LE BELLE E LETALI AMANTI DI CONAN IL BARBARO

LE BELLE E LETALI AMANTI DI CONAN IL BARBARO

L’Era Hyboriana non era un bel posto per le donne, spesso ridotte al ruolo di preda durante le interminabili guerre tra gli irrequieti regni che si spartivano il mondo o costrette a sfornare figli fino allo sfinimento. Le alternative erano ben poche: ladre o meretrici, streghe o cortigiane. Conan il barbaro ebbe grande dimestichezza con tutte queste “categorie”, ma riservò il suo amore solo a quelle figure femminili che, in qualche modo, seppero stare al suo passo come Red Sonja o Belit, Valeria della Confraternita Rossa e Zenobia (destinata a diventare la sua regale consorte sul trono di Aquilonia). Il contrastato rapporto di Conan con Sonja non sfociò mai in amore vero e proprio. La prima donna che suscitò questo sentimento in Conan fu, senza dubbio, una ragazza di Shem dall’ardente temperamento.

BELIT

Dal punto di vista letterario, Belit è una creazione originale di Robert E. Howard: le diede vita nel breve racconto “Queen of the Black Coast” (Regina della Costa Nera, cioè dell’antica costa occidentale africana), pubblicato dalla rivista Weird Tales nel maggio del 1934. La descrizione che ne dà l’autore texano non lascia scampo al nostro eroe: slanciata e flessuosa, la ragazza indossa solo i suoi gioielli e una cintura rossa che lascia trasparire il suo incarnato bianco come l’avorio, ha lunghi capelli corvini, occhi scuri e lampeggianti. Quarantadue anni dopo, lo sceneggiatore Roy Thomas ripescò il personaggio sulle pagine di Conan the Barbarian n. 58, del gennaio 1976 (la fortunata versione a fumetti della Marvel). A sostenere i testi di Thomas c’era il potente tratto artistico di John Buscema, mentre chine e rifiniture vennero affidate al filippino Steve Gan.

La trama è abbastanza nota e ricalca a grandi linee quella del racconto originale. I vagabondaggi del giovane guerriero lo avevano condotto ad Argos e, dopo uno scontro con la corrotta “polizia” della città, Conan aveva rocambolescamente preso la via del mare aperto. Nell’Oceano Occidentale (l’Atlantico), la sua imbarcazione incrocia la rotta della Tigress, la nave dei corsari neri guidati dalla piratessa Belit . L’incontro con quella che si autodefinisce “La Regina della Costa Nera” è dirompente. La donna affascina Conan per la sua sensualità, ma anche per la sua straordinaria fierezza. Combatte come e meglio di un uomo, ma non ha perso un’oncia della sua femminilità. Lei e Conan si innamorano fin dal primo istante!

Per inciso, la pubblicazione del primo numero della saga di Belit coincise con la chiusura di Conan dell’edizione italiana della Editoriale Corno. Dovettero passare alcuni anni prima che, nel maggio del 1989, la Comic Art riprendesse le fila della narrazione. Per circa tre anni Conan, Belit e i loro guerrieri neri, misero a ferro e fuoco la Costa Nera, seminando terrore e distruzione e accumulando ingentissimi bottini. Il cimmero, dopo le iniziali diffidenze, era entrato nel cuore degli uomini dell’equipaggio che lo avevano gratificato con l’appellativo tribale di “Amra”, Il Leone nella loro lingua.


Purtroppo, nulla dura in eterno e la tragedia aspettava di consumarsi nella giungla di Kush (l’Africa), dove uno spaventoso mostro uccide Belit (Conan the Barbarian N. 100: “Death on the Black Coast”, di Roy Thomas, John Buscema e l’inchiostratore filippino Ernie Chan, del luglio 1979). Morendo, Belit rammenta all’amato un’antica promessa: “Se io fossi immobile nella morte e tu ti stessi battendo per la vita tornerei dagli abissi per aiutarti…”. Belit terrà fede a questa promessa e, per un fugace attimo, tornerà dall’oltretomba al fianco del suo uomo per l’ultima volta e salvarlo da una morte certa. Molte altre donne illumineranno il cammino del guerriero, ma nessuna riuscirà a cancellare l’indelebile ricordo della Regina della Costa Nera.


VALERIA

Un’altra storia sentimentale di Conan ebbe durata minore, ma non minore intensità. La protagonista è una bellissima ragazza di Aquilonia: Valeria della Confraternita Rossa (Valeria of the Red Brotherhood ).

Anche Valeria ha un’origine letteraria essendo una creazione di Robert E. Howard, che la introdusse nell’universo narrativo di Conan nel romanzo breve “Chiodi Rossi” (Red Nails), pubblicato a puntate dalla rivista Weird Tales nel 1936. La pubblicazione fu postuma, perché proprio in quell’anno, l’11 giugno, Howard si era suicidato (dopo aver ricevuto la notizia dell’imminente morte della madre).

L’autore aveva dato una descrizione accurata di Valeria: “Era alta, con il seno pieno, le gambe ben piantate e le spalle solide. Tutto il suo corpo emanava una forza non comune, senza nulla togliere alla sua femminilità, era decisamente una donna malgrado il contegno e gli abiti. Questi ultimi erano molto succinti. Invece della gonna portava un paio di pantaloni corti e larghi di seta che terminavano un palmo sotto il ginocchio. Gli stivaloni di pelle morbida che le arrivavano quasi al ginocchio, e una camicia scollata a maniche larghe completavano l’abbigliamento”.

In particolare, Howard si era soffermato su quei grandi occhi azzurri che avevano il colore dell’oceano, il regno incontrastato della piratessa di Aquilonia. Eppure c’era un passato tragico alle spalle della ragazza. Merina (questo il suo vero nome) non aveva mai conosciuto la madre, morta di parto, e aveva perso presto anche il padre Lord Daquis, eliminato in una congiura di palazzo. Fu il fratello esiliato di Lord Daquis, il corsaro Kirkos che, dopo averla presa a bordo, l’addestrò all’arte della guerra e le diede anche un nuovo nome: Valeria. Prima che il futuro della nipote passasse per un matrimonio di comodo con qualche signorotto del regno.

A Tarantia, capitale di Aquilonia, le fece da tutore il perfido zio Clesus che, dopo averne dilapidato la cospicua dote, decise di darla in sposa al ricchissimo Dom Delanis. Valeria si guardò bene dall’accettare quel patto scellerato e cercò di fuggire. Sfortunatamente, incappò proprio nello zio Clesus che la picchiò brutalmente prima di essere ferito dalla nipote. Valeria si liberò degli abiti da sposa e si imbarcò su una nave zingarana dove, con il tacito assenso di uno dei marinai, si travestì da maschio per viaggiare come mozzo. Incominciavano i suoi viaggi che l’avrebbero portata ad incrociare il suo cammino con quello di Conan.

Dopo una serie di vicissitudini, il cimmero era tornato a fare il mercenario al servizio del regno di Stygia, ma aveva presto disertato per mancanza di battaglie con i relativi bottini. Nelle giungle situate molto più a sud delle terre conosciute, una ragazza è in fuga dopo aver ucciso l’ufficiale che aveva tentato di violentarla. È inseguita dal fratello dell’uomo che ha giurato vendetta e che l’ha ormai agguantata. Per sua fortuna, Conan ha assistito alla scena e giunge in soccorso, anche perché ne è fortemente attratto. Dopo aver ucciso il persecutore, il barbaro si attende una “giusta ricompensa”, ma Valeria è una guerriera fiera, indomita, una donna che non esiterebbe a trafiggere il cuore di Conan con la spada. Il battibecco è interrotto dall’arrivo di un famelico dinosauro e i due trovano rifugio su una rupe.


Costretti dalle circostanze a fare fronte comune, Conan e Valeria riescono, avvalendosi di alcuni frutti velenosi e della loro abilità guerriera, a uccidere la mostruosa creatura. Tuttavia, li attende un incubo peggiore! Conan e Valeria si ritrovano a esplorare i corridoi di Xuchotl, una città apparentemente deserta ma che, in realtà, è teatro di una faida annosa tra due fazioni di cittadini (che hanno conosciuto solo un continuo stato di guerra al servizio di debosciati monarchi consumati dal loto nero). I Chiodi Rossi sono il feticcio, insieme alla nera colonna di ebano che li contiene, cioè il totem che adorano i membri di Tecuhltli, fazione avversa a Xotalanc: così si chiamano le due fazioni in quel minuscolo cosmo che è la città di Xuchotl. Essi sono il simbolo di un odio puro inversamente proporzionale: maggiore è il numero dei chiodi infissi nella colonna, minore è il numero dei nemici. L’arrivo di Conan e Valeria ha rotto il precario equilibrio tra le comunità, favorendo il gruppo che ha accolto i due avventurieri, ma non ci saranno vincitori in questa città ormai votata all’autodistruzione. Gli unici a sopravvivere alla caduta di Xuchotl saranno i due “stranieri”, che scopriranno di avere molte più affinità di quanto credessero.

La versione a fumetti di Chiodi Rossi venne pubblicata per la prima volta nel 1971 sulla rivista antologica della Marvel “Savage Tales”, nei numeri 2 e 3. Ai testi c’era quel Roy Thomas che, più di ogni altro autore, ha saputo imbrigliare lo stile selvaggio di Howard, mentre i disegni erano opera di uno straordinario Barry Smith. In Italia la storia è stata pubblicata su Conan e Ka-Zar N. 29 e 30 (Editoriale Corno) e ristampata, in forma di graphic novel, nello “Speciale Chiodi Rossi” della Comic Art. Dopo questa avventura, Valeria tornò più volte nelle pagine di “The Savage Sword of Conan”, l’ultima delle quali sul N. 225 del settembre 1994, ma non riuscì a suscitare nel cuore dei lettori le stesse emozioni di quella prima e folgorante apparizione…


ZENOBIA

Nei racconti originali di Howard, Zenobia è la sposa di Conan quando il barbaro ha finalmente visto realizzare la profezia che, fin dai primi anni di vita, lo aveva indicato come il futuro re di uno dei più grandi e potenti regni del mondo Hyboriano: Aquilonia. Quando Conan uccise Numedides, il pazzo re di Aquilonia, usurpandone il trono, prese in sposa Zenobia, la figlia di un piccolo nobile che lo aveva aiutato. Sarà questa giovane nemediana a rimanere per lunghi anni al fianco del suo uomo, mitigandone gli invitti ardori guerrieri e stemperandone la barbarica furia da selvaggio insofferente nei confronti dei vincoli della civiltà.

Per un certo periodo, re Conan e la regina Zenobia godettero di una relativa tranquillità domestica mettendo al mondo tre figli: l’erede al trono Conn, la Principessa Radegund e il principe Taurus. Le minacce al regno ben presto presero forza, assumendo le bieche sembianze del supremo stregone stygiano Thoth Amon. Conan riuscì a sconfiggere il suo nemico, ma la sua gioia durò poco perché la sua amata consorte morì dando alla luce il loro quarto figlio. Sconvolto, Conan abdicò, affidando Aquilonia al suo valoroso primogenito Conn.

Al di là del dolore, il suo spirito decise di rispondere al richiamo della sua amante più inseparabile: l’avventura. Prese il largo nell’Oceano Occidentale, forse per l’ultima volta. Eppure, le Cronache Hyboriane non riportano la sua morte. Il vecchio cimmero sarà in qualche bettola a bere vino annacquato e a baciare puttane da due soldi, o avrà trovato un nuovo regno e splendide cortigiane dai seni ingioiellati.

Chi può dirlo?

 

5 commenti

  1. Non tanto vino annacquato quanto piuttosto decisamente speziato. Il personaggio – anche prima del Cimmero biondo dei comics messicani, effimera prova generale del bestseller Marvel – è stato ripreso da parecchi emuli di Howard, come De Camp, ma pochi ricordano l’apocrifo di Phil Kindred Dick che Lo Scattante ( come lo chiamava Stan The Man Lee ndr ) Roy Thomas aveva trovato tra la rumenta di una comune di attempati hippies fans del papi dei replicanti. Roy non era e non è quello che si dice uno scrittore flippato e quella roba lisergica deve avergli fatto l’effetto dei Kiss che si paracadutano nel cortile di un convento di suore in clausura.
    Roy ha fatto sparire la “sua” copia, ma io ho preso in prestito, diciamo così, quella del compianto Steve Gerber che con il suo Howard The Duck aveva satireggiato il barbaro in almeno una occasione.
    In sintesi ( ! ) PKD racconta di come Conan si perda nel crepuscolo dei suoi anni di guerriero rimba sebbene non domo e brillo si metta a raccontare di quando piantava chiodi rossi nelle zampette dei leoni come un simmetrico di Androclo fino a che una posse di giovinastri non gli offre un vino speziato lisergico ed il nostro sogna di sposare Le Roy Tomasa , avatar di Crom e demone pansessuale da cui nasce Norem, bello e forte siccome combo di angiolo e guerriero che però è di animo sensibile e preferisce pittare dall’alba al crepuscolo. Uno shock per un tizio che non ha fatto altro che raddoppiare i suoi nemici tagliandoli a metà con lo spadone.
    Ho cercato di vendere un adattamento di questa novella alla Dark Horse che da qualche anno stampa le storie di Conan – sicuro che sarebbe stato un successo nelle manine di uno come Stan Sakai per esempio – ma i ragazzi del cavallo nero mi hanno risposto che non sono interessati a quel tipo di deriva. Cattivi.

  2. […] conclusione, Sonja è l’alter ego di Conan più ancora di Belit e di Valeria (ne abbiamo parlato qui). Avventuriera come il cimmero, privilegia la libertà su ogni altra cosa. Roy Thomas creò questo […]

  3. […] Bill, Zorro e Tarzan o sui racconti avventurosi in cui muovevano i primi passi personaggi come Conan il barbaro, Doc Savage, The Spider e The […]

  4. […] anni settanta l’eroe dei comic book più carismatico era Conan il Barbaro, il personaggio creato da Robert E. Howard negli anni trenta, che Roy Thomas e Barry Smith (poi […]

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