identità della vittima (nipote di un cardinale in corsa per il soglio pontificio) e dalle sue frequentazioni di ambienti equivoci. Determinati a scoprire la verità i tre amici verranno coinvolti in una sequenza di colpi di scena che si riveleranno un duro banco di prova, dove ognuno avrà modo di interrogarsi sul senso della propria vita e della loro amicizia.

In esclusiva un estratto del libro.

Un morto a San Lorenzo non si ricordava da tempo. Il quartiere era una piazza complicata, questo sì, con un’attività di spaccio diffusa e nota alle forze dell’ordine. La mala italiana prima, quella nigeriana poi, facevano affari d’oro con la movida serale dove divertimento e trasgressione andavano di pari passo. Ma morti no. Qui la gente non moriva ammazzata. Al massimo qualche scippo o una scazzottata, talvolta un coltello di troppo ma nulla di più. In quelle strade e sotto quei palazzi la pellaccia, tutto sommato, la si riportava a casa.

Sandro si spostò verso il centro del piazzale Aldo Moro e provò a fare mente locale. Di omicidi non si era mai occupato. Da circa quindici anni faceva il cronista per il “San Lorenzo News”, un giornale di zona, ma le sue inchieste si erano limitate a fatti di ordinaria amministrazione. Battaglie del comitato contro il degrado, occupazioni abusive e qualche rissa che di tanto in tanto scoppiava fuori dai locali. Quel cadavere nella macchina, spuntato dal nulla in una anonima serata di fine estate, era una novità per il quartiere e per lui. Inoltre il volto severo del commissario Brancacci, che di fiuto ne aveva, lasciava intuire quanto la faccenda fosse complessa e proprio per questo interessante.

“Com’è successo? Chi è stato? E perché?”. Sandro rimuginava su queste domande mentre osservava da lontano le sirene delle pattuglie illuminare gli edifici dell’università di un affascinante blu elettrico. Da quell’angolazione cercava di catturare ogni elemento, ogni dettaglio utile alle indagini. Un oggetto, un indumento, qualsiasi cosa che potesse rappresentare anche lontanamente una traccia. Ma nulla. L’incrocio con via dei Frentani stava cominciando a riempirsi di curiosi, in gran parte giovani usciti dai pub, attratti dal dispiegamento di auto della Polizia. Decise quindi di restare a distanza di sicurezza per capire se, in mezzo a quella folla di ragazzi, ci potesse essere qualcuno dal fare sospetto.

Non era di certo un detective, Sandro Argenti, e forse neppure un giornalista. O meglio, giornalista lo era, ma precario che più precario non si può. Alla soglia dei quarant’anni collaborava con quella testata come free lance senza però essere ancora stato assunto. In cuor suo ambiva ad approdare un giorno alle colonne di qualche giornale ben più autorevole. Ma nonostante il patentino da pubblicista, portato nel portafoglio quasi fosse una reliquia sacra, e una certa disinvoltura nello scrivere, la sua speranza di fare il salto di qualità sembrava essere svanita. E con essa anche i suoi sogni di gloria.

Il libro è ordinabile in libreria, su Amazon, IBS e tutte le principali piattaforme on-line.

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