LE ORIGINI DI LUKE CAGE, EROE A PAGAMENTO

LE ORIGINI DI LUKE CAGE, EROE A PAGAMENTO

Luke Cage compare per la prima volta nella testata della Marvel a lui dedicata: “Luke Cage, Hero for Hire” n. 1 del giugno 1972.
Il personaggio viene creato da Archie Goodwin, che ne scrive le storie, con la supervisione di Stan Lee e Roy Thomas e la collaborazione di John Romita (senior) per la resa grafica del personaggio. I disegni sono di George Tuska inchiostrati da Billy Graham.


Non è il primo supereroe nero della casa Marvel, prima di lui c’era stato Pantera Nera (che aveva esordito nel n. 52 dei “Fantastic Four” del luglio 1966), creato da Stan Lee e Jack Kirby.
Il secondo è stato Falcon, partner di Capitan America (dal n. 117 di “Captain America” del settembre 1969), creato da Stan Lee e Gene Colan.
Luke Cage, però, è il primo supereroe nero ad avere una testata propria.

Il personaggio nasce grazie all’influenza di “Shaft”, un film del 1971 del genere blaxploitation con protagonista un detective afroamericano in lotta contro la criminalità. Da qui nasce la tendenza dei film con protagonisti neri e con ambientazioni nei quartieri più disagiati di New York. Sono gli anni del “Black Power”, la protesta dei neri per le loro condizioni sociali sulla scia della contestazione studentesca.


John Romita configura l’aspetto del nuovo eroe e Roy Thomas si occupa di definirne i (non particolarmente originali) superpoteri. Le matite delle prime storie sono di George Tuska, un disegnatore un po’ “grezzo” che piace ai lettori per il suo dinamismo. L’afroamericano Billy Graham all’inizio ripassa a china, in seguito fa anche le matite sostituendo Tuska.

In Italia l’esordio di Luke avviene tredici mesi dopo, il 25 luglio 1973, nell’episodio “Eroe a pagamento” su “Gli albi dei super-eroi” n. 7 della Editoriale Corno, una serie che presenta a rotazione i nuovi personaggi della Marvel (come Dracula e Conan il barbaro).

Il giovane Carl Lucas si trova rinchiuso nel penitenziario federale di Seagate, una prigione di massima sicurezza al largo delle coste della Georgia. Appena uscito dalla cella di isolamento, lo vediamo nel cortile dove discute, non troppo amabilmente, con uno degli altri reclusi, il quale vuole organizzare una dimostrazione per creare problemi al nuovo direttore del carcere che è in arrivo.

Il capitano Billy “Bob” Rackham, dopo avere assistito alla discussione dal proprio ufficio, chiama Lucas offrendogli, in cambio di informazioni, un più confortevole soggiorno. Lucas non ha intenzione di fare la spia e il capitano, per ripicca, lo fa pestare dall’agente William Quirt.

Lucas si lascia picchiare per non vedersi incrementare la condanna e Quirt ne approfitta per sfogare il proprio sadismo, finché i colleghi decidono di fermarlo.


Sopraggiunge a sorpresa il nuovo direttore Stuart che, per punire il secondino manesco, lo lascia qualche minuto… in compagnia di Lucas. Mentre Lucas restituisce con gli interessi il pestaggio subito, Stuart mette in riga Racham togliendogli anche i gradi di capitano. Poi il nuovo direttore manda il dottor Noah Burstein a prendersi cura dei lividi di Lucas.
Il medico chiede a Lucas il motivo della sua condanna.

Lucas racconta la propria vita passata tra bande e rapine nel quartiere newyorkese di Harlem con il suo amico Willis Stryker. Di un giorno in cui, però, si sentì stanco di trascorrere il suo tempo inseguito dalla polizia e decise di trovarsi un lavoro pulito, mentre Striker proseguì nella carriera criminale.
I due incontrarono poi una ragazza di nome Reva, della quale si invaghirono entrambi.

Striker aveva più soldi e per questo la ragazza scelse lui. Una sera Striker fu aggredito da sicari inviati dal “Sindacato” che non vedeva di buon occhio le sue attività in competizione con le loro, e solo grazie all’intervento di Lucas poté salvarsi. Reva, però, si era spaventate per questa aggressione e avevo deciso di lasciare Striker.

Reva e Lucas si misero insieme e si sposarono. Striker, non digerendo la cosa, fece in modo di incastrare Lucas nascondendogli della droga in casa. Poi, sempre a causa di Striker, Reva fu uccisa durante una sparatoria.
Da allora Lucas vive solo per vendicarsi.

Il dottor Burstein vede in Lucas il candidato ideale per un esperimento scientifico. Dopo un primo rifiuto, Lucas accetta. In un laboratorio della prigione, tra i macchinari delle industrie Stark, è stato costruito un sistema elettrobiochimico per la stimolazione della rigenerazione delle cellule umane.


Racham riesce a penetrare nel laboratorio e, per vendicarsi della degradazione da capitano, mette al massimo lo stimolatore. Il laboratorio sovraccaricato di energia esplode. Lucas non muore, diventa invece quasi invulnerabile e fortissimo.

Lucas manda all’ospedale Racham con una semplice sberla e sfonda il muro del laboratorio. Scappa inseguito dalle guardie che gli sparano addosso, ma riporta solo delle scalfitture: la sua pelle è ormai come l’acciaio. Lucas trova una barca, si allontana e intraprende il viaggio verso nord, con in testa solo il desiderio di vendetta verso chi lo ha incastrato e ha provocato la morte della sua amata.

A New York, solo per avere sbatacchiato un ladruncolo, la gente lo acclama come eroe. Lucas ha un’illuminazione: come supereroe potrà usare gli straordinari poteri senza tanti problemi per cercare Striker.


Compratosi un costume diventa “Luke – Eroe a pagamento” (diversamente dagli altri supereroi che lavorano gratis), e comincia a pestare gli scagnozzi del suo ex-amico. Ora Striker si fa chiamare Diamondback, è entrato nel Sindacato e ha affinato sempre più la sua specialità nell’uso dei coltelli.

La storia prosegue nel n. 2 dell’agosto 1972 (la testata è bimestrale), da noi pubblicata sempre nel n. 7 de “Gli albi dei super-eroi” con il titolo: “La vendetta è mia”.


Mentre Luke si trova in una cabina telefonica, due scagnozzi di Striker/Diamondback lo invitano “gentilmente” a seguirli. Luke, altrettanto gentilmente, li manda all’ospedale.


La dottoressa Claire Temple, che si trova da quelle parti, si offre di medicare Luke dopo la colluttazione, ma resta sorpresa nel constatare che le pallottole hanno appena scalfito la pelle di Luke. I due si incamminano verso la clinica della dottoressa, dove trovano un acciaccato dottor Burstein.

Luke teme di essere riconosciuto, ma il dottore sembra far finta di niente, anche se dice di disapprovare il fatto che si faccia pagare per i suoi interventi da eroe.


Intanto il Sindacato ordina a Diamondback di darsi da fare per risolvere il problema rappresentato da Luke. Diamond si attrezza con coltelli speciali con cui è sicuro di avere la meglio. Cage nel frattempo ha trovato un ufficio affittando un appartamento malandato in un vecchio cinema.
All’improvviso arriva la telefonata di Burstein, che chiede a Luke di raggiungerlo immediatamente. Luke si precipita, e il dottore lo informa che Diamondback ha rapito Claire per costringerlo ad andare da lui in un certo posto. Luke ci va sicuro che sia una trappola. Infatti un’auto lo investe: lui finge di farsi male e poi fa invece molto male agli scagnozzi. Claire è salva e Diamond se la fila. Luke lo insegue e lo sconfigge. Il criminale, indietreggiando, cade da un lucernario.
Così ha fine la vita di Striker e la vendetta di Luke.

Luke comincia il suo effettivo lavoro di eroe a pagamento con l’aiuto del dott. Burtsein e di Claire Temple, occupandosi sia di criminali “normali” che di supercriminali.
Nel corso della carriera incontra diversi supereroi della casa Marvel: Iron Man, i Fantastici 4, l’Uomo Ragno, Devil, i Difensori. In particolare, con i Difensori partecipa a molte avventure per avere lo stipendio fisso di cui ha bisogno.


Il comic book di di Luke vivacchia senza raggiungere mai il vero successo, tanto che dal n. 17 del febbraio del 1974, il titolo della testata viene cambiato in “Luke Cage, Power Man” nella speranza che suoni più “supereroica”.
Nelle pagine del fumetto il cambiamento viene spiegato da Luke: considerandosi ormai un supereroe affermato deve avere un nome adeguato per essere più riconoscibile. Non sapendo che il nome di battaglia Power Man appartiene a Erik Josten, un nemico dei Vendicatori.


Massacrando di botte Jonsten, che era venuto a protestare per lo scippo del nome, Luke gli spiega che da quel momento l’unico Power Man sarebbe appartenuto solo a lui (“Luke Cage, Power Man” n. 21).


Sul finire degli anni settanta, Archie Goodwin (ora editor) e il nuovo sceneggiatore Chris Claremont, visto il continuo calo delle vendite, decidono di unire Power Man con Iron Fist, un eroe biondo, nato sulla scia dei film sulle arti marziali. La coppia parte dal n. 50 dell’aprile 1978 con il titolo mutato “Power Man and Iron Fist”. Termina con il numero 125 del settembre 1986, con i disegni di Dave Cockrum, John Byrne, Dan Green (Luke Cage, Power Man n° 48 del 12/77).


Dopo un pausa editoriale, Luke torna con un nuovo look nel 1992 nella serie dal titolo “Cage”, a opera di Marcus McLaurin e Dwayne Turner. Questa seconda serie termina nel novembre del 1993 dopo soli 20 numeri.


Luke compare anche come ospite in diverse serie Marvel, soprattuto come personaggio fisso dal n. 144 dei “Thunderbolts” del 1997, di Kurt Busiek e Steve Epting. Cage, con un look nuovamente cambiato, diventa il leader dei Thunderbolts.


Un personaggio fondamentale nella vita di Luke è Jessica Jones, una ex supereroina che, dopo un brutto pasticcio con il supercriminale Uomo Porpora, decide di diventare detective privata aprendo la “Alias Investigations”.
L’amicizia tra i due diventa molto stretta e, dopo una notte di passione, Jessica si scopre incinta di Luke. Nasce quindi una figlia, Danielle (in onore dell’amico Iron Fist, che si chiama Daniel Rand), e il passo seguente è il matrimonio.

Dopo le “Secret War” e la conseguente distruzione e rinascita dei multiversi Marvel, Luke e Iron Fist riformano la coppia di eroi a pagamento.

Al di fuori del fumetto, Luke Cage appare come ospite in varie serie animate della Marvel: “The Super Hero Squad Show” del 2009, “The Avengers: Earth’s Mightiest Heroes!” del 2010, “Ultimate Spider-Man” del 2012 e “Avengers Assemble” del 2013.

 

In carne e ossa, Luke Cage compare nelle serie tv della Netflix. Dapprima nel telefilm “Jessica Jones” del 2015, con l’attrice Krysten Ritter nella parte della protagonista, poi nella serie a lui dedicata “Luke Cage” del 2016. Quindi nella serie “The Defenders” del 2017, insieme a Jessica, Daredevil (Charlie Cox) e Iron Fist (Finn Jones).


In queste serie tv, Luke è interpretato dall’attore Mike Colter. Il suo personaggio si impegna nella protezione del quartiere di Harlem dai criminali, tra i quali molti personaggi tratti dai fumetti.

 

2 commenti

  1. Giustamente l’articolo insiste sugli anni 70 e sintetizza i decenni più recenti, però avrei gradito un riferimento al periodo in cui, sotto Bendis, è stato leader degli Avengers.

  2. […] per la Marvel, soprattutto su Iron Man (tra il 1968 e il 1978) e, nel 1972, il supereroe nero Luke Cage – Hero for Hire, del quale è il primo disegnatore, con lo sceneggiatore Archie […]

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