I 10 PEGGIORI CLONI DI TERMINATOR

I 10 PEGGIORI CLONI DI TERMINATOR

Cosa succede quando un regista esordiente, con quattro spicci e due preghiere, riesce a girare un successone come Terminator? Che si scatena l’ottava piaga d’Egitto: ti ritrovi con ‘sto sciame di cavallette imbruttite che si sbattono nel copiare a mani bassissime, sperando di attaccarsi al capezzolo della fama e potersi nutrire del dolce nettare del successo. Seee… come no.

Il film di James Cameron è praticamente il sogno bagnato di ogni cristiano che si mette a fare i film per mestiere. Questo perché, di fondo, in Terminator non c’è nulla di complicato. Abbiamo l’eroe, la damigella in pericolo e il cattivo a cui sfuggire. Mettici pure due esplosioni qua e là, qualche special fx realizzato discretamente et voilà! Innumerevoli registi hanno tentato di ricalcare la formula, ma non è che tutti so’ James Cameron: quindi, anziché ottenere un “classico moderno”, si finisce con robe senza vergogna.

Eccovi allora i dieci peggiori cloni di Terminator.

Crash and Burn (1990)


Più o meno, tra il 1990 e il 1994 iniziarono a cicciare fuori film “pericolosamente” simili fra loro: mi riferisco in particolare a “Robot Wars”, “Robot Jox” di Stuart Gordon e, appunto, “Crash and Burn”. Quest’ultimo, del resto, talmente simile al film di Gordon da essere rinominato per il mercato europeo “Robot Jox 2”, nonostante i film non avessero niente da spartire. Alla fine della fiera, questo film prodotto da Charles “Full Moon” Band è la classica fatale vaccata di fine anni ottanta e inizio novanta: dalla società collassata è emerso una specie di organo mondiale di controllo con i robottoni eccetera. La situazione si fa brutta quando il fratello scemo di Terminator assalta ‘sta stazione televisiva e l’impiegato sfigato di turno, trasformandosi in Action Man, risolve tutto. A ogni modo non è malvagio come film. Certo, pare una puntata dei Power Rangers, però si lascia guardare. Sopratutto se il genere piace.

Nemesis (1992)


Non so di preciso quanti di voi abbiano familiarità con Albert Pyun, ma nel caso vi steste chiedendo chi strac***o sia, beh, diciamo solo che Pyun è un po’ il Ridley Scott dei poveri. Nella sua carriera ha tirato fuori tipo millemila film e un paio di quelli arrivati fino da noi, anche con un discreto successo, è probabile che li abbiate visti. Mi riferisco in particolare a “La spada a tre lame“ (The Sword and the Sorcerer) del 1982, intramontabile classico fantasy-pezzente, e “Cyborg” del 1989 con un giovane Van Damme. Nel mezzo ha fatto pure altre cosucce, come il film turbo-schif di Capitan America mai arrivato sul grande schermo (quello del 1990 con le orecchie di gomma attaccate alla maschera) e tutti quei seguiti di “Kickboxer”. ‘Sto “Nemesis” è una specie di thriller “neo-noir” in cui gli esseri umani sono in grado di potenziarsi tramite impianti cibernetici tali da renderti, a seconda degli interventi, qualcosa che va su una scala dal gadget a Terminator. Noi seguiamo le gesta di questo cacciatore di taglie “potenziato”, qualcuno ha detto Adam Jensen?, che si trova invischiato nel solito intrigo. Tutto è ammantato da un’aurea di pezzenteria abbastanza evidente, come sono chiare le influenze dei film usciti in quel periodo: da “Terminator”, “Blade Runner” e “Robocop”, fino a “Fuga da New York”. Nonché, l’evidentissima impronta “Heroic Bloodshed/Gun Fu” dei film di Hong Kong. Però, incredibile ma vero, in sé il film non è malaccio. Sono pure usciti tre seguiti, anche se non ho ancora avuto il piacere di vederli.

TC 2000 (1993)

Arrivati fin qui c’è da dire che due cose andavano fortissimo all’inizio degli anni novanta: la tecnologia, con la relativa paura annessa di uno sviluppo incontrollato delle macchine, e le mazzate. Non era raro imbattersi in ‘sti film assurdissimi dove il mondo è andato a puttan… è andato incontro a una catastrofe, dove tutti conoscono le arti marziali e nessuno indossa la maglietta. Per farla breve, abbiamo in un solo film Billy Blanks, Bolo Yeung e Matthias Hues (di questi e altra gentaglia sono pieni i film d’azione) alle prese con un futuro a metà fra “Mad Max” e “Skynet”, in cui ci si saluta a papagni in bocca. Fondamentalmente un film abbastanza miserabile e scemo, sì, ma non da buttare proprio nel cesso. Un discreto tentativo di mettere insieme action, gong fu e fantascienza. E poi i combattimenti so’ forti, sopratutto lo scontro fra Bolo Yeung e Matthias Hues.

Cyborg Cop (1993)


Per quanto possano essere pezzenti i film visti fin qui, sta di fatto che in linea di massima sono quei tipi di produzioni che si apprezzano per la loro essenza di b-movie. Qui invece è un altro paio di maniche: come spiegare quanto faccia schifo Cyborg Cop? Beh, partiamo dalla trama. Uno scienziato pazzo rapisce gente a casaccio da trasformare in terminator. Soffermiamoci sul fratello del protagonista, David Bradley… attenzione: non l’omonimo inglese famoso per le parti di Gazza in “Harry Potter” e Walder Frey ne “Il Trono di Spade”, eh. Questo Bradley è quello dei film pezzenti sui ninja. Dicevo, Bradley va a cercare di salvare il fratello. Bene. Anzi no, male. Molto male. Per farvi un’idea, immaginante di vedere Fonzie in un film soft-porn scrausissimo degli anni settanta, che dice e fa cose assolutamente prive di senso. Come se non bastasse, “l’eroe” per tutto il tempo va in giro con il marsupio. Il marsupio! L’oggetto più kitsch che l’uomo abbia mai creato. Altre due cose fondamentali: 1) lo scienziato pazzo è (e glielo vai a chiedere lo negherà fino alla morte) John Rhys-Davies, cioè Sallah in “Indiana Jones” e Gimli il nano ne “Il Signore degli Anelli”; 2) incredibile ma vero, sono usciti pure Cyborg Cop II e III!

Cyber Tracker (1994)

Anche se non proprio squallidissimo quanto “Cyborg Cop”, pure “Cyber Tracker” non è che scherzi. Il solito tentativo svogliatissimo di battere cassa sfruttando il talento creativo altrui. Pertanto, abbiamo i soliti ribelli che si oppongono alla società plutocratica-dittatoriale che governa il mondo (Max Headroom). I cattivi hanno il robot che viene utilizzato per l’applicazione della legge (Robocop o Universal Soldier, scegliete voi). Poi c’è l’eroe che, sorpresa sorpresa, viene a sapere che il suo datore di lavoro è corrotto (qualsiasi thriller cospirativo che vi viene in mente) e si trova di fronte un nemico che non può essere fermato con i proiettili, nonché spietato, invincibile e pure privo di emozioni (Terminator). No, ma veramente, quanto è originale ‘sto film, eh?

Project Shadowchaser (1992)


Ecco, questo invece è l’emblema del “tanto brutto da essere bello”. Immagina per un momento se “Beverly Hills Cop” si unisse a “Die Hard” per lottare contro Terminator. Bello, eh? Voglio dire, messa in questo modo può sembrare una visione da stato allucinogeno, ma tant’è. Comunque attenzione, perché ora segue il cast e come s’integra nella storia: in pratica c’è questo cyborg, un Frank Zagarino veramente divertente nel suo look da T-Ivan Drago, a capo di una squadra di terroristi che fa irruzione all’ospedale-Nakatomi Plaza. Scopo ultimo dell’assalto è rapire Meg Foster (la donna con il più incredibile paio d’occhi di sempre), forse vi ricorderete di lei per ruoli come Evil-Lyn ne “I Dominatori dell’Univero” o la giornalista Holly Thompson in “Essi Vivono”. La Foster è la figlia del Presidente, a salvarla arriva Sensei Kreese del Kobra-Kai. Come se tutto ciò non fosse abbastanza, metteteci pure un lavoro di video editing fatto con il culo, in modo che le scene risultino quanto più involontariamente comiche possibile. Un’ultima cosa, anche “Project Shadowchaser” ha i suoi seguiti: ben tre, per la precisione.

Future War (1997)


Una cosa mi chiedo sempre quando vedo film come questo “Future War” è perché certe persone meno soldi hanno e più cercano di spararla grossa? Il protagonista, Daniel Bernhardt, conosciuto anche come il Van Damme degli scappati da casa, nel film è “The Runaway”. Il protagonista non ha un nome ma un appellativo, ok. Il nostro è uno “schiavo” che fugge da una navicella spaziale e arriva sulla Terra, mmh… Com’è e come non è, giunto a terra “The Runaway” viene aiutato da questa ex tossica prostituta diventata suora. Ecco, già iniziamo lentamente a delirare, ma attenzione perché adesso arriva il bello: in pratica l’eroe è uno schiavo, sì, di una razza aliena (credo) di cyborg/terminator il cui capo/padre è Robert Z’Dar (cioè Matt Cordell in “Maniac Cop”) che per, non so… catturarlo, ucciderlo non saprei proprio, usa come “tracker” (rullo di tamburi… silenzio drammatico…) i dinosauri! No, non so se ho reso l’idea. Voglio sottolinearlo: cyborg schiavisti alieni che usano i dinosauri come inseguitori. Ma quanto devi stare male per pensare ‘na cosa simile? A ogni modo, il film raggiunge l’apogeo quando compaiono i dinosauri: giocattoli messi in prospettiva davanti alla videocamera.

Cherry 2000 (1987)

Passando oltre “Future-schif” arriviamo a questo “Cherry 2000”. Riducendolo proprio all’essenziale, il leitmotiv del film si basa su… be’ sì, su di un uomo che fa uno sbattone assurdo per trovare un sex toy nuovo. Cioè, anche il titolo italiano “Bambola Meccanica modello Cherry 2000” riassume bene il succo. Solito futuro post-atomico Mad Max style. ‘Sto tipo s’è sposato regolarmente il “cyborg” modello Cherry 2000. Un giorno, mentre la sta usando a “scopo ricreativo” (ossia fa lo zozzone con la bambola gonfiabile) questa si bagna (niente doppi sensi) e va all’aceto. Il tipo allora salva la scheda madre, ossia “l’anima” di Cherry, e parte per le wasteland alla ricerca di un nuovo corpo in cui inserirla. Strada facendo, incontra Melanie Griffith pre-chirurgia plastica, guerriera tosta e cazzutissima che lo accompagnerà nel viaggio verso lo scontatissimo finale. Sinceramente non è proprio un film da schifo, sopratutto se si ama il sottogenere apocalyptic/post-apocalyptic, ma alla fine della fiera non sorprende che, dalla distribuzione in sala inizialmente prevista, si sia finiti (dopo più di due anni di stallo mi pare) direttamente allo straight-to-video.

Alien Terminator (1988)


“Alien Terminator” altro non è che l’ennesimo di una lunga serie di spudorati rip-off di “Alien”. La cosa bella, veramente degna di nota, è il consueto quanto subdolo ingegno di ‘sti svogliatissimi registi e produttori di b-movie nel cercare di fregarti, ficcando due parole famose come titolo nella speranza di far leva rimandando a due film d’azione di qualità superiore e vendere questo tipo di knock-off a buon mercato. Alien Terminator vede un gruppo di scienziati chiusi in questo laboratorio segreto sotterraneo, un certo punto lo scienziato pazzo di turno inizia a fare esperimenti fantasiosi e un topo viene trasformato in mostro. Si tratta del setup più terra terra che possa esserci nei canoni dei b-movies: il cast si muove in un unico luogo, per il 90% delle scene va avanti e indietro per corridoi bui sperando di comunicare allo spettatore un po’ di paura. Il mostro appare ogni tot minuti per assicurasi che stai ancora sveglio e via così. Nel complesso, “Alien Terminator” non vale la pena di essere guardato. Tranne per le scene in cui spuntano le mammelle di Maria Ford.

The Vindicator (1986)


Concludiamo ‘sta carrellata di paura con “The Vindicator”, un filmetto misconosciuto ai più in cui mi sono imbattuto per purissimo caso poco tempo fa. Quando mi lancio in queste carrellate per la rubrica “Le Dieci Meglio Cose” non faccio delle classifiche vere e proprie. Ho messo Vindicator qui in fondo, ma non è che faccia schifo più di tutti i film visti fino a ora, semmai è il contrario. Questo è un film fantastico. La prima cosa che viene in mente a guardarlo, ovviamente, è che sia l’ennesimo rip-off di Terminator/Robocop. Anzi, di Robocop maggiormente. Si notano altre influenze andando avanti con la visione: robe tipo “Eliminators”, “The Revenger”, “Guyver”… e per il taglio fumettistico e il leitmotiv da death & revenge persino il “Darkman” di Raimi. La cosa bella sai qual è? Incredibilmente Vindicator, fatta eccezione per il Terminator di Cameron uscito un anno prima, precede tutta ‘sta roba. Altro fatto incredibile, è che a differenza di molti film che non hanno a disposizione un budget faraonico, questo film non ha un look da pezze sulle bancarelle. Gli special fx e i set sono impressionanti se si considera il tutto. Anche perché, difficile da credere, sono stati realizzati da Stan Winston. In definitiva, Vindicator è un fanta-horror altamente efficace, violento, sanguinoso. Veloce e interessante, sopratutto abbastanza intelligente e realizzato come si deve, non come la maggior parte delle porcherie insensate a basso budget. Potrebbe non essere adatto a tutti i gusti, ma una visione la merita sicuramente.

 

Stay Tuned, stay retro e buone cose a tutti, trucidi.

 

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